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Le
mammografie non offrono benefici, cominciano a dirlo i medici
Di David
Gutierrez – mercoledì 14 febbraio 2007
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originale
Tradotto per www.disinformazione.it da Stefano Pravato
Aumenta il numero dei medici che contestano
l’affermazione che le mammografie a cadenza annuale diminuiscano il
rischio di morte per cancro al seno nelle donne.
Il ricercatore danese dott. Peter Gotzsche ha sollevato per primo la
questione in uno studio pubblicato nel "The Lancet"
nell’Ottobre 2006. Gotzsche ha riesaminato gli studi svolti
originalmente sui benefici delle mammografie e li ha trovati
insoddisfacenti.
Da allora, altri medici hanno iniziato ad affermare che oltre a non
fornire protezione, le mammografie – che richiedono un’esposizione a
radiazione delle pazienti – in realtà possono aumentare il rischio di
cancro nelle donne.
"Le ultime
evidenze spostano il bilancio dalla parte del danno e lontano dai
benefici", dice il dott. Michael Baum dell’University College di Londra.
Secondo il giornalista canadese dott. W. Gifford -Jones, le
donne con età compresa tra i 40 e i 49 anni che si sottopongano a
mammografia con regolarità hanno il doppio delle probabilità di morire
per cancro al seno rispetto alle donne che non si sottopongano allo
screening.
"Gli esperti
dicono che si devono esaminare 2.000 donne l’anno per 10 anni per
essere di beneficio in un caso", ha scritto di recente.
Gifford-Jones sottolinea anche altri rischi, sia fisici che psicologici.
Secondo alcuni esperti, comprimendo il seno delle donne durante la
mammografia si possono rompere alcuni vasi sanguigni, provocando la
diffusione di un eventuale cancro nelle altre parti del corpo e
aumentando pertanto il rischio di mortalità della paziente.
Egli ha anche indicato il trauma sofferto dalle donne che
ricevono esiti falsamente positivi della loro mammografia, e il
pericoloso senso di sicurezza di quelle che ricevono esiti falsamente
negativi.
Gli studi mostrano che le mammografie non riescono a rilevare il cancro
nel 30 percento dei casi nelle donne in età compresa tra 40 e 49 anni.
Inoltre, possono volerci otto anni prima che un tumore al seno sia
abbastanza grosso da essere rilevato, e nel frattempo il cancro potrebbe
essersi diffuso in altre parti del corpo.
"Le mammografie
in realtà danneggiano molte più donne di quante ne aiutino",
dice Mike Adams, autore di "The Healing Power of Sunlight and
Vitamin D," un report
liberamente disponibile che illustra alcune strategie per la
prevenzione del cancro al seno e alla prostata. "Le
mammografie vengono usate per lo più come strumento per invischiare le
donne in un sistema di controllo medico basato su diagnosi errate e
tattiche che inducono paura. La maggior parte delle donne vanno allora
in chemioterapia, si sottopongono a operazioni chirurgiche o a
trattamenti radioterapici che possono provocare ulteriori danni o anche
uccidere".