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Maremoto
in Asia
Rallentamento della rotazione terrestre o meteorite?
Marcello
Pamio – 29 dicembre 2004
Non
ci sono parole per descrivere e commentare le immagini - che così
gentilmente la televisione continua a veicolarci - dell’immane disastro
accaduto il 26 dicembre scorso in Asia. Le ultime agenzie di stampa
parlano di almeno 60mila morti, ma le previsioni più realistiche sono
molto più infauste!
Il giorno di Santo Stefano non è nuovo a queste catastrofi: il 26
dicembre dello scorso anno a Bam nell’Iran occidentale un terremoto di
magnitudo 6,5 ha provocato oltre 41mila morti, e andando indietro nel
tempo, lo stesso medesimo giorno del 1939 in Turchia un terremoto ha
distrutto la vita a 33mila persone! Più che un giorno di festa sembra un
giorno nefasto!
Numerologia
a parte le cose che hanno colpito l’attenzione nell’ultimo disastro
sono state almeno un paio: la prima riguarda la caduta di meteoriti
proprio nelle vicinanze dell’epicentro del terremoto qualche giorno
prima. Non so quanti hanno sentito questa notizia, ma il 19 dicembre
2004, quindi una settimana esatta prima della catastrofe, nella capitale
dell’Indonesia, Giakarta, e in altre due città limitrofe, sono stati
visti precipitare alcuni meteoriti. Le notizie come al solito, sono
poche e frammentarie, ma la denuncia è stata data alla radio da Muji
Raharto, un esperto dell’osservatorio astronomico Boscha di Bandung a
ovest dell’isola di Giava[3],
che ha anche specificato, come il meteorite fosse ben visibile in pieno
giorno.
La seconda riguarda le dichiarazioni dell’ASI, l’Agenzia Spaziale
Italiana, secondo le quali “il catastrofico sisma è stato talmente
violento da modificare in modo considerevole l’inclinazione
dell’asse di rotazione terrestre”[4]. I risultati preliminari
parlano di uno spostamento di 2 millesimi di secondo d’arco, che
equivarrebbe, a uno spostamento lineare di ben 5-6 centimetri! Potrebbe
sembrare questo uno spostamento di poco conto, e invece è qualcosa di
molto preoccupante perché se verrà confermato potrebbe comportare
ripercussioni a livello climatico globale (ricordiamo che il nostro
clima dipende proprio dall’inclinazione dell’asse!).
Può
essere stato l’impatto di uno o più meteoriti ad aver innescato il
disastro, o sono delle semplice coincidenze? Per il vicedirettore
dell’Istituto di Fisica Terrestre a Mosca, il Prof. Aleksandr
Ponomariov non centrano nulla corpi celesti esterni, perché la causa
sarebbe da imputarsi alla rotazione terrestre. Proprio così. Secondo
l’esperto russo il rallentamento della rotazione della Terra avrebbe
originato non solo il maremoto ma anche i “più recenti cataclismi
tettonici”[5].
Questa è un’ulteriore conferma alle teorie di Greg Braden, il quale
da diversi anni parla del rallentamento costante della rotazione del
nostro pianeta.
Il geologo poi si spinge oltre, ipotizzando addirittura il rallentamento
della velocità di rotazione della Terra fino al punto di fermarsi, per
poi ripartire invertendo il senso di marcia. Cioè se prima girava da
ovest verso est, da quel giorno in poi girerà da est verso ovest.
Nell’attesa o meno di questo fenomeno astronomico (con tre giorni di
buio o di luce?), la cosa che salta agli occhi è come in questi ultimi
mesi la Terra è stata oggetto di fenomeni concreti come terremoti e
maremoti, attività vulcanica, uragani e scioglimento dei ghiacciai!
Qualcuno potrà obiettare che sono cose naturali sempre accadute in
passato. Certo. Anche le epoche glaciali (noi viviamo in una periodo
interglaciale) si sono sempre verificate, ma se ai cambiamenti della
Natura ci mettiamo pure lo zampino nostro (emissioni a iosa di gas
serra, inquinamento ambientale, ecc.), le cose invece di semplificarsi
si complicano eccome.
[1]
La
scala adottata dai sismologi per misurare l'intensità di un
terremoto è la Richter. Contrariamente alla vecchia scala Mercalli,
basata sulla constatazione degli effetti provocati dal terremoto, la
scala Richter è l'unica che abbia valore scientifico perché basata
sul valore dell'energia liberata dal sisma, espressa nella
magnitudo. Ideata nel 1935 dal sismologo americano Charles Richter,
l'omonima scala non prevede un valore massimo. Tuttavia si ritiene
estremamente difficile che un terremoto possa superare il valore di
9, un valore molto vicino cioè alla magnitudo del terremoto che
oggi ha colpito il Sud-Est asiatico. Tra un valore e l'altro della
scala c'e' una differenza di energia di circa 30 volte.
[2]
Dal sito della Rai News 24: www.rainews24.it
[3]
ANSA del 19 dicembre 2004
[4]
ADNKRONOS del 28 dicembre 2004
[5]
ANSA del 28 dicembre 2004