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Intervista
al Presidente Parco Nazionale La Maddalena
Intervista a cura di Claudio Chisu
Un
Parco Nazionale in cui scorazzano liberi e felici i sottomarini a
propulsione nucleare sembrerebbe un controsenso, quasi un ossimoro.
Riserva ambientale e nucleare possono convivere insieme? Secondo il
Presidente del Parco Nazionale dell’arcipelago di La Maddalena,
Gianfranco Cualbu, possono coesistere. Anzi, devono. Cualbu, classe
1930, è un avvocato nuorese a cui l’attuale governo di centrodestra
ha affidato la presidenza del Parco nel 2002. Cualbu, ovviamente, è del
centrodestra. Più destra, che centro: nel lontano 1947, appena
diciassettenne, si iscrisse all’Msi, poi passò ad Alleanza Nazionale.
Cualbu è anche sostenitore di quello che lui chiama
“l’ambientalismo di destra”. Che si differenzia decisamente
dall’ambientalismo di sinistra “perché l’ambientalismo di destra
non rinnega la figura dell’uomo capace di vivere a contatto con la
natura, mentre quello di sinistra è più intransigente e opta per la
totale conservazione della natura”.
D:
Signor Cualbu, il fatto che lei sia un uomo di destra ha influito sulla
scelta fatta Ministro Matteoli: incaricarlo della presidenza del Parco
di La Maddalena?
R: Certamente, la provenienza politica influisce. È uno dei requisiti
che il Governo richiede.
D: Quante
persone lavorano all’interno del Parco?
R:Il Consiglio direttivo è composto da 12 persone, inoltre ci sono
13 dipendenti fissi. In più, c’è la comunità del Parco: 4 persone,
tra cui il sottoscritto, un rappresentante della Regione, uno della
Provincia e il Sindaco di La Maddalena.
D: Le
persone che fanno parte della comunità del Parco hanno poteri
effettivi? I rappresentanti eletti dai Sardi i(l Sindaco di La
Maddalena, i funzionari regionali e provinciali) possono in qualche modo
influenzare le scelte riguardanti il Parco?
R: No, le decisioni sono prese dalle 12 persone che compongono il
Consiglio direttivo.
D: Come
per la base militare americana, anche per quanto riguarda il Parco i
Sardi non hanno voce in capitolo. Il sindaco di Palau, Sebastiano
Pirredda, recentemente si è detto preoccupato per i casi di tumore tra
i cittadini, e ha ipotizzato un collegamento con la presenza dei
sottomarini.
R: Anzitutto la base non è americana, ma italiana. Gestita dalla Marina
italiana. E non è certo una base nucleare, perché i sommergibili a
propulsione nucleare rimangono all’interno della base solo per 48 ore
al mese. Sono sempre in giro per il Mediterraneo, non ci sono mai.
Mentre per quanto riguarda il potere effettivo dei Sardi, è risaputo
che le politiche estere e le politiche militari debbano essere gestite
dal Governo italiano, non dalla Regione. Sono leggi previste dalla
Costituzione, se non ci atteniamo a esse e permettiamo alle Regioni di
scavalcare il potere dello Stato, ognuno si potrebbe creare un proprio
esercito.
D:
Senza arrivare a chiedere un
esercito Sardo, sarebbe comunque auspicabile avere la possibilità di
decidere su quello che riguarda la Sardegna. Dato che eventuali effetti
negativi ricadrebbero sui Sardi, e non su altri.
R: Se si riferisce all’inquinamento radioattivo, è un’illazione
bella e buona. Le Asl ci hanno assicurato che non esiste alcun tipo di
inquinamento a La Maddalena. Sono stati fatti studi attenti e specifici
anche dagli istituti nazionali, e il risultato è stato lo stesso.
D: E
Il Torio 234 trovato dal Criirad (l’istituto indipendente francese
guidato dal professor Buno Chareyron)? Dopo che fu scoperto dai
francesi, ci fu la conferma delle Asl.
R: Si, ma il Torio esiste in
natura, e ci è stato detto che non ha alcun rapporto con la presenza
dei sommergibili americani. È stato trovato in quantità sospetta,
certo, ma la stessa quantità è stata trovata all’Asinara. E lì non
ci sono basi americane.
D: Il
Criirad ha trovato anche il plutonio. Secondo i francesi, le Asl sarde
non hanno macchinari sufficientemente attrezzati per monitorizzare tute
le sostanze inquinanti. Il plutonio e il cobalto, ad esempio, non sono
mai stati cercati.
R: Proprio per questo l’Ente
Parco ha deciso di dare una mano alle Asl: devolveremo fondi per
incentivare l’acquisto di macchinari nuovi e più potenti. Se ci sono
dubbi in proposito, allora sono necessarie altre analisi più
approfondite.
D: In
trent’anni di vita della base sono scattati innumerevoli allarmi sulla
radioattività, e ogni volta si sono sempre chieste analisi più
approfondite. C’è chi sostiene che bisognerebbe controllare i
controllori, cioè gli enti statali che effettuano le analisi.
R: Sarà anche così, ma io sono Presidente dal 2002 non da
trent’anni. A me è stato detto che non c’è inquinamento e, non
essendo uno scienziato, mi devo fidare di quello che mi dicono. Le
ipotesi lasciano il tempo che trovano, i dati dicono che non c’è
inquinamento.
D: Lo
stesso Andreotti, che firmò l’accordo col governo americano alla fine
degli anni ’60, ha dichiarato che la base non ha più motivo di
esistere, perché sono venute a mancare le ragioni per la quale venne
instaurata: i sommergibili sovietici non sono più un pericolo da 15
anni.
R: Andreotti non ha più alcun potere in merito, la sua è solo
un’opinione, per quanto autorevole. Io sono dell’idea che il
pericolo russo sia scomparso, ma che la posizione strategica della base
sia indispensabile per sorvegliare il Mediterraneo. I pericoli
potrebbero venire, ad esempio, dal terrorismo arabo.
D: Ma
la peculiarità di Al Qaeda sta proprio nel saper infiltrare le sue
cellule dovunque, senza ricorrere allo schieramento di un esercito con
aerei, navi etc. La dimostrazione è negli attentati alle torri gemelle
e alla stazione di Madrid.
R: Se lasciassimo il mare libero e senza controlli, io sono sicuro
che vedremmo circolare liberamente anche le navi terroriste. Per quanto
mi riguarda, più sommergibili ci sono meglio è.
Claudio Chisu