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Dottor
Sebastiano Magnano – tratto da “Scienza & Vita” agosto 1988
L'igiene Naturale è insieme una corrente di pensiero ed
il sistema di vita che ne deriva.
Cercheremo di delineare l'una e l'altra. L'igienismo crede in un ordine
armonioso della Natura: ogni fenomeno è regolato da leggi salde,
coerenti, immutabili in ciò che hanno di essenziale. I processi della
vita non sfuggono a queste leggi naturali che, se rispettate,
rinnoveranno continuamente l'energia vitale e, se
disattese, causeranno prima o poi, malattia e sofferenza.
Per l'uomo quindi salute e benessere sono dei fini raggiungibili
soltanto se egli si atterrà ad un modello di vita in armonia con le sue
esigenze biologiche, psichiche e spirituali.
La malattia è fondamentalmente una deviazione da questo modello: solo
il ripristino di abitudini e comportamenti adeguati riporteranno la
salute.
Chi segue l'igienismo respinge quindi l'atteggiamento
fatalistico nei confronti della malattia: non dal caso dipende, ma
dall'errore. Quando si sta male è segno che, magari inavvertitamente,
è stata violata qualche legge naturale.
Fin qui l'igienismo non si allontana da ogni concezione
"Naturista".
Ma la sua originalità sta, fra l'altro, nella forza e
nella coerenza con cui ha richiamato l'attenzione su un aspetto parziale
di questo modo di vedere, (quasi sempre trascurato o dimenticato) che
cercherò di illustrare nel modo più chiaro. Nel disegno armonioso
della Natura, anche la malattia ha un significato, tende ad un fine, ha
un suo posto che l'inquadra nell'insieme dei processi vitali.
I sintomi, i segni morbosi non sono (se non in casi estremi) espressione
di un cedimento dei corpo, della rottura di un equilibrio, bensì
processi eccezionali, attraverso i quali il corpo reagisce alle
alterazioni determinate da incongrue abitudini di vita, (intossicazione
progressiva) per ristabilire la normalità. In altre parole, la malattia
è una manifestazione della capacità di autoguarigione ed
autoriparazione dei corpo. Capacità che nessuno può guidare o
controllare meglio di quanto non faccia V"intelligenza
somatica" del corpo stesso. In definitiva tutto questo può essere
sintetizzato con la frase
dall'apparenza paradossale: “il corpo guarisce grazie alla malattia".
Credo che sia chiaro quindi che, per l'igienismo, ogni
intervento terapeutico, qualunque sia l'indirizzo medico a cui si ispira
(allopatia, omeopatia, fitoterapia, agopuntura, ecc.) è quasi sempre
superfluo, o dannoso. Infatti tende ad interferire nei delicati e
complessi processi spontanei di autoriparazione e autorigenerazione del
corpo, processi che non possono essere conosciuti completamente dalla
scienza medica. (E d'altra parte sono già di per sé il meglio che
l'organismo può fare in quel momento e in quelle condizioni). Questo è
un punto particolarmente delicato dell'igienismo ed io tenterò di
dimostrare, come in molte situazioni della vita di oggi, un certo tipo
d'intervento abbia la sua giustificazione anche in un'ottica igienista.
Non vi è dubbio, comunque, che la
corsa al rimedio è sempre diseducativa perché crea la convinzione
errata che grazie ad esso si possono aggirare le leggi della vita.
Cosa fa dunque l'igienista quando si ammala?
Bisogna premettere che ogni vero Igienista si adopera affinché
l'ambiente in cui vive sia il più salubre possibile, cura
l'alimentazione, la respirazione, l'esercizio fisico ed ogni altra
esigenza del corpo. In questo modo raramente si ammala. Se ciò succede
sa che, nonostante la sua buona volontà, deve aver trascurato qualcosa
e cerca di capire in cosa consiste il suo errore, in modo da rimuovere
la causa reale della malattia (stress, errori alimentari, effetti
tossici ambientali, ecc., questo è indispensabile perché la malattia
non si ripeta).
A parte questo lavoro fondamentale di, autoriflessione, cosa fa
immediatamente in caso di malattia?
La cosa più semplice e più facile, e alla quale l'istinto lo invita.
Mette il corpo nelle condizioni migliori per portare a termine questa
prova eccezionale, ma resa necessaria dagli avvenimenti, che è la
malattia. Quali sono queste condizioni? Il completo riposo fisiologico,
di cui il digiuno è parte integrante, e, non appena è riuscito ad
identificarli, un apporto equilibrante di quei fattori vitali che sono
stati trascurati. (Aria, luce, sole, ecc.).
Se alcuni di questi non sono a sua disposizione, cercherà
di utilizzare nel modo migliore quei fattori di salute di cui dispone,
senza mai eccedere, però, perché la vita si regge sull'equilibrio.
Credo di aver già evidenziato un altro concetto chiave dell'igienismo:
i fattori che ridonano la salute sono identici a quelli che la
mantengono!
Invece di dare all'ammalato sostanze che sarebbero generatrici di
malattie in persone sane (farmaci) l'Igienismo darà i fattori che
mantengono la salute, secondo i bisogni e le capacità dei malato.
Quindi: apporto equilibrato d'energia vitale nelle forme più varie,
(sole, luce, aria), apporto d'aria pura, acqua pura, cibo sano e
naturale, esercizio fisico, pulizia del corpo, adeguato riposo,
equilibrio psichico e spirituale. Alcuni di questi fattori (come
esercizio fisico, cibo sano) sono da ricercare non immediatamente, ma
quando la crisi disintossicante (malattia) è passata, per raggiungere
così un completo recupero. Durante la malattia la cosa più importante
è infatti il riposo fisiologico completo (digiuno).
Durante il completo riposo fisiologico, infatti, tutte le
risorse energetiche dell'organismo saranno a disposizione dell'attività
disintossicante.
Da quanto ho detto finora dovrebbe essere chiaro che per l'igienismo
tutte le malattie hanno fondamentalmente una causa (EZIOLOGIA) - unica:
una vita irregolare che ha diminuito la vitalità dei corpo (SNERVAZIONE)
e determinato avvelenamento dei sangue (TOSSIEMIA) e, di conseguenza,
dei tessuti. Ho introdotto così due termini chiave per capire a fondo
il dinamismo dei fatto morboso:
1) SNERVAZIONE
2) TOSSIEMIA
Sono due fenomeni strettamente correlati che costituiscono
il modo con cui dalla causa iniziale si sviluppa la malattia: cioè
Vorrei richiamare l'attenzione su alcuni concetti non trascurabili:
1) Essendo unica la causa, unica la modalità di sviluppo
ed unica la modalità di guarigione, la malattia è fondamentalmente una
sola, pur assumendo aspetti e apparenze sempre diverse a causa delle
diversità degli individui e delle circostanze.
2) Pur se la malattia sembra, in certi casi, a esclusivo
carico di un organo, in effetti è sempre tutto il corpo ad essere
ammalato, anche se una sua parte può essere impegnata in modo più
vistoso nell'attività di eliminazione delle tossine e nei fenomeni
riparativi: ciò si verifica o per cause contingenti (es. un trauma) o
per cause che dipendano dalla costituzione individuale o dalle abitudini
o anche dall'ambiente.
Da un certo punto di vista si potrebbe pensare che l'organo più
impegnato sia il più debole, quello che risente maggiormente delle
condizioni interne non buone. Ma è più coerente con l'ottica igienista
dire che, in un certo senso, sia il più forte! Dal momento che la
malattia è un processo attivo e regolato, il compito maggiore sarà
devoluto a chi è in grado di sopportarlo meglio: l'organo più forte,
appunto.
Esempio: se la pelle presenta eczemi, ciò è perchè essa ha la capacità
di svolgere un lavoro di eliminazione meglio di altre parti del corpo.
Se la pelle si indebolisce (pomate ed unguenti vari!) può scomparire
l'eczema, ma il lavoro che faceva la pelle adesso è a carico dei resto
dell'organismo che probabilmente non sarà in grado di svolgerlo con la
stessa efficienza di prima; il conseguente aumento della tossiemia
comporterà un aggravamento della condizione generale: la pelle potrà
sembrare più sana, ma il corpo è più malato!
3) Se la malattia è una, la giusta diagnosi perde molto
del suo valore. Semmai, può avere importanza saper valutare la residua
vitalità dell'organismo: non perché cambino con essa le misure da
prendere, piuttosto essa ammonisce sull'urgenza e drasticità di tali
misure.
4) Ed i virus, i batteri, i funghi, i parassiti e la
sterminata serie di cause che la medicina d'oggi considera reali, cioè
in grado di causare le malattie o comunque di giocare un ruolo
preponderante nel loro determinismo?
Sono, quando non si tratta di fantasie, dei fenomeni che si instaurano
secondariamente: un corpo sano resisterà a qualunque germe, (i germi,
di ogni tipo, sono ovunque) un corpo intossicato, viceversa, può
diventare il terreno di coltura dei germe più banale e cedere alla sua
invasione.
Vi sono delle condizioni particolari che possono danneggiare il corpo:
es. traumi che causano lesioni di ossa, muscoli; organi interni ecc.,
azione di caustici, ustioni; avvelenamenti con tossici di origine
inorganica e biologica (ad es. funghi e serpenti velenosi, ecc.). Ma
tutti questi avvenimenti non sono malattie! Sono situazioni traumatiche
in cui il corpo è leso perché è esposto a condizioni talmente
inadeguate alla vita da determinare un vero e proprio guasto immediato
nel corpo. In casi dei genere, un intervento tempestivo può essere la
salvezza: ma non sono malattie!
Per quanto riguarda poi l'incidenza, nell'insorgere della
malattia, della ereditarietà, l'igiene Naturale pensa che essa è
trascurabile rispetto al ruolo giocato dall'ambiente e dalle abitudini
di vita. Vivendo in armonia con