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La
corrispondenza Mazzini-Pike del 1870
Tratto da
“Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia”
Albert Pike (1809-1891), massone del 33° grado,
Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del R.S.A.A. (Rito
Scozzese Antico e Accettato) della Giurisdizione Sud degli Stati
Uniti.
Membro onorario di quasi tutti i concilii supremi del mondo, e membro
del K.K.K, Ku Klux Klan.
Amico del frammassone Giuseppe Mazzini
Mazzini tratteneva una fitta corrispondenza col Pike: ai
fini del nostro studio sono ben significative due lettere in
particolare: quella che Mazzini inviò al Pike il 22 gennaio 1870 e
quella del Pike a Mazzino datata 15 agosto 1871. Jean Lombard annota che
questa corrispondenza si trova depositata negli archivi di Temple House,
la sede del Rito Scozzese di Washington, ma off
limits cioè di consultazione vietata; pur tuttavia la lettera di
Albert Pike, scritta il 15 agosto 1871, venne una volta esposta alla
British Museum Library di Londra. Là un ufficiale di marina canadese,
il commodoro William Guy Carr (presente in veste di consulente per gli
Stati Uniti alla Conferenza di San Francisco del 26 giugno 1945) poté
prenderne conoscenza e pubblicarne un riassunto nel libro citato Pawns
in the Game.
Il documento è curiosamente profetico e precorritore della
sinistra triade "crisi-guerra-rivoluzione", che ha tormentato
il XX° secolo. Ecco in che forma lo presenta il Carr:
"[ ... ] La prima Guerra Mondiale doveva essere combattuta per consentire agli "Illuminati" di abbattere il potere degli zar in Russia e trasformare questo paese nella fortezza del comunismo ateo. Le divergenze suscitate dagli agenti degli "Illuminati" fra Impero britannico e tedesco furono usate per fomentare questa guerra. Dopo che la guerra ebbe fine si doveva edificare il comunismo e utilizzarlo per distruggere altri governi e indebolire le religioni.
[ ... ] Il 15 agosto 1871 Pike disse a Mazzini che alla fine della Terza Guerra Mondiale coloro che aspirano al Governo Mondiale provocheranno il più grande cataclisma sociale mai visto. Si citano qui le parole scritte dallo stesso Pike nella lettera che si dice catalogata presso la biblioteca del British Museum di Londra:
"Noi scateneremo i nichilisti e gli atei e provocheremo un cataclisma sociale formidabile che mostrerà chiaramente, in tutto il suo orrore, alle nazioni, l'effetto dell'ateismo assoluto, origine della barbarie e della sovversione sanguinaria. Allora ovunque i cittadini, obbligati a difendersi contro una minoranza mondiale di rivoluzionari, questi distruttori della civiltà, e la moltitudine disingannata dal cristianesimo, i cui adoratori saranno da quel momento privi di orientamento alla ricerca di un ideale, senza più sapere ove dirigere l'adorazione, riceveranno la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero rivelata finalmente alla vista del pubblico, manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell'ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo!"
"Quando Mazzini mori nel 1872 - prosegue ancora il Carr - nominò suo successore un altro capo rivoluzionario, Adriano Lemmi. A Lemmi più tardi sarebbero succeduti Lenin e Trotzkij. Le attività rivoluzionarie di tutti costoro vennero finanziate da banchieri inglesi, francesi, tedeschi e americani. Il lettore deve avere presente che i banchieri internazionali dì oggi, al pari dei cambiavalute dei tempi di Cristo, sono solo strumenti e agenti degli Illuminati. Mentre al grande pubblico era lasciato credere che il Comunismo è un movimento di lavoratori per distruggere il Capitalismo, gli ufficiali dei Servizi di Informazione inglesi e americani erano in possesso di autentica evidenza documentaria comprovante che capitalisti internazionalisti operanti attraverso i loro istituti bancari avevano finanziato entrambe le parti in ogni guerra e rivoluzione combattute dal 1776"
Giuseppe Mazzini, frammassone fondatore della "Loggia Propaganda P1" (da non confondersi con la "Loggia Propaganda P2" fondata da Adriano Lemmi nel 1875) e della "Prima Internazionale Comunista" ("L'altra faccia di Carlo Marx", ed. Uomini Nuovi).