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- Numeri e date nella vita e nella morte di Lincoln e Kennedy
Lincoln,
Kennedy e il sistema bancario mondiale
«Libertà»
il 8/10/2003 "Sistema bancario mondiale e rischio per i titoli di
stato")
Visto su http://www.open-economy.org
Il 27 settembre del 1964 negli Stati Uniti venne pubblicato il famigerato rapporto della commissione Warren, incaricata di indagare sull'assassinio di Kennedy. In tale rapporto si sosteneva che unico responsabile dell'omicidio era Lee Harvey Oswald. Tale rapporto fa tremare ancora oggi anche i nostri politici più “coraggiosi”. Su “Libertà” del 27 settembre di 39 anni dopo, infatti si leggono parole di Bossi sul debito pubblico: "Dal 2008 in avanti il sistema cambia, perché altrimenti la gente si sparerebbe, perché i titoli di stato diventerebbero tutta carta straccia". Cosa significano queste parole? Perché Bossi non chiarisce la questione?
Dovrebbe
conoscerla, ammesso che abbia letto gli articoli della stessa “La
Padania” in merito a tale “carta straccia”. Il coraggio necessario
per attuare una fiscalità sociale a misura d'uomo non esiste proprio.
Lincoln e Kennedy ebbero invece quel coraggio. Ma ambedue pagarono caro.
Lincoln creò le banconote "green-backs", e venne ucciso poco
dopo, nel 1865. Durante la guerra civile americana, i Rothschild di
Londra finanziarono il Nord, e i Rothschild di Parigi il Sud. Per
ridurre il livello del debito che il suo governo avrebbe affrontato,
Lincoln fece quel denaro. Le banconote "green-backs" erano
come dovevano - e come dovrebbero - essere, e cioè prive di interessi
bancari. Ciò si rilevò potenzialmente disastroso per le banche, e se
la cosa fosse continuata dopo la guerra e si fosse diffusa in altri
paesi, le banche e i banchieri avrebbero perso il loro potere. Lincoln
fu assassinato da John Wilkes Booth che, secondo alcuni studiosi, era un
agente della Casa Rothschild. Dopo la morte di Lincoln cessò ovviamente
anche la stampa dei green-backs.
Kennedy
propose la stessa soluzione e subito dopo fu anch'egli ucciso a Dallas,
in Texas, nel 1963. I suoi obiettivi principali erano di prendere il
controllo della moneta della nazione, togliendola dalle mani delle
Banche della Federal Reserve e di terminare così la guerra in Vietnam.
Il vero motivo del suo assassinio è percepibile ad ogni essere umano
pensante. Dopo quello storico omicidio il vicepresidente J.B.Johnson,
appena assunta la carica di Presidente, ordinò infatti il ritiro di
tutte le banconote fatte stampare da Kennedy.
Kennedy
aveva infatti ordinato l'emissione, da parte del Tesoro, di
4.292.893.815 dollari, con banconote che non riportavano più la scritta
"Federal Reserve Note", ma quella, invece, di "United
States Note".
L'ordine
esecutivo di Kennedy (E.O. 11110 del 4 giugno 1963) era un ordine
coraggioso, ed è in fondo quello che bisognerebbe aspettarsi oggi dai
nostri politici italiani. Ma campa cavallo! Costoro tremano di fronte ai
banchieri. E' comprensibile. Ma non bisogna far finta di avere coraggio
dicendo le cose a metà per paura dei banchieri. Infatti, per impedire
una commissione d'inchiesta, libera e indipendente, sull'assassinio di
Kennedy, Johnson e il capo dell'FBI, Hoover, crearono la
"Commissione Warren" per fornire ed avvalorare la versione
ufficiale sull'assassinio. Di questa Commissione faceva parte anche un
certo J. McCloy, che non aveva avuto alcuna esperienza nel campo del
crimine, né dell'ordine pubblico, né in quello della sicurezza della
nazione. In compenso però era il Presidente della Chase Manhattan Bank.
Perché la presenza di un banchiere nella Commissione Warren? Le
uccisioni di Lincoln e di Kennedy testimoniano dunque che per conservare
ed aumentare debiti non dovuti, per questa mega truffa planetaria, non
vi è solo lo strumento della guerra. Per evitare l'estinzione dei
debiti bancari, cioè per evitare l'estirpazione del cosiddetto
"debito pubblico", sostituendolo con un credito sociale o col
reddito di cittadinanza che ne scaturirebbe attraverso l'emissione di
biglietti di stato, vi è anche l'assassinio.
Kennedy
aveva infatti capito che l'egemonia dell'usura poggiava sull'idea
truffaldina della banca centrale: emettere moneta prestandola al popolo,
il quale, creandone il valore con l'accettazione, avrebbe invece dovuto
esserne il proprietario fin dall'emissione. Per semplice logica umana,
tutti infatti possono prestare denaro, ma non chi lo emette. Se io ti
presto una banconota devo averla. Se non ce l'ho e te la stampo, ti
presto casomai la carta, non il valore che stampo su di essa.
In altre parole, se mi presti la tua rete per pescare e mi indebiti
perennemente anche dei pesci che pescherò in futuro, non posso
accettare, perché io devo restituirti solo la tua rete, magari con un
grazie o con gli interessi per l'usura (della rete). Eppure oggi non è
così e questi esempi descrivono esattamente l'attuale sistema bancario
mondiale, che tutti ancora accettiamo, mentre persone e governi stanno
affogando in un mare di guai come è successo in Argentina.
Bisognerebbe dunque ricordare quel 27 settembre di 39 anni fa, altro che
aspettare il 2008 quando saremo ancora più invischiati nella melma
dell'Euro e dell'Europa.
(articolo pubblicato sul quotidiano "Libertà" il 8/10/2003 col titolo originale "Sistema bancario mondiale e rischio per i titoli di stato")