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Facciamo sentire le nostre voci
di Michael Moore - da "Liberazione" 13 aprile 2003, traduzione Igor Giussani

Applausi e fischi
Quando "Bowling a Columbine" è stato proclamato vincitore dell'Oscar come Miglior Documentario per la Academy Awards, il pubblico si è alzato in piedi. E' stato un grande momento, uno di quelli che rimarrà sempre nel mio cuore. Stavano tutti in piedi ed applaudivano un film che racconta come noi Americani siamo un popolo unico quanto a violenza, che utilizziamo la nostra massiccia forza di fuoco per ucciderci l'un l'altro e per scagliarla contro molte nazioni nel mondo. Stavano applaudendo un film che mostra come George W. Bush sfrutti delle paure insensate per spaventare l'opinione pubblica e manipolarla ai suoi scopi. E stavano acclamando un film che sostiene le seguenti affermazioni: la prima guerra del Golfo è stata un tentativo di reintrodurre la dittatura in Kuwait; Saddam Hussein è stato armato dagli Stati Uniti; e che il governo americano è responsabile della morte di mezzo milione di bambini in Iraq attraverso dieci anni di embargo e bombardamenti. Questo era il film che stavano applaudendo, che avevano votato, e ho deciso che avrei dovuto tenere conto di ciò nel mio intervento.
E perciò, ho dichiarato quanto segue sul palcoscenico degli Oscar:
"Per conto dei nostri produttori Kathleen Glynn e Michael Donovan (canadesi), vorrei ringraziare l'Accademia per questo premio. Ho invitato sul palco i rappresentanti dell'altro documentario in concorso. Sono qui per solidarietà in quanto ci piace la non-fiction. Ci piace perché viviamo in un'epoca di fiction. Viviamo in un'epoca in cui i risultati fasulli di un'elezione ci hanno consegnato un presidente fasullo. Stiamo combattendo una guerra per ragioni fasulle.
Che si tratti di tute antichimiche fasulle o di "allarmi arancioni" fasulli, noi siamo contro questa guerra. Si vergogni signor Bush, si vergogni. E, se si trova il Papa e le Dixie Chicks contro di lei, il suo tempo è finito".
A metà dei miei commenti, qualcuno del pubblico ha cominciato ad applaudire. Ciò ha immediatamente scosso un gruppo di persone in platea che ha cominciato a disapprovare. Poi coloro che sostenevano i miei commenti hanno cominciato a sovrastare chi disapprovava. Il "Los Angeles Times" ha scritto che il direttore dello spettacolo ha cominciato a gridare all'orchestra "Musica! Musica!", per interrompermi, e così l'orchestra ha diligentemente attaccato un motivo ed il tempo del mio intervento è scaduto.
Il giorno dopo -e per due settimane successive- i guru della Destra e i commentatori radiofonici chiedevano la mia testa. E così, tutta questa gente è riuscita a danneggiarmi? Hanno avuto successo nel "ridurre al silenzio" il sottoscritto?"

Video e libro volano
Bene, andate a dare un'occhiata al mio Oscar "controcorrente".
Il giorno dopo aver criticato Bush, e la guerra agli Academy Awards, le prenotazioni di "Bowling a Columbine" nei cinema del Paese sono aumentate del 110%. Il Week-end successivo, i botteghini hanno segnato un incremento nei guadagni del 73%. Si tratta attualmente del film più programmato in America, per 26 settimane di fila ed è ancora in crescita. Il numero di cinema che sta proiettando il film dopo gli Oscar è AUMENTATO, ha migliorato il precedente record di vendite di un documentario di circa il 300%.
Il 6 aprile, "Stupid White Men" è balzato al primo posto della classifica del "New York Times" dei libri più venduti. Questo mio libro è alla cinquantesima settimana di presenza in classifica, di cui 8 in prima posizione, e questo rappresenta il suo quarto ritorno in vetta, cosa di fatto mai accaduta prima.
Durante la settimana successiva agli Oscar, il mio sito web, stava registrando 10-20 milioni di visite AL GIORNO. La posta ricevuta è stata in massima parte benevola e di sostegno (e le lettere di odio sono state uno spasso!).
Nei due giorno successivi agli Oscar, le persone che hanno prenotato la cassetta di "Bowling a Columbine" sul sito di Amazon.com sono state di più di quelle per la cassetta di "Chicago", vincitore del premio come miglior film.
La scorsa settimana, ho ottenuto i fondi per il mio prossimo documentario, e mai è stato offerto uno spazio in televisione per realizzare una versione aggiornata di "TV Nation"/"The Awful Truth".
Vi racconto tutto questo perché desidero reagire al messaggio che ci ripetono continuamente, che se cercate una possibilità di esprimere le vostre opinioni politiche, ve ne pentirete. Verrete colpiti in qualche modo, solitamente sul piano economico. Potreste perdere il lavoro e non trovarne un altro. Perderete gli amici, e così via...

Il caso Dixie Chicks
Pensate alle Dixie Chicks. Sono certo che oramai tutti avrete saputo che, siccome la loro cantante ha dichiarato di vergognarsi del fatto che Bush provenga come lei dallo stato del Texas, le vendite del loro disco sono "precipitate" e le stazioni radio nazionali boicottano la loro musica. La verità è che le loro vendite NON sono calate. Questa settimana, dopo l'attacco da loro subito, il loro album è ancora al primo posto della classifica nazionale delle vendite e, secondo il "EntertainmentWeekly", nelle classifiche della musica pop, durante tutto il trambusto, sono SALITE dalla sesta alla quarta posizione. Sul "New York Times", Frank Rich riferisce di aver cercato di procurarsi un biglietto per QUALSIASI concerto previsto delle Dixie Chicks ma di non esserci riuscito perché sono stati tutti venduti. 
La canzone "Travelin' Soldier" delle Dixie Chicks è stata la canzone più richiesta su Internet la scorsa settimana. Non hanno risentito assolutamente di nulla, ma questo non è ciò che i media vorrebbero farvi credere.
Perché tutto ciò? Perché attualmente non c'è nulla di più importante che ridurre le voci dei dissidenti -e di coloro che potrebbero avere il coraggio di fare domande- AL SILENZIO. E quale mezzo migliore se non scegliere alcuni famosi artisti e seppellirli sotto un cumulo di bugie in modo che al comune cittadino giunga forte e chiaro un messaggio che gli faccia pensare: "Wow, se possono fare questo alle Dixie Chicks e a Michael Moore, cosa possono fare ad un sempliciotto come me?". In altre parole, chiudete il becco!
E ciò, amici miei, è il punto centrale di questo film che mi è appena valso un Oscar, come chi comanda sfrutta la PAURA per manipolare il pubblico e fargli fare ogni cosa che gli viene ordinata.

Non lasciatevi intimidire
Bene, la buona notizia, se ci possono essere buone notizie in questa settimana, è che non solo né io né altri siamo stati zittiti, ma a noi si sono uniti milioni di Americani che la pensano esattamente come noi. Non lasciatevi intimidire dai falsi patrioti che stabiliscono le tematiche e le condizioni per il dibattito. Non siate frustati dai sondaggi che mostrano il 70% dell'opinione pubblica è favorevole alla guerra. Ricordate che questi Americani intervistati sono gli stessi Americani che hanno visto i propri figli (o quelli del vicino) inviati in Iraq. Sono preoccupati per le truppe, sono costretti a sostenere una guerra che non vogliono, e desiderano anche non vedere i propri amici, parenti e vicini tornare morti in patria. Tutti auspicano che le truppe tornino sane e salve a casa e tutti noi sentiamo il bisogno di fare in modo che le loro famiglie lo sappiano.
Sfortunatamente, Bush e i suoi amici non hanno ancora finito. Questa invasione e questa conquista li incoraggeranno a fare la stessa cosa in altri luoghi. Lo scopo reale di questa guerra era di dire al resto del mondo: "Non toccate il Texas" - Se avete ciò che noi vogliamo, ve lo veniamo a prendere". Questo, per la maggioranza di noi che crede in una America pacifica, non è il momento di rimanere inerti. 
Fate sentire le vostre voci. Nonostante ciò che sono riusciti a farle, si tratta ancora della nostra nazione".

di Michael Moore - da "Liberazione" 13 aprile 2003, traduzione Igor Giussani

 
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