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Ora
sotto accusa Moment e Voltaren
Estratto da “Il salvagente” n° 24 del 16-23 giugno 2005
Inviato da Marco M.
Tempi
duri per chi soffre frequentemente di mal di testa, dolori reumatici o
forti dolori mestruali e ricorre spessissimo agli antidolorifici. Dopo
la messa al bando del Vioxx e di tutti i farmaci a base dello
stesso tipo di molecole, i cosiddetti Cox2, gli studiosi hanno
messo sotto accusa altre due famiglie di medicinali: quelli a base di ibuprofen,
come il Moment e il Buscofen, e quelli che contengono il diclofenac,
come il Voltaren. Le due sostanze, infatti, aumentano le
percentuali di rischio per l’infarto.
La notizia è stata diffusa dal quotidiano britannico The Guardian,
dopo che sull’autorevole rivista British Medical Journal è
stata pubblicata una ricerca dell’Università di Nottingham
sui rischi legati agli antidolorifici. Le autrici dello studio
epidemiologico, Julia Hippisley-Cox e Carol Coupland, hanno identificato
9.218 pazienti in Inghilterra, Galles e Scozia, tra i 25 e i 100
anni, che hanno già sofferto di un primo infarto e li hanno tenuti
sotto osservazione. Nelle valutazioni finali, naturalmente, sono stati
considerati i fattori come l’età, le malattie cardiovascolari
diagnosticate, il fumo e il consumo di altri farmaci, come l’Aspirina
che riduce il rischio di un attacco di cuore. Il risultato è stato che
con il consumo di ibuprofen il rischio infarto cresce del 24 per
cento, mentre con l’assunzione di diclofenac aumenta addirittura
del 55 per cento. Per quanti hanno curato il dolore con il
rofecoxib, il principio attivo del Vioxx, il rischio infarto è salito
del 32 per cento, contro il 21 per cento in più di un altro Cox2, il
celecobix contenuto nel Celebrex.
In Gran Bretagna l’attenzione si è tutta concentrata sull’ibuprofen,
da sempre considerato uno dei farmaci più sicuri del mercato e
usatissimo come sostituto del Vioxx. Secondo le ricercatrici, ogni 1.005
persone ultra sessantacinquenni che assumono ibuprofen, uno subirà un infarto.
E per capire l’impatto dei numeri, è bene considerare che solo
oltremanica i pazienti che soffrono di artrite e sono quindi potenziali
consumatori di antidolorifici, sono circa 9 milioni.