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Rubrica
Sistema Bates originario / La cura della vista con metodi naturali
di
Rishi Giovanni Gatti – giugno 2010
Pochi giorni fa è stato
pubblicato l’ennesimo studio di una università anglosassone che sfata
il mito della pericolosità dell’esposizione del corpo alla luce
solare. Sembra che se la gente fosse meno timorosa di prendere una
tintarella naturale, o anche solamente di fare semplici passeggiate con
pochi vestiti addosso (senza cappello e senza occhiali da sole), si
ridurrebbero di ben cinquantamila unità le morti per tumore nei soli
Stati Uniti. Il beneficio che deriva dall’esposizione al sole è
giustificato dai medici dal conseguente aumento della produzione di
Vitamina D, che viene assunta dall’organismo normale dai cibi soltanto
per il 10%. Meno luce si prende, quindi, meno Vitamina D si
produce, piú si crea una carenza cronica e piú malattie ci affliggono
con l’avanzare degli anni, in particolare quelle legate alle ossa e
alle articolazioni (per il depauperamento del Calcio).
Recentemente sono state attribuite a una carenza di questa vitamina
anche altre malattie degenerative come il diabete, i tumori, le
cardiopatie, o la debilitante sclerosi multipla.
Come al solito, gli
autori degli studî che di volta in volta richiamano a una rivalutazione
della Elioterapia ci avvisano che sono necessarie creme solari ad alta
protezione per prevenire le “scottature”, dimenticando però di
dirci che i componenti chimici contenuti in tali creme sono spesso
tossici e rischiano di annullare i beneficî dello stesso trattamento
solare. L’unica soluzione seria, secondo il buon senso
igienista, è quella di procedere per gradi cercando di abituarsi
gradualmente alla forte luce solare, 1) curando l’alimentazione, che
deve orientarsi alla frutta e alla verdura di stagione in modo quasi
esclusivo, 2) assicurando il giusto apporto di acqua fresca (magari di
sorgente o per lo meno vitalizzata attraverso varî apparecchi oggi in
commercio) per bilanciare la sudorazione, e sopra a tutto 3) prevenendo
il fastidio agli occhi senza usare i dannosi occhiali da sole.
Per i primi due punti
testé elencati rimandiamo ad altri articoli e/o testi presenti su
questo sito che trattano ampiamente l’argomento. Per il terzo
punto, offriamo una serie di suggerimenti operativi da applicare se
interessati.
Spesse volte si ha paura
che il sole ci bruci la pelle perché ci esponiamo a esso pur avendo un
forte fastidio dato dalla luce, alla quale gli occhi non sono piú
abituati per via delle lunghe ore di buio e/o penombra che la stagione
invernale ci ha procurato, complice anche la necessità di vivere quasi
sempre al coperto. Per evitare questi forti fastidî sarebbe
sufficiente allenarsi ogni giorno a guardare direttamente a occhi aperti
(senza alcun tipo di occhiali) una forte luce elettrica per almeno
cinque o dieci minuti al giorno durante la stagione invernale (iniziando
da una certa distanza e una bassa intensità per poi aumentare nel corso
delle settimane). Se questo non è stato fatto, è possibile
rimediare in un tempo relativamente breve nella stagione estiva
praticando alcune delle seguenti suggestioni:
a) a occhi chiusi
esporre per 5, 10, 15 o 30 minuti o piú a seconda della disponibilità,
il viso al sole fresco del mattino o della sera, evitando il sole di
mezzogiorno per la prima o le prime settimane
b) superato questo
stadio, il lettore sentirà grandi beneficî ma in particolare avrà la
necessità di “goderne di piú”, al che sarà possibile sollevare la
palpebra di un singolo occhio per esporne al sole la parte bianca mentre
si guarda in basso il piú possibile; questo può essere fatto per
alcuni minuti alternando ogni occhio, per sessioni di dieci o venti
minuti complessive, o anche di più
c)superato
questo stadio, sarà possibile provare a esporre i due occhi insieme
sollevando entrambe le palpebre; se il fastidio era stato
precedentemente eliminato, questa pratica si rivelerà eccezionalmente
buona per gli occhi e per il benessere in generale
ci)superato
questo stadio, sarà possibile iniziare a rimirare il sole direttamente,
un occhio alla volta, lampeggiando le palpebre, per pochi minuti al
mattino e alla sera; dopo alcuni giorni o settimane sarà possibile
farlo con i due occhi insieme e con il sole piú in alto nel cielo
cii)quando
il lettore è consapevole di poter rimirare per alcuni minuti il sole di
mezzogiorno con i due occhi insieme senza provare il benché minimo
fastidio e sbattendo naturalmente le palpebre, egli sarà dotato di una
calma interiore e di un benessere psicofisico mai provato prima e la
tintarella, nel frattempo, si sarà formata automaticamente, o comunque
la paura dell’esposizione al sole sarà completamente svanita; c’è
da dire però che per arrivare a questo stadio molto probabilmente
saranno stati necessarî molti mesi di allenamento quotidiano, e cercare
di accorciare questo tempo “forzando” l’osservazione del sole
senza prima essersi preparati naturalmente conduce di solito a problemi
organici degli occhi che è preferibile evitare (pur essendo guaribili,
questi danni causati dallo sforzo di guardare direttamente il sole –
senza essere naturalmente pronti a farlo – sono fonte di
preoccupazioni inutili che è preferibile evitare sin dal principio).
È possibile però
accorciare, almeno in parte, la trafila elencata sopra utilizzando una
forte luce LED a fascio concentrato per eseguire questo trattamento in
casa, a ogni ora del giorno (e della notte), per rinforzare gli occhi e
renderli pronti per l’esposizione estiva al sole. Si tratta di
munirsi di una lampadina “flashlight” di almeno 3
watt di potenza, che abbia un flusso di almeno 150 lumen e la capacità di essere vista di notte ad almeno 250
metri di distanza. Con queste caratteristiche, è possibile
simulare blandamente l’intensità della luce solare dirigendo il
fascio sulla parte bianca dell’occhio, mentre si guarda in basso e
dopo aver sollevato la palpebra. La lampadina non deve restare mai
ferma ma deve oscillare da parte a parte, a una distanza dall’occhio
di alcuni centimetri. Ovviamente, se si prova il benché minimo
fastidio agli occhi, la lampadina va allontanata e la durata del
trattamento non deve superare i pochissimi secondi per volta. Con
la pratica, è possibile continuare per uno o due minuti per occhio,
alternando e muovendo il fascio su tutta la parte bianca, evitando di
guardare direttamente la luce (questo potrà essere fatto gradualmente
nel tempo, prima con un occhio e poi con entrambi, senza mai fissare lo
sguardo per piú di un istante e sempre sbattendo le palpebre
continuamente).
In questo modo, il
lettore intelligente avrà rapidamente superato la disabitudine alle
luci forti e potrà immergersi nel sole estivo senza soffrire eritemi
alla pelle e senza doversi nascondere dietro a visiere, cappelli o lenti
scure, procurandosi cosí la giusta ricarica energetica che al tempo
giusto si potrà rivelare essere una forte carica spirituale per
affrontare la vita di tutti i giorni oltre che per agevolare il cammino
evolutivo che tutti gli esseri umani sono chiamati a fare
nell’esplorazione dei misteri dell’Esistenza.
BIBLIOGRAFIA
William H. Bates, M.D., “Vista Perfetta Senza Occhiali — Bates”,
©2002-2008 Juppiter Consulting Publishing Company®, Milano, traduzione
a cura di Rishi Giovanni Gatti
AA.VV., “il falco per l’educazione perfetta”, N. 32, gennaio 2010,
©Juppiter Consulting Publishing Company®, Milano, (direttore
responsabile: Rishi Giovanni Gatti)
J. Krishnamurti, “La Ricerca della Felicità”, ©1997 RCS Libri,
Milano, traduzione di Vincenzo Vergiani
Albert Einstein, “Relatività: esposizione divulgativa”, ©1967
Boringhieri Editore, Milano, traduzione di Virginia Geymonat