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Capitolo
XXIX
Tratto
da “Vista perfetta senza occhiali” del Dottor W. H. Bates
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Si ammette che la vista povera sia una delle più fruttifere
cause di ritardo nelle scuole. Si è stimato che può ragionevolmente
essere ritenuta responsabile di un quarto degli abituali alunni
“rimasti indietro”, e si assume comunemente che tutto questo possa
essere prevenuto mediante occhiali adatti.
C’è molto di
più nella visione difettosa, però, della mera incapacità di vedere la
lavagna o di usare gli occhi senza dolore o fastidio. La visione
difettosa è il risultato di un’anormale condizione della mente, e
quando la mente è in una condizione anormale è ovvio che nessuno dei
processi educativi possa essere condotto con vantaggio. Mettendo gli
occhiali ad un bambino potremmo, in qualche caso, neutralizzare
l’effetto di questa condizione sugli occhi, e rendendo il paziente più
a suo agio potremmo migliorare le sue facoltà mentali fino ad un certo
punto; ma non alteriamo la condizione fondamentale della mente, e
confermandola in un’abitudine cattiva potremmo renderla peggiore.
Si può
dimostrare facilmente che tra le facoltà della mente che vengono
danneggiate quando la visione è danneggiata vi è la memoria; e dato
che una larga parte del processo educativo consiste nell’immagazzinare
dei fatti nella mente, e che tutti gli altri processi mentali dipendono
dalla conoscenza che si ha dei fatti, è facile vedere quanto poco si
adempia meramente mettendo gli occhiali ad un bambino che ha “problemi
agli occhi”. La straordinaria memoria delle genti primitive è stata
attribuita al fatto che a causa dell’assenza di qualsiasi mezzo
conveniente per fare registrazioni scritte essi dovessero dipendere dai
loro ricordi, che venivano di conseguenza rafforzati; ma nell’ottica
dei dati di fatto conosciuti sulla relazione tra memoria e vista è più
ragionevole supporre che la memoria ritentiva dell’uomo primitivo
fosse dovuta alla stessa causa della sua aguzza visione, una mente a
riposo.
La memoria dei primitivi, così come la loro acutezza visiva, è stata
rilevata tra persone civilizzate; e se fossero stati fatti i necessari
controlli si sarebbe senza dubbio scoperto che esse occorrono sempre
insieme (...)
Quando la vista
di due persone è diversa si è scoperto che la memoria differisce di
pari grado. (…)
Perfino quando
la differenza nella vista è tra i due occhi della stessa persona, si può
dimostrare, come è stato indicato nel capitolo sulla “Memoria come
Aiuto alla Visione”, che c’è una corrispondente differenza nella
memoria, a seconda se entrambi gli occhi sono aperti, o se viene chiuso
l’occhio migliore.
Nel sistema
educativo attuale si fanno continui tentativi forzosi per costringere i
bambini a ricordare. Questi tentativi falliscono sempre. Essi guastano
sia la memoria che la vista. La memoria non si può forzare come non si
può forzare la visione. Ricordiamo senza fare tentativi forzosi,
proprio come vediamo senza tentativi forzosi, e più duramente tentiamo
di ricordare o vedere e meno siamo in grado di farlo.
Il tipo di cose che ricordiamo sono le cose che ci interessano, e la
ragione per cui i bambini hanno difficoltà nell’imparare le loro
lezioni è che esse li annoiano. Per la stessa ragione, tra le altre, la
vista viene danneggiata, e la noia è una condizione di sforzo mentale
in cui è impossibile per l’occhio funzionare normalmente. (…)
La ragione fondamentale, per la scarsa memoria e per
la scarsa vista dei bambini scolari, in breve, è il nostro sistema
educativo irrazionale e non naturale.
Quando uno non è interessato la mente non è sotto controllo, e senza
controllo mentale uno non può imparare né vedere (...)