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Le
dieci notizie più censurate dell'anno
Tratto
da «Internazionale», nr.507 settembre/ottobre 2003
Che fine ha fatto l’uranio impoverito? E l’Afghanistan? Ecco le dieci notizie più censurate dell’anno.
(1)
Il piano per il dominio globale:
La notizia più importante di cui si
sono meno occupati i giornali americani è il piano statunitense per il
dominio del pianeta, ben rappresentato dal Progetto per un nuovo secolo
americano (Pnac). Il progetto prevedeva tra l’altro la guerra
all’Iraq e all’Afghanistan molto prima degli attacchi dell’11
settembre.
Il particolare agghiacciante è
che un documento pubblicato dal Pnac nel 2000 descrive l’esigenza di
una «nuova Pearl Harbor» per convincere gli statunitensi ad accettare
la guerra voluta dall’amministrazione. «Ma la maggior parte degli
americani ignora l’esistenza del Pnac», ha spiegato Peter
Phillips, docente dell’università di Sonora e direttore di Project
Censored, «e tale omissione ha sostenuto e facilitato il disastro
iracheno». Il giornalista Mother Jones Robert Dreyfuss nota: «La
stampa ha dedicato poco spazio all’analisi del ruolo del petrolio
nella politica statunitense in Iraq e nel Golfo Persico e chi l’ha
fatto tendeva a ridicolizzare o a smontare la tesi secondo cui la guerra
aveva a che fare con i pozzi di petrolio».
(2)
Libertà civili a rischio:
Pur
avendo parlato del Patriot Act e del cosiddetto Patriot Act II (la
notizia è trapelata sulla stampa nel febbraio 2003), i mass media non
hanno fornito un’analisi adeguata degli aspetti più pericolosi delle
due leggi. Ciò vale soprattutto per la norma del Patriot II che
autorizza a trattare come nemico qualunque cittadino, anche
statunitense, sospettato di avere legami con il terrorismo e permette di
trattenerlo senza che possa rivolgersi a un avvocato.
Per fortuna il Patriot I è fermo al Congresso ed entrambi i partiti
sono favorevoli a modificarlo in modo sostanziale. Tuttavia il
presidente Bush, consapevole del calo di consensi che sta colpendo lui e
il ministro della giustizia John Ashcroft, minaccia il veto e per questo
è passato al contrattacco con il Patriot II. Vedremo se i mass media
hanno imparato la lezione: esamineranno la nuova legge con più
attenzione di quanto hanno fatto con la prima?
(3) L’omissione delle pagine ONU
sull’Iraq
La notizia numero tre, passata quasi sotto silenzio, è che
l’amministrazione Bush ha eliminato ottomila delle 11.800 pagine del
rapporto che il governo iracheno ha sottoposto al Consiglio di sicurezza
dell’Onu e all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea).
In quelle pagine c’erano i dettagli di come gli Stati Uniti avessero
fornito all’Iraq armi chimiche e batteriologiche oltre a componenti
essenziali per le armi di distruzione di massa. Le pagine chiamerebbero
in causa non solo i funzionari delle amministrazioni Reagan e Bush, ma
anche importanti società come Bechtel, Eastman Kodak e Dupont, e i
ministeri di energia e agricoltura.
Michael
Niman, autore di uno degli articoli citati, ha fatto notare che la sua
inchiesta si basa su fonti secondarie, soprattutto internazionali, perché
negli Stati Uniti l’argomento è stato accolto da un silenzio stampa
quasi totale.
(4)
Rumsfeld provoca i terroristi (…)
(5) Sindacati sotto tiro (…)
(6) Niente accesso all’informazione (…)
(7) Trattati violati (…)
(8)
Uranio impoverito:
L’ottavo
argomento della lista si occupa dell’uso statunitense dell’uranio
impoverito in Iraq, sia nel 2003 sia durante la prima guerra del Golfo.
E’ un tema che le vittime dell’uranio impoverito tentano di far
passare sui grandi mezzi di informazione da oltre un decennio.
L’uranio impoverito è stato usato anche in Afghanistan, Kosovo e
Bosnia.
Secondo le fonti citate, compresa la rivista porno Hustler, in Iraq dopo
la prima guerra del Golfo il tasso di malati di tumore è salito alle
stelle, molto probabilmente a causa della grave contaminazione del
terreno con l’uranio impoverito contenuto nelle munizioni anticarro.
Anche i soldati statunitensi sono vittime di questo silenzio e soffrono
della sindrome della guerra del Golfo e di altri disturbi legati,
secondo molti, all’esposizione all’uranio impoverito.
Reese
Erlich, un giornalista free lance che ha trattato l’argomento per un
network radiofonico e per il suo sito web, spiega che il governo
federale ha gestito la questione dell’uranio impoverito come
l’industria del tabacco gestisce le proprie responsabilità per i
danni del fumo. «Copre la cosa in modo che nessuno sappia con
esattezza quello che succede», ha detto. «Commissiona studi per
poter affermare: “Ci sono pareri contrastanti”, “Ci
servono più informazioni”».
Reese ha fatto anche notare che mentre i mezzi d’informazione
statunitensi tacciono, la stampa internazionale la ritiene una questione
scottante. «Al di fuori degli Stati Uniti la stampa è molto più
critica», ha detto. «Ne parlano come di un’arma di
distruzione di massa. Sarà l’eredità degli Stati Uniti per l’Iraq.
Anche dopo il ripristino dell’energia elettrica e la riapertura dei
pozzi petroliferi, i bambini si ammaleranno di cancro. L’America
sapeva che sarebbe successo, non può nascondere la testa sotto la
sabbia».
(9) Afghanistan in ginocchio:
Reese
Erlich ha lavorato anche sul nono tema di questa lista: la povertà, il
disastro umanitario e la repressione delle donne in Afghanistan. Il
paese non è più al centro dell’attenzione della stampa e
dell’opinione pubblica statunitense, e sta attraversando uno dei
periodi più difficili della sua storia. I signori della guerra e i
latifondisti tribali continuano a governare il paese e le donne sono
represse come sempre, a differenza di quanto lasciano intendere le
immagini trasmesse dai media locali. «I reporter non vanno in
Afghanistan per raccontare ciò che vedono», ha detto Erlich, che
ha trascorso varie settimane nel paese. «Vanno a invece dai
funzionari del ministero degli esteri, che filtrano tutto attraverso
veline d’ottimismo e dicono che le cose stanno migliorando. Ma non è
così»
(10)
Il nuovo colonialismo (…)