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Isterectomia
E' per definizione, l'asportazione di un organo femminile vitale,
l'utero. A volte vengono anche rimosse le ovaie, le tube di Falloppio e la cervice. Negli USA, l'isterectomia è la procedura non ostetrica più comune e maggiormente effettuata sulle donne, con più di 600.000 operazioni ogni anno. Una donna su tre avrà avuto una "menopausa chirurgica" prima dei 60 anni. A tutt'oggi, circa 20 milioni di donne americane hanno subito l'asportazione dell'utero. In Europa, la proporzione è solo un settimo, per via del sistema sociale, dato che la medicina ne fa parte. Secondo il Dr Stanley West, capo del reparto di endocrinologia riproduttiva all'Ospedale St. Vincent di New York ".. più del 90% delle isterectomie non sono necessarie.." La ragione principale dell'intervento sono i fibromi all'utero, l'endometriosi viene per seconda, poi il prolasso (abbassamento) dell'utero e della vagina. Continua il Dr West "..l'unica ragione valida al cento per cento per ricorrere all'operazione, è quella di eliminare il cancro degli organi riproduttivi.." Conseguenze dell'operazione: - Dopo l'asportazione si avrà menopausa "immediata", con tutti i sintomi legati. - Senza le ovaie una donna correrà per sempre il rischio di osteoporosi e malattie cardiache. - Il 50% di tutte le pazienti sviluppa complicazioni dopo l'intervento, alcune di queste molto gravi. Sindrome post-isterectomia: In periodo relativamente breve, una donna può provare insonnia, stanchezza, problemi urinari, mal di testa, vertigini, brividi, irritabilità, nervosismo, palpitazioni, rapporti sessuali difficili o dolorosi, perdita di capelli e numerosi problemi di pelle. Le distruzioni ormonali possono avere effetti di vasta portata, intanto vanno a colpire le "beta endorfine", ormoni legati alla sensazione di benessere, e poi aumentano il rischio di malattie cardiache. (Per aver informazioni su ormoni e loro effetti, leggere l'omonimo articolo sopra..ndA) Quando si perdono le ovaie, si perde progesterone (Vedere "Pillola"), questo rende una donna più vulnerabile all'osteoporosi. Anche se si sa che l'isterectomia ha un effetto sia fisico che psicologico sulla vita di una donna, perché è diventata la più famosa procedura non ostetrica? Per capire questa anomalia, è essenziale comprendere le radici della medicina e della ginecologia in particolare. I Greci inventarono la parola hysterikos per spiegare "le sofferenze causate dall'utero" (hystera=ventre), che secondo loro comprendeva qualsiasi malattia psicologica o fisica immaginabile. Lo stesso Ippocrate si domandava: "Cos'è la donna?" e rispondeva in una sola parola "Malattia". Nel 17mo secolo la Cristianità aveva abbracciato la nozione che qualsiasi cosa "sbagliata" (..incluso il peccato e l'emotività..) nelle donne fosse dovuta ai suoi organi riproduttivi. Due secoli più tardi, i medici attribuirono all'utero la fonte di quasi ogni disturbo lamentato dalle donne. Durante l'epoca Vittoriana si diceva che le donne erano intellettualmente inferiori agli uomini. Ignobili poi sono stati gli esperimenti iniziali della Ginecologia. Fatti su donne di colore, senza anestesia. Si pensava che condizioni quali: isterismo, ninfomania, depressione potessero essere curate asportando la causa: l'utero. Sarebbe ingenuo pensare che la popolarità dell'isterectomia non sia in qualche modo collegata anche ai guadagni dei ginecologi. Nel 1991-92 il guadagno medio annuale degli ostetrici e dei ginecologi a tempo pieno è stato di 320.000 dollari australiani l'anno, ed almeno il 25% di loro ha guadagnato più di 550.000 dollari l'anno solo dalle pazienti private. E' tuttavia importantissimo che ogni donna sappia esattamente a cosa sta andando incontro. Per ulteriori informazioni leggete l'articolo originale pubblicato su Nexus. Articolo tratto da NEXUS NEW TIME edizione italiana n° 15 |
estrapolato dal
libro: L'osservazione storica
mette anzitutto in luce come primo bersaglio della nascente medicina
ufficiale europea dal secolo XIII° al XIV° non tanto un sapere popolare
rappresentato dalle varie guaritrici in seno ai più poveri, ma il sapere
delle guaritrici colte urbane con cui entrava in concorrenza per acquisire
quella clientela agiata che già rappresentava una domanda consistente. Le
guaritrice colte urbane, furono spodestate non solo dal divieto d'accesso
alle università in quanto donne, ma anche dalla pratica medica, visto che
le leggi dell'epoca ne vietavano appunto la pratica a chi non avesse
un'istruzione universitaria. |