|
Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
Obbligazioni
& vaselina
di Eugenio Benetazzo - 25 settembre 2008
Lo avevo già predetto nel Maggio del 2006, il miglior investimento per
gli anni a venire sarebbe stato l'acquisto di azioni di società che
producono vaselina, perchè ve ne sarebbe stata una fortissima
richiesta nel successivo biennio. Andate a rileggervi quello spiritoso
redazionale per capire perchè adesso la vaselina è ampiamente
richiesta dai piccoli risparmiatori italiani. Iniziamo con lo svegliare
tutte quelle persone che dormono nell'innocente torpore accompagnato
dalle affermazioni rassicuranti delle nostre autorità istituzionali che
non sanno più come tranquillizzare il pubblico risparmiatore italiano.
Secondo autorevoli, quanto discutibili, fonti mediatiche, l'attuale
crisi finanziaria (la peggiore di sempre) non contagerà più di tanto
il vecchio continente ed il nostro paese: questo perchè le banche
italiane ed europee non sono avventate e spudorate come quelle
statunitensi che adesso si scontrano con il mostro che loro stesse hanno
creato (il profitto indiscriminato). Infatti le banche italiane, per
fare un esempio, non hanno erogato mutui al 100 % a persone che non
hanno un reddito certo come in America, e nemmeno hanno cartolarizzato
posizioni di debito ipotecario quando si sono rese conto che anche in
Italia si stava verificando una sistematica incapacità di onorare i
propri debiti nel lungo termine in seguito al progressivo rialzo dei
tassi di interesse.
Secondo le fonti istituzionali, a farla grande,
forse saranno state un paio di banche nel nostro paese ad aver erogato
mutui ad intervento integrale, gonfiando le perizie di valutazione degli
immobili pur di rendere congrua la rata del mutuo con il reddito mensile
percepito e riuscire così a fare budget. Di cosa vi stupite! Ormai si
cerca all'inverosimile di nascondere anche quello che è stato palese
agli occhi di tutti per numerosi anni pur di evitare una crisi di
fiducia da parte del sistema. Crisi che molto presto si riverserà anche
sulle tasche di ignari risparmiatori che avevano investito in prodotti a
capitale protetto e rendimento garantito, come le polizze index linked o
le obbligazioni strutturate, nella speranza di almeno riprendersi
l'integralità del proprio conferimento qualora i mercati avessero
subito perdite o fossero state colpite da un andamento sfavorevole
rispetto a quello pronosticato. E a questo punto si apre un vaso di
pandora: infatti adesso si profilano rischi non indifferenti che vanno
dall'impossibilità di smobilizzare la propria posizione fino alla
perdita anche totale di quanto investito, nonostante la garanzia del
capitale.
Prima di proseguire oltre è opportuno spiegare che
cosa sono e come sono costruiti questi prodotti di investimento, in
parte strumenti finanziari ed in parte assicurativi. Sostanzialmente,
per semplificare al massimo, una obbligazione strutturata rappresenta
l'unione di due strumenti finanziari a se stanti: una obbligazione
tradizionale (emessa da un emittente con rating elevato) ed un prodotto
finanziario derivato (come ad esempio, un'opzione su un indice di
borsa). Quanto sopra esposto possiamo avallarlo anche per una polizza
index linked (il cui capitale assicurato dipende dal valore di un indice
azionario o di un altro valore di riferimento). Passiamo adesso a
descrivere le operazioni finanziarie che effettua la banca che vi ha
proposto l'obbligazione strutturata di turno: supponiamo che abbiate
conferito 100.000 euro. Con questo importo viene sottoscritto
l'obbligazione tradizionale che fa da sottostante alla polizza index
linked, una obbligazione diciamo emessa da una primaria banca
internazionale il cui rating è indiscusso. Questa obbligazione paga una
cedola annuale del 4 % pari a 4.000 euro annui di interesse. La vostra
banca a questo punto anticipa di tasca propria i 4.000 euro che percepirà
alla fine dell'anno e li investe in prodotti finanziari sofisticati,
come le opzioni su un indice di borsa, confidando in un rialzo di quell'indice
per gli anni successivi. Il vantaggio di investire acquistando opzioni
è duplice: infatti se il tal indice si muove al rialzo come si
prevedeva, i 4.000 euro investiti potrebbero anche raddoppiare o
triplicare, nel caso in cui invece questo non si verifichi, ovvero
l'indice di riferimento scende piuttosto che salire, i 4.000 euro
svaniscono in quanto il valore delle opzioni sugli indici si riduce a
zero.
Con questa architettura è possibile pertanto investire anche su mercati molto volatili come gli indici azionari, mantenendo comunque la garanzia sul capitale in caso di andamenti avversi alle proprie aspettative, infatti trascorso un anno la vostra banca incassa l'interesse dell'obbligazione che ha per voi sottoscritto e copre la perdita dei 4.000 euro anticipati per effettuare la speculazione sull'indice di borsa. Naturalmente si può verificare che l'andamento degli indici si manifesti secondo le proiezioni ed analisi della vostra banca: in questo caso l'interesse percepito su base annua dalla vostra obbligazione strutturata o dalla vostra polizza index linked diventa significativa, anche oltre il 10%. Per come vi è stato descritto il tutto potete capire che volendo ognuno si potrebbe costruire da solo la propria obbligazione strutturata acquistando un titolo obbligazionario di first standing come il Bund (titolo di stato tedesco con scadenza decennale). E qui ora arriviamo al cuore di quanto vi voglio svelare con questo redazionale: le tecniche di marketing per vendere questi prodotti spingono molto sulle caratteristiche esplicite del prodotto ovvero il capitale protetto ed il rendimento garantito.
Tuttavia in pochi, temo, si soffermino a leggere
quanto riportato nelle offerte di sottoscrizione o nei documenti di
sintesi di queste obbligazioni strutturate o di queste polizze unit
linked. Alle voci "Rischio Emittente" o "Garanzie"
quasi tutti i modelli riportano la stessa frase di rito ovvero "il
contraente assume il rischio di credito connesso all'insolvenza degli
emittenti del portafoglio finanziario strutturato: pertanto, esiste la
possibilità che il contraente ottenga, al momento del rimborso, un
ammontare inferiore al capitale nominale". Questa clausola viene
riportata molto spesso anche in grassetto, per far capire a chi
sottoscrive il prodotto che la famosa frase fatta "capitale
protetto e rendimento garantito" vale solo in teoria, infatti
qualora l'emittente andasse in default o fallisse, il proprio capitale
andrebbe a gonfiare le fila di penose vicende finanziarie stile
Argentina o Cirio.
Sappiate che in quest'ultima settimana molti
prodotti a capitale protetto (obbligazioni strutturate o polizze index
linked) si sono polverizzati in quanto avevano come sottostante una
obbligazione tradizionale di Lehman Brothers !
Inutile raccontarvi di quante banche italiane ora
facciano a gara a ritirare la raccolta per la tal obbligazione
strutturata di turno sapendo benissimo il marcio del sistema ed i rischi
per chi le sottoscrive. Chi invece avesse sottoscritto in passato
prodotti di questa fattezza è vivamente invitato ad informarsi quanto
prima sulla consistenza del sottostante della propria polizza od
obbligazione strutturata (per conoscere chi è l'emittente che dovrebbe
garantire loro almeno il capitale versato), e qualora fosse ormai troppo
tardi, di procurarsi una abbondante confezione di vaselina con relativo
applicatore per sopportare con maggior serenità il dolore che
avvertiranno dall'ennesima sodomia finanziaria.