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L’oro
blu di Sigonella. Quanto ci costano gli USA
Angelo
Mastrandea – Fonte: www.ilmanifesto.it
- 31/01/2006
Visto su http://www.comedonchisciotte.org/site/index.php
L'Italia
di Berlusconi e l'«amico» Bush. Così manteniamo le basi americane
Nella
base siciliana, tra bollette «calmierate» e vantaggiosi buoni benzina
che alimentano gli incidenti stradali. Come gli americani sperperano
acqua ed energia elettrica e come gli italiani contribuiscono a
finanziare gli sprechi
C'è
fango, molto fango tra gli hangar, i depositi di munizioni e la
cittadella made in Usa di Sigonella. Non è una metafora e questa volta
non c'entra la mafia che pure di fango ne ha sparso e secondo qualcuno
continua a spargerne fuori e dentro i dieci chilometri di filo spinato
che circondano una base in continua via di ampliamento. Quello che le
ruspe continuano incessantemente a spalare dalla metà di dicembre è il
prodotto di quanto la natura ha voluto improvvisamente riprendersi
quando i due fiumi che circondano l'area militare hanno deciso di
riunirsi in un unico pantano melmoso. Quello che il deputato regionale
Lillo Micciché, trapiantato ai Verdi da Rifondazione comunista,
definisce sorridendo come il risultato dell'espropriazione delle terre
ai contadini. «Se fossero stati coltivati, questi terreni avrebbero
tranquillamente assorbito l'acqua piovana e quella esondata dai fiumi».
Invece, è bastata un'alluvione a inceppare una delle strutture militari
strategicamente più importanti del Mediterraneo, vuoi per il ruolo
logistico svolto vuoi per un'altra funzione nel frattempo acquisita: il
controllo aereo del Mediterraneo alla ricerca dei barconi di «clandestini».
Sorveglianza delle frontiere della «fortezza Europa» ma anche soccorso
quando le imbarcazioni, spesso e volentieri, vanno alla deriva, ci tiene
a far sapere il colonnello Antonio di Fiore, comandante italiano della
base.
Chi
paga le bollette?
L'acqua pare essere così l'elemento predominante in questo lembo di
Sicilia, provincia degli States, che di solito fa notizia per siccità e
penuria. E il metro e più di fanghiglia che hanno sommerso la base tra
il 13 e il 14 dicembre appaiono come una nemesi per una base che spreca
«oro blu» più di qualsiasi comune italiano: circa 700 mila galloni al
giorno, e se un gallone sfiora i
Ma chi paga tutti questi soldi? A porsi più di un dubbio è il deputato
verde Mauro Bulgarelli, forte delle cifre provenienti direttamente dal
Congresso Usa. Secondo le quali l'Italia pagherebbe il 37 per cento dei
«costi di stazionamento» delle forze armate Usa nel nostro paese. In
gergo tecnico si chiama burden sharing, «condivisione del peso», in
soldoni fanno centinaia di milioni di dollari, sotto forma di contributi
diretti, una minima parte, e di cosiddette facilities, «agevolazioni».
Vale a dire sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite per trasporti,
tariffe e servizi per i soldati e le loro famiglie. Ad esempio, nel 2002
il contributo sarebbe ammontato a 326 milioni di dollari, tre dei quali
in contanti, gli altri in facilities.
Il
vantaggio di essere yankee
Dunque
la questione rimane irrisolta. Perché non ci sono solo le salate
bollette dell'acqua ma anche quelle della corrente elettrica, visto che
la base divora ogni anno energia per oltre quattro milioni di dollari.
Il comandante Di Fiore assicura che ognuno paga per quanto consuma, e
solo per alcuni servizi ci sono spese congiunte. «Gli Stati uniti
pagano un affitto, dal quale vanno sottratte alcune facilities come il
carburante», spiega. E non solo. Ad esempio,
Non che agli americani manchino i soldi, se è vero che
l'amministrazione Bush ha stanziato, da qui al 2007 per la sola base di
Sigonella, ben 675 milioni di dollari per consentirne il potenziamento.
Una cifra che ne fa il secondo più oneroso programma al mondo di
investimenti in infrastrutture per l'esercito a stelle e strisce
impegnato nella «guerra al terrorismo». E infatti, stando a quanto
rivelato qualche tempo fa dal quotidiano spagnolo El pais, la base
siciliana sarà elevata a «postazione avanzata» nella lotta
all'islamismo radicale, insieme a quella navale di Cadice, in Spagna. Ma
il punto è che i soldi Usa sono destinati all'ampliamento del sito e
non al pagamento delle bollette, per le quali invece gli «alleati»
devono ringraziare i contribuenti italiani, che consentono di far
risparmiare ai taxpayers americani, secondo stime dei comandi Usa, ben
190 milioni di dollari all'anno.
Militari
a tutto gas
Non bastasse, per scorrazzare liberamente sulle strade italiane i
militari Usa pagano la benzina appena 40 centesimi al litro, per un
totale di
Difficile dargli torto, con 1.200 civili che quotidianamente lavorano
nella base più l'indotto, il business dei rifiuti, il vicino porto
nucleare di Augusta stretto tra due petrolchimici e i ricchi appalti per
l'ampliamento. E si sa, in Sicilia quando si parla di soldi bisogna
spesso fare i conti con la mafia, come dimostrano alcune inchieste su
Sigonella che negli anni passati hanno visto coinvolti appartenenti alla
cosca catanese di Nitto Santapaola. Ma questo è un altro capitolo.
ANGELO MASTRANDREA
Fonte: www.ilmanifesto.it
- 31.01.06