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interpretazione della realtà
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Parigi
brucia: perché?
una prospettiva spirituale
di Fausto Carotenuto
Le periferie
di molte città francesi in un vortice di violenza: migliaia di macchine
bruciate centinaia di feriti, saccheggi, edifici incendiati, scontri tra
polizia e gruppi di giovani…
Cosa sta succedendo?
A prima
vista un episodio di violenza da parte della polizia ha innescato la
rivolta delle grandi periferie abitate in maggioranza da immigrati di
origine islamica, soprattutto nordafricana. Il disagio di questi strati
della popolazione è arrivato ad un punto tale che è bastato un
episodio, sia pure di brutale ed inaccettabile violenza, per provocare
una vera e propria impressionante serie di esplosioni di rabbia tra gli
immigrati. Una vera e propria rivolta…
La sicurezza dei cittadini e la legalità sono state gravemente
intaccate, e le autorità francesi stanno rispondendo con grande
durezza: una enorme mobilitazione degli apparati di polizia e dei
tribunali, la dichiarazione dello stato di emergenza, il coprifuoco, le
espulsioni di stranieri, non solo “illegali”, ma perfino dei
residenti. Discorsi forti e infiammati delle autorità. E lo sviluppo di
un dibattito sia sulle cause sociali della situazione che sulle misure
da adottare. Con opinioni differenti su come arginare e bloccare la
rivolta e sui metodi migliori per intervenire sulle cause profonde. La
destra insiste maggiormente sulla repressione e la sinistra sulla
ricerca di misure radicali per ridurre il disagio degli immigrarti e
favorirne l’integrazione. Sull’onda dell’ansia per il clima di
violenza l’opinione pubblica francese sembra ora in grande maggioranza
favorevole ( 73 per cento ) al “giro di vite” attuato dal governo,
che addita gli stranieri come fomentatori della rivolta.
Questa è
l’immagine esteriore di quanto sta accadendo… Ma vediamo se da una
prospettiva differente, quella suggerita da un punto di vista che tiene
conto anche della realtà spirituale, si riesce a capire qualcosa di più,
oltre le apparenze.
La realtà spirituale è più nascosta, difficile da individuare, ma è
ben più importante delle apparenze, perché è all’origine di quanto
si manifesta come cose, esseri, avvenimenti.
Osservando la realtà da questo
punto di vista, si sa che quello che avviene - sia nella nostra vita
individuale che nella storia delle comunità umane - non è mai casuale,
ma è il frutto di precisi disegni del mondo spirituale, che tendono a
porci di fronte ad una serie di sfide e di opportunità, con l’intento
di metterci alla prova per farci crescere e maturare.
La nostra è
un’epoca nella quale gli uomini sono chiamati a prove molto forti ed
accelerate, perché è il momento nel quale sta cominciando a crescere
la nostra coscienza: la parte più elevata della nostra psiche.
Le forze del Bene, sia spirituali che terrene, vogliono favorire
in tutti i modi questa crescita, che avviene attraverso lo scambio di
sagge azioni di amore tra gli uomini. Mentre quelle che chiamiamo forze
del “Male” pongono una serie di forti ostacoli. Ma anche questo ha
un fine ben preciso: quanto più forti sono gli ostacoli che troviamo
sul nostro cammino, tanto maggiore è la crescita di coscienza che
compiamo riuscendo a superarli.
Le forze del Male contano sulla Terra di un grande apparato trasversale
fatto di vari gruppi, logge, fratellanze, che controllano, attraverso un
complesso ed efficace sistema di manipolazione, quasi tutto il potere
politico, economico, mediatico e militare dei vari Paesi.
Le forze del Male, sia spirituali che terrene, si alimentano della somma
dei nostri egoismi e dei nostri sentimenti negativi.
Gli stessi sentimenti che impediscono la nostra crescita. Per
questo gli “ostacolatori” hanno bisogno di mantenere nelle varie
zone della Terra un elevato tasso di conflittualità , di violenza, di
paura e di ansie. Che impediscano il libero fluire dell’amore da un
uomo all’altro. E che rafforzino le loro organizzazioni.
Ho
sintetizzato fin troppo le basi della visione spirituale degli
avvenimenti…[1]
Ma comunque qualcuno potrebbe legittimamente dire: cosa c’entra questo
sproloquio di “aria fritta” con le macchine bruciate, i saccheggi,
la repressione, le espulsioni, le vittime…?
C’entra… perché quanto sta accadendo in Francia non è affatto
casuale, non è un episodio isolato, ma è una passo importante della
strategia della tensione internazionale voluta dalle forze oscure.
Dopo aver sfruttato per buona parte del secolo scorso il conflitto
militare ed ideologico tra Est e Ovest, le forze negative hanno creato
dal nulla e stanno alimentando il tema del confronto tra Occidente ed
Islam.
Questo non è un conflitto tradizionale, con i due schieramenti
chiaramente posizionati sul campo, ma è stato studiato per creare una
scacchiera di operazioni vastissima, dalle sabbie mediorientali al
centro di Londra, di Madrid o di New York. Dal Golfo Persico al cortile
di casa nostra, alla stazione della metropolitana o dell’autobus. Alle
strade delle nostre stesse città.
Le
fratellanze che si occupano di organizzare i conflitti hanno facilitato
ed organizzato lo sviluppo di fenomeni come l’imperialismo di certi
gruppi di potere americani ed europei, il terrorismo, ed una forte
ondata di emigrazione incontrollata e sbilanciata dai Paesi poveri a
quelli occidentali. Il fronte del conflitto è così ovunque, pronto ad
esplodere a comando, ed ovunque può essere sollecitato nei tempi e nei
modi voluti.
In questo modo certe forze hanno in mano tutte le leve principali del
conflitto, e ne stanno modulando l’uso per ottenere il massimo di
risultati per quello che è il loro obiettivo principale: la nostra
interiorità. Condizionare e deviare le nostre coscienze. Che nella
nostra epoca, se lasciate libere, tendono naturalmente e fortemente a
riscoprire gli impulsi del cuore. Tendono ad elevare la propria
vibrazione psichica.
Nell’ambito della più ampia
strategia di creare spaccature, conflitti ed odi tra Occidente e mondo
islamico, le maggiori difficoltà vengono create da quegli individui e
quelle popolazioni che hanno sviluppato un maggiore livello di coscienza
civile. Quelle comunità nelle quali concetti come libertà,
fratellanza, uguaglianza, diritti dell’uomo, tutela delle minoranze,
hanno conquistato terreno più che altrove.
Le opinioni pubbliche e le classi politiche europee sono state
spinte a partecipare apertamente al conflitto con l’Islam, ma solo in
parte hanno accettato di seguire le spinte più bellicose. Quel fronte
che ha appoggiato l’invasione anglo-americana dell’Iraq è composto
da Paesi nei quali il lavoro delle fratellanze nere aveva già
conseguito importanti risultati di condizionamento negli anni successivi
alla caduta del muro di Berlino. In quegli anni le forze più retrive e
più fedeli alle piramidi “nere”erano state aiutate a scalare i
gradini del potere. I loro nemici distrutti, debellati, fisicamente
uccisi o ridotti all’impotenza dagli scandali. Ma in altri Paesi
questa operazione non è stata sufficiente a conseguire forti
condizionamenti dell’opinione pubblica e delle classi politiche, tali
da favorire la loro inclusione nel fronte anti-islamico del nuovo
conflitto mondiale. I francesi ed i tedeschi sono rimasti fortemente
critici di certe derive prepotenti e belliciste. Ed infatti i loro capi
politici - anche se in molti casi fortemente influenzati dal fronte
oscuro - non hanno voluto o potuto aderire alle iniziative più forti.
Come l’invasione dell’Iraq. Per mantenere l’appoggio ed il
controllo delle proprie opinioni pubbliche, hanno dovuto invece assumere
posizioni fortemente contrarie. Anche se poi nella sostanza non hanno
posto alcun serio ostacolo alle iniziative di guerra.
Quello che
sta avvenendo ora in Francia è un vero e proprio “lavoro ai
fianchi” attuato dalle forze oscure per cercare di modificare
l’atteggiamento interiore dell’opinione pubblica. I terminali delle
forze oscure sono ovunque, sia nel contesto occidentale che in quello
islamico. E quando serve si muovono in stretto coordinamento. La
rivolta, sia pure basata su un terreno di problemi gravi e reali, appare
ben organizzata nei luoghi e nei tempi e ben diffusa, tale da suscitare
sentimenti oscuri nei francesi. Tale da far passare in secondo piano i
sentimenti e gli ideali più nobili nei quali è cresciuta la tollerante
cultura francese dei “lumi”. Il
tentativo è quello di trasformare una opinione pubblica ben disposta
verso gli stranieri, vero l’altro, verso il “diverso”, in una
società contratta nella ricerca della propria sicurezza. In una società
che nel futuro sarà molto meno “schizzinosa” quando si tratterà di
combattere contro i cattivi “diversi”. E le forze oscure che
influenzano abbondantemente gli ambienti politici elitari francesi hanno
colto la palla al balzo: prontissime a giocare sulle spaccature, per
incrementarle… con la scusa della “sicurezza nazionale”.
Prontissime a togliersi le pelle posticcia da agnello ed a mostrare i
denti e le unghie della loro natura più nascosta.
Cos’altro è in serbo per i tedeschi? Lo vedremo… Forse si attendeva
il risultato delle ultime elezioni - per conseguire una migliore capacità
delle forze oscure di controllare i vari fattori in gioco - prima di
scatenare un qualche vortice che interessi la Germania e metta ancora a
dura prova la coscienza di quella cultura. Speriamo che il livello di
coscienza raggiunto nel dopoguerra in Germania, uno dei più alti
d’Europa, anche a causa della immane tragedia del Nazismo, sia
sufficiente a respingere le operazioni delle forze dell’ostacolo.
Che le trame
delle forze oscure abbiano successo o no dipende solo dal modo nel quale
reagiranno le coscienze dei francesi. Se riusciranno ad uscire da questa
situazione mantenendo sostanzialmente inalterati i propri principi ed i
propri ideali costringeranno i propri politici a “rientrare
nell’ovile”. E la loro società avrà compiuto un ulteriore salto in
avanti nel lungo cammino della evoluzione umana.
Ma questo riguarda tutti noi, ormai sempre più coinvolti in questo
strisciante e insidioso conflitto di culture. In questi giorni tocca ai
francesi, ma nel prossimo futuro verremo tutti sollecitati nei modi più
insidiosi ed oscuri. Respingiamo fermamente e serenamente il tentativo
di farci sentire parte di una guerra. Si è in conflitto con qualcuno
solo se si è in conflitto dentro di sé. E se si combatte contro
qualcuno, in effetti si fa la guerra a se stessi…
Non facciamoci coinvolgere: noi non c’entriamo nulla. Abbiamo ben
altro da fare: trovare modi sempre più intelligenti e fattivi per amare
gli altri. Non per combatterli.
Solo la saldezza dei nostri ideali, il rifiuto della violenza, la
fiducia nell’amore per il prossimo come strumento per la crescita
armoniosa di tutti, restituirà un senso positivo ai disastri che si
susseguono giorno per giorno.