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- Pagina Metodo Bates originale
Lavorare
davanti al video e curare la vista
di Rishi
Giovanni Gatti - gennaio 2006
Come
conciliare la cura della vista e il lavoro davanti al video: un problema
molteplice che però ha soluzioni semplici, da mettere in pratica
intenzionalmente fino a che non saranno diventate spontanee e
automatiche.
Il problema più grosso che un qualsiasi praticante del Sistema
Originale di Bates per
Potremmo dire che le due attività, la cura della vista e l’uso del
videoterminale, siano due occupazioni che si elidono a vicenda, nel
senso che se si persegue l’una, ciò è a detrimento dell’altra e
vice versa. Infatti la persona che ha una vista imperfetta sotto
trattamento si trova a dover fronteggiare un problema per certi versi
molteplice:
Analizzando
più nel dettaglio le varie condizioni elencate, ci accorgiamo che
alcuni rimedi esistono e si possono attuare con grande beneficio. In
particolare:
a)
il video come la carta stampata
Che
le immagini video – lettere e cifre – siano costituite da
“pixel”, composti ciascuno da tre “sottopixel” con i tre colori
primari (rosso, verde e blu) in sintesi additiva, e separati tra loro da
un microscopico contorno nero di sfondo, è una verità che pochi
lettori hanno realizzato. Prendere coscienza di questo fatto
avvicinandosi al video o prendendo una lente da ingrandimento per capire
bene il fenomeno è una conditio sine qua non per attuare una strategia
vincente di cura. Se non si conosce il problema quale è, come è
possibile risolverlo, o dissolverlo? Il problema è che le lettere e i
numeri a video non sono reali, ma sono un semplice accostarsi di punti
in una matrice prefissata, che il cervello si sforza di integrare, di
rendere reale come il carattere stampato su carta.
L’unico modo che il cervello ha per ovviare a questo problema è
sfocare leggermente l’occhio per creare una lieve sovrapposizione tra
i pixel sfocati in modo tale che il carattere matriciale sembri
costituito da un tratto continuo, come il carattere stampato. Questo
meccanismo perverso si attiva inconsciamente e persiste fino a che non
viene ripristinata la “centrale fissazione” dell’occhio, e cioè
la capacità di discernere il singolo pixel, o meglio ancora il singolo
sottopixel, che va a costituire insieme agli altri pixel o sottopixel la
matrice sulla quale si ricava il simbolo a video.
A dire il vero, l’ideale sarebbe riuscire a discernere, tramite
centrale fissazione, una piccolissima parte dell’interspazio nero che
costituisce lo sfondo sul quale i pixel si accendono per formare il
simbolo a video. Per farlo, è sufficiente immaginare, mentre si usano
gli occhi, questa piccolissima parte di interspazio nero presente
ovunque sotto ai pixel, dimenticandosi di tutto il resto, e spostando lo
sguardo sulle lettere, ricordandosi che non si tratta di lettere vere ma
di pixel e sottopixel separati tra loro, e che è assurdo cercare di
vederli come un tratto continuo.
b)
luci forti
La
differenza tra l’illuminamento che l’occhio umano troverebbe
normalmente all’aperto in una giornata serena di sole primaverile e
l’illuminamento di cui può godere quando è all’interno di un
ufficio davanti al video del calcolatore è dell’ordine delle decine
di migliaia di lux. Cioè, stare al chiuso e stare all’aperto fa una
grande differenza per l’occhio, che si vede depauperato, all’interno
di una comune stanza, della quasi totalità del suo nutrimento
fisiologico, cioè la luce del sole.
Per rimediare occorre agire lungo due direzioni:
Nell’attuare
queste due direttive bisogna sempre ricordarsi che ogni individuo è un
caso a sé, non tutti vedono ugualmente bene nelle medesime condizioni
luminose, e magari una luce che qualcuno potrebbe giudicare forte in
realtà per qualcun altro è assai debole. In tutti i casi, secondo il
Dott. Bates, tutti dovrebbero diventare capaci di poter guardare in alto
il sole senza provare alcun fastidio o disagio.
c)
usare gli occhi razionalmente
Sono
due le trappole che costantemente il video del calcolatore ci tende
mentre lavoriamo con esso:
Queste
due tentazioni sono infinitamente molto più dannose per la vista di
quelle elencate precedentemente perché vanno a minare alle fondamenta
il funzionamento naturale della facoltà visiva. È perché usiamo gli
occhi così irrazionalmente che la mente va sotto sforzo e non lavora
con la dovuta efficienza. Una mente inefficiente è una mente che non ha
gli occhi sotto il normale controllo, è una mente che genera
preoccupazioni e problemi, che a loro volta indeboliscono la vista e
rinforzano il circolo vizioso dal quale uscire diventa sempre più
impegnativo.
Fortunatamente il rimedio esiste:
Niente
di più facile.
All’inizio, mettere in pratica questi suggerimenti costerà molto in
termini di produttività, ma è un investimento che vale la pena
intraprendere. Già nelle prime ore si scoprirà che la visione sarà
molto migliore e la mente più rilassata e libera. Tenere nei pressi
dello schermo del calcolatore una Tabella
di Controllo di Snellen sulla quale lanciare una rapida occhiata
ogni tanto consentirà di verificare i progressi minuto per minuto,
oltre che essere una ulteriore fonte di riposo per gli occhi. Nel corso
dei giorni o delle settimane, sarà possibile rimpicciolire i caratteri
comunemente usati a video e allontanare o avvicinare lo schermo per
verificare come le condizioni che una volta erano assai sfavorevoli ora
non lo sono più così tanto, si sono trasformate in condizioni nelle
quali è più facile esercitarsi a vedere sempre meglio, e a pensare e
lavorare in modo sempre più riposato e tranquillo.