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Stranamente,
ogni volta che le fazioni (terroriste) al Fatah e Hamas stanno
raggiungendo un accordo politico capita sempre qualcosa di drammatico in
Palestina: attentato kamikaze, autobomba, missili israeliani, rapimenti,
sequestri, ecc. Questa volta è toccato a Tsahal, l'esercito sionista.
L'artiglieria della Stella di Davide ha per "errore" lanciato
11 missili sul villaggio a nord di Gaza, Beit Hanoun, ammazzando
indiscriminatamente una ventina di civili compresi diversi bambini. Il
bombardamento è avvenuto in piena notte, mentre gli abitanti dormivano
nei loro letti!
Se un arabo palestinese avesse ammazzato 20 israeliti dentro un autobus,
l'opinione internazionale completa avrebbe criminalizzato l'attentato
come terroristico (giustamente!).
Se invece 11 missili israeliani ammazzano 20 arabi inermi nessuno ha il
coraggio di criminalizzare il governo Olmert.
I soliti due pesi e due misure...
Adesso qualche generale (terrorista) sta attendendo la vendetta palestinese
per poi avere la scusante mediatica di intervenire con mano ancora più
pesante...
CUI PRODEST? A chi giova?
La redazione
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Palestina.
Sangue sull'accordo
A cura di
Alessia Lai - Rinascita - 10 novembre 2006
Col sangue dei palestinesi è stata ancora una volta spenta
la possibilità di un accordo politico tra Fatah
e Hamas. È accaduto
l’estate scorsa, quando dopo la cattura di Gilad
Shalit Tel Aviv ha scatenato la rappresaglia sionista con la ‘Pioggia d’estate’ affossando la possibilità della costituzione
di un governo di unità nazionale palestinese. È successo ieri, dopo
mesi di trattative che, dopo il passo indietro di Haniye
– che avrebbe rinunciato alla carica di premier – avevano riaperto
la possibilità di giungere ad un esecutivo unitario. È come una bomba
ad orologeria: la mattanza di civili arriva puntuale quando un accordo
potrebbe aprire la strada ad una stabilità nel governo palestinese.
Nella giornata di martedì gli israeliani avevano ufficialmente
annunciato la fine dell’operazione ‘Nuvole
d’autunno’ su Gaza, che in una settimana aveva causato 57
vittime e oltre 200 feriti. Ma nella notte, nell’arco di 15 minuti, 5
colpi di artiglieria sono caduti su Beit
Hanoun, il sobborgo di Gaza dove si è concentrata l’operazione
militare sionista. In 19, quasi tutti membri di una famiglia estesa, gli
al Atamna, sono stati
dilaniati dalle esplosioni mentre dormivano nei loro letti. Fra loro
sette donne e otto bambini, compresa una piccola di appena un anno. I
feriti sono una quarantina, nove dei quali in condizioni critiche. Al
sanguinoso bilancio dell’attacco notturno israeliano vanno aggiunti
altri cinque palestinesi - quattro militanti e un civile - uccisi dai
soldati con la stella di Davide durante un operazione di arresto a Jenin, in Cisgiordania, e un diciannovenne morto in uno scontro a
fuoco con i militari nel nord di Gaza. Un totale di 25 morti in una
manciata d’ore.
“Sono le immagini
più tristi che abbia mai visto – ha commentato un testimone del
bombardamento sulla casa della famiglia al
Atamna - c’erano gambe,
teste e mani sparse per la strada e gente che usciva da un’abitazione
coperta di sangue”.
Migliaia di palestinesi, civili e miliziani, si sono
affollati davanti all’obitorio di Gaza, per protestare e annunciare
vendetta. “Continueremo a
sparare i nostri razzi – ha dichiarato il capo di Hamas per il
nord di Gaza Nyzar Rayan - i nostri martiri
si sacrificheranno nel cuore della terra occupata. Colpiranno Haifa,
Jaffa e Ashdod, la vendetta sta per iniziare”.
Il braccio armato di Hamas, per la prima volta, ha esortato
arabi e musulmani ad attaccare obiettivi americani nel Vicino Oriente, a
causa del “sostegno logistico e
politico’’ di Washington a Israele.
Appresa la notizia, il premier Ismail Haniyeh, ha dichiarato che questo “terribile massacro”
provocherà la sospensione dei colloqui per la formazione del governo di
unità nazionale. L’inviato Onu per il Medio Oriente Alvaro de Soto si è dichiarato “scioccato e costernato” dal
massacro compiuto dalle forze ebraiche. Il relatore Onu per i diritti
umani nei Territori palestinesi John
Dugard ha fatto sapere che “è
giunto il momento di un’azione urgente del Consiglio di sicurezza: non
agire in queste circostanze danneggerebbe seriamente la reputazione del
Consiglio di sicurezza”. Ma la richiesta, avanzata anche dal
premier e del presidente palestinesi, che al Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite si discuta dell’ennesimo massacro di civili
innocenti, non basta certo a placare la rabbia della popolazione. Di
fronte alla nuova strage, che rimarrà come sempre impunita, la sfiducia
della gente nelle istituzioni occidentali si è materializzata in un
attacco alla sede dell’Unione Europea a Gaza. Qualche colpo d’arma
da fuoco è stato indirizzato all’edificio della rappresentanza Ue,
mentre dozzine di bambini hanno preso di mira l’edificio con lanci di
sassi e bottiglie, le ‘terribili’ armi a disposizione di quelli che
per Tel Aviv altro non sono che terroristi. Senza nemmeno avere il
pudore di tacere, il premier Ehud
Olmert e il ministro della Difesa Amir
Peretz hanno espresso un improbabile “dolore” per quanto
accaduto, offrendo il loro peloso aiuto umanitario all’Anp: un modo
forse per comprare la tolleranza di Fatah su questo nuovo massacro. Un
dibattito straordinario è stato convocato alla Knesset, dove diversi
deputati arabo-israeliani e di sinistra hanno chiesto le dimissioni del
ministro della Difesa, che ha ordinato la sospensione dei bombardamenti
e gli accertamenti sui fatti di Beit
Hanoun, per i quali, fino a ieri sera, non era stata ancora ammessa
alcuna responsabilità.
Si è trattato invece di un incidente ‘’spiacevole’’,
per il ministro degli Esteri israeliano Tzipi
Livni. “Israele non ha il
desiderio di colpire gente innocente, ma solo di difendere i suoi
cittadini - ha detto
Come detto, ancora una volta, proprio quando la mediazione
politica sembra produrre dei risultati la situazione sul campo è stata
fatta precipitare: i contrasti interni alla dirigenza palestinese non
devono essere sanati ed esacerbare gli animi con azioni criminali come
quella dell’altro ieri notte è lo stratagemma ormai abitualmente
messo in atto da Tel Aviv. Ogni volta che Abbas, nonostante la sua forte
attrazione verso
Con un ‘incidente’, per usare le parole della Livni, che però, in
linea con la dottrina neocon statunitense, sa tanto di ‘preventivo’:
uccidere bambini prima che diventino adulti coscienti di vivere sotto
un’oppressione militare straniera, uccidere donne che non saranno mai
madri di altri bambini