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malasanità
Medici
prescrivevano farmaci in cambio di viaggi e cellulari
tratto da La Repubblica del
05/07/2002
Roma. Bastava una firma, il
via libera al farmaco giusto e il baratto si concludeva con una stretta di
mano. Il medico pensava a prescrivere "quella" medicina, e la
casa farmaceutica ripagava con un computer, un cellulare, un viaggio
mascherato da convegno. La ricostruzione è della Guardia di Finanza da
qualche tempo impegnata in indagini e verifiche. Punto di partenza, una
casa farmaceutica di calibro internazionale, ma nel mirino ci sono altre
sei aziende del settore e migliaia di medici in tutta Italia.
Da una verifica fiscale nei confronti della casa farmaceutica, i
finanzieri hanno ricostruito movimenti per decine di milioni di euro. Quei
soldi, sospetta la finanza, potrebbero essere stati utilizzati per la
cosiddetta attività di comparaggio: accordi illeciti con medici e
veterinari che si impegnano a prescrivere determinati farmaci in cambio di
favori.
Sistema sempre più vasto e sofisticato, dicono alla guardia di finanza,
cresciuto su una capillare rete di informatori scientifici. Fra le
ipotesi, anche un collegamento con un altro sistema commerciale, chiamato
co-marketing: in sostanza la holding titolare del brevetto su un principio
attivo, cede il diritto alla commercializzazione del farmaco, allo stesso
prezzo, a piccoli produttori che, senza il rischio di inciampare in
scandali, possono buttarsi in spregiudicate strategie di mercato.
L'inchiesta non è finita. E presto potrebbero scattare le prime denunce.
Leggendo il bilancio delle aziende sono state trovate spese di
rappresentanza (viaggi e congressi) comprese tra il 4,5 e il 7% del
fatturato. Ad esempio: in dodici mesi un'azienda ha speso 13 milioni di
euro solo per l'organizzazione dei congressi, un'altra 2 milioni di euro
solo per le spese di rappresentanza, un'altra ancora 5 milioni di euro per
i viaggi. Somme molto elevate che, secondo gli investigatori, potrebbero
nascondere favori e regali ai medici amici. Contributi all'inchiesta
arrivano dalla Germania dove sono stati indagati 3500 medici accusati di
aver ricevuto tangenti da una casa farmaceutica. "Stiamo acquisendo i
nomi dei medici con più presenze nei congressi - spiega il generale
Vincenzo Suppa, capo reparto operazioni delle fiamme gialle - ed
effettuando uno screening delle ricette e dei vari rimborsi
concessi".
tratto da La Repubblica del
05/07/2002