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Possibile pericolosità dei cibi O.G.M. nei pazienti affetti da Insufficienza Renale Cronica.
Dottor Giuseppe Nacci, tratto dal libro “Come affrontare il Diabete” Editoriale Programma Padova, S.r.l.
Tratto da http://impedio.xoom.it/index.php?option=com_content&view=article&id=261&Itemid=318&1cb67755540e4948af1ee0ef3186f690=946381a86da842f84abbd3b04343a891 

In merito a possibili danni renali da cibo OGM, vi è un recente lavoro francese del 2009 (Spiroux de Vendomois: A comparison of the effects of three GM Corn varieties on Mammalian Health, International Journal of Biological Sciences, 5, pp: 706-726, 2009 
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=34180

http://www.disinformazione.i/tossicita_mais_mon_810.htm

http://www.informasalus.it/it/articoli/tossicita-mais-mon-810.php

http://www.mednat.org/alimentazione/ogm_mais.htm

Questo lavoro, pubblicato nel 2009, ha dimostrato la tossicità renale di ben tre varietà di Mais transgenico OGM (NK 603, MON 810, MON 863), il primo dei quali (NK 603) resistente al Glifosato, e quindi contenente al suo interno tracce di questo pesticida, e gli altri due (MON 810 e MON 863 contenenti al loro interno la tossina del Bacillus thuringensis.

OGM: Il Glifosato e le tossine da Bacillus thuringensis
Attualmente le piante OGM sono caratterizzate in larghissima parte dalla possibilità di resistere a concentrazioni molto alte di un particolare diserbante, il Glifosato, che impregnandosi nella pianta la protegge dagli insetti, senza ucciderla, a differenza delle piante infestanti vicine che risultano incapaci di resistere a tale veleno.
La seconda caratteristica delle piante OGM è quella di produrre esse stesse un particolare valeno, quello da Bacillus thuringiensis, capace anch’esso di uccidere gli insetti, ma in maniera diversa dal Glifosato.
In passato sono già stati prodotti interessanti Studi scientifici internazionali indipendenti in merito alla possibile intossicazione cronica nella catena alimentare da parte di cibi OGM, a causa di queste sostanze erbicide come il Glifosato o insetticide come il Bacillus touringiensis: in entrambi i casi con conseguente possibile incremento, nella specie umana, di Cancri, Aborti spontanei, Mutazioni genetiche sulla discendenza, Sindromi da Immunodeficienze acquisite, malattie degenerative. Da questi lavori, si è anche ritenuto che il danno poteva essere già evidenziabile a piccole dosi sugli organi emuntori di detossificazione, come il fegato e, soprattutto, i Reni.
Ad esempio, già nel 2003 fu dimostrato che il Mais OGM provocava lesioni alla cavità orale di pecore e di ruminanti. Questo Studio (VEDI ALLEGATO DUGGAN Duggan 159-166, 2003), dimostrò che il consumo di OGM danneggiava la parete della cavità orale ed era associato con le morti inspiegabili di animali da esperimento, in particolare di pecore e ruminanti.

Il Glifosato  CLICCA QUI PER SCARICARE GLI ALLEGATI SUL GLIFOSATO

Utilizzato nel trattamento di orti, campi agricoli e parchi in tutto il mondo, il Glifosato è da tanto tempo uno degli erbicidi più venduti.
Fin dal 1983 fu dimostrato, nei ratti, che il Glifosato arrecava gravi danni all’intestino e al fegato (Hietanen 103-112, 1983) e dieci anni dopo, sempre nei ratti, venne dimostrato che causava malformazioni ossee nei nascituri (Dallegrave 45-52, 1993).
Nel 1997, uno Studio condotto nell’Ontario, Canada, su una famiglia di contadini, dimostrò che il Glifosato e il 2,4 D ad esso associato, determinavano nascite premature e aborti prematuri (VEDI ALLEGATO SAVITZ Savitz 1025-1036, 1997).
Ma fin dal 2002, sostanze chimiche adiuvanti impiegate nei prodotti a base di Glifosato per le piante OGM, rese resistenti a questi erbicidi, avevano già dimostrato di rendere le pareti cellulari più permeabili all’azione tossica del Glifosato (Haefs , pp: 326-331, 2002).

Su questa strada, 3 anni dopo, il Glifosato dimostrò di essere tossico per le cellule umane della placenta a concentrazioni molto più basse di quelle usate in agricoltura, agendo come distruttore degli enzimi endocrini umani di conversione degli ormoni maschili in quelli femminili (vedi ALLEGATO RICHARD Richard, pp: 716-720, 2005)
Due anni più tardi, nel 2007, Benachour dimostrò che il Glifosato danneggiava le cellule embrionali umane e placentari a concentrazioni inferiori a quelle rintracciabili nei residui alimentari delle coltivazioni OGM, trattate con questo erbicida (Benachour 53, pp: 126-133, 2007)
Un recente lavoro di Benachour del 2009 ha poi dimostrato che quattro diverse formulazioni di Glifosato usate in agricoltura causano comunque la morte delle cellule umane entro 24 ore (VEDI ALLEGATO BENACHOUR Benachour 22, pp: 97-105, 2009).

Secondo un altro lavoro, quello di Gasnier del 2009, le quantità di Glifosato necessarie per arrecare gravi squilibri endocrini sono almeno 800 volte inferiori alle quantità dell’erbicida ancora rintracciabili nelle piante OGM trattate con questo erbicida e poi impiegate per alimentare gli animali (VEDI ALLEGATO GASNIER Gasnier pp: 184-191, 2009)
Prove sperimentali su cellule embrionali hanno così dimostrato di arrecare gravi danni al DNA, con sua rottura e interferendo successivamente con i suoi meccanismi di riparazione (VEDI ALLEGATI MARC Marc 245-249, 2004 ; 2007 ; Marc: 326-331, 2002; Marc 436-442, 2004). (VEDI ALLEGATO BELLE Belle 317-327)
Tutto ciò ha pesanti conseguenze poiché incrementa il rischio di cancri, essendo questi dovuti a rottura del DNA non riparato in maniera corretta (Manas 834-837, 2009 ; Manas 37-41, 2009

Uno Studio epidemiologico di 5 anni fa, affermò che il Glifosato sembrava associato ad una maggior incidenza di Mieloma Multiplo, un tumore maligno a bassissima percentuale di guarigione con le attuali terapie (De Roos 113, pp: 49-54, 2005)
Tre diversi studi condotti in Svezia nel 1999, nel 2002 e nel 2008 hanno associato l’utilizzo del Glifosato all’insorgenza dei linfomi NON-Hodgkin, anch’essi tumori maligni a medio-bassa percentuale di guarigione con le attuali terapie (VEDI ALLEGATO HARDELL Hardell 15 marzo 1999, vol. 85, No. 6 ) ; Hardell pp: 1043-1049, 2002 ) ; Eriksson 123, pp: 1657-1663, 2008)
Quest’anno, nel 2010, è stato infine dimostrato che il Glifosato è causa di cancro cutaneo (George J.: Studies on glyphosate-induced carcinogenicity in mouse skin. Aproteomic approach, Journal of Proteomics , 73, pp: 951-964, 2010 http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S187439190900390X ), e che provoca malformazioni negli embrioni (VEDI ALLEGATO PAGANELLI Paganelli. Res. Toxicol., August 9, 2010).

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Le tossine da Bacillus thuringensis
In merito al Bacillus thuringiensis, diversi altri lavori scientifici, soprattutto francesi, avevano già evidenziato la sua patogenicità in animali da esperimento e su linee cellulari umane di linfociti normali: nel 1978 un lavoro francese (Laurent 127-130, 1978
Rev. Can. Biol. 1978 Jun; 37(2): 127-130) evidenziò danni da parte del Bacillus thuringiensis a livello delle cellule renali per dosaggi di 0,1 mg di tossina per millilitro, e un po’ di più per cellule umane diploidi ed eteroploidi (circa 1 mg di tossina per milliltro); in quel lavoro fu anche dimostrato che non era possibile proteggere le cellule da questa tossina in alcun modo.
Nel 1998, iniezioni sottocutanee di Bacillus thuringiensis, in topi a bassa capacità immunitaria, determinarono gravi infezioni polmonari (Fares NH: Fine structural changes in the ileum of mice fed on delta-endoxin-treated potatoes and transgenic potatoes, Nat.Toxins, 6 pp: 219-33, 1998 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10441029 ), e l’esperimento venne ripetuto con sospensioni intranasali delle stesse spore di Bacillus thuringiensis (VEDI ALLEGATO HERNANDEZ Hernandez 2138-2139 ; Hernandez FEMS Immunol. Med. Microbiol. 43-47), con eguale risultato sugli animali, che morirono.
Nel 2000, si dimostrò che questa tossina di Bacillus thuringiensis agiva anche sugli stessi linfociti umani normali, tradizionalmente le cellule umane più sensibili in assoluto a veleni tossici introdotti nell’organismo umano (Kim H: In vitro cytotoxicity of non-Cyt inclusion proteins of a Bacillus thuringiensis isolate against human cells, including cancer cells, J.Appl.Microbiol. 89 pp: 16-23, 2000 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10945774 ).

Tutti questi lavori potrebbero quindi significare un diretto effetto depletorio del Bacillus thuringiensis sulla linea linfocitaria, vale a dire un gravissimo indizio di possibile azione inibente sulle difese immunitarie, poiché potrebbe indurre squilibri immunitari, con insorgenza di allergie o intolleranza alimentare, oppure di indurre malattie di tipo auto-immune e, probabilmente, anche tumori.
Infine, visti questi precedenti lavori, gli effetti sui linfociti sani, sulle cellule dell’intestino e dei reni, una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta anche al rischio teratogeno su feti o embrioni umani nel caso di donne gravide.
E’ interessante a questo punto riportare che, nonostante diversi lavori scientifici indipendenti stiano dimostrando sempre più la pericolosità dei cibi OGM, la Commissione Europea abbia comunque dato il via libera definitivo all’importazione in Europa, sia a fini alimentari che per produzione di mangimi (ma non ancora per coltivazione diretta) di vari tipi di Mais OGM: Bt11xGa21, 1507x59122, 59122x1507xNk603, Mon88017xMon810 e Mon89034xNk603.
E’ di particolare rilevanza a questo punto soffermarci su una delicata questione: mentre nulla si sta facendo per migliorare le qualità organo-lettiche dei cibi, accettando contaminazioni sempre più alte di pesticidi, o addirittura permettendo l’immissione in commercio di cibi geneticamente modificati, con tutti i rischi per la nostra salute, la stessa Unione Europea, nel settembre 2010, ha dichiarato un deficit di bilancio nella ricerca sul Diabete Mellito…

L’Alliance for European Diabetes Research (EuRaDiA) ha reso infatti noti i risultati di uno Studio presentato a Stoccolma dall’European Association for the Study of Diabetes (EASD), dove si afferma che in tutti i 25 paesi che compongono l’Unione, si hanno da 30 a 50 milioni di malati di Diabete Mellito, e si spendono oltre 50 miliardi di Euro ogni anno per curare non solo la malattia stessa, ma anche le sue complicanze, quali soprattutto le malattie cardio-vascolari, come l’Infarto miocardico acuto, l’Arresto cardiaco, l’Ictus cerebrale, l’Insufficienza Renale Cronica, la Cecità da Diabete Mellito, e le altre cronicizzazioni secondarie, già discusse nella Parte Introduttiva di questo libro.
Deve risultare chiaro l’impotenza effettiva della Medicina Ufficiale a sopperire a questo disastro socio-sanitario, e che ci obbliga a terminare questo capitolo con una breve sintesi sul fallimento sostanziale dei farmaci chimici di sintesi nel Diabete Renale, argomento di questo capitolo, ed esempio paradigmatico di quanto sopra riportato...

Tratto da http://impedio.xoom.it/index.php?option=com_content&view=article&id=261&Itemid=318&1cb67755540e4948af1ee0ef3186f690=946381a86da842f84abbd3b04343a891 


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