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Stringere
i tempi nella cura della vista
di
Rishi Giovanni Gatti - www.SistemaBates.it
Il
Sistema di Cura della Vista che dobbiamo al Dott. Bates, come descritto
nelle sue pubblicazioni originali, e come centinaia di praticanti stanno
verificando in questi ultimi anni, è scientifico e riesce. Persone
qualsiasi dai più disparati problemi visivi, semplici e complicati,
leggeri o pesanti, sperimentano, già dopo i primi minuti di
auto-trattamento senza occhiali, dei benefici spesse volte ritenuti
insperabili. Persone con elevata miopia, superiore alle venti
diottrie di prescrizione, hanno presto lampi di vista normale nei quali
l’occhio si focalizza precisamente su un oggetto distante e lo
riconosce, tra lo stupore generale. Persone con presbiopia
consolidata dall’uso decennale degli occhiali per leggere riescono a
leggere caratteri piccoli, ma molto piccoli, dopo pochi minuti di
rilassamento, e subito esplodono in grida di entusiasmo per aver
riconquistato una facoltà che da sempre è stata ritenuta impossibile
da ricuperare. Entrando in campi più delicati, quelli delle
malattie “organiche” dell’occhio, per le quali i lettori sentono
maggiormente la necessità di ricorrere alla medicina, ufficiale e non,
abbiamo raccolto testimonianze di persone che stanno guarendo problemi
come il nistagmo, la cataratta, le maculopatie, e altro, usando come
strumento i metodi indicati da Bates – tra i quali il controverso
utilizzo della luce diretta del sole, o di forti sorgenti elettriche –
trovando non solo benefici fisici, ma anche mentali e psicologici.
Fatta
questa notevole premessa, rimane un dato di fatto: la lentezza della
cura. La strada verso una guarigione totale e permanente è in
quasi tutti i casi lunga, apparentemente tortuosa, irta di ostacoli.
Però, non è “difficile”. Ci sentiamo di dire che la
guarigione permanente è sempre a portata di mano, dietro l’angolo,
dato che i lampi di vista normale, e in seguito i periodi di ore o
giornate intere in cui gli occhi funzionano normalmente senza alcun
intervento da parte nostra, si verificano sempre più spesso, e le
ricadute sono sempre più facili da ricuperare, o sempre più rare.
Eppure molti lettori si sentono a disagio, perché la vista rimane
sempre soggetta a variazioni indesiderate e la cura sembra sfuggire.
Come
ci suggerisce il Dott. Bates, la spiegazione di questi fenomeni deve
essere trovata non ipotizzando teorie, ma analizzando i fatti. In
tutti i casi in cui le ricadute continuano non ostante i continui
progressi realizzati, si noterà che ciò accade perché il lettore, il
praticante di vista perfetta, utilizza male i suoi occhi in qualche
parte della giornata, e molto probabilmente anche durante il sonno.
Utilizzare male gli occhi significa sforzarsi per vedere, cioè
fissare lo sguardo, concentrarsi, cercare di vedere diverse parti di un
oggetto in una volta sola senza creare la senzazione di dondolìo
universale peculiare della vista normale. L’obiettivo della cura
è acquisire l‘abitudine continua a non sforzarsi per vedere, e cioè
a non concentrarsi, mai, in nessun caso, a non fissare lo sguardo su
alcunché, a rilassarsi nel dondolìo universale senza alcun timore che
questo strano fenomeno ci possa travolgere. Questa ultima
affermazione merita di essere sviluppata: ogni volta che si lavora in
favore di una crescita, di una evoluzione personale, si incontrano le
resistenze opposte dal vecchio modo di pensare, dai vecchi vizi che la
nostra mente non vuole abbandonare per paura di non essere in grado di
affrontare la novità, l’ignoto, il futuro. È lo stesso anche
per la cura della vista: le vecchie abitudini di fissità dello sguardo
e di sforzo e concentrazione, non vogliono andarsene, soprattutto perché,
per farle andare via, si commette l’errore di usare metodi sbagliati,
ci si concentra, ci si sforza, si fa della ginnastica per “rinforzare
i muscoli oculari”, il che è un controsenso. Non è possibile
usare sforzo per combattere lo sforzo. L’unica soluzione è nel
rilassamento, nel coltivare gentilmente, placidamente, un atteggiamento
mentale rilassato, non-coinvolto, all’erta e vigile, ma non
condizionato dagli eventi, e quindi pronto e disponibile a rispondere
alle sollecitazioni che arrivano, senza problemi.
Per
“stringere i tempi” nella cura della vista, esistono dei metodi di
rilassamento mentale che sono formidabili, a patto che li si pratichi.
In quasi tutti i casi, ciò che serve è un appuntamento
quotidiano con una tabella di controllo di Snellen, di pochi minuti, per
verificare il livello di sforzo per vedere di cui si è afflitti in quel
momento, e osservare se, cambiando la distanza, l’illuminazione, il
tipo di tabella, o praticando lo spostamento, l’uso della memoria e
dell’immaginazione, la visione delle lettere cambi, in meglio o in
peggio. Se la lettera migliora, se diventa più nitida e iniziano
a comparire righe più piccole, e si diffonde nella testa e nel corpo
una sensazione come di “rilascio” e di benessere, allora il metodo
impiegato è valido e va continuato. Vice versa, il metodo è
sbagliato e va temporaneamente abbandonato per essere riprovato in
seguito, se necessario. Per favorire, indirettamente, la visione
della tabella di controllo di Snellen, che è il vero “test” che
garantisce la genuinità dei risultati, la nostra esperienza di questi
anni di divulgazione del Sistema Originale Batesiano ci conferma la bontà
di alcune pratiche da non dimenticare mai.
In
primo luogo l’uso di luci forti in ogni dove, e specialmente nelle
abitazioni, oltre che negli uffici. Troppo spesso gli ottimi
risultati conseguiti all’aperto e al sole, anche in casi di altissima
miopia, vengono rovinati quando si rientra in abitazioni fin troppo buie
e male illuminate, che mettono a dura prova il rilassamento guadagnato
in condizioni di luce più naturali. Questo è forse l’errore più
comune fatto da tutti i praticanti della cura della vista, ma è anche
il più facile da correggere: è sufficiente dotarsi di ottime e potenti
lampade moderne, possibilmente ad ampio spettro e alta temperatura
cromatica, per illuminare non solo la tabella di controllo ma anche le
zone dove si vive abitualmente. In particolare, tutte le zone dove
ci si guarda allo specchio, il tavolo da cucina, il soggiorno dove si
legge o si guarda la televisione.
In
secondo luogo è importante abituarsi a non sforzarsi per vedere in
condizioni difficili, cioè in luce molto bassa, quasi assente, usando
caratteri molto piccoli. Questa è una pratica di beneficio
universale, cioè adatta a tutti i tipi di difetti, compresi quelli
organici. Abituarsi a non perdere la calma e la rilassatezza anche
quando non si vede niente, e poterlo fare in condizioni “protette”,
dove non c’è nessuno che ci guarda, e non soffrendo condizionamenti
esterni, è di grandissimo aiuto soprattutto perché quando si ritorna a
condizioni di luce più normale e con caratteri più facili la vista è
sempre molto migliorata se non normale. Osservare questo
cambiamento, e rinnovare quotidianamente questa osservazione, è la
garanzia per il successo definitivo. Procrastinare queste
dimostrazioni, pensare che la cura avverrà da sé in un domani
indefinito, invece, è garanzia di fallimento.
Il
“vero” motivo per il quale in pochi decidono di investire totalmente
il proprio tempo nella cura della vista e vanno fino in fondo non
accontentandosi mai dei risultati, ma trovando continuo divertimento
nell’approfondire il proprio livello di rilassamento, ancora oggi non
è chiaro. Era uno dei crucci dello stesso Bates, quando scrisse
che non sarebbe mai stato soddisfatto finché non avesse capito perché
alcuni pazienti guarivano dalle più difficili condizioni oculari in
mezz’ora, e altri andavano avanti a trascinare il trattamento per
molti mesi o anni pur partendo da un difetto di vista dei più lievi.
Oggigiorno, lasciando da parte analisi psicologiche che corrono il
rischio di sviarci ancor di più dalla pratica del trattamento, abbiamo
potuto verificare che la possibilità di confrontare le proprie
esperienze con quelle degli altri praticanti la cura può funzionare da
forte stimolo e catalizzatore. È per questo che abbiamo fondato
l’Associazione Vista Perfetta (Perfect Sight Society), dedicata
esclusivamente a chi pratica l’auto-trattamento, per mettere in
contatto tra loro i soci che volessero insegnare, senza scopo di lucro,
la loro esperienza, così anche imparando meglio i segreti di questa
profonda avventura spirituale.