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Parco
buoi
Ing.
Rodolfo Roselli, intervento su Radio Gamma 5 del 28.9.2005
I risparmiatori, per i
loro soldi, cercano nelle banche, di avere adeguati suggerimenti.
Già nel Settembre scorso parlai del problema, denunciando la loro
scarsa professionalità, le direttive furbesche e l’interesse nullo, per la
clientela non VIP.
I raccomandati, i segnalati, i
pezzi da novanta, hanno un trattamento del tutto particolare,
addirittura, come abbiamo recentemente visto, possono avere miliardi in
prestito ,anche con garanzie truccate. I clienti normali, se non si
impegnano la camicia, avranno diritto a pochi spiccioli. Ma i clienti
normali, appartengono solo al “parco buoi”, destinato ad essere
munto; altrimenti come si fa a dare il denaro, a favore dei clienti VIP?
Recentemente l’ABI ha definito, con grande solennità, norme più
stringenti per assicurare la trasparenza. Non so quante volte ho già
udito questi buoni propositi, ma vediamo come hanno seguito queste
direttive, alcune banche.
Se vi divertite a leggere questo documento, perché
di puro divertimento si tratta, vi accorgerete che, invece di avere
trasparenza, è un trattato di burocratese bancario,si parla di diritti,
norme a tutela del cliente e anche procedure di reclamo, sicuramente già
ben note ai clienti facoltosi, ma che al cliente, con pochi centinaia di
euro, non fanno ne caldo né freddo, e non varrebbe neppure la pena
invocarle.
Le frasi contorte e sibilline non
si contano, alcune sono addirittura ridicole come “facoltizzare” gli
interessi dei mutui da un verbo bancario, ma non italiano. Altre perle,
in questo documento, sono nel
linguaggio banchese,” l’avvisatura”, cioè quello che, noi
ignoranti, chiamiamo l’avviso di pagamento, e “la levatura”, da
noi detta annullamento del protesto.
Ma chi ha scritto questo documento, poi si degna almeno di rileggerlo?
Quello che invece è di una chiarezza cristallina, è il costo
obbligatorio di 1,80 euro di commissione, non solo per la stampa e
l’invio egli estratti conto, ma anche di tutte le lettere contabili.
Il massimo poi di tutela dei conti del cliente, risiede nel tasso
d’interesse offerto a chi non va mai in rosso, che varia da
Se poi vi volete divertire di più, andate a chiedere ad un qualunque
sportello bancario che
cos’è l’ISC (Indice Sintetico di Costo) che è, dal 1° ottobre
2004, il nuovo parametro che permette di confrontare tra loro i
finanziamenti bancari, per esempio i mutui, cioè l’equivalente del
TAEG, e che contiene tutte le spese connesse al prestito. Non
dovrebbe neppure essere chiesto, perché tutte le banche,
dovrebbero indicarlo obbligatoriamente e con chiarezza, ad ogni
richiesta di mutuo. Norma contenuta nelle disposizioni del 25 luglio
della Banca d’Italia. Nessuno sa niente e nessuno, della Banca
d’Italia, ha controllato che sia reso pubblico, come ha constatato
un’ indagine del “Corriere Economia” .
E’ molto strano che non venga
applicata la stessa solerzia, che si attua nell’aumentare le spese,
commissioni etc.
Ma, chiesto al dr. Roberto Nicastro, Vicedirettore Generale di
Unicredito, perché questa gestione dei prodotti finanziari, non sia
rapidamente migliorata, ha testualmente dichiarato che ci vuole più
tempo, “perché i prodotti finanziari sono più difficili da vendere
delle uova”. Forse il dr. Nicastro, non sì è accorto che noi andiamo
in banca, non per comperare uova, perché sappiamo dove comperarle, ma
prodotti della banca. E se i
loro dipendenti, solo con il tempo, potranno passare dal livello di
professionalità di chi vende le uova, ad un livello adeguato ai
prodotti finanziari, allora
capisco tutto quanto sopra rilevato.
Le nuove regole di trasparenza, non fanno ritornare un soldo indietro ai
correntisti. Infatti non si parla, e nemmeno si anticipano, le norme
europee del 2004, che decretano la
morte delle spese di chiusura conto, non si parla della eliminazione di
tutta la zavorra delle bollette, che impediscono di fatto, al
correntista di cambiare agevolmente banca.
Non si parla della
surrettizia reintroduzione
del costo del libretto di assegni, non si parla delle commissioni
aggiuntive, applicate solo in Italia, e poste sugli assegni in euro,
emessi nella comunità europea. Credevamo di essere nel mercato unico, e
invece non è vero.
Tra le promesse contenute nelle direttive ABI di trasparenza, dette
Patti Chiari, vi sono “concessioni” che hanno veramente del
grottesco, se non della presa in giro.
Pensate che, via telefono, sms o
internet, potrete sapere lo sportello Bancomat che funziona. Ma la
responsabilità della manutenzione per il funzionamento dei Bancomat,
non è di ogni banca, e non è già pagato dal cliente nell’ambito
delle spese generali ? Perché dovrei spendere, anche una sola lira
,anche solo un’ attimo del mio tempo, per sapere se funziona. Se non
funziona devo chiedere solo, ed ottenere, un risarcimento del danno, per
interruzione di servizio, e basta!
Ancora, sarà fornita una lista specifica delle obbligazioni a rischio.
Ma su quali informazioni poi viene valutato il rischio? Saranno chieste
al rag. Tanzi o al rag. Totta o al rag. Cagnotti ? Che cosa ci sarebbe
di nuovo in tutto questo, se non quello che, ogni banca seria, avrebbe
dovuto già fare e non ha fatto?
E qui siamo al punto. Chi doveva fare, ed è pagato per questo, e non ha
fatto.
E, da che mondo è mondo, chi è a capo di tutto, e pretende di essere
pagato più di tutti, è anche responsabile di tutto, direttamente o
indirettamente, e se paga per tutti, a noi non importa un fico secco.
Chi sbaglia è pregato di togliere subito il disturbo. Questo vale per
il dr. Antonio Fazio, per il dr. Lamberto Cardia,etc. Avevano i mezzi
diretti e indiretti per tenere sotto controllo i nostri investimenti,
non vi è dubbio che non l’hanno fatto, vadano fuori dai piedi.
Adesso ci si preoccupa di dare avvisi e suggerimenti ai risparmiatori,
di raccomandare loro di esercitare la loro massima attenzione.
No questa è una canagliata,
perché questa massima attenzione, dovevano esercitarla questi signori,
e adesso non possono chiedere a noi di farlo. E se proprio fosse
necessario, allora a maggior ragione si dimostrerebbe, che loro non sono
assolutamente necessari.
Ma non basta perchè, mercoledì 26 Novembre
Questa fondazione, si pone in diretta concorrenza con la già esistente
Banca Popolare Etica, che ha scopi analoghi, ma con principi innovativi,
non burocratici e completamente differenti, e si impegna a destinare gli
utili a beneficio di tutti.
L’erogazione dei finanziamenti
è basata su garanzie delle stesse banche, che sono accuratamente
selezionate, scartando tutte quelle che hanno dimostrato di gradire
traffici illeciti, come le armi, o finanziamenti a imprese che hanno
danneggiato i risparmiatori, o imprese che sfruttano il lavoro in nero e
minorile.
La proposta Fazio, offre solo il
marchio “Etico” del quale fregiarsi, a tutte le banche
indiscriminatamente, ed è evidente lo scopo d’ingraziarsi le
gerarchie ecclesiastiche, di mettere il naso nei finanziamenti umanitari
e sociali, d’impedire, agli investitori onesti, di evitare le normali
imposizioni praticate al limite dell’usura.
La tecnica diffusa è, neanche un centesimo deve essere utilizzato,
senza subire lo stretto controllo della Banca d’Italia, salvo poi a
non applicare questi controlli dove invece sarebbero indispensabili.
Dopo quanto sopra detto, non solo appare indispensabile la sostituzione
alla Banca d’Italia del suo attuale capo, ma sarebbe dovuta avvenire
già, perché il nostro non è nuovo a casi simili, anche se più
modesti, a quelli di Parma ladrona.
Antonio Fazio è entrato nella Banca d’Italia nel 1993, ebbene, alla
Banca Provinciale di Napoli nel 1994-1995, fu scoperto dalla
Magistratura, che aveva prodotto falsi in bilancio e false comunicazioni
sociali.
Ma la scoperta non fu della Banca d’Italia, ma di una semplice
azionista, Flora Benedice e altri piccoli azionisti, che denunciarono
questi fatti in una assemblea.
E neppure l’ABI si era accorta di nulla. Una semplice coincidenza
vuole che,il presidente dell’ABI, Tancredi Bianchi, dal 1992 al 1998,
sia stato anche presidente della Banco Provinciale di Napoli fino al
1996, e tutto questo, stranamente, avvenne
a dispetto dei cosiddetti controlli della Banca d’Italia, sotto
il governo di Antonio Fazio.
Inoltre, dal 1995 al 1996,quando
la banca fu acquistata dalla Credem, ci si trovò di fronte
a vari scandali finanziari come al caso della Curia Vescovile di
Napoli, al caso Ferlaino, presidente, della Napoli Calcio, tutti
debitori di particolarissimo riguardo della stessa banca. La procura
accertò la gestione allegra dei creditori, la sottostima delle
sofferenze, perdite rilevanti sui crediti, tenute nascoste; con
documenti contraffati e presi per buoni, dalla
vigilanza della Banca d’Italia. Tutto questo oggi non mi pare
nuovo.
Insomma tutto già visto, ma tutto queste disavventure, imperfezioni,
omissioni, nulla hanno suggerito ai responsabili sopra citati
nulla hanno fatto perché non si ripetessero.
E allora come si può continuare a dare credito a questi personaggi ,che
non sanno neppure fare tesoro delle esperienze negative del passato?
Il meccanismo creato dalle banche europee, concede solo a loro il
monopolio di revocare il mandato di un banchiere centrale chiacchierato.
Ma è tutto da ridere, perché un campione dei banchieri chiacchierati,
è oggi proprio il capo della BCE, cioè J. Claude Trichet.
Questo signore, capo della banca centrale di Francia dal 1993, è stato
rinviato a giudizio per lo scandalo del Credit Lyonnais. Il 31 Maggio
1999 la procura di Parigi ha demandato al giudice curatore
dell’inchiesta Philippe Courroye, la decisione, che è stata presa, di
portare Trichet davanti al tribunale, per chiarire il suo ruolo nelle
irregolarità contabili scoperte, quando era direttore del Ministero
delle Finanze Francese.
Nell’aprile 2000, Trichet aveva personalmente annunciato di essere
indagato e accusato per mancato controllo e false informazioni, sui
bilanci del Credit Lyonnaise degli anni 1991-1992, prima che la banca
annunciasse il fallimento più grosso della storia di Francia. Oltre a
Trichet, erano coinvolti sia il Presidente dell’istituto, sia Jacques
de Larosiere, a quel tempo Governatore della Banca di Francia.
Nel 1998, Trichet era già stato
designato alla successione di Wim
Duisenberg, almeno attuando una staffetta, che prevedeva il suo
insediamento dopo i primi quattro anni di governo di Wim Duisenberg.
Ma dopo le dimissioni anticipate di quest’ultimo, fu confermata la
successione di Trichet, e il suo rinvio a giudizio venne insabbiato.
Tutti zitti, tutte le bocche cucite.
Ebbene, con questo meraviglioso curriculum, oggi Trichet è a capo della
Banca Centrale Europea. A questo punto, forse il curriculum di Antonio
Fazio, sarebbe più meritevole di procurare anche a lui, un’ immediata
promozione.
Dopo tutto questo, non è forse giunto il momento, che il parco buoi,
cominci a prendere almeno a cornate, chi se lo merita ?
Non dimentichiamolo, almeno quando qualcuno di voi andrà a votare!