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La
risposta al disorientamento è il mercato locale
Pierluigi
Paoletti - http://www.centrofondi.it/report/Report_Centrofondi_2007_nov_4.pdf
La velocità con cui si susseguono i cambiamenti rischia di
frastornare le persone che erano abituate al monotono tran tran
quotidiano. Ogni cosa cambia, si trasforma alla velocità della luce ed
i cambiamenti che prima avvenivano in anni oggi avvengono in pochi mesi.
Le persone sono disorientate e se non si adeguano in tempo,
interpretando adeguatamente i segni del cambiamento, rischiano di
esserne travolte. E’ il caso delle aziende di quei settori che nel
giro di pochi anni stanno scomparendo come il comparto tessile, quello
orafo, quello delle calzature e della pelle e tanti altri. Sono
imprenditori che non hanno delocalizzato, non hanno licenziato e sono
rimasti nel loro paese a lottare con il cambiamento, ma ora non ce la
fanno più a reggere il ritmo, a onorare i debiti, a pagare gli
stipendi, colpiti da una concorrenza dai paesi asiatici a cui è
impossibile resistere. E accade che di punto in bianco il calo di lavoro
che negli anni scorsi è stato sì sensibile, ma comunque ancora
sopportabile, nell’arco di pochi mesi sia diventato insostenibile. Chi
ha ancora qualche risparmio da parte chiude mentre chi ha ancora da
pagare debiti cerca ancora di resistere, ma è sempre più difficile.
Di contro abbiamo persone che magari lavorano con uno
stipendio di 1.000 euro e che prima riuscivano a “sbarcare il
lunario” mentre oggi si trovano in forte difficoltà perché negli
ultimi tempi gli euro che hanno in mano si sono ulteriormente svalutati
e assomigliano sempre di più a quello che in realtà sono, solo pezzi
di carta.
Oggi i ricchi sono gli imprenditori che hanno delocalizzato in Romania o Cina
ed hanno visto i loro margini aumentare a dismisura, licenziando però
le persone in Italia e sfruttando il lavoro sottopagato di Romania, 320
euro mensili, e Cina, 120 euro mensili.
Oggi i ricchi sono le banche che sfruttano la loro capacità di creare moneta
dal nulla, con la riserva frazionaria, per accumulare ingenti ricchezze
con cui comprare il mondo reale.
Oggi i poveri sono gli imprenditori che non se la sono sentita di andare a
sfruttare altra gente
Oggi i poveri sono i pensionati che hanno lavorato una vita e vedono la loro
pensione ridotta nel potere di acquisto giorno per giorno
Ma come è possibile che il mondo sia cambiato così tanto
in così poco tempo? Quale è stata la molla che lo ha portato a
cambiare così velocemente?
La globalizzazione? Il debito? La massa monetaria?
Forse il mix micidiale di questi ingredienti?
Esattamente forse non si saprà mai; il fatto è che la spinta ad un
profitto esasperato, la concezione dell’uomo come merce e
l’ignoranza della massa sui meccanismi che vengono adottati da chi
decide veramente le cose, ha prodotto questa situazione.
Oggi è interessante scoprire come per ogni dollaro
prodotto in america ci siano 4,4 dollari di debito
http://www.businessweek.com/bwdaily/dnflash/content/aug2007/db20070826_875599.htm?campaign_id=rss_null
Quando solo nel 1950 era l’esatto contrario.
È interessante sapere come nello scorso settembre in Inghilterra
110.000 persone abbiano dichiarato il fallimento della propria famiglia
(nei paesi anglofoni questo è possibile) e altrettanto è interessante
scoprire come il debito delle famiglie inglesi, ormai al 160% del loro
reddito, abbia superato il PIL:
Se vediamo graficamente il debito globale vediamo che segue
un andamento esponenziale
ed è intuitivo che fette sempre più grandi del nostro
reddito devono essere destinate al ripianamento del debito (mutui,
prestiti, anticipazioni, scoperti di conto ecc. ecc.) tanto che
rimangono sempre minori disponibilità per la vita quotidiana e
l’indebitamento non serve più per crescere e fare investimenti, come
avveniva all’inizio del grande ciclo e abbiamo visto dal dato
americano sul rapporto debito PIL, ma solo per cercare disperatamente di
mantenere il livello di benessere.
Accanto a questo c’è un fenomeno che è quello dell’aumento della
massa monetaria che da molti anni è molto superiore al reale
fabbisogno. Proprio ieri la bce ha comunicato che ad ottobre abbiamo
avuto l’aumento di massa monetaria maggiore degli ultimi 28 anni, al
12,3%. Facciamo un rapido calcolo: se la produzione di beni e servizi
nell’area euro è di circa il 2,5% e l’inflazione ufficiale sempre
dell’area euro ha una media intorno al 2,5% abbiamo una massa
monetaria che dovrebbe aumentare ad un tasso del 5% annuo. Poiché la
media dell’aumento della massa monetaria è intorno al 10%, come si
giustifica quel 5% in più se non come perdita del potere di acquisto? E
calcolando che questo aumento è stato costante in tutti gli anni
successivi all’introduzione dell’euro è facile capire come mai i
nostri stipendi non valgono più niente. Perché lo fanno? Prima per
permettere ai loro amici speculatori di comprare a saldo proprietà e
aziende, quelli che prendono denaro svalutato prima che i prezzi si
adeguino sono avvantaggiati e sono sempre amici e amici degli amici.
Oggi continuano a farlo per non far scoprire il trucco e far fallire
banche che hanno giocato troppo con prodotti finanziari altamente
tossici.
Altro fatto importante è che ora le banche stanno
progressivamente riducendo il credito con Basilea2 che entrerà a pieno
regime con il nuovo anno e questo, unito alle difficoltà delle imprese
e delle famiglie derivanti dal momento economico, potrebbe essere il
detonatore di una situazione molto pericolosa.
La situazione come vediamo è molto delicata, ma ancora permette di
essere ottimisti se solo usiamo la nostra testa per avere la
consapevolezza dei meccanismi che hanno creato questo sistema e mettere
in atto una serie di contromisure da prendere:
- Ricostruire la struttura del mercato locale
- Creare vetrina e mercato alle produzioni locali riqualificando il
piccolo commercio
- Ridurre le filiere produttive che consentano al produttore di
percepire un giusto guadagno e al consumatore di pagare un prezzo
inferiore
- Aumentare il potere di acquisto delle famiglie e dei pensionati con
l’adozione dei Buoni Locali SCEC (la Solidarietà ChE Cammina)
- Attivare la solidarietà della comunità nei confronti delle persone
svantaggiate
- Attivare una rete interregionale di scambi di eccedenze produttive e
flussi di turismo agevolati dall’adozione dei Buoni Locali
Al peggiorare della situazione internazionale e nazionale
dovrà corrispondere un’attività volta al raggiungimento di questi
obiettivi che consentirà alle economie locali di far fronte alle
tempeste economiche in arrivo e di sganciarsi dal treno della
globalizzazione che sta deragliando, per intraprendere un cammino di
ricostruzione e di crescita anche morale su di una strada completamente
diversa, ma facile da attuare. Molto più semplice di quanto si creda.
Molti gruppi stanno lavorando alacremente all’attuazione di questo
progetto www.progettotau.org
in tutta Italia e poiché il tempo scorre veloce è necessario che
chiunque abbia la consapevolezza del problema si faccia carico di
informare gli altri e si attivi affinchè le persone non cadano in uno
stato di prostrazione, ma gli faccia sapere che una soluzione
praticabile subito c’è e si metta in moto quella energia che porterà
a quello scatto di reni che la nostra gente e le nostre imprese sanno
fare nei momenti difficili come questo.
Non aspettiamoci aiuti dalle istituzioni che sono parte
integrante delle cause che hanno determinato questa situazione, questa
volta possiamo contare solo sulle nostre forze, quindi…non perdiamo
altro tempo prezioso e mettiamoci AL LAVORO!
That’s all folks