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Messaggio ad un
gesuita che si sente francescano
Marcello
Pamio - 16 marzo 2013
Francesco Giovanni
di Pietro Bernardone, meglio conosciuto come San Francesco d’Assisi
visse per 44 anni e portò alla chiesa una primavera di Vita. Sicuramente
uno dei grandi illuminati che ha aiutato ad illuminare uno dei periodi
più tenebrosi.
Gandhi disse di lui che “ci vorrebbe un S. Francesco ogni cento anni
e la salvezza del genere umano sarebbe garantita”. Come non essere
d’accordo?
Cosa c’entra San
Francesco d’Assisi con il neoeletto papa argentino Jorge Mario
Bergoglio, il cui nome d’arte è Francesco I? Assolutamente nulla!
Il papa ha voluto precisare - forse perché sono trapelate alcune
indiscrezioni che vedremo più avanti - di essersi ispirato per il nome
proprio a Francesco d’Assisi.
Il motivo è presto detto: vuole una “chiesa povera tra i poveri”
(1).
Chiesa povera???
Non
mi risulta che i poveri indossino abiti come per esempio la casula,
mitra, dalmatica pontificale che costano la bellezza di 32.000 euro,
portati con estrema disinvoltura dal “papa emerito” Ratzinger.
Le casule indossate al conclave sono state ben 200.
Il camauro, scelto personalmente dal precedente
pontefice, era di velluto rosso foderato e bordato di ermellino bianco.
Esattamente gli stessi abiti - anche se all’epoca Prada non esisteva -
usati dal poverello di Assisi.
L'uomo a capo di
una delle istituzioni più sfacciatamente ricche del pianeta, che tira in ballo
uno dei più grandi Uomini che siano mai apparsi all’umanità, l'Uomo che ha
abbandonato tutte le ricchezze materiali per abbracciare il vangelo del
Cristo, è non solo una stortura ma una offesa a tutte le persone che
vivono realmente nella povertà e a tutte quelle persone che cercano di
migliorare la condizione di tante persone più sfortunate. Certamente
tantissimi uomini di vera fede stanno vivendo esattamente questo ogni giorno
nelle baraccopoli del sud del mondo, o meglio, ai confini del mondo, ma
non certo quelli del vaticano.
Ora
il nuovo papa vuole una “chiesa povera tra i poveri”,
quindi sicuramente metterà all’asta tutte le ricchezze fantasmagoriche
che lo stato del vaticano in migliaia di anni ha accumulato, compreso i
soldi depositati nei diversi paradisi fiscali, il tutto per aiutare a
risolvere la fame e la povertà del mondo intero. Bellissimo quando
irrealizzabile.
E’ molto più probabile che Jorge Mario Bergoglio ha scelto il nome
Francesco, non per ricordare il santo d’Assisi, ma per onorare Francesco
de Jasso Azpilcueta Atondo y Aznares de Javier, detto Francesco Saverio.
Una conferma arriva dal gesuita Giovanni La Manna presidente del Centro
Astalli di Roma che in una intervista, dice letteralmente: “ho
pensato immediatamente a questo riferimento, al nostro Francesco
Saverio, che è un santo fondamentale per i gesuiti. Ha speso una vita
intera nella sua missione di evangelizzazione” (2)
Francesco Saverio è stato un gesuita e missionario spagnolo del 1500 e
uno dei primi testimoni della Compagnia di Gesù oltreché uno dei
fondatori.
Papa Gregorio XV, lo stesso giorno, e cioè il 12 marzo 1622 canonizzò
Francesco Saverio assieme al fondatore storico e riconosciuto dei
gesuiti: Ignazio di Loyola!
Paragonare il gesuita Francesco Saverio con San Francesco d’Assisi
equivale a bestemmiare in chiesa.
Ma
chi sono i gesuiti?
Dopo circa 2000 anni di storia, per la prima volta, un militare
siede nel trono papale.
L’Ordine dei Gesuiti o semplicemente la Compagnia dei Gesuiti è una
organizzazione potentissima, strutturata come una milizia o esercito. Si
considerano l’esercito del Cristo.
L’obbedienza verso il diretto superiore è pressoché totale e il
comandante è definito come Superiore Generale.
I gesuiti prestano totale obbedienza al padre generale, detto
anche “papa nero” che attualmente è Adolfo Nicolàs. Il nero è perché il
generale veste sempre di quel colore, ma anche per indicare che è
nell’ombra del Papa bianco…
Ora il papa bianco è uno di loro.
La
Compagnia fin dall’inizio venne usata dal Vaticano per contrastare i
vari movimenti di Riforma e protesta e per “evangelizzare”, diciamo
così, le masse.
Oggi l’Ordine conta circa 19.000 membri e controlla/lavora con un altro
gruppo quello dell’Ordine Militare di Malta che ha circa 12.500. Se a
questi aggiungiamo i 26.000 membri dell’Opus Dei si ha un vero e proprio
esercito.
Per comprendere la potenza di queste istituzioni poco conosciute, il
Sovrano Militare Ordine di Malta è un osservatore permanente alle
Nazioni Unite, intrattiene rapporti diplomatici con oltre 100 paesi e la
sua sovranità è riconosciuta da 105 stati del mondo.
L’iniziazione
gesuitica
Nella
Compagnia la disciplina è assolutamente ferrea.
Ogni singolo allievo deve fare degli esercizi spirituali che conducono
alla vita occulta attraverso la volontà e il tutto tramite una
severissima disciplina, che si potrebbe chiamare un vero e proprio
addestramento.
Nessuno viene ammesso agli effettivi gradini superiori del gesuitismo se
non ha sperimentato nella propria anima la trasformazione totale di
questi esercizi spirituali.
Esercizi occulti che rendono l’adepto schiavo della Compagnia per tutta
la vita.
Padre Giovanni La Manna dice candidamente nell’intervista detta prima,
che “chi è stato gesuita per anni non può cancellare le sue origini”.
Dire che il gesuita non può cancellare le proprie origini è un modo
edulcorato per dire che un gesuita non può uscire dalla Compagnia perché
la propria anima è stata per così dire incatenata a seguito della
potente iniziazione.
Nel
libro “Da Gesù a Cristo”, il filosofo Rudolf Steiner spiega nel
dettaglio l’iniziazione occulta che i gesuiti devono passare, spiegando
le immagini che per diverse settimane devono forzatamente vivere nella
loro anima, nel totale abbandono e isolamento. Queste immagini hanno
esattamente la funzione di trasformare e modificare la loro anima.
Un’azione diretta e profondissima sulla volontà fa sì che l’allievo si
astragga da tutto il resto votandosi solamente all’idea che “il re
Gesù deve diventare il dominatore della terra”.
Loro sono una milizia, la milizia di Gesù. Con questa idea estrema,
marchiata a caldo nell’anima, i gesuiti si avvalgono di qualsiasi mezzo,
legale e illegale, per servire e realizzarla.
Quando però la volontà diventa tanto forte per mezzo degli esercizi
spirituali occulti, la volontà acquista anche la capacità di agire a sua
volta direttamente sugli altri...
Stiamo assistendo a questo da oltre 500 anni.
Ricordiamo che il fondatore dell'ordine degli Illuminati di Baviera,
Adam Weishaupt era un gesuita....
Papa
Francesco I e la dittatura argentina
Il
nuovo papa è da anni accusato di essere stato colluso con la dittatura
militare argentina.
Dittatura iniziata da Jorge Rafael Videla che sterminò oltre 9000
persone senza tenere conto dei 30.000 desaparecidos, molti dei quali
finirono gettati nell’Oceano dagli aerei. Nella foto a sinistra il futuro papa che
da la comunione al criminale (a destra Videla assieme a Pio Laghi).
Videla è stato condannato a due ergastoli
e 50 anni di galera per violazione dei diritti umani.
Un
libro “L’isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura
argentina” di Horacio Verbistky elenca quelle che sarebbero le prove
di tale connivenza.
Nel 1976, all’età di 36 anni il gesuita Mario Bergoglio divenne il più
giovane Superiore provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina.
Tutti i sacerdoti gesuiti erano sotto le sue dipendenze.
Durante la dittatura militare, Bergoglio avrebbe svolto attività
politica nella Guardia di Ferro, un’organizzazione della destra
peronista.
Non
sappiamo se tali denunce sono fondate oppure no, ma a parte questo, cosa
c’è di nuovo all’orizzonte? Nulla, perché da che mondo e mondo, una
parte dell’istituzione ecclesiastica, quella collusa con la massoneria e
i potentati finanziari internazionali, ha sempre spalleggiato i vari
regimi dittatoriali e militari sparsi nel mondo.
In questo
preciso momento storico, alla chiesa - intesa come istituzione
gerarchica umana, che nulla ha di spirituale - serviva dare una
importante svolta mediatica. La crisi per il vaticano è su tutti i
livelli, ad eccezione di quello economico ovviamente.
La realtà molto
probabilmente è la
seguente: le chiese si stanno svuotando giorno dopo giorno, gli scandali
della pedofilia hanno lasciato un vergognoso marchio indelebile, come
pure gli scandali economico-finanziari, per non parlare della crisi di
vocazione degli stessi preti.
Per non perdere ulteriormente potere, soldi ma soprattutto controllo
sulle masse, cosa fare, tenuto conto che il pontificato del pastore
tedesco ha aiutato l’aggravamento e la sfiducia generali? Cambiare
papa e far sedere nel trono di Pietro, uno che dia speranza di
rinnovamento. L’illusione del cambiamento che non potrà mai avvenire,
tanto meno da un gesuita!
L’idea è strepitosa e il nome Francesco è a dir poco geniale.
Una
persona umile, modesta, che arriva dalla “fine del mondo”, un povero che
gira in metropolitana, balla il tango, paga il conto di tasca propria e
che ha avuto addirittura una fidanzatina. A quando il parlare agli uccelli e
ammansire i lupi?
Ma cosa volete di più?
La fiaba è perfetta e come in tutte le fiabe che si rispettino, alla
fine: “vivranno tutti (i ricchi in vaticano) felici e contenti”.
“Se volete seguirmi, vendete ciò che possedete e il ricavato datelo ai poveri”, così ha detto ma soprattutto fatto, il vero e unico San Francesco d’Assisi.
[2] “Papa Bergoglio, il primo gesuita a salire sul soglio di Pietro” http://www.huffingtonpost.it/2013/03/13/papa-gesuita-intervista-padre-giovanni-la-manna_n_2870717.html?utm_hp_ref=italy