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Premio
Nobel ai prestigiatori della medicina
Marcello Pamio
– 7 ottobre 2008
Ci sono persone che farebbero (e fanno) di tutto pur di
accaparrarsi i prestigiosi Premi Nobel, e ovviamente il gruzzoletto
messo a disposizione dalla caritatevole Fondazione svedese omonima.
I Nobel sono decisi dall’establishment scientifico internazionale, per
premiare ufficialmente ed
economicamente i ricercatori che portano avanti, nei loro specifici
rami, il paradigma ufficiale. Ne più ne meno.
Le prove ovviamente non mancano e basterebbe avere un po’ di memoria
storica – ahimé sempre più labile grazie alla televisione e al
bombardamento mediatico. Uno per tutti: la “statuetta per
Nel 2008 ad aggiudicarsi il Nobel per la medicina sono
addirittura ben tre “scienziati” europei “autori
di due scoperte chiave per la salute umana: il tedesco Harald zur Hausen, per aver dimostrato che ‘il Papillomavirus
umano causa il carcinoma della cervice’; e i francesi Francoise Barrè-Sinoussi e Luc
Montagnier, per la loro scoperta dell'Hiv” (Adnkronos, 6
ottobre 2008).
In periodo di grandi campagne per la vaccinazione di massa
contro il fantomatico HPV, papilloma virus, è più che doveroso
premiare i servitori delle
lobbies del farmaco.
Lobbies potentissime come
Affermano gli studiosi dell’Assemblea dei Nobel: «La
sua scoperta ha portato alla comprensione dei meccanismi della
cancerogenesi indotta dall'Hpv e, alla fine, allo sviluppo di vaccini
profilattici contro il Papillomavirus". (Adnkronos, 6 ottobre
2008).
Soprattutto lo sviluppo di vaccini contro il virus!
Ma in tema di virus fantomatici, il podio in assoluto se lo
merita l’Hiv.
Ed è per coerenza, che il Premio Nobel per la medicina è andato anche
a Luc Montagnier & C.: ufficialmente “lo scopritore dell’Hiv”,
cioè del retrovirus colpevole
dell’Aids!
A questo punto sorge spontanea una domanda: come mai oggi, di punto in
bianco, l’establishment decide di premiare, dopo ventiquattro anni
dalla presunta scoperta, il ricercatore? Soprattutto in un momento molto
particolare dove il sistema economico sta crollando come un castello di
sabbia al sole - trascinando nel baratro moltissime istituzioni e banche
collegate?
Non è un po’ strano che le Grandi Menti
dell’accademia, si preoccupino del Papilloma e dell’Hiv?
L’Aids era scemato lentamente nel dimenticatoio.
Tutti noi ci siamo dimenticati le affermazioni terroristiche dei
giornali (il caso di Enzo Biagi e del suo libro “Il
sole malato” è emblematico), dei medici, delle chiese in generale
e dei luminari di turno.
L’Aids era “la peste del
Erano i tempi in cui Ronald
Reagan definiva l’Aids “il
nemico pubblico n
Eravamo nel 1987, solo 21 anni
fa e non nel Medio o Tardoevo!
La pandemia dov’è finita? Sodoma e Gomorra che fine
hanno fatto? I sessuofobici dove si sono nascosti?
Ma andiamo per ordine, perché questa triste storia inizia il 23 aprile
1984 quando il dottor Robert Gallo dell’Istituto superiore di sanità
statunitense annuncia al mondo intero che era stata individuata una
nuova malattia infettiva, causata da un retro-virus (scoperto ovviamente
dallo stesso Gallo) e trasmessa attraverso il sangue o il contatto
sessuale! Entro due anni - canta
sempre il Gallo - sarebbe pronto un vaccino specifico contro l’Aids.
Nel frattempo si era però premunito, come sanno fare bene alcuni
ricercatori, di registrare e brevettare il “test dell’Aids”.
Quindi dal
I primi casi ufficiali di Aids risalgono al 1981 e già nel
1983 Robert Gallo pubblica sulla prestigiosa rivista Science l’annuncio dell’isolamento del virus.
Dall’altra parte dell’oceano e sullo stesso numero della rivista un
virologo francese Luc Montagnier dell’Istituto Pasteur descriveva
l’isolamento di un retro-virus chiamato Lav.
Dopo le dichiarazioni di Gallo del 23 aprile
Parte un contenzioso giudiziario, e come si potrà
immaginare non è stato per per interessi
economici ovviamente, ma per "fini umanitari", che si conclude nel 1987
con la firma reciproca di un accordo internazionale che stabilisce che
Robert Gallo e Luc Montagnier erano i due “co-scopritori del virus
dell’Aids”, ribattezzato nel frattempo Hiv.
I proventi miliardari dei test dell’Aids, da quel giorno in poi
saranno equamente divisi tra loro (Gallo e Montagnier) e le nazioni (Francia e Usa).
Qualche giorno fa la Fondazione Nobel
riconosce al francese Luc Montagnier la paternità del virus.
Detto questo, la cosa che è sfuggita è che non si parla più di Aids.
I giornali non scrivono nulla e i medici non rilasciano se non qualche
striminzita intervista sulla situazione africana. Come mai?
Semplice: si è verificato che l’uguaglianza Hiv
= Aids è una balla immensa, forse la più grande menzogna della storia
della medicina. Una balla da centinaia di miliardi di dollari ogni anno!
Grandi e onesti ricercatori come Peter H. Duesberg (uno dei più famosi virologi e docente di
Biologia molecolare e cellulare alla Berkeley in California, il primo
scienziato al mondo ad aver isolato un gene del cancro), Kary B. Mullis (Premio Nobel per
“Sappiamo che
errare è umano, ma l’ipotesi Hiv-Aids è un errore macroscopico”
Dottor
Kary B. Mullis
Nessuno nega l’esistenza dell’Aids come sindrome da
immunodeficienza (provocata da stili di vita, alimentazione, farmaci,
droghe, trasfusioni, ecc.), quello che viene contestato è il legame con
il misterioso virus Hiv, e cioè che questo virus sia la causa
dell’Aids.
Sono migliaia nel mondo questi scienziati tra virologi, epidemiologi,
infettivologi, biologi molecolari, esperti di salute pubblica e anche
tre Premi Nobel (per quanto possono valere tali premi).
Non esiste alcuna correlazione tra Hiv e Aids, cioè tra virus (Hiv) e
malattia conclamata (Aids) e i dati di fatto parlano chiaro.
La pandemia che tutti strillavano non c’è mai stata, anzi si è
dissolta come neve al sole.
In Africa continuano a morire da migliaia di anni delle
stesse malattie (tubercolosi, malaria, dissenteria, malnutrizione, ecc.)
e i test per l’Aids vengono fatti in quei paesi solo sui sintomi e
quindi in maniera non scientifica e non riproducibile. Malattie che necessitano non di
vaccini, ma di acqua pulita e cibi sani. Ma questo per gli eugenetista
occidentali non sa da fare...meglio lasciarli morire di stenti, di
inedia e di Aids…
Apro
una piccola parentesi sui test per l'Aids, perché presentano
spessissimo dei "falsi positivi".
Significa che dopo il test si può risultare positivo (sieropositivo), ma ovviamente non lo so si è. Ecco il falso
positivo!
Anche dei semplici trattamenti
medico-preventivi, come una vaccinazione antinfluenzale, possono far
risultare positivo un test. Quindi a tutte le persone che hanno fatto il
test ed è risultato positivo è consigliato ripeterlo almeno tre volte,
cambiando per sicurezza laboratorio.
Oggi come ieri, le uniche categorie a rischio sono: gli
omosessuali, tossicodipendenti ed emotrasfusi, e c’è per tutto questo
una spiegazione.
Le prime due categorie (omosessuali e drogati) sono a rischio a causa
dello stile di vita; gli omosessuali spesso usano nitriti che sono
immunodepressivi, hanno spesso infezioni trattate con antibiotici (immunodepressivi
a loro volta), per non parlare della droga che è una delle sostanza più
pericolose per il sistema immunitario e non solo.
Tutto questo predispone l’organismo umano a quello che viene definito
Aids, cioè depressione del sistema immunitario, con le conseguenze che
si possono immaginare.
Negli emotrasfusi, proprio a causa delle continue trasfusioni, il
sistema immunitario è totalmente depresso.
Come vedete il comune denominatore è la depressione del
sistema immunitario e non il virus.
Se poi analizzassimo le caratteristiche virologiche dell’Hiv
comprenderemo per bene tale truffa.
1) il primo postulato di Kock: “il microbo deve essere trovato in tutti i pazienti affetti dalla
malattia”
Il Sarcoma di Kaposi è da tempo sinonimo di Aids, ma nessuna
traccia del virus si riesce a trovare nei sarcomi di Kaposi. Vi sono
malati di Aids (cioè malattia conclamata) che non sono sieropositivi
(cioè positivi al test del virus Hiv) e sieropositivi che non hanno la
malattia conclamata (Aids).
2) il secondo postulato di Kock: “il microbo deve poter essere isolato dal suo ospite e coltivato in
coltura”
In moltissimi casi non si riesce ad evidenziare un virus attivo in
molti casi di Aids che pure hanno anticoprti anti-Hiv accertati.
3) il terzo postulato di Kock: “il microbo deve riprodurre la stessa malattia originale quando viene
inoculato in un ospite suscettibile”
L’Hiv non rispetta il terzo postulato: cavie infettate non hanno
manifestato nulla. Su 33 medici infettati accidentalmente, sette
mostravano sintomi simili all’Aids.
Se fosse un virus l’Hiv dovrebbe, oltre ad obbedire alle
leggi della virologia, infettare ogni cellula del corpo umano entro
poche settimane dal contagio. Ma oggi la virologia ufficiale utilizza un
lasso di tempo di incubazione di 15 anni. Inizialmente tale periodo era
18 mesi, ma le persone infettate
non morivano per cui sono stati costretti ad aumentare i tempi di
incubazione.
Come
vedete si tratta di un virus magico e misterioso: non risponde alle
leggi della virologia; non esiste un antidoto; può sparire per vent’anni
per poi apparire devastando il sistema immunitario; c’è quando non
dovrebbe esserci e non c’è quando invece ci sono tutti i presupposti;
cambia forma a proprio piacimento come un camaleonte; si trasmette
sessualmente e con contatto di sangue (dicono ma non è vero).
«Il mistero che circonda
quel dannato virus è il frutto inevitabile di quei due miliardi di
dollari che ci spendono sopra ogni anno.
Se prendessimo un qualsiasi altro virus e spendessimo due miliardi di
dollari ogni anno per studiarlo,
state certi che anche quel virus produrrebbe misteri a bizzeffe.
Kary B. Mullis (Premio Nobel
per