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Israele
- Nuovo Ordine Mondiale
Israele
alle porte di Mosca
31
luglio 2006 Jeffrey
Steinberg
Nel weekend dal 17 al 18 giugno scorsi, il Vice Presidente USA Dick Cheney si è riunito con l'ex Primo Ministro israeliano nonché capo del partito Likud Benjamin Netanyahu e l'ex ministro israeliano Natan Sharansky, in una conferenza a Beaver Creek (Colorado), ospitata dall'American Enterprise Institute (AEI). Mentre il contenuto esatto delle discussioni non è stato mai reso pubblico, Netanyahu ha reso noto che sarebbe tornato immediatamente in Israele per incontrare il Primo Ministro Ehud Olmert e il suo gruppo di lavoro di ex Primi Ministri (che comprende l'attuale Vice Primo Ministro Shimon Peres e l'ex Premier laburista Ehud Barak) per trasmettere gli ordini di Cheney.
Sharansky,
da parte sua, dal Colorado si è recato a Washington e Philadephia, per
tenere una serie di comizi, presso
La riunione di Beaver Creek non è stata altro che un
canale di comunicazione da Washington a Tel Aviv, per indicare che è
arrivato il momento di far saltare in aria tutta l'Asia Sud-Occidentale,
attraverso una serie di provocazioni da lungo tempo programmate. Ma,
mentre Dick Cheney fa con entusiasmo la parte del caporale in questa
chiamata alle armi, la decisione di lanciare l'attuale massacro contro
il Libano è venuta da circoli finanziari privati che vantano
collegamenti con l'Internazionale Sinarchista molto più alti di quanti
ne abbia il Vice Presidente ultrà.
Lyndon LaRouche ha posto la questione in questi termini: “Questa è la
guerra di Felix Rohatyn”, riferendosi all'ex banchiere della
Lazard, che ha giocato un ruolo chiave nello smantellamento sistematico
della base industriale ad alta tecnologia degli USA negli ultimi trent'anni,
e che annovera il padrino dell'amministrazione Bush-Cheney, George
Shultz, tra i suoi più intimi collaboratori sinarchisti.
Un importante finanziere europeo consultato dall'EIR ha condiviso l'affermazione di LaRouche secondo cui l'attuale catastrofe in Asia Sud-Occidentale è parte di una insurrezione globale sinarchista, tesa a provocare una serie di guerre senza via d'uscita per trascinare sempre più l'intero pianeta in una Guerra dei Trent'Anni. “L'invasione israeliana del Libano,” ha detto la fonte, “avviene proprio nel momento in cui l'Afghanistan sta precipitando nel caos e all'Iraq non manca molto. Si aggiunga il fatto che il sistema finanziario mondiale sta traballando sull'orlo del collasso e si avrà una situazione che non ha precedenti nella storia moderna.” Si sommino: la recente serie di attentati a Mumbay (Bombay), India; le nuove destabilizzazioni alla porte della Russia, estese all'Europa Centrale (ci si riferisce agli scontri al confine tra Georgia e Ossezia del Sud e alle recenti richieste del Presidente georgiano Saakashvili ai Russi di rimuovere il contingente di pace - ndt); le esplosioni di violenza nelle principali città brasiliane, e lo schema globale delle provocazioni diventa chiarissimo.
La
missione suicida degli israeliani
Come ha sottolineato LaRouche, le azioni israeliane,
ordinate da Washington, non sono funzionali agli interessi di nessuno
stato nazionale sul pianeta. Sicuramente non servono agli interessi
nazionali di Israele, che è stato fatto marciare verso
l'autodistruzione.
Un importante ambasciatore americano in pensione ha paragonato
l'incursione in Libano con le disastrose sconfitte che sia Napoleone che
Hitler subirono alle porte di Mosca. “La sovraestensione strategica è
suicida,” ha commentato la fonte, “e Israele si trova proprio in
tale sovraestensione”, si è cioè imbarcato in un'impresa per cui non
dispone di forze sufficienti.
Un ufficiale USA che vanta decenni di esperienza nella regione ha aggiunto che l'amministrazione Bush-Cheney è intrappolata nelle proprie illusioni su Hezbollah. “Non riescono ad accettare l'idea che Hezbollah sia un vero movimento politico, con una massiccia base di sostegno.” La fonte ha continuato, “Guardate ora al caos che si scatenerà, dal Libano in tutto il Medio Oriente. Colpirà presto le Americhe. Questo è qualcosa di simile alla Guerra dei Trent'Anni.”
Il Colonnello in congedo Patrick Lang, ex direttore
dell'intelligence militare USA per il Vicino Oriente, ha detto a Wolf
Blitzer della CNN, il 20 luglio, che l'attacco israeliano sul
Libano “per me non ha alcun senso. Come sapete, io ho lavorato in
tutti questi paesi e in particolare con l'IDF (l'esercito israeliano -
ndt), e seguo da sempre tutto molto attentamente. E quello che stanno
facendo per me non ha alcun senso, perché, come ha detto un maggiore
dell'aviazione israeliana, è impossibile andare in giro dappertutto a
dare la caccia a tutti i lanciatori di razzi. Hezbollah è un esercito
di guerriglia numeroso, ben organizzato e disciplinato. Hanno riserve
nel profondo della popolazione sciita del Libano. Si tratta di una base
che stanno organizzando da cinque-sei anni. Ovunque vi sono trappole per
i tank, strutture per imboscate e tante altre cose del genere.”
“E' un posto terribile per combattere,” ha continuato. “E l'idea che si possa stanare gente come quella, che è fatta di fanatici islamici, e costringerla a mollare e scappare con la forza aerea e l'artiglieria e qualche limitata operazione di terra, semplicemente non funziona.” Lang ha detto alla CNN che Israele può fermare il bombardamento di obiettivi israeliani da parte di Hezbollah solo “facendo arretrare la loro linea di fuoco. L'unico modo per fare ciò, secondo me, è con truppe di terra. Ora, io so che l'IDF non vuole occupare parte del Libano di nuovo, ma si sono messi in una posizione in cui può non esserci nessuna altra scelta… . L'altra questione, cioè pretendere di far sì che il governo libanese sia qualcosa che non è, un governo unito che abbia un esercito vero, invece di un simbolo di unità nazionale, e che agisca contro Hezbollah, semplicemente non funzionerà. I Libanesi non hanno i requisiti per farlo.”
La
disperazione dei banchieri sinarchisti
Dal punto di vista dei circoli finanziari privati di
Londra, Parigi e New York, che costituiscono lo zoccolo duro della
Sinarchia internazionale, una Guerra dei Trent'Anni globale, come quella
che Israele sta innescando con la folle incursione in Libano, è
semplicemente quello che il medico ha prescritto. Per mesi, anticipando
il collasso del loro sistema finanziario mondiale, le più grandi
istituzioni finanziarie hanno cercato di sbarazzarsi della loro carta
finanziaria, prossima a non valere più nulla, per investire nelle
commodities, innescando una spirale iperinflazionistica nei prezzi di
petrolio, oro, rame e altre materie prime, portando l'intero sistema
finanziario globale post-Bretton Woods sull'orlo del collasso.
Nello stesso tempo - come segnalato dalla mossa di Nissan-Renault
su General Motors - questi stessi circoli finanziari, rappresentati da
Rohatyn e dalla Lazard, si stanno muovendo per consolidare il loro
controllo sulle più grandi società industriali rimaste dell'Occidente.
Essi stanno cercando di creare lo stesso tipo di cartelli industriali
internazionali che promossero fascismo e nazismo nel periodo tra il 1922
e il 1945. Inoltre, come ha messo in evidenza Lyndon LaRouche nella
webcast del 20 luglio scorso, questi finanzieri vogliono distruggere le
stesse fondamenta del sistema dello stato nazionale. Creando corporation
internazionali, al di fuori della giurisdizione delle nazioni sovrane, e
stabilendo la loro presa sulla capacità industriale globale e sulle
merci strategiche, essi intendono imporre, attraverso la
globalizzazione, una “soluzione finale” all'odiato sistema dello
stato nazionale, specialmente agli Stati Uniti della Costituzione del
1789.
Il 14 luglio, uno dei più importanti giornali sinarchisti
britannici, il Daily Telegraph, ha pubblicato un articolo
straordinariamente sincero del responsabile della pagina economica Edmund
Conway intitolato «Gli USA 'potrebbero andare in bancarotta'».
Conway descriveva un recente studio commissionato dalla Federal Reserve
di St. Louis al prof. Laurence Kotlikoff, che scriveva, “Per
parafrasare il dizionario Inglese Oxford [nella definizione “bankrupt”],
gli USA sono alla fine delle proprie risorse, esauriti, spogliati,
svuotati, deprivati, bisognosi, o rovinati come conseguenza del mancato
pagamento dei propri creditori?” La sua risposta era “sì.”
Basandosi sugli obblighi esistenti verso le attuali e le immediate
future generazioni, Kotlikoff prevede un ammanco fiscale del Governo
Federale degli USA pari ad una cifra senza precedenti come 69.500
miliardi di dollari.
Il nocciolo duro dei finanzieri sinarchisti vede in queste
circostanze un'opportunità storica di distruggere le stesse fondamenta
del sistema dello stato nazionale, scatenando guerre interminabili nella
maggior parte del pianeta.
È in questo contesto che diversi diplomatici e funzionari di
intelligence intervistati dall'EIR concludevano che l'attacco
suicida al Libano è il preludio di una più vasta guerra regionale, da
scatenare attraverso un attacco militare USA all'Iran da tempo atteso,
un attacco promosso da Dick Cheney e che sostituisce il cuore vero e
proprio del piano “Clean Break” al quale i neoconservatori hanno
dedicato ogni loro energia negli ultimi dieci anni.
In quella che potrebbe diventare una delle più grandi
gaffe giornalistiche della storia, alla fine di giugno, la rivista Times
proclamava “La fine della diplomazia del Cowboy.” Un ex funzionario
di alto livello dell'intelligence, ha bollato come “pia follia”
l'idea che l'amministrazione Bush abbia abbandonato i propri piani per
una guerra in Iran. “Cheney sta guadagnando tempo, aspettando che gli
sforzi diplomatici di Condi Rice falliscano. Allora avrà la sua
guerra.” Un altro ambasciatore USA, che ha servito nel Golfo Persico
per molti anni, è stato ancora più netto. “La cosiddetta offerta
all'Iran era l'equivalente di una richiesta di resa incondizionata, e
non è mai stata concepita per ottenere una soluzione diplomatica.”
Commentando la valutazione di Lyndon LaRouche che le catastrofi
all'orizzonte potrebbero rivelarsi l'unico argomento capace di
costringere i politici ad effettuare una svolta assiomatica
fondamentale, l'ex ambasciatore ha notato che “LaRouche ha ragione, ma
non voglio neanche pensare che si vada verso una Grande Depressione e