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Lezioni
di Storia Monetaria
di Silvano Borruso
tratto da www.mclink.it/personal/MC0823/lezionistoriamonetaria.html
Se
la storia dev'esser maestra di vita, la discussione in corso sul
fenomeno dilagante delle valute sociali di scambio, non può portar
molto lontano se basata su dati di fatto vaghi o addirittura falsi.
Volgiamo quindi lo sguardo indietro di 70 anni, per mettere a fuoco
eventi reali che possano aiutare a evitare gli errori del passato.
Protagonista
della nostra storia è il tirolese Michael Unterguggenberger
(1884-1936), borgomastro della cittadina austriaca di Wörgl, nodo
ferroviario nella provincia del Vorarlberg. Era il luglio del 1932. In
seguito a una politica globale deflazionista mai dovutamente spiegata e
falsamente attribuita al collasso della borsa di New York di tre anni
prima, la moneta scarseggiava, le intraprese chiudevano i battenti e
infuriava la disoccupazione. La cittadina di poco più di 4000 abitanti
e dintorni già contava 1500 disoccupati, che inutilmente si rivolgevano
al borgomastro per aiuti che non potevano venire da nessuna parte.
Però il nostro,
ex-meccanico e ferroviere, aveva letto, oltre che Marx e compagnia,
anche il loro antidoto: Die Natürliche Wirtschaftsordnung (Nuovo Ordine
Economico) di Silvio Gesell (1862-1930). Costui, beffandosi tanto di
Marx quanto di Adam Smith, puntava il dito su un disordine strutturale
incredibilmente non individuato durante 26 secoli. Esiste infatti una
contraddizione inerente tra le due funzioni monetarie di intermediarietà
negli scambi e porta valori nello spazio e nel tempo, ma sopratutto
nello spazio. E' evidente che denaro negli anfratti di un portafoglio o
incettato in un conto di risparmio a lungo termine non viene scambiato e
viceversa. Che nessuno prima di lui se ne fosse accorto è un mistero
che non tenterò neanche di cominciare a chiarire. Il fatto è che
Gesell se ne accorse, come si accorse che questa contraddizione fosse
causa storica primaria di crisi economiche e politiche, guerre,
rivoluzioni, lotte di classe, povertà nel bel mezzo dell'abbondanza, in
breve della questione sociale.
Alla
fine della Grande Guerra, nel
Nonostante le sacre promesse di tutte le nazioni di bandire la guerra
una volta per tutte, nonostante l'urlo delle masse "Mai più
guerra", nonostante le speranze di un futuro migliore, consti
quello che dico: se il sistema monetario attuale, basato sull'interesse
semplice e composto, rimane operativo, oso predire oggi che non
passeranno 25 anni prima che venga un'altra, molto più terribile
guerra. Ne vedo lo sviluppo chiaramente. Il grado dell'attuale progresso
tecnologico porterà rapidamente a risultati industriali da record. La
capitalizzazione sarà rapida nonostante le enormi perdite belliche, e
la sovraproduzione abbasserà il tasso di interesse. Il denaro comincerà
ad essere accaparrato. L'attività
economica diminuirà e un numero crescente di disoccupati vagabonderà
per le strade. Come prima, si cercherà di occupare territorio e
fabbricare armi per lo scopo, giustificando l'operazione col dovere dare
lavoro ai disoccupati. Si formeranno movimenti rivoluzionari selvaggi
tra le masse scontente e fiorirà la pianta velenosa dell'estremo
nazionalismo. Le nazioni non si capiranno a vicenda e alla fine non potrà
che scoppiare un'altra guerra.
Il
borgomastro dal lungo cognome aveva vissuto in semipovertà le crisi del
1907-08 e del 1912-14, durante le quali aveva contratto la tubercolosi
che lo avrebbe portato alla tomba a 52 anni. Però conosceva il rimedio,
e si mise all'opera. Dopo un paziente lavoro di avvicinamento e di
convinzione presso piccoli impresari, negozianti e professionisti di Wörgl,
il 5 luglio lesse ad alta voce il suo programma di soccorso per
ristrettezze economiche:
La causa
principale del barcollo dell'economia è la bassa velocità di
circolazione della moneta. Come intermediaria di scambi, la moneta
progressivamente sparisce dalle mani dei lavoratori. Filtra invece negli
alvei dove scorre l'interesse, finendo con l'accumularsi nelle mani di
pochi, che non la riversano sul mercato per acquistarvi beni e servizi.
La trattengono invece per specularvi su.
Il municipio
emise quindi la sua moneta. La chiamò Bestätigter Arbeitswerte o
Certificati di Lavoro con un valore alla pari con lo scellino ufficiale,
ma con una differenza capitale: ogni certificato per 1, 5 e 10 scellini,
pur mantenendo un potere d'acquisto stabile, scadeva dopo un mese dalla
data di emissione, a meno di non rinnovarne la validità applicandogli
su un francobollo del valore dell'1% sul nominale, acquistabile in
municipio. Questo, da parte sua, avrebbe accettato i certificati in
pagamento di imposte. Chi non voleva spendere, poteva mantenere il
valore dei suoi certificati depositandoli in banca, a 0% interesse. Al
contrario, la banca non vedeva l'ora di sbarazzarsene per non dover
pagare la tassa di magazzinaggio. E se ne sbarazzava o prestando a chi
voleva investire o pagando salari e servizi.
Chi
poi voleva cambiare certificati in scellini ufficiali poteva farlo in
qualsiasi momento, con uno sconto del 5% sul valore nominale. Così non
si trattava di moneta "alternativa", ma
"complementare". Nessuno era obbligato ad accettarla, neanche
lo scassinatore che nottetempo trafugò moneta ufficiale lasciando
intatti i certificati trovati nell'abitazione dove era penetrato. In
tutto, il municipio fece stampare biglietti per un valore di 32 000
scellini, ma in pratica ne usò meno di un quarto. La circolazione
raggiunse una media di 5300 scellini, cioè un irrisorio due scellini o
meno a persona, che però procurarono lavoro, redditi e profitti ai
cittadini di Wörgl più di quanto facessero i 150 scellini a persona
emessi dalla Banca Nazionale.
Come aveva
predetto Gesell, la velocità di circolazione era l'importante:
cambiando mani circa 500 volte in 14 mesi, contro le 6-8 volte della
moneta nazionale, i 5 000 scellini di certificati di Wörgl fecero
muovere beni e servizi per ben due milioni e mezzo di scellini. Il
municipio, con le casse continuamente riempite da un lato e svuotate
dall'altro, construì un ponte sul fiume Inn, asfaltò quattro strade,
rinnovò le fognature e le installazioni elettriche, e si permise anche
di costruire un trampolino per salto con sci. Per avere un'idea del
potere di acquisto, basta sapere che lo stipendio del borgomastro era in
quella data di 1 800 scellini mensili. Al principio alcuni ridevano,
altri gridavano alla frode o sospettavano
Però
Mammona non dormiva. Unterguggenberger non aveva usato il nome
"certificato" per niente: sapeva che se si fosse azzardato a
chiamarli "moneta" sarebbe incorso nelle ire della Banca
Nazionale l'indomani stesso. Nel frattempo Wörgl era diventata il
centro di pellegrinaggi da parte di macroeconomisti di tutte le tendenze
e colori. Tutti volevano vedere "il miracolo" della prosperità
locale che sfidava la miseria e disoccupazione globali. Il 19 agosto del
1932 il Dott. Rintelen, membro del Governo, riceveva una delegazione
capitanata dal borgomastro. Durante l'incontro dovette ammettere che
Mammona però aveva i suoi "scienziati"
alla Banca Nazionale, intenti a "provare" che l'esperimento
doveva essere proibito. Ecco le ragioni "scientifiche" della
proibizione:
Benchè l'emissione di certificati
di lavoro sembri avallata al 100% da una quantità equivalente di moneta
ufficiale austriaca, le autorità sovrintendenti, cominciando dall'area
amministrativa di Kufstein fino all'ufficio governativo del Tirolo, non
devono permettersi di sentirsi soddisfatte. La cittadina di Wörgl ha
ecceduto i suoi poteri, dato che il diritto di emettere moneta in
Austria è privilegio esclusivo della Banca Nazionale, come per art. 122
del suo statuto. Wörgl ha violato quella legge.
La proibizione
entrò in forza il 15 settembre 1933, però Wörgl appellò. Il 15
novembre il caso raggiunse
La
storia di Wörgl è nota nei suoi particolari grazie a Fritz Schwartz,
testimonio oculare che ne scrisse i particolari in un libro pubblicato
nel 1951. Tre anni prima un esperimento meno noto, però non meno
riuscito, aveva avuto luogo a Schwanenberg, in Germania. Un certo Dr
Hebecker, padrone di una miniera di carbone, stava per chiudere i
battenti. Disse ai suoi impiegati che aveva carbone, ma non denaro.
Sarebbero stati disposti ad accettare il 90% del salario in moneta
propria chiamata Wära e redimibile in carbone? Non c'era tanta scelta.
Anche il Wära aveva una sua tassa di magazzinaggio che ne favoriva la
circolazione rapida, ma purtroppo non ebbe un cronista come Schwartz.
Quello che si sa è che Mammona, nelle vesti del Cancelliere Heinrich Brüning
(1885-1970) non perdette tempo a cassare Schwanenberg e a passare
decreti-legge di emergenza che ancora oggi proibiscono l'emissione di
qualsiasi moneta non ufficiale. Tornarono la disoccupazione, la miseria
e la fame. Nelle Bierhallen bavaresi un oscuro immigrante austriaco
cominciava a farsi notare.
Si chiamava Adolf Hitler. E' impossibile affermare -
o negare - che il secondo conflitto mondiale sarebbe stato evitato solo
con il permettere la continuazione di Schwanenberg and Wörgl. Il dato
di fatto è che furono i voti dei disoccupati a portare Hitler al
potere. Non si creda che Mammona fosse all'erta solo nei due luoghi
descritti. Il 24 maggio del 1933 Unterguggenberger aveva tenuto una
conferenza davanti a 1000 persone in Winterthur, nella superdemocratica
Svizzera. Per il 3 settembre l'Associazione per una Economia Libera lo
aveva invitato a ripeterla, ma ecco che Mammona, nella veste del
Procuratore di Stato, gli negò il visto di entrata. Meraviglie della
libertà di espressione!
Lezioni
per il presente
Tutta l'informazione di cui sopra sarebbe rimasta sepolta in libri e
riviste più o meno ammuffiti se il miracolo dell'Internet non l'avesse
portata all'aria libera davanti a milioni di ricettori, e per di più in
tempo reale. E' un dato di fatto che l'interesse per le valute sociali
è ormai globale, e inarrestabile. E' importante quindi avere idee
chiare circa le ragioni dei successi e dei fallimenti del passato. I
successi dei due esperimenti sono innegabili, ed è inutile ripeterli.
Sono quattro le ragioni per il loro fallimento.
La ragione prima del fallimento fu l'ostilità aperta di Mammona, sulla
quale vale la pena soffermarsi.
Come Gesell aveva predetto per fine e per segno, era questione di tempo
prima che scoppiasse un'altra guerra, e così fu.
A Bretton Woods si arrivò dopo lunghe trattative a
un accordo, che non fece che sostituire il dollaro USA all'oro,
forzandone l'uso come valuta di riserva. Per evitare una nuova crisi,
John Maynard Keynes (1883-1946) escogitò il sistema di spesa
deficitaria come stimolante dell'economia. A breve termine la cosa
funzionò, ma c'era già chi gli chiedeva cosa sarebbe successo a lungo
termine. Da buon economista, Keynes rispose evasivamente:
"A lungo termine saremo tutti morti".
Certo. Però a 60 anni di distanza non c'è bisogno di esser un genio
per accorgersi del danno enorme che la svalutazione furtiva della moneta
continua a causare: il dollaro USA compra oggi quello che compravano 10
centesimi mezzo secolo fa, e il franco svizzero, che si vanta di essere
la moneta più stabile del mondo, compra quello che compravano 20
centesimi. E' vero che de mortuis nil nisi bonum, però è difficile
esonerare l'uomo col pretenderne l'ignoranza. I lettori possono servirsi
dei seguenti due dati di fatto. Keynes aveva letto Gesell, tanto da
citarlo nella sua Teoria Generale come segue:
"Il
futuro apprenderà più dallo spirito di Gesell che da quello di
Marx".
Non
si sa se a Bretton Woods ne avesse proposto anche la teoria o no. Keynes
otteneva un reddito personale non disprezzabile con la speculazione. Lo
faceva prima di colazione, con un paio di telefonate ai suoi agenti di
cambio. Nonostante ciò, ha avuto il merito di prolungare l'intervallo
tra una crisi e l'altra da 20-
La seconda
ragione del fallimento fu (meglio, sarebbe stata) l'1% mensile di
commissione di magazzinaggio, ammontante al 12% annuale. Gesell aveva
proposto un 5,2% annuale, cioè l'uno per mille per settimana. Gli
uomini d'affari di Wörgl accettarono la cifra a malincuore proprio
perchè non esisteva un'alternativa. Il fattore critico è il giusto
mezzo tra il rigetto completo, che occorrerebbe con una percentuale di
poco più del 12%, e la tentazione di accaparrare, che occorrerebbe con
una percentuale di meno del 3%. Qui sono opportune due considerazioni.
Una:
l'imposta di magazzinaggio è caratteristica essenziale per il successo
di una valuta sociale. Dove questa non si è applicata, il sistema ha
funzionato a termine corto, per illanguidirsi e morire a lungo termine.
Due: il fallimento del sistema fu clamoroso negli Stati Uniti, colà
esportato dall'insigne (?) economista Prof. Irving Fisher (1867-1947).
Costui propose un mostruoso 2% per settimana, o 104% annuale. Il rigetto
fu quindi istantaneo e totale. Se lo fece per ignoranza o apposta per
gettar discredito sul sistema non ci è dato saperlo. Ciò che si sa è
che il presidente Roosevelt non tardò molto a seguire la scia di Brüning
nel proibire valute sociali anche negli USA.
La terza ragione fu l'aver fissato il valore dei certificati a quello
dello scellino ufficiale. Perchè una moneta abbia potere d'acquisto
costante, è necessario che abbia anche misura di valore costante. I
certificati di Wörgl non l'avevano. Questo valore potrebbe essere
quello del potere d'acquisto conosciuto di una certa moneta nel tempo
(il dollaro del 1970 ecc.) o un indice di prezzi di un certo numero di
prodotti base o di oggetti di prima necessità, ecc. Il che vuol dire
che una data valuta sociale vedrebbe la moneta ufficiale
progressivamente svalutarsi rispetto ad essa: gradualmente in tempi
ordinari, catastroficamente in tempo di crisi.
La
quarta e ultima ragione fu il tempo di attuazione. Il luglio del 1932
era già tardi. La disoccupazione scese, ma non del 100%. Le piccole
industrie già chiuse non riaprirono: solo quelle che erano ancora
aperte ebbero nuove prospettive di vita, ridando lavoro al 25% dei
disoccupati. Ecco perchè sarebbe bene non aspettare il collasso del
sistema prima di varare un progetto di valuta sociale. In fine si dica
una volta per tutte che la ragione ultima -e centrale- per progetti di
questo tipo è risolvere la questione sociale con uno strumento pacifico
e alla portata del popolo senza interventi burocratici di alcun
tipo.
E' questione di mettere la fionda di David nelle mani di chi può
capire.
Chi
vivrà, vedrà.
Bibliografia
Bernard
Lietaer: The Future of Money. Century, London 2001
Margrit
Kennedy: Inflation and Debt Free Money, 1995
www.sunshinecable.com/~eisehan