L’ennesimo tentativo per
inchipparci: la follia del microchip contraccettivo
Marcello Pamio – 19
maggio 2014
Continuano imperterriti nel lavoro di propaganda e condizionamento mentale, per
convincerci ad impiantarci sottopelle il microchip. Non sanno più che fare e le
stanno provando tutte.
Hanno iniziato diversi anni fa, facendo legiferare i camerieri-marionette
(politici e governi), con decreti ad hoc per impiantare il microchip negli
animali domestici.
Da novità, oggi è diventata una pratica normalissima e imposta per legge.
L’obiettivo finale però non è il cane, ma l’animale uomo!
Utilizzando la sempreverde paura, e la crescente richiesta di sicurezza e
protezione, qualche povero individuo si è fatto, per soldi, impiantare
sottopelle il microchip. Paura de che? Ovviamente paura di rapimenti, sequestri
di persona, terrore di furti o clonazione di carte di credito, tanto per citarne
alcune.
Ma a tutto, sappiamo esserci rimedio e infatti con il microchip queste cose non
esisteranno più!
Saremo tutti più al sicuro.
Un bambino viene rapito? Nessun problema: grazie al satellite saranno in grado
di rilevare il codice emesso dal chip in poche ore.
Ti clonano la carta di credito e la usano per acquisti su internet? Nessun
problema: con il chip questo non sarà più possibile.
Ma nonostante la
propaganda mediatica più becera, tale strategia non sta avendo il successo
voluto, forse perché, nonostante il rimbambimento e l’ipnosi cerebrale, le
persone sono ancora in grado di pensare fino in fondo, per fortuna.
L’ultimo tentativo in ordine cronologico ci arriva dalla frontiera della
contraccezione.
Anche in questo caso la scoperta esce dal loschissimo MIT, il centro di Boston
(fucina scientifica della Sinarchia), dove alcuni scienziati stanno lavorando
allo sviluppo di un chip sottopelle che funzioni come contraccettivo.
Cosa c’è di più bello e
sicuro di un microchip contraccettivo in grado di sostituire tutti gli altri
strumenti usati fino ad ora? Un pezzetto di silicio microscopico, che può
sostituire in tutta sicurezza il profilattico, la spirale e perché no, anche la
pillola.
Nonostante il maschio occidentale sia sempre meno fertile, e cioè con pochissimi
spermatozoi sempre più lenti, a causa di inquinamento ambientale,
xeno-estrogeni, alimentazione e vita innaturali e molto stress, la Scienza vuole
controllare le eventuali gravidanze indesiderate.
A dir poco meraviglioso: la scienza al servizio della vita!
Da quel poco che hanno
fatto appositamente trapelare dai media, si sa che la sua attivazione
funzionerebbe grazie al wireless, in pratica è connesso (non si sa bene a chi o
a cosa) tramite onde radio, e sarebbe in grado di somministrare estrogeni e
anche medicinali.
La sua durata dovrebbe essere intorno ai 5 anni, ma i ricercatori stanno
lavorando per aumentarla.
Le agenzie di stampa all’unisono ci dicono che “purtroppo, prima di poter
avere tra le mani questo strumento che potrebbe cambiare completamente il mondo
della contraccezione, dovremo attendere alcuni anni”. Della serie, ci
vogliono far sognare a occhi aperti e desiderare, con tanto di bava alla bocca,
questa scoperta rivoluzionaria. Vogliono creare l’attesa di quello che sarebbe,
secondo loro: “il più grande progresso della medicina dalla prima
pillola sviluppata nel 1876”.
Invece si tratta
dell’ennesimo attacco, forse il più pericoloso e insidioso all’essere umano e
alle libertà individuali.
Non ci dicono per esempio di quali materiali è composto, visto che dovrebbe
rimanere diversi anni all’interno del corpo umano, e quindi sottoposto al vigile
controllo del sistema immunitario.
Se una persona volesse toglierlo? La rimozione comporterebbe rischi per la
salute?
Se per un accidente, dovesse rompersi, quali sostanze fuoriuscirebbero?
Domande che ovviamente rimarranno prive di risposta, ce sono ancora: una volta
impiantato sottopelle, cosa potrebbe realmente trasmettere il microchip
comandato e controllato a distanza attraverso il wireless? E da chi sarebbe
controllato? Chi garantirebbe in questo caso la privacy dei dati sensibili
contenuti?
Quello che sappiamo per
certo è che il microchip è in grado di liberare sostanze chimiche contenute al
suo interno, come gli ormoni che simulano la gravidanza e anche farmaci.
Se è in grado fare questo, potrebbe anche liberare altre sostanze chimiche
contenute (droghe, ecc.).
Il microchip potrebbe eseguire visto che l’attuale tecnologia lo permette da
anni - vere e proprie misurazioni e analisi ai tessuti e del sangue.
Infine, tenuto conto della capillarità del sistema nervoso, è così difficile e
impensabile che il chip possa connettersi direttamente al sistema nervoso
centrale (cervello) e comunicare-scambiare informazioni e/o comandi?
Le conseguenze in questi ultimi casi sarebbero per noi inimmaginabili…