- Dopo l'11 settembre

Cinque israeliani sono stati visti filmare gli aerei 
che impattavano sulle Twin Towers l'11 Settembre 2001
Neil Mackay - «The Sunday Herald» - http://www.sundayherald.com/37707
Traduzione di Alessandro Lattanzio http://members.xoom.it/sitoaurora

Erano parte della enorme rete spionistica che seguiva i dirottatori dell'11 settembre e sapevano che al-Qaeda pianificava un devastante attacco terroristico agli USA?
C'erano rovine e terrore a Manhattan, ma, oltre il fiume Hudson nel New Jersey, un pugno di persone ballava. Mentre il World Trade Center bruciava e crollava, i cinque uomini celebravano e filmavano la peggior atrocità mai commessa sul suolo statunitense che si svolgeva davanti ai loro occhi.
Chi pensate che fossero? Palestinesi? Sauditi? Iracheni? Al-Qaida, certo? Sbagliato. Erano israeliani - e almeno due di essi erano agenti dell'intelligence israeliani, lavoravano per il Mossad, l'equivalente del MI6 o della CIA.
La loro scoperta e arresto in quella mattina è un fatto inoppugnabile. Tra coloro che hanno investigato su cosa facessero quegli israeliani quel giorno, cresce una tremenda possibilità: che l'intelligence israeliano aveva seguito i dirottatori di al-Qaeda da quando si erano spostati dal Medio Oriente attraverso l'Europa e in America, dove vennero addestrati come piloti e preparati all'attacco suicida al cuore simbolico degli USA. E il motivo? Gettare gli USA in una mutua sanguinaria sofferenza con la causa israeliana.

Dopo gli attacchi a New York e Washington, l'ex Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, cui era stato chiesto cosa potesse significare l'attacco terroristico per le relazioni USA-Israele. Disse: "Molto bene". Quindi si corresse, aggiungendo: "Bene, non è bene, ma genererà una immediata simpatia [per Israele da parte degli statunitensi]."
Se lo stretto alleato di Israele sente una pena collettiva per la morte in massa di civili per mano di terroristi, quindi Israele avrebbe avuto un legame indistruttibile con l'unica iperpotenza del mondo e una effettiva mano libera con i palestinesi (...).
Non è sorprendente che la casalinga del New Jersey che per prima aveva avvistato i cinque israeliani e il loro furgone bianco che doveva preservare la loro identità. Insistette di essere identificata solo come Maria. Un vicino nel suo  appartamento l'aveva chiamata poco dopo il primo attacco alle Twin Towers. Maria prese un binocolo e, come milioni di altri nel mondo, vide l'orrore di quel giorno indimenticabile.
Mentre guardava le torri che bruciavano, notò un gruppo di uomini sul tetto di un furgone bianco, presso il parcheggio. Ricorda: "Sembravano che riprendessero un filmato. Sembravano felici, sa... non mi sembravano scioccati. Penso sia strano."
Maria prese la targa del furgone e chiamò la polizia. L'FBI allertata diffuse subito un bollettino che descriveva il furgone e i suoi occupanti. I poliziotti rintracciarono la targa e scoprirono che apparteneva a una compagnia di traslochi chiamata Urban Moving.
Il capo della Polizia John Schmidig disse: "fummo avvertiti di cercare un furgone bianco Chevrolet con targa del New Jersey e una scritta su un lato. Tre individui vennero visti festeggiare alla Liberty State Park dopo l'impatto. Si videro tre persone che saltavano."

Alle 16.00 dell'11 Settembre, il furgone venne avvistato presso il New Jersey's Giants stadium. Una squadra vi giunse e dentro vi trovarono cinque uomini sui venti anni. Vennero portati  fuori il furgone con le armi puntate contro e le mani alzate.
Nel furgone vi erano 4700 dollari in contanti, un paio di passaporti esteri e un paio di taglierini - del tipo Stanley, il presunto coltello usato dai dirottatori poche ore prima. Vi erano foto degli uomini che avevano sullo sfondo le rovine fumanti delle Twin Towers. Una immagine mostrava una mano che teneva un accendino acceso, come nei concerti rock, di fronte alle costruzioni in rovina. L'autista del furgone disse agli agenti: "Siamo israeliani. Non siamo il vostro problema. Il nostro problema é il vostro. I Palestinesi sono il problema."
Il suo nome era Sivan Kurzberg. Gli altri quattro passeggeri erano i fratelli Kurzberg, Paul e Yaron Shmuel, Oded Ellner e Omer Marmari. Gli uomini vennero  portati fuori di prigione, trasferiti sotto la custodia della Divisione Criminale dell'FBI e messi nelle mani della loro sezione di controspionaggio estero - la squadra controspionaggio del bureau.
Un avviso di perquisizione venne presentata nei riguardi della Urban Moving a Weehawken nel New Jersey. Scatole di documenti e computer vennero rimossi. L'FBI interrogava il proprietario dell'azienda, l'israeliano Dominik Otto Suter, ma quando gli agenti ritornarono, pochi giorni dopo, per interrogarlo di nuovo, era andato via. Un impiegato della Urban Moving disse che il suo compagno di lavoro rideva il giorno i cui avvenne l'attacco a Manhattan. "Io piangevo" disse. "Questi ragazzi erano contenti, e la cosa mi disturbava. Dicevano, 'Ora l'America sa cosa abbiamo passato.'"
Vince Cannistraro, ex capo della operazioni di contro-terrorismo della CIA, disse che allarmi erano stati lanciati tra gli investigatori quando venne scoperto che alcuni nomi israeliani vennero trovati in una ricerca del national intelligence database. Cannistraro disse che molti nella intelligence USA credevano che alcuni degli israeliani lavorassero per il Mossad e vi erano alcune ipotesi sulla Urban Moving ritenuta "una copertura per attuare operazioni di intelligence contro gli Islamisti radicali".

È chiaro che non vi sono suggerimenti, nell'intelligence USA, che parlino del coinvolgimento di Israele con i dirottatori dell'11 settembre, ma semplicemente, vi è il convincimento che gli israeliani sapessero dell'attacco, ma non fecero nulla per fermarli.
Dopo che il proprietario scomparve, gli uffici della Urban Moving sembravano essere stati chiusi in fretta. Telefonini vennero lasciati e i telefoni connessi e i beni di almeno una decina di clienti vennero lasciati nel magazzino. Il proprietario aveva ripulito casa e se ne era ritornato in Israele.
Due settimane dopo il loro arresto, gli israeliani erano ancora a detenuti, e in carico al servizio immigrazione. Un giudice decise che fossero deportati. Ma la CIA ottenne l'incarico e i cinque rimasero in custodia per altri due mesi. Alcuni furono messi in isolamento, furono sottoposti a due test della macchina della verità e almeno uno fu sottoposto sette volte al lie detector prima di essere deportato alla fine del Novembre 2001. Paul Kurzberg rifiutò di sottoporsi al lie detector per almeno 10 settimane, ma alla fine cedette. Il suo avvocato disse che era riluttante ai test e una volta egli aveva lavorato per l'intelligence israeliana in un altro paese.
Tuttavia, il loro avvocato, Ram Horvitz, dichiarò le accuse "stupide e ridicole". Le fonti del governo USA affermano che gli israeliani sono ancora sospettati di attività di raccolta informazione su gruppi come Hamas e Jihad Islamica. Mark Regev, dell'ambasciata d'Israele a Washington, non aveva nulla  su ciò e disse che le accuse erano "semplicemente false". Gli stessi uomini dissero che avevano letto dell'attacco su internet, non potendo vedere dal loro ufficio andarono al parcheggio per una migliore visione. Il loro avvocato e l'ambasciata dissero che la loro volgare e sinistra festa per la distruzione delle Twin Towers e le migliaia di morti, erano dovute a esuberanze giovanili.

Il rispettato giornale ebraico di New York, The Forward, riportava che nel Marzo 2002, tuttavia, aveva ricevuto un rapporto sul caso dei cinque israeliani da un ufficiale USA che aveva ricevuto un regolare incarico dalle agenzie di sicurezza. Ecco cosa disse a The Forward: "La Urban Moving Systems era parte di una operazione del Mossad e gli impiegati lavoravano per esso." Aggiunse che "La conclusione dell'FBI era che spiassero gli Arabi del posto", ma gli uomini vennero rilasciati perché "non sapevano nulla dell'11 settembre".
Tornati in Israele, molti di essi parlarono di ciò che accadde in un talk show israeliano. Uno fece tale commento: "Il fatto è che veniamo da un paese che  sperimenta il terrore quotidiano. Nostro scopo era documentare l'evento." Ma come si può documentare un evento senza che sai che sta per accadere?
Siamo nel cuore del territorio della teoria della cospirazione. Ma vi sono molte altre prove circostanziale che mostrano che il Mossad - Il cui motto é "Attraverso l'inganno, combattiamo le guerre" -spiavano gli estremisti arabi negli USA e che dovevano sapere che l'evento dell'11 Settembre era in via di attuazione, e decisero di tenersi le informazioni vitali che avrebbero permesso, alla loro controparte statunitense, di evitare gli attacchi terroristici.
In seguito all'11 Settembre 2001, più di 60 israeliani erano stati messi in custodia per via del Patriot Act e delle leggi sull'immigrazione. Un investigatore ben piazzato disse a Carl Cameron della Fox News che vi fossero dei "collegamenti" tra Israele e l'11 Settembre; chiaramente raccoglievano dati sulla pianificazione degli attacchi, ma se li mantennero per sé.
La fonte della Fox News si rifiutò di fornire dettagli, dicendo: "Le prove che legano gli israeliani all'11 settembre sono classificate. Io non posso dirvi nulla delle prove che abbiamo. Sono informazioni classificate." La Fox News non è nota per le sue condanne di Israele; è un rozzo programma di news patriottico di Rupert Murdoch e principale cheerleader di Bush nella guerra al terrore e dell'invasione dell'Iraq.

Un altro gruppo di circa 140 israeliani erano detenuti prima dell'11 Settembre 2001, negli USA come parte di grandi investigazioni su una sospetta rete di spionaggio di Israele negli USA. I documenti del Governo parlano della rete di spie come una "organizzata operazione d'intelligence" destinata a "penetrare le strutture del governo". Molti degli arrestati hanno servito nelle forze armate d'Israele - ma il servizio militare è obbligatorio in Israele. Tuttavia, molti avevano un passato nell'intelligence.
Le prime avvisaglie su una rete spionistica d'Israele negli USA si ebbero nella primavera del 2001, quando l'FBI inviò un allarme a altre agenzie federali mettendole in guardia su cosiddetti visitatori autonominatisi "studenti d'arte israeliane" e tentando di bypassare la sicurezza delle strutture federali allo scopo di vendere dipinti. Un rapporto della Drug Enforcement Administration (DEA) suggerisce che gli israeliani lavoravano per "una attività di intelligence ben organizzata". I documenti giudiziari dicono che gli israeliani "puntavano e penetravano le basi militari" come anche strutture e edifici della DEA, FBI e decine di altri uffici governativi, inclusi uffici segreti e le case private di personale della sicurezza e dell'intelligence.
Un numero israeliani interrogati dalle autorità dissero che erano studenti della Bezalel Academy of Art and Design, ma Pnina Calpen, portavoce della scuola israeliana, non riconosceva i nomi di nessuno degli agenti israeliani presentati come studenti negli USA nei passati 10 anni. Un rapporto federale sui cosiddetti studenti d'arte, dice che molti hanno servito nelle unità di intelligence e intercettazione di segnali elettronici durante il loro servizio militare.
Secondo un rapporto di 61 pagine, tracciato dopo una investigazione della DEA e il servizio immigrazione USA, gli israeliani erano organizzati in cellule di quattro/sei persone. Il significato di ciò che gli israeliani facevano non emerse fin dopo l'11 Settembre 2001, quando un rapporto dell'intelligence francese notava che "secondo l'FBI, i terroristi arabi e le sospette cellule del terrore erano presenti a Phoenix, Arizona, così come a Miami e Hollywood, Florida, dal Dicembre 2000 all'Aprile 2001 in diretta prossimità delle cellule spionistiche di Israele".

Il rapporto afferma che gli agenti del Mossad spiavano Mohammed Atta e Marwan al-Shehi, due dei leader della squadra di dirottatori dell'11 settembre. La coppia era insediata a Hollywood, Florida, assieme a tre altri dirottatori, dopo aver lasciato Amburgo - dove vi erano altre squadre del Mossad che operavano.
Hollywood in Florida è una città di 25.000 anime. Il rapporto dell'intelligence francese disse che il leader della cellula del Mossad in Florida affittò appartamenti "proprio vicino gli appartamento di Atta e al-Shehi". Più di un terzo degli studenti d'arte israeliani dichiarò la residenza in Florida. Due altri israeliani connessi alla rete d'arte si mostrò a Fort Lauderdale. Allo stesso tempo, otto dei dirottatori vivevano nella parte nord della città.
Messi assieme, i fatti sembrano indicare che Israele sapeva dell'11 settembre, o almeno di un attacco terroristico su larga scala, che avrebbe avuto luogo sul suolo statunitense, ma non venne fatto nulla per avvertire gli USA. (..) Nell'agosto 2001, gli israeliani avevano la lista dei sospetti terroristi - dove vi erano i nomi di quattro dei dirottatori dell'11 Settembre. Significativamente, tuttavia, l'allarme diceva che i terroristi stavano pianificando un attacco "fuori gli USA".
L'ambasciata d'Israele a Washington ha dichiarato che le affermazioni sulla rete di spionaggio sono "semplicemente false". La stessa negazione è stata presentata ripetutamente dai cinque israeliani che si abbracciavano con il World Trade Center che bruciava davanti loro.
Il loro avvocato, Ram Horwitz, insisteva che i suoi clienti non erano ufficiali dell'intelligence. Irit Stoffer, il ministro degli esteri israeliano, disse che le accuse erano "completamente false". Disse che gli uomini erano stati arrestati a causa della "violazione per il visto", aggiungendo: "L'FBI investigava su tali casi a causa dell'11 settembre."
Jim Margolin, un portavoce dell'FBI di New York, implicando che il pubblico non avrebbe mai saputo la verità, disse: "Se troviamo prove di operazioni d'intelligence illegali sarebbero state classificate." Israele è stata nota a lungo, secondo fonti dell'amministrazione degli USA, per "la conduzione di assai aggressive operazioni di spionaggio contro gli USA e ogni suo alleato". Diciassette anni fa, Jonathan Pollard, un civile che lavorava per la Marina militare USA, era stato imprigionato a vita per cessione di segreti a Israele. All'inizio Israele dichiarava che Pollard era parte di una operazione rozza, ma poi il governo si assunse le responsabilità per tale fatto.
È già presente un accordo, da molto tempo accettato tra gli alleati - tra Regno Unito e USA e tra USA e Israele - che nessuno dei paesi coinvolti avrebbe imprigionato una "spia amica" che conduceva operazioni di spionaggio nei paesi alleati. Chip Berlet, un analista della Political Research Associates di Boston, esperto in intelligence, disse: "Vi è un accordo segreto tra alleati che dice che se una delle vostre spie viene presa senza aver combinato molto, viene rispedita a casa. Così ha funzionato da sempre. Gli ufficiali ragionano sempre in termini di violazione di visto."
(...)
Certamente, sembra che Israele spiasse all'interno degli USA ed è certo che gli obiettivi erano gli estremisti islamici probabilmente collegati con l'11 Settembre. Ma Israele sapeva in anticipo che le Twin Towers sarebbero state colpite e il mondo gettato in una guerra infinita; una guerra che avrebbe dato a Israele il potere di colpire i suoi nemici senza limiti? Ciò è assai lontano dalla teoria della cospirazione, forse. Ma abbiamo il poco piacevole sentimento che, in questo periodo di spie e segreti, non sappiamo tutta la genuina verità su come è andata. Possiamo testimoniare, ma è ai libri di storia il compito di scoprire e decidere.

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Traduzione di Alessandro Lattanzio - http://members.xoom.it/sitoaurora

 
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