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All'ombra del nucleare
A cura di Laura Scafati
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Una guerra annunciata da tempo si sta profilando all’orizzonte.
I media hanno assunto ancora una volta il loro ruolo tradizionale- soffiando sul fuoco- ma nessuno sembra avere intenzione di mettere in luce le trame nascoste del Potere.
In tutto questo baillame di notizie divulgate con l’unico scopo di presentarci l’Iran come uno spauracchio pericoloso da annientare in tutti i sensi, i media hanno dimenticato che, già nel marzo 2003, lo spazio aereo iraniano fu violato dagli americani, che bombardarono molte raffinerie per poi imputare il tutto ad una rotta sbagliata di missili da crociera.
Niente di più falso dal momento che la raffineria di petrolio di Abadan era l’obiettivo principale senza contare che apparve subito una scelta ben precisa per testare la difesa aerea iraniana.
Che la scelta iraniana di potenziare il proprio programma nucleare potrebbe essere una legittima conseguenza agli attacchi subiti ed usata come arma a difesa del proprio territorio non viene nemmeno tenuta in conto.
Oppure le ragioni dell’accelerazione del piano nucleare potrebbero essere viste nel contesto delle varie trame aperte in Asia Centrale relative alla guerra degli oleodotti, che si è aperta nel Caucaso e nelle Repubbliche asiatiche e non è ancora terminata.

Non è un mistero, infatti, che tra gli obiettivi dichiarati dal “ Silk Road Strategy Act” statunitense c’era proprio quello di tagliare fuori dai corridori energetici sia la Russia come l’Iran e il progetto di costruzione di basi militari statunitensi in Afganistan, Uzbekistan e Pakistan, corrisponde pienamente a tali disegni strategici.
Le motivazioni iraniane possono essere molteplici, ma una cosa è certa: il copione si sta ripetendo con l’unica differenza che, questa volta, non è l’Iraq di Saddam ad essere un potenziale nemico, ma un Paese che potrebbe presentare delle brutte sorprese per chiunque ne tenti l’invasione.
A questo punto c’è da chiedersi quali siano le prove in mano all’Amministrazione Bush atte a dimostrare che l’Iran rappresenti davvero un nemico pericolosissimo per i propri vicini e per il mondo intero.
Fino a questo momento – almeno per quanto mi risulta- non esiste nulla che possa fornire la certezza che questa Nazione sia in possesso delle centrifughe necessarie per arricchire l’uranio e renderlo materiale adatto alla costruzioni di armi mentre il capo della IAEA Mohammed El Baradei ha ripetutamente dichiarato che il suo team di ispettori non ha trovato niente per corroborare le asserzioni degli USA o quelle di Israele.

E allora perché tanto accanimento da parte di una nazione come gli Stati Uniti, che sta sviluppando un nuovo regime di armi nucleari da utilizzare a bassa potenza per distruggere bunker sotterranei e che considera l’uso di tali armi come parte integrante della propria strategia per la sicurezza globale?
Perché tanta voglia di censurare mentre è chiaro a tutti che i progetti americani in corso tendono a cancellare la distinzione tra guerra nucleare e guerra convenzionale dal momento che hanno provocato delle vere e proprie distruzioni di massa attraverso l’uso massiccio dei proiettili a uranio impoverito? 
E’ bene ricordare che gli USA stanno rinnovando radicalmente il proprio arsenale strategico con testate nucleari nuove, più efficaci e pericolose.
Nel folle bilancio militare del Pentagono la spesa per tali armi ha superato di gran lunga la spesa annuale media dei decenni della Guerra fredda.

Ed allora? Cosa c’è sotto a tanta voglia di Guerra?
Forse una possibile risposta potrebbe essere l’applicazione del Project for a New American Century ( progetto per un nuovo secolo americano) che sosteneva l’idea di integrare le risorse iraniane nel sistema globale e allo stesso tempo di eliminare gli avversari politici di Israele nella regione.
Un progetto di novanta pagine - ideato dal PNAC - un’associazione creata nel 1997 che ha avuto come unico scopo quello di sviluppare un piano per sottomettere l’intero pianeta- che è stato pubblicato nel 2000 e poi reso visibile attraverso il sito www.newamericancentury.org.
Guarda caso il testo del rapporto fu redatto da: Dick Cheney, Donald Rumsfeld, Paoul Wolfowitz, Jeb Bush e Lewis Libby; nomi che abbiamo tristemente imparato a conoscere negli ultimi anni.
E’ palese che l’amministrazione Bush sia seriamente impantanata in Iraq ed ancora lontana dal raggiungimento degli obiettivi strategici prefissati.
La tabella di marcia del Nuovo Secolo americano deve fare i conti con la resistenza di popoli e di Stati all’egemonia globale USA.

D’altro canto, le fortissime pressioni israeliane per mettere in moto le operazioni contro l’Iran sono fortissime.
L’Iran è diventato un obiettivo prestigioso il cui raggiungimento porterebbe un fortissimo rialzo alla politica egemonica di Bush e all’apertura verso le tante agognate fonti petrolifere.
La situazione è talmente bollente da far temere sul serio un attacco americano a cui potrebbe aggiungersi Israele. 
Un attacco dalle conseguenze disastrose nel caso l’Iran dovesse rispondere con la forza perché ci sarebbe da temere l’evolversi di una guerra nucleare
Possibile mai che i “Signori” della guerra non abbiano preventivato tale catastrofe? Senza contare che – in caso di guerra- i mercati potrebbero scendere in picchiata e i rifornimenti di petrolio potrebbero venire interrotti a tempo indefinito.
Si può addirittura ipotizzare che un possibile attacco potrebbe fornire agli Sciiti iracheni la scusa per formare un’alleanza con la resistenza sostenuta dai Sanniti e dare luogo ad una vera e propria occupazione quasi invincibile del territorio iracheno a cui si potrebbero aggiungere delle vere e proprie Jihad sponsorizzate dai Mullah contro gli interessi commerciali americani e dei loro alleati.

Scenari apocalittici a cui spero di non assistere mai anche se il pericolo di un nuovo Olocausto esiste; è voluto e diretto da coloro che hanno fatto dell’egemonia mondiale il loro principale scopo.
L’Iran è indubbiamente un Paese che presenta mille problematiche, ma che gli Stati Uniti stiano agendo in malafede è dimostrato dal fatto che tacciono da sempre sul nucleare israeliano mentre usano quello iraniano per scatenare un’occupazione forzata.
Israele, divenuta la quinta potenza nucleare mondiale dal momento che possiede: armi chimiche e biologiche; un arsenale atomico molto sofisticato ed una strategia aggressiva da farla apparire come una reale minaccia alla pace e alla stabilità in Medio Oriente non desta nessun tipo di preoccupazione.

Bella prova d’incoerenza da parte della Nazione più potente del Mondo!
Ci saranno di sicuro delle motivazioni, che partono dal fatto che fin dall’inizio del programma nucleare israeliano, nel 1940, sotto la direzione di Ernst Bergmann ( “il padre della bomba israeliana” che nel 1952 creò la Commissione Israeliana dell’Energia Atomica) gli USA ne sono stati pesantemente coinvolti al punto da addestrare scienziati nucleari israeliani e fornendo tecnologia nucleare incluso un piccolo reattore per la “ ricerca” nel 1995 nell’ambito del programma “ Atomi per la pace”.

Qualcuno addirittura ipotizzò che una Società americana “ Nuclear Material and Equipment Corporation ( NUMEC)” avesse deviato centinaia di libbre di uranio arricchito a Israele dalla metà degli anni 50 alla metà degli anni 60. Nonostante varie inchieste della CIA e dell’FBI e molte udienze del Congresso, nessuno è stato perseguito e tutto è stato messo a tacere ( fonte: New York Times)
Intanto, Israele ha continuato ad intensificare il suo programma nel più completo disinteresse mondiale, che ha aiutato la sua politica di “ oscuramento” fino a quando non sono esplose le rivelazioni di Mordechai Vanunu - un tecnico nucleare che lavorava nel complesso di Dimona- pubblicate, nel 1986, dal londinese Sunday Times con le foto di tutti gli impianti nucleari israeliani.
Rivelazioni, che portarono alla scoperta che questo Paese possedeva ben 200 bombe termonucleari miniaturizzate e produceva 1.2 chili di plutonio a settimana.
Poi, come sempre avviene in questi casi, Vanunu fu rapito a Roma da agenti del Mossad e portato in Israele dove fu processato per tradimento da una Corte di sicurezza segreta e condannato a scontare 18 anni di prigione nel più completo isolamento.
Del caso si occupò in varie occasioni Amnesty International mentre i media mondiali hanno continuato a ignorare qualsiasi notizia relativa allo Stato di Israele in campo nucleare.

Non nascondo che una tale politica di disinteresse mi ha destato dei seri sospetti, che sono divenuti certezza dopo aver visionato tutte le varie fasi, che hanno accompagnato tale espansione nucleare.
Per dirla nella maniera più semplice possibile: gli Stati Uniti sono stati complici silenziosi di quanto si stava preparando nel silenzio dei laboratori e in alcuni casi hanno creato una vera e propria cortina fumogena per occultare la Verità quasi a riprova che l’unico nemico temuto sia proprio lo Stato d’Israele di cui l’America sembra essere divenuta quasi uno Stato satellite.
E’ significativo, a tale proposito, ricordare un promemoria del governo USA dell’ottobre 1969, che faceva intendere che il possesso da parte di Israele di impianti per la fabbricazioni di armi nucleari non costituiva un problema per il governo americano. Addirittura si raccomandava agli ispettori degli impianti israeliani di non causare controversie e non manifestare disaccordo con la volontà degli ospiti.
Con il passare degli anni, Israele è divenuta una potenza nucleare ed un Paese trasformato in una discarica avvelenata dalle scorie e tutto questo senza che gli Stati Uniti abbiano mai mosso nessun tipo di accusa o censura….Strano davvero!

Confesso di provare, oltre alle normali perplessità, un vero terrore al solo pensiero che Israele e gli Stati Uniti siano uniti nella lotta al nucleare iraniano!
E mi ha letteralmente lasciato interdetta quanto affermato, il 19 gennaio, dal presidente Jacques Chirac, che parlando di fronte al corpo militare di stanza nella base per sottomarini atomici di l’Ile Longue in Bretagna, ha sostenuto che la Francia , sottoposta alla minaccia di un attacco ai propri interessi vitali da parte di uno Stato sostenitore del terrorismo, potrebbe reagire in modo convenzionale oppure mediante l’uso di armi atomiche. E tutto questo dopo che il trio europeo costituito da: Gran Bretagna, Germania e Francia non era risuscito a convincere le autorità iraniane ad abbandonare il loro propositi atomici malgrado le ripetute minacce americane ed israeliane di lanciare attacchi contro le loro installazioni nucleari.
A quanto pare, la Francia si è coalizzata con gli Stati Uniti ed Israele.
Inoltre, è di poche ore la notizia che l’ Unione europea, Stati Uniti, Russia e Cina si sono accordati per deferire l’Iran all’Onu attraverso il Consiglio dell’Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica) 
Un alto responsabile americano fa notare che Russia e Cina - inizialmente riluttanti - si sono unite alla posizione di Stati Uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna: “E' il messaggio più forte che avremmo potuto sperare” ha commentato il responsabile Usa. 
Intanto, l’Iran - per non essere da meno - ha minacciato
che sospenderà ogni ispezione dell'Onu nelle sue centrali atomiche e riprenderà il programma di arricchimento dell'uranio se sarà deferito al Consiglio di sicurezza dell'Onu come deciso dai cinque membri permanenti del Consiglio

I venti di guerra soffiano sempre più forti!
Che i rapporti tra Iran, Stati Uniti ed Israele non siano buoni è cosa nota, ma è giusto ricordare i ripetuti tentativi delle varie amministrazioni repubblicane (e degli israeliani) di utilizzazione dell’Iran per i loro giochi di destabilizzazione in Medio Oriente. 
Nonostante la crisi degli ostaggi che costò la rielezione a Carter nel 1980 e nonostante l’Iran degli ayatollah definisse gli USA “Il Grande Satana”, sono note sia operazioni triangolari come l’Iran-Contras sia il doppio gioco degli USA per scatenare l’Iran contro l’Iraq e viceversa nella devastante guerra che ha dissanguato i due paesi tra il 1980 e il 1988. 
Come è doveroso ricordare che la dottrina di Bush sancisce il diritto dell’unica superpotenza di intervenire militarmente a proprio insindacabile giudizio ovunque, quando lo ritenga opportuno e con qualunque mezzo.
Mi viene spontaneo parafrasare un vecchio detto” tra i due litiganti, il terzo gode” solo che, in questo caso, il terzo saremmo Noi e se venissimo catapultati in una guerra nucleare non credo ci sarebbe tanto da godere!
Per questo motivo dobbiamo prestare attenzione a tutto quanto ci viene propinato come “ oro colato” senza mai dimenticare che “ nulla è mai come appare”.
La situazione attuale è pericolosissima per il futuro del mondo e non sarebbe male che le nostre Voci si alzassero in coro in modo pacifico per scandire il nostro dissenso prima che i giochi siano tragicamente portati a termine.

   
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