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guerra in Iraq
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Un
groviglio impressionante di indagati, incarichi, tangenti, amici, amici
degli amici. La complessa storia dell’uomo di Lunardi che ricostruisce
l’Iraq
di
Marco Ottanelli – www.democrazialegalita.it
Tutto
comincia nel 1985, quando Confindustria rinnova i suoi organi dirigenti.
Nella nuova giunta siedono, tra gli altri, nominati dall’allora
presidente Luigi Lucchini, Pietro
Barilla, Calisto Tanzi, Ugo Beretta, Silvio Berlusconi. Lino
Cardarelli viene eletto, con Cesare
Romiti, fra i «rappresentanti generali». Ecco la prima serie di
buffe coincidenze. La prima: Tanzi
e Cardarelli, oltre che amici di infanzia, si trovarono a
collaborare fin da allora. Sia l’uno che l’altro sono concittadini
ed amici di Lunardi, come già detto. Coincidenza numero due: accanto a
Tanzi siedono Barilla (un
altro parmense) e Berlusconi,
che, da lì a poco, saranno indissolubilmente uniti dalla «cordata»
per il possesso della SME, cordata della quale ampiamente si parla nella
motivazione della sentenza per il relativo processo – ove è stato
condannato a 5 anni Cesare
Previti – depositata venti anni più tardi, il 9 marzo 2004. «Barilla
mi pregò, grazie alla mia amicizia e familiarità con l'allora
presidente del consiglio Bettino Craxi, di procurargli un appuntamento con lui. Il premier
spiegò di non essere informato della situazione della SME, e chiese
all'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giuliano Amato, di approfondire la vicenda» (dichiarazioni
spontanee di S. Berlusconi al processo Sme, 5/5/2003) Coincidenza numero
tre: tranne l’armiere Beretta, tutti i suddetti rappresentanti degli
industriali finiranno, prima o poi, nelle maglie di Mani
Pulite. Un bel gruppo davvero, non c’è che dire. Sempre nel 1985,
Cardarelli entra anche nel Consiglio di Amministrazione della Fondiaria,
assieme a Gardini, Schimberni,
Garofano. coincidenza numero quattro: Schimberni, presidente della
Montedison, (che venderà in quegli anni al gruppo Fininvest
una impresa di costruzioni, la BICA) nomina suo amministratore delegato
proprio Lino Cardarelli.
Anzi, gli assegna incarichi su incarichi in Montedison: direttore del
comparto “finanza e controllo” e amministratore delegato della
Montedison Holding Zurigo. Schimberni
lo apprezza e protegge, ma, una volta che proprio Gardini soppianta
Schimberni alla presidenza del colosso chimico italiano, Cardarelli deve
mollare almeno un ufficio, quello delle politiche finanziarie, per
lasciare il posto, coincidenza numero cinque, a Sergio
Cragnotti. Tutti i signori sunnominati vengono tutti coinvolti in
scandali di tangenti. Gardini,
come tutti sanno, si suicida il 23 luglio ’93 in timore (previsione?)
di un arresto, arresto che arriva invece sia per Garofano
(14 luglio; il 25 confesserà di aver versato 280 miliardi a Dc e Psi)
sia per Schimberni (7
dicembre). Implicati nella vicenda Enimont che generò la Madre di Tutte
le Tangenti. Dei nomi Cragnotti e
Tanzi, le cronache sono piene in questo periodo, per i crack Cirio e
Parmalat. Davvero una bella compagna di personaggi.
Storia
recente: guai giudiziari, presidenze, affari
Lasciato
l’incarico di responsabile delle finanze della Montedison, Cardarelli, pur occupatissimo, viene nominato amministratore
delegato della FIP, la merchant bank del gruppo BNL. Presidente, in quel
lontano 1989, della BNL, era Nerio
Nesi, proprio il futuro Ministro per i Lavori Pubblici del
Centrosinistra che, coincidenza (e sei!) assumerà come addetto stampa
la figlia di Cardarelli, Francesca,
come già accennato nell’articolo del 26 febbraio. In
quell’articolo, raccontavamo anche come nel turbine giudiziario di
Mani Pulite viene travolto anche Lino Cardarelli in persona; in fondo, sarebbe stato impensabile il
contrario, visto che tutta Montedison e dintorni era in carcere o in
procinto di andarci. Il 9 dicembre 1993, con un volo da Londra,
Cardarelli giunge a Milano e si consegna alla Guardia di Finanza,
inseguito come era da mandato di cattura. Recitano le agenzie di quel
giorno: «l'ipotesi di reato è quella prevista dall'art. 2621 del
codice civile (false comunicazioni ed illegale ripartizione di utili)
con l' aggravante prevista dall'art. 2640 (danno di rilevante gravità)
in relazione a prelievi indebiti di somme di denaro, con occultamento di
documenti contabili, per circa 500 miliardi di lire che sarebbero stati
dirottati fra il 1984 e il 1986 verso società delle Antille Olandesi».
(In poche parole, FALSO IN BILANCIO, quel reato che il suo amico e
attuale datore di lavoro Lunardi,
in quanto membro del Governo, ha contribuito ad eliminare.
Consideriamola una coincidenza). Deve essere stato un periodo amaro, per
il supermanager di Parma: trasferimenti a S. Vittore, interrogatori, e,
ulteriore delusione, sentirsi scaricato dal suo mentore di sempre, Mario
Schimberni. Il quale, in una deposizione-fiume, addossava a Lino
molte delle responsabilità: «Quando sono arrivato in Montedison -
afferma Schimberni- esisteva una pratica abbastanza diffusa di
finanziamento non palese ai partiti. Io ho cercato di ridimensionare il
fenomeno e, da quando sono diventato presidente della società, i
finanziamenti si sono limitati a cifre dell'ordine di 400-600 mila
dollari l'anno a favore delle segreterie nazionali di DC e Psi. Questi
finanziamenti avvenivano previ accordi con i segretari
amministrativi nazionali dei partiti, ed erano effettuati estero su
estero tramite le strutture della Montedison International Holding,
curati praticamente dall'amministratore delegato Cardarelli».
Tutto sembra volgere al peggio: la prigione, la solitudine, l’oblio.
Un oblio profondo, se si pensa che per circa 10 anni di Cardarelli non si sente più parlare, e che le sue tracce si perdono
nei meandri delle sentenze passate sotto silenzio dopo il clamore delle
indagini. E invece, ecco, i vecchi amici non spariscono mai. Dopo aver
incassato una sentenza di prescrizione, quindi essersela cavata per
questioni di tempo, e non di sostanza, Cardarelli viene chiamato da
Lunardi al Ministero delle infrastrutture. E’ il maggio del 2002
quando lo nominano nel CDA della Stetto di Messina. Un onore ed un onere
non da poco, che, pare pensare Lunardi, è bene affidare ad un vecchio
amico, anche se prescritto. Magari garantiva Tanzi,
all’apice della sua carriera, ed in ottimi contatti con entrambi.
Apice che, come abbiamo ricordato, Cardarelli ha toccato in questi mesi,
e precisamente dal 16 gennaio 2004, quando, come recita il comunicato
ufficiale «Il Consiglio dei Ministri, previa relazione dei ministri
Frattini e Lunardi, ha
autorizzato il prof. Lino Cardarelli ad assumere l'incarico di vice
responsabile del Program management office, la struttura guidata a
Bagdad dall'ammiraglio Nash e competente nella gestione dei contratti
per la ricostruzione dell'Iraq». È questo che sorprende, in certi
uomini: la capacità di non terminare mai la loro carriera, qualunque
cosa accada. Siamo sicurissimi che la capacità nella gestione dei
contratti sia una specialità del professore, e siamo sicurissimi anche
che servirà con dedizione gli interessi del nostro Governo nella
fertile situazione irakena. Per la Patria, l’Eni e gli equilibri
mondiali, chi meglio di Lino, chi?