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- Pagina controllo elettronico
Occidente motore della
censura on-line
Tommaso
Lombard - http://punto-informatico.it/p.asp?i=55557&r=PI
Uno
studio accademico promosso da OpenNet Initiative precipita anche il
Myanmar nel gruppo dei paesi autoritari che filtrano e censurano
Internet. Questi paesi - dicono gli esperti - usano tecnologie
occidentali
Cambridge (UK)
- L'ultimo rapporto stilato da OpenNet
Initiative sulla situazione di Internet nel
Myanmar delude le speranze di chi sogna un cammino congiunto per
libertà individuali e diffusione delle nuove tecnologie di
comunicazione.
L'associazione, che riunisce i prestigiosi atenei di Cambridge, Harvard e Toronto,
ha precipitato questa inossidabile dittatura asiatica in compagnia di
Iran, Cina ed Arabia Saudita: i quattro paesi rappresentano,
nell'opinione degli esperti, la punta di diamante nel panorama globale
del controllo sistematico
della Rete e della libertà d'espressione.
I risultati delle indagini di ONI sono inquietanti: il governo dell'ex
Birmania filtra quasi l'85% dei servizi gratuiti di posta elettronica e
circa l'84% di siti stranieri che
contengono informazioni su tematiche fondamentali come politica
e promozione dei diritti umani.
«È uno dei sistemi di censura e
controllo più rigidi che abbiamo mai studiato» sostiene Ronald J.
Deibert, direttore del Centro Studi Internazionali dell'Università di
Toronto e collaboratore di ONI.
Aung San Suu Kyi, leader
clandestino del vietatissimo partito democratico del Myanmar, è
convinto che il regime dittatoriale miri all'eliminazione di qualsiasi
forma d'opposizione politica grazie al pugno
di ferro su Internet. I due ISP nazionali, entrambi sotto il
controllo dello Stato, si avvalgono di leggi vaghe e durissime per
esercitare il loro potere liberticida su una popolazione online di
appena 30.000 utenti,
paralizzati da un reddito medio pro capite pari a 180 dollari mensili.
La totalità
delle pubblicazioni online che promuovono la democrazia per il Myanmar,
fornito di connettività a banda larga nelle zone più urbanizzate, sono
messe all'indice grazie
all'uso estensivo di filtri
software prodotti in occidente. Lancia l'allarme anche John
Palfrey, giurista di Harvard che si interessa dello sviluppo della Rete
nel mondo: «Le tecnologie di controllo stanno diventando sempre più precise e
sofisticate, grazie soprattutto alle aziende occidentali che si
arricchiscono grazie alla censura».
E l'industria IT degli Stati Uniti guadagna una nuova maglia
nera: i ricercatori hanno identificato la giovane azienda Fortinet
come il principale fornitore
di tecnologie censorie. Un nuovo record negativo per gli USA,
recentemente scossi dal cosiddetto scandalo Yahoo!, impresa accusata di aiutare
Fortinet, ma si fa anche il nome di Cisco,
è ormai da tempo il partner per eccellenza di regimi e dittature che
intendono tenere sotto torchio l'opinione pubblica locale. La compagnia,
che produce un sistema speciale chiamato Fortiguard,
si difende dicendo di «rispettare
gli accordi internazionali siglati da Washington» e che non
mantiene relazioni commerciali con «paesi
colpiti da embargo per ragioni politiche».
Tommaso
Lombardi