Brontolo,
Pisolo e JEsolo
di Eugenio Benetazzo - 11 settembre 2008
Cominciamo
a fare un bilancio a consuntivo sulla fine dell'ultima stagione
turistica e vediamo se troviamo dei punti di tangenza con il più
grande salvataggio finanziario della storia americana sui due
colossi Fannie Mae e Freddie Mac. In prima battuta abbiamo i
mass media che sembrano non accorgersi di come in Italia ci sia
stato un crollo delle presenze turistiche, stiamo parlando di un
milione di turisti in meno, corrispondenti a un - 35 % per le
giornate feriali ed un - 15 % nei weekend. Dati che fanno
decisamente crollare una delle industrie più floride che avevamo un
tempo in Italia: quella turistica. L'incoming turistico si è ormai
modificato già da qualche anno, trasformandosi in orde di famiglie
morte di fame dell'Europa dell'Est (unite a quelle italiane) che
passano una settimana nella Riviera Adriatica in alberghi
da 20 euro a notte. Prendete Rimini (una volta la capitale del
turismo italiano) e guardate come si è trasformata progressivamente
in nemmeno dieci anni.
A fronte di una barbarica orda di
morti di fame (che acquista la mortadella e la birra al
supermercato per consumarle nelle camere di alberghi ormai
fatiscenti) si contrappongono copiose schiere di miliardari
russi (con le loro accompagnatrici dai facili costumi) che
rappresentano l'essenza del capitalismo marcio del nuovo secolo:
da Cortina a Capri, da Forte dei Marmi alla Costa Smeralda, da
Taormina al Lido di Venezia, sono ormai gli unici che fanno la
bella vita, sperperando all'inverosimile capitali e risorse che
mai hanno meritatamente quadagnato. Sono loro che stanno
sostenendo il mercato immobiliare, soprattutto nelle aree
turistiche, comprando alla cieca il nuovo ed il vecchio, senza
badare al prezzo. Forse perchè l'esigenza primaria non è
l'investimento immobiliare ma il riciclo di denaro di dubbia
provenienza. Hanno talmente comprato spingendo i prezzi in alto,
al punto da portare i miniappartamenti a Jesolo al
modico importo di 500.000 euro. Vorrei conoscere
l'investitore italiano (per non chiamarlo il pirla della
situazione) che si compra per quell'importo un buco in una località
che vive di turismo si e no due mesi all'anno, con il sole ad
intermittenza, il mare che assomiglia ad una fogna a cielo aperto
ed infine l'allegra compagnia di zanzare di giorno e di notte !
Possiamo suddividere l'imprenditoria
turistica in Italia in due grandi classi (anche se qualcuno si
salva ancora, ma rappresenta una morente minoranza all'interno di
prosperosa maggioranza): la classe dei Brontolo e quella dei
Pisolo. La prima si lamenta, brontola appunto, di come ormai il
mercato del soggiorno turistico si sia frantumato, ridotto,
trasformato quasi svanito, sostituito da un puerile turismo hit
and run italiano (stile mordi e fuggi) che a stento trova una sua
posizione di nicchia tra le orde dei nuovi morti di fame. La
seconda classe, quella dei Pisolo, è più infantile, quasi
fanciullesca, infatti mentre pisola, quindi dorme, si sollazza a
sognare. E sogna i decenni nel passato in cui il benessere
italiano lo si misurava dalle due settimane in pensione completa
di tutta la famiglia, in cui non ci si faceva mancare nulla, dai
bomboloni alla crema al cono con quattro palline di gelato per i
bambini in spiaggia.
Sia Brontolo che Pisolo purtroppo
nel pieno della loro vocazione imprenditoriale non hanno fatto i
conti con le diaboliche trasformazioni socioeconomiche che
lentamente si sono verificate in questi ultimi dieci anni: prima
fra tutte la distruzione della capacità di risparmio. Senza
risparmio non vi è futuro: da secondo popolo al mondo per
propensione al risparmio siamo scivolati, per non dire piombati,
miseramente sul fondo della classifica. L'Italiano medio non
risparmia, anzi deve andare a prestito per evitare l'apnea
finanziaria. Quando il portafoglio si contrae, si inizia a
tagliare il superfluo (quindi le vacanze, anche se le vacanze di
superfluo hanno veramente poco, rappresentano un momento di
appagamento sociale nella vita di ognuno di noi). Comunque grazie
al ricorso al debito qualche migliaia di scellerati hanno
ugualmente deciso di trascorrere una vacanza, anche se non capisco
che tipo di beneficio psicofisico possa avere un momento di svago
realizzato con questa architettura finanziaria.
Brontolo e Pisolo non si stanno
ancora rendendo conto di quello che sta accadendo nel loro settore
ed attorno a loro, più che brontolare sulla attuale
situazione congiunturale e sognare le gesta
di un passato che non rivedranno mai più, oltre non sanno fare.
Proprio come tanti altri imprenditori italiani in altri settori
dell'economia che hanno prosperato sin tanto che la torta era grande
per tutti, vi era risparmio generato ogni mese e la globalizzazione
non aveva ancora fatto capolino. Diverso è avere vocazione e
spirito imprenditoriale dall'essere un imprenditore. Proprio per
questo motivo oggi abbiamo aziende che si sforzano scioccamente a
stare in piedi quando non comprendono che sono innanzi ad un
mutamento di scenario epocale, e per questo dovrebbero quanto prima
abbandonare la nave prima che essa trascini quel poco messo da parte
nel fondo dell'abisso.
Quanto è accaduto con il
salvataggio di Fannie Mac e Freddie Mae non si discosta molto
dalla lettura sin qui proposta: che sia un albergo nell'adriatico
o qualsiasi altra attività imprenditoriale il destino è
tristemente segnato. Il debito e la sua facilità di accesso ha
consentito a molti paesi di continuare a consumare come se nessuno
si stesse accorgendo di quanto stava accadendo. Dall'acquisto
della prima casa con i mutui ad intervento integrale, alle vacanze
a rate, alle carte di credito revolving (la prossima bolla
che scoppierà entro un anno), tutto questo ha portato ad una
saturazione finanziaria nel lungo termine insostenibile.
Crollo dell'incoming turistico e
salvataggio delle due grandi banche americane vengono affrontati
dai mass media con lo stesso approccio: l'importante è nascondere
e non far trafugare la sostanzialità del problema (ovvero che ci
troviamo innanzi ad una depressione economica senza precedenti).
Tutti i mass media sono in pole position per magnificare il
salvataggio finanziario che permetterà al sistema (o forse
dovremmo definirlo il malato moribondo) di continuare a stare in
piedi. Nessuno si sofferma a sottolineare come i relativi titoli
azionari si siano ormai polverizzati (solo Lunedì 8 Settembre le
quotazioni hanno collassato oltre l'80 %) e di come queste mega
iniezioni di liquidità si ripercuoteranno sulle spalle e sui
portafogli del popolo americano, andando a peggiorare
ulteriormente lo scenario socioeconomico della scassata locomotiva
statunitense.
Assistiamo ormai da un anno ad
interventi straordinari da parte di tutte le banche centrali del
pianeta nel penoso tentativo di tappare ogni falla che inizia ad
aprirsi, con risultati piuttosto preoccupanti. In realtà non si
fa altro che continuare a spostare in avanti il giorno del
decesso. Il PIL mondiale è palesemente in recessione,
nemmeno sull'euro si crede più visto il recente crollo estivo, a
dimostrazione che anche l'Europa presto avrà le sue banche in
difficoltà. A tal proposito vi consiglio di detenere sotto
forma liquida più denaro possibile (nel senso di banconote
cartacee). Due anni fa venni bannato come un catastrofista
dalla penna facile proprio dal personale di banca che adesso si
ritrova a casa licenziato: vedete voi a chi credere d'ora innanzi. Fatevi
questa domanda: chi salverà le banche europee che non possono
essere salvate dalla BCE e non possono contare sugli intervento di
stato ? Purtroppo l'intero pianeta è un'economia che si basa
ancora sul dollaro, per quanto l'euro abbia fatto sentire in
questi ultimi due anni la sua voce. Non vi è soluzione indolore
al male che ha colpito l'intero sistema economico, la convergenza
diabolica di quattro variabili in crisi: risparmio, investimenti
immobiliari, energia e materie prime.
Un sistema economico cessa di
esistere quando non sono più controllabili i soggetti economici
coinvolti e quando il benessere cessa di essere diffuso in maniera
capillare. In molti considerano il crollo del muro di Berlino
(09/11/1989) come l'evento storico che ha messo fine al
comunismo o meglio come l'evento che ha spronato al cambiamento ed
alla rivoluzione da un sistema economico che aveva portato e
causato povertà e malessere sociale (nonostante promettesse
esattamente il contrario). Dal punto di vista puramente
economico io sostengo che dovrebbe essere il Natale dello
stesso anno con la fucilazione di Nicolae Ceausescu (http://www.youtube.com/watch?v=qZoqBUA7eVw),
la data che individua il punto di non ritorno. Il
dittatore rumeno venne barbaramente trucidato mediante fucilazione
assieme alla moglie Elena in seguito alla sentenza casalinga di un
tribunale volante del popolo che lo aveva accusato di aver
distrutto l'economia nazionale, aver condotto la popolazione
rumena alla povertà ed aver consentito ad alcune corporations di
accumulare illegalmente enormi ricchezze.
Io sto aspettando. Sto aspettando
quello che presto verrà scritto nei libri di scuola nei prossimi
anni: qualcuno pagherà per quello che sta accadendo in quest'epoca.
Proprio come Ceausescu per la Romania con il suo regime comunista,
anche oggi qualcuno ben individuato sta portando molti paesi
drogati dalle false aspettative del suo regime economico
(la globalizzazione) ad uno stadio di povertà, disagio e
malessere sociale per tanti ed in uno spudorato arricchimento per
pochi. Quando l'esasperazione economica sarà portata all'estremo,
si tratterà solo di aspettare la conseguente rivoluzione
sociale proclamata dai tanti Brontolo e Pisolo e la successiva
quanto salutare fucilazione di un altro Ceausescu.