Dilagano
le monete fai-da-te: alternative allo yen, servono per barattare beni e
servizi.
E hanno i nomi più disparati.
Giappone, per spesa e babysitter bastano pochi spiccioli
d'"amore"
L'obiettivo è far riprendere l'economia e rinsaldare le relazioni
sociali
di ALESSANDRA RETICO
L'AMORE, dicono, non si compra coi soldi. Ma con l'amore si possono
comprare: scarpe, lezioni di inglese, riso, una bella orata. Vale tanto
l'amore. Ma solo in Giappone, a Yamato City (vicino Tokyo), dove "Rabu",
appunto "amore" in giapponese, non è fatto di colpi al cuore
e rintocchi di campane, ma di metallo o carta come gli altri soldi.
L'"amore" è infatti la più recente delle monete che negli
ultimi anni circolano con sempre maggiori consensi in ben 130 comunità
giapponesi accanto allo yen e alle carte di credito.
Ed è ben più di una moneta in senso stretto: è una sorta di cambiale,
un "pagherò" che somma un valore oggettivo e un altro,
diciamo così, spirituale. L'"amore", come la
"nocciolina" e il "grazie" in altre comunità
cittadine del Sol Levante, è anzi soprattutto un messaggio: di scambio,
di comunicazione, di reciproca benevolenza e assistenza. Come
anticamente il baratto, con queste monete si scambiano servizi e beni.
L'ambizione, ridare "corpo" al denaro che assegni, carte di
credito et similia che hanno reso volatile e astratto. Vorrebbero,
"amore" e spiccioli vari, soprattutto spingere la gente a
riallacciare e "riscaldare" i legami sociali che le città,
col loro carico di alienazione, hanno rinfiacchito.
Sarebbe ingenuo negare uno scopo più prosaico nella diffusione di
queste "valute" che le stesse amministrazioni comunali
promuovono: in un Giappone "depresso" dalla recessione
economica questa è una via alternativa alla ripresa dei consumi. E
l'obiettivo è centrato specie in quelle città dove la popolazione è
più anziana: la "moneta baratto" invoglia i pensionati a
spendere molto di più che non lo yen, una tesserina di plastica e,
figuriamoci, una transazione via Internet.
A dire dell'"iper-significato" di monete simili, i loro nomi:
mentre a Yamato City "amore" ha conquistato come una freccia
di Cupido ben 90 mila tra commercianti e residenti, i cittadini delle
isole di Okawa comunicano con tanti "grazie" (nel dialetto
locale "dan dans") e a Tamagawa city mettono mano ai locali
"bamboo". A Takurazuka con 1000 "zuka", moneta
lanciata due anni fa da un'organizzazione di volontariato, si possono
comprare 30 minuti di giardinaggio, di babysitteraggio o di consigli.
Lo scorso anno Kamagasaki, Osaka, dove c'è la più alta percentuale di
homeless in Giappone, ha introdotto il kama: durante il festival estivo
della città le autorità hanno pagato con questa moneta - che può
essere usata per comprare birra - in cambio della raccolta di lattine
vuote. A Chiba la gente lavora per guadagnarsi "noccioline",
moneta che ha preso il nome dal prodotto locale più famoso.
E' chiaro, ce ne vuole per sgranocchiare "noccioline". Come
gli altri, il sistema monetario delle "noccioline" è ridotto
in scala ma sta crescendo molto negli utlimi tempi. "Lo scorso mese
540 residenti e 50 negozi hanno adottato le "noccioline" e
nell'ultimo anno gli utenti sono raddoppiati" racconta al Guardian
Mitsuya Katsushi, membro del Community-Building Support Centre. I
negozianti si dicono soddisfatti facendo i conti in cassa con una
crescita del 5% delle vendite in tre anni, cioè dall'introduzione della
nuova moneta. Ma il guadagno maggiore, assicurano in città, è nella
conviviualità perché tra le regole del buon uso della moneta c'è
quella di scuotere le "noccioline" tra le mani e dire "amigo"
(in spagnolo) ogniqualvolta si fa una transazione.
Per il Sawayaka Welfare Centre, un gruppo di volontari che sta
promuovendo la diffusione delle monete regionali, il successo di questo
tipo di denaro riflette un cambiamento sociale molto forte. Alla perdita
di intimità nelle comunità urbane e dunque alla vergogna di chiedere
favori, "questo genere di monete rispondono stimolando le persone a
condividere servizi e stringere più profonde relazioni", secondo
Yasushi Inose, portavoce del gruppo.
Ma non è tutto oro quello che luccica. Se "amore" vorrebbe
"sostituirsi completamente e definitivamente allo yen", come
confessa Tomoyuki Akiyama, sostenitore del "rabu", per gli
economisti l'avanzata di questi sistemi monetari misti è segno di una
sfiducia delle autorità municipali nella struttura finanziaria del
Paese. "Si tratta di una sorta di fuga dei capitali" per
Noriko Hama del Mitsubishi Research Institute. Senza parlare del fatto
che "amore", "noccioline" e "grazie"
mentre dicono di volerla combattere, conducono a una nuova e ulteriore
estraneità della gente rispetto ai soldi. E a imprevedibili
inconvenienti e imbarazzi: come dire ad esempio a qualcuno "dammi
amore" se quello sta solo comprando sushi? |