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Il presidente Bush applicherà la lezione irachena all’Iran, alla Libia e alla Corea del Nord?
di Hans Blix da The Independent
Tratto da www.nuovimondimedia.com

Al pari dell’agenzia internazionale per l’energia atomica, la squadra di Duelfer non ha trovato, in Iraq, nessun segno di una nuova applicazione di un programma nucleare. L’ispettore dice, anzi, che nel 2003 l’Iraq era più lontano dal costruire la bomba atomica di quanto lo fosse nel 1991. Se anche voi aveste visto quello che ho visto io...
La scorsa settimana, gli ispettori incaricati dall’amministrazione Bush di cercare le armi di distruzione di massa (ADM) in Iraq hanno dovuto riconoscere, nel loro rapporto, che la realtà sul campo era totalmente diversa da quella virtuale che era stata diffusa. Sia Charles Duelfer, il capo degli ispettori incaricati di valutare la situazione irachena, che David Kay, il suo predecessore, si erano dichiarati favorevoli alla guerra in Iraq. Tuttavia, se da un lato hanno cercato di trovare all’amministrazione degli appigli a cui aggrapparsi, dall’altro sono dei professionisti e, dopo diverse ispezioni sul campo, un attento esame della voluminosa documentazione ora disponibile e vari interrogatori, compresi quelli a Saddam Hussein e ad altre persone arrestate, hanno dovuto ammettere che l’interpretazione da loro stessi avallata era sbagliata.

Il rapporto Duelfer sembra contraddire in alcuni punti, già accolti da vari governi, quello provvisorio di Kay. Quest’ultimo, per esempio, affermò che la sua squadra aveva scoperto dozzine di "attività legate alla produzione di armi di distruzione di massa", richiamando l’attenzione su una fiala di botulino rinvenuta nel frigorifero di uno scienziato e che erano stati ritrovati diversi laboratori clandestini per lo sviluppo di armi chimiche e biologiche. Duelfer, invece, ritiene che questi rinvenimenti non siano significativi.
Inoltre, Duelfer sostiene che, nell’estate del 1991, l’Iraq abbia distrutto le armi di distruzione di massa in suo possesso poiché, dopo quella data, non esiste nessuna prova che ne documenti l’esistenza. Il rapporto va in tutt’altra direzione rispetto a quanto affermato da Tony Blair, secondo cui Saddam "aveva tutte le intenzioni di riattivare le ricerche relative alle armi di distruzione di massa"; anzi indica che gli ispettori hanno avuto l'impressione che Saddam volesse riprendere le ricerche "se le sanzioni fossero state cancellate". È questo il nuovo appiglio a cui i governi interessati hanno iniziato ad aggrapparsi.
Quando avrebbero potuto essere annullate le sanzioni? Duelfer non dice nulla a riguardo ma, a sostegno della sua tesi sulla giustificazione della guerra, ha dichiarato alla commissione per i servizi armati del senato che non era sicuro che le sanzioni fossero "sostenibili". Con ciò lasciava intendere che, prima o poi, avrebbero potuto decadere e Saddam avrebbe avuto così la possibilità di riprendere impunemente le ricerche sulle armi di distruzione di massa. Alla domanda se le sanzioni fossero "sostenibili", almeno per la durata delle ispezioni, Duelfer – temendo evidentemente ripercussioni negative sull’amministrazione che lo aveva nominato – ha dichiarato di non poter rispondere.

Egli doveva, però, aggiungere che, anche se in un futuro le sanzioni venissero cancellate o alleggerite, niente indica che il Consiglio di Sicurezza mitigherebbe il divieto sull’acquisizione di armi di distruzione di massa da parte dell’Iraq. Le risoluzioni vincolanti prevedevano, anzi, "di potenziare il sistema di monitoraggio e di verifica", senza fissarne il termine. Ammesso quindi che le sanzioni fiscali fossero state annullate, una minima "distrazione" da parte di Saddam avrebbe fatto risuonare più di un campanello d’allarme.
Il rapporto Duelfer conferma che le sanzioni delle Nazioni Unite, le ispezioni e le pressioni esterne – comprese le «no-fly zones» - sono riuscite a tenere a freno Saddam. Come ho scritto nel mio libro, Disarmare l’Iraq, il mondo, senza saperlo, è stato capace di disarmare il dittatore iracheno.
Il principale obiettivo politico di Saddam era, secondo il rapporto, liberarsi delle sanzioni. È questo il motivo per cui nel 1991, con molta probabilità, aveva annullato i programmi di ricerca sulle armi di distruzione di massa. Duelfer giunge alla mia stessa conclusione, e cioè che Saddam abbia deliberatamente voluto dare l’impressione di avere ADM, per sembrare più grande e pericoloso di quanto fosse in realtà.
Al pari dell’agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA), la squadra di Duelfer non ha trovato nessun segno di una nuova applicazione di un programma nucleare. L’ispettore dice, anzi, che nel 2003 l’Iraq era più lontano dal costruire la bomba atomica di quanto lo fosse nel 1991. Non aveva approfittato del periodo compreso tra il 1999 e il 2002, in cui non c'erano state ispezioni. Così, proprio quando George Bush sosteneva che Saddam era "una minaccia crescente", in realtà il pericolo da lui rappresentato diventava sempre più trascurabile per i paesi confinanti e per il mondo intero.

Bush da sempre ripete che Saddam odiava gli Stati Uniti. Duelfer sostiene, invece che l’interesse di Saddam per le armi di distruzione di massa nascesse da preoccupazioni riguardo l’Iran e Israele.
Duelfer sottolinea l’importanza fondamentale sul territorio degli ispettori – cosa che non sorprende, considerando che gran parte delle informazioni attendibili a disposizione dell’intelligence americana e britannica proveniva dagli ispettori delle Nazioni Unite e dell’IAEA, e che gran parte dei loro errori, invece, dipendeva da loro stessi e dai loro contatti con iracheni in esilio.
È possibile sperare che di tutto ciò si faccia tesoro in futuro, quando saranno necessari controlli e verifiche in paesi come l’Iran, la Libia e la Corea del Nord?
Io non sono contrario all’intelligence. Ritengo anzi che in alcuni casi sia indispensabile, soprattutto per la lotta al terrorismo. Inoltre, può essere utile la cooperazione tra intelligence e autorità internazionali preposte alle ispezioni per identificare la produzione o l’esistenza di ADM. L’intelligence ha, infatti, fonti che gli ispettori non hanno, ma gli ispettori hanno il diritto di lavorare sul campo e di richiedere informazioni. In più, non dipendono da nessun governo.
In politica estera, come nel campo medico, le operazioni per riuscire devono avere alle spalle una diagnosi corretta.

Hans Blix è presidente della commissione sulle armi di distruzione di massa ed ex capo degli ispettori degli armamenti delle Nazioni Unite
©2004 Independent Digital (UK) Ltd
Fonte: http://www.commondreams.org/views04/1010-02.htm
Traduzione di Rosaria Contestabile per Nuovi Mondi Media


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