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L’omicidio massonico. Tutti lo
vedono, tranne gli inquirenti
23 marzo 2008 - Prof. Paolo
Franceschetti - http://paolofranceschetti.blogspot.com/
Gli omicidi commessi dalla massoneria seguono
tutti un preciso rituale e sono – per così dire - firmati.
Dal momento che le associazioni massoniche sono anche associazioni esoteriche,
in ogni omicidio si ritrovano le simbologie esoteriche proprie
dell’associazione che l’ha commesso; simbologie che possono consistere in
simboli sparsi sulla scena del delitto, o nella modalità dell’omicidio, o
nella data di esso.
Questo articolo è però necessariamente incompleto, nel senso che sono riuscito
a capire la motivazione e la tecnica sottesa ad alcuni delitti solo per caso,
con l’aiuto di alcuni amici, giornalisti, magistrati o semplici appassionati
di esoterismo. Ma devo ancora capire molte cose. La mia intenzione è di fornire
però uno spunto di approfondimento a chi vorrà farlo.
Evitiamo di ripercorrere i principali omicidi, perché ne abbiamo accennato nei
nostri precedenti articoli (specialmente ne“Il testimone è servito” e in
quello sul mostro di Firenze).
Facciamo invece delle considerazioni di ordine generale.
I miei dubbi sul fatto che ogni omicidio nasconda una firma e una ritualità
nacquero quando mi accorsi di una caratteristica che immediatamente balza agli
occhi di qualsiasi osservatore: tutte le persone che vengono trovate impiccate
si impiccano “in ginocchio”, ovverosia con una modalità compatibile con un
suicidio solo in linea teorica; in pratica infatti, è la statistica che mi
porta ad escludere che tutti si possano essere suicidati con le ginocchia per
terra, in quanto si tratta di una modalità molto difficile da realizzare
effettivamente.
Così come è la statistica a dirci che gli incidenti in cui sono capitati i
testimoni di Ustica non sono casuali; ben 4 testimoni moriranno in un incidente
aereo, ad esempio, il che è numericamente impossibile se raffrontiamo questo
numero morti con quello medio delle statistiche di questo settore.
L’altra cosa che mi apparve subito evidente fu la spettacolarità di alcune
morti che suscitavano in me alcune domande.
Perché far precipitare un aereo, anziché provocare un semplice malore (cosa
che con le sostanze che esistono oggi, nonché con i mezzi e le conoscenze dei
nostri moderni servizi segreti, è un gioco da ragazzi)?
Perché “suicidare” le persone mettendole in ginocchio, rendendo così
evidente a chiunque che si tratta di un omicidio? (a chiunque tranne agli
inquirenti, sempre pronti ad archiviare come suicidi anche i casi più
eclatanti)
Perché nei delitti del Mostro di Firenze una testimone muore con una coltellata
sul pube? (anche questo caso archiviato come “suicidio”). Perché una
modalità così afferrata, ma anche così plateale, tanto da far capire a
chiunque il collegamento con la vicenda del mostro?
Perché firmare i delitti con una rosa rossa, come nel caso dell’omicidio
Pantani, in modo da rendere palese a tutti che quell’omicidio porta la firma
di questa associazione? Ricordiamo infatti che Pantani morì all’hotel Le Rose
e che accanto al suo letto venne trovata una poesia apparentemente senza senso
che diceva: “Colori, uno su tutti rosa arancio come contenta, le rose sono
rosa e la rosa rossa è la più contata”. Ricordiamo anche che Pantani ebbe un
incidente (per il quale fece causa alla città di Torino) proprio nella salita
di Superga, ovverosia la salita dove sorge la famosa cattedrale che fu eretta
nel 1717, data in cui la massoneria moderna ebbe il suo inizio ufficiale. Se
questi particolari non dicono nulla ad un osservatore qualsiasi, per un esperto
di esoterismo dicono tutto. Tra l’altro la collina di Superga è quella ove si
schiantò l’aereo del Torino Calcio, ove morì un’intera squadra di calcio
con tutto il personale al seguito. Altra coincidenza inquietante, a cui pare che
gli investigatori non abbiano mai fatto caso.
Perché far morire due testimoni di Ustica in un incidente come quello delle
frecce tricolori a Ramstein, in Germania, destando l’attenzione di tutto il
mondo?
La domanda mi venne ancora più forte il giorno in cui con la mia collega
Solange abbiamo avuto un incidente di moto. Con due moto diverse, a me è
partito lo sterzo e sono finito fuori strada; mi sono salvato per un miracolo,
in quanto l’incidente è capitato nel momento in cui stavo rallentando per
fermarmi e rispondere al telefono; Solange, che fortunatamente è stata
avvertita in tempo da me, ha potuto fermarsi prima che perdesse la ruota
posteriore.
Ora, è ovvio che un simile incidente – se fossimo morti - avrebbe provocato
più di qualche dubbio. Magari a qualcuno sarebbe tornato in mente il caso dei
due fidanzati morti in un incidente analogo qualche anno fa: Simona Acciai e
Mauro Manucci. I due fidanzati morirono infatti in due incidenti (lui in moto,
lei in auto) contemporanei a Forlì. Nel caso nostro, due amici e colleghi di
lavoro morti nello stesso modo avrebbero insospettito più di una persona e
sarebbero stati un bel segnale per chi è in grado di capire: sono stati puniti.
Per un po’ di tempo pensai che queste modalità servivano per dare un
messaggio agli inquirenti: firmando il delitto tutti quelli che indagano, se
appartenenti all’organizzazione, si accorgono subito che non devono procedere
oltre.
Inoltre ho pensato ci fosse anche un altro motivo. Lanciare un messaggio forte e
chiaro di questo tipo: inutile che facciate denunce, tanto possiamo fare quello
che vogliamo, e nessuno indagherà mai realmente.
Senz’altro queste due motivazioni ci sono.
Ma ero convinto che ci fosse anche dell’altro, specie nei casi in cui la firma
è meno evidente.
La risposta mi è arrivata un po’ più chiara quando ho scoperto che Dante era
un Rosacroce (dico “scoperto” perché non sono e non sono mai stato un
appassionato di esoterismo).
Ora la massoneria più potente non è quella del GOI, ma è costituita dai
Templari, dai Rosacroce e dai Cavalieri di Malta.
E allora ecco qui la spiegazione dell’enigma: la regola del contrappasso.
Nell’ottica dei Rosacroce, chi arriva al massimo grado di questa
organizzazione, ha raggiunto la purezza della Rosa.
Nella loro ottica denunciare uno di loro, o perseguirlo, è un peccato.
E il peccato deve essere punito applicando la regola del contrappasso.
Quindi: volevi testimoniare in una vicenda riguardante un aereo caduto? Morirai
in un incidente aereo.
Volevi testimoniare in un processo contro il Mostro di Firenze? Morirai con
l’asportazione del pube, cioè la stessa tecnica usata dal Mostro sulle
vittime.
La regola del contrappasso è evidente anche ad un profano nel caso di Luciano
Petrini, il consulente informatico che stava facendo una consulenza
sull’omicidio di Ferraro, il testimone di Ustica trovato “impiccato” al
portasciugamani del bagno. Petrini morirà infatti colpito ripetutamente da un
portasciugamani.
Nel mio caso e quello della mia collega il “peccato” consiste invece
nell’aver denunciato determinate persone appartenenti alla massoneria (in
particolare quella dei Rosacroce). Per colmo di sventura poi andai a fare
l’esposto proprio da un magistrato appartenente all’organizzazione (cosa che
ovviamente ho scoperto solo dopo gli incidenti, decriptando la lettera che
costui mi inviò successivamente). Che è come andare a casa di Provenzano per
denunciare Riina.
Nel caso di Fabio Piselli, invece, il perito del Moby Prince che doveva
testimoniare riguardo alla vicenda dell’incendio capitato al traghetto, costui
è stato stordito e messo in un’auto a cui hanno dato fuoco, forse perché il
rogo dell’auto simboleggiava il rogo della nave.
Talvolta invece il simbolismo è più difficile da decodificare e si trova nelle
date, o in collegamenti ancora più arditi, siano essi in casi eclatanti, o in
banali fatti di cronaca.
Nel caso del giudice Carlo Palermo che il 02 aprile del 1985 tentarono di
uccidere con un’autobomba a Pizzolungo (Trapani)[1].
Il giudice Palermo era stato titolare di un’ampia indagine sul traffico di
armi ed aveva indagato sulla fornitura di armi italiane all’Argentina durante
la guerra per le isole Falkland, guerra scoppiata proprio il 02 aprile 1982 con
l’invasione inglese delle isole. L’autobomba scoppiò quindi nella stessa
data, e tre anni dopo (tre è un numero particolarmente simbolico).
Ed ancora per quanto riguarda l’omicidio di Roberto Calvi. Come ricorda il
giudice Carlo Palermo: “Nella inchiesta della magistratura di Trento un teste
(Arrigo Molinari, iscritto alla P2), dichiarò che Calvi – attraverso le
consociate latino-americane del Banco Ambrosiano – aveva finanziato
l’acquisto, da parte dell’Argentina, dei missili Exocet e in definitiva
l’intera operazione delle isole Falkland”[2].
I primi missili Exocet affondarono due navi inglesi (la Hms Sheffield e Atlantic
Conveyor). Il 18 giugno 1982 Roberto Calvi fu trovato morto impiccato a Londra
sotto il ponte dei frati neri (nome di una loggia massonica inglese). Inoltre il
ponte era dipinto di bianco ed azzurro che sono i colori della bandiera
argentina.
Nel caso del delitto Moro la scena del delitto è intrisa di simbologie, dal
fatto che sia stato trovato a via Caetani (e Papa Caetani era Papa Bonifacio
VIII, che simpatizzava per i Templari e a cui mossero le stesse accuse rivolte a
quest’ordine) alla data del ritrovamento, al fatto che sia stato trovato
proprio in una Renault 4 Rossa. Se Renault Rossa sta per Rosa Rossa, la cifra 4
farebbe riferimento al quatre de chiffre (ma forse anche al numero di lettere
della parola “rosa”).
Il mio articolo termina qui.
Non voglio approfondire per vari motivi.
In primo luogo perché non sono un appassionato di esoterismo e scendere ancora
più a fondo richiederebbe uno studio approfondito e molto tempo a disposizione,
che io non ho.
Il mio articolo è dettato invece dalla voglia di indurre il lettore ad
approfondire.
E dalla voglia di dire a chiunque che molti misteri d’Italia, non sono in
realtà dei misteri, se si sa leggere a fondo nelle pieghe del delitto.
La conoscenza approfondita dell’esoterismo e del modo di procedere delle
associazioni massoniche garantirebbe agli inquirenti, il giorno che prenderanno
coscienza del fenomeno, un notevole miglioramento dal punto di vista dei
risultati investigavi.
Questo consentirebbe anche di capire alcuni meccanismi della politica italiana,
che spesso nelle loro simbologie si rifanno a queste organizzazioni. La croce
della democrazia Cristiana, ad esempio, probabilmente non è altro che la Croce
templare; mentre la rosa presente nel simbolo di molti partiti è probabilmente
nient’altro che la rosa dei RosaCroce.
Quando dico queste cose mi viene risposto spesso che la rosa della “Rosa nel
pugno” è in realtà il simbolo dei radicali francesi. E io rispondo: appunto,
il simbolo dei RosaCroce, che non è un’organizzazione italiana, ma
internazionale. E che non ricorre solo per i radicali ma anche per i socialisti
e per altri partiti di destra.
Questo consentirebbe di capire, ad esempio, il significato del cacofonico nome
“Cosa Rossa” che si voleva dare alla Sinistra Arcobaleno; un nome così
brutto probabilmente non è un caso. Secondo un mio amico inquirente potrebbe
derivare da Cristian Rosenkreuz, il mitico fondatore dei RosaCroce.
Mentre la Rosa Bianca potrebbe fare riferimento alla guerra delle due rose, in
Inghilterra; guerra che terminò con un matrimonio tra Rosa bianca e Rosa Rossa.
Al lettore appassionato di esoterismo il compito di capire il significato delle
varie morti che qui abbiamo solo accennato. Non ho ancora capito, ad esempio, il
perché dei cosiddetti “suicidi in ginocchio”. Secondo un mio amico le gambe
piegate trovano un parallelismo con l’impiccato del mazzo dei tarocchi, che è
sempre raffigurato con una gamba piegata. Era la punizione riservata un tempo al
debitore, che veniva appeso in quel modo affinchè tutti potessero vedere la sua
punizione e potessero deriderlo.
E infatti, tutti quelli che vedono un suicidio in ginocchio capiscono che si
trattava di un testimone scomodo e che si tratta di un omicidio. Tutti, tranne
gli inquirenti.
(Io speriamo che non mi suicido)
Note
[1]
Il magistrato restò ferito, poiché al momento dell'esplosione l'auto del
magistrato stava superando una vettura su cui si trovavano Barbara Asta e i suoi
due piccoli gemelli Salvatore e Giuseppe, che morirono dilaniati, investiti in
pieno dall'esplosione
[2]
11 settembre 2001. Quarto livello. Ultimo atto, Editori Riuniti.