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Il
caso Iran-Contra 20 anni dopo
Traduzione
a cura di Lorenza Veronese per www.disinformazione.it
Documenti
che mettono in luce il ruolo di Reagan
La nomina da parte del
Pentagono di Robert Gates
Selezionato tra le tante prominenti figure coinvolte nello Scandalo
Archivio Elettronico della Sicurezza di Stato Libro nr. 210
Washington
D.C., 24 Novembre 2006 – il 25 Novembre 1986, il più grande scandalo
politico e costituzionale dai tempi del Watergate esplose a Washington
quando il presidente Ronald Reagan dichiarò di fronte ad una platea di
pubblico scelto, durante una conferenza tenutasi alla Casa Bianca, che i
fondi derivati dagli scambi di armi segrete con
Nelle settimane antecedenti a questa shockante dichiarazione,
l’informazione ufficiale aveva reso noto il ruolo che gli Stati Uniti
avrebbero avuto sia in merito agli scambi di armi segrete con l’Iran
sia sul sostegno segreto dei Contras, ma la dichiarazione di Reagan,
nella quale nominò due figure subordinate – il Sopraintendente alla
Sicurezza Nazionale John M. Poindexter e Oliver L. North appartenente
all’ NSC – come co-responsabili, fu la prima connessione tra le due
operazioni.
Lo
scandalo fu perlopiù lo sfacelo della figura del presidente. Di tutte
le rivelazioni emerse, la più irritante per il pubblico americano fu
l’abbandono da parte del presidente della politica vecchio stampo a
favore del rapporto con i terroristi, il quale fu sempre negato
sfacciatamente da Reagan nonostante l’evidenza, condizione tale da
sottolineare che la sua predisposizione alla menzogna al fine di coprire
la realtà dei fatti.
Pur
essendo ormai la sua immagine danneggiata, il presidente riuscì a
svincolarsi facilmente, scappando da ogni sanzione politica e accusa di
“impeachment”. Da quanto si è riusciti a sapere, sulla base di
documenti e testimonianze (anche se probabilmente non molto apprezzate),
mentre Reagan poteva non essere al corrente riguardo alle deviazioni e
ai numerosi dettagli delle operazioni portate avanti a nome suo, egli
ordinò che entrambi, sia gli aiuti per i Contras (i quali, si raccomandò,
dovessero essere tenuti assieme come “corpo e anima”) e la
trattativa per le armi degli ostaggi procedessero senza intoppi, e che
avvenissero allo scuro di qualunque altra azione di importanza
inferiore.
In
tutto ciò, è interessante notare che Poindexter, pur rifiutandosi di
coinvolgere Reagan testimoniando apertamente che fu proprio il
presidente a parlargli delle “deviazioni”, dichiarò che tutto venne
fatto senza suo preciso consenso (per salvare le apparenze), ma egli
sapeva che sotto sotto Reagan avrebbe approvato tale iniziativa. Il
successo di Reagan che lo portò ad evitare più severe condanne
politiche fu dovuto alla grande estensione della testimonianza di
Poindexter (che lasciò, comunque, molti osservatori scettici nei
confronti della sua plausibilità). Ma fu anche dovuta, per la maggior
parte, ad una mossa tattica sviluppata dal Procuratore Generale Edwin
Meese, che abilmente mantenne l’attenzione del pubblico e delle altre
parti politiche nella confusione più completa riguardo alle suddette
“deviazioni”.
Mettendo
in luce quel singolo episodio, sicuro che Reagan potesse negare senza
problemi in maniera molto credibile, il contributo reale del Procuratore
fu quello di riuscire a minimizzare e rendere innocue agli occhi del
pubblico scrutinio tutte le altre discutibili azioni commesse dal
presidente stesso, alcune delle quali sapeva fossero ampiamente
illegali.
Vent’anni dopo, l’affare
Iran-Contra continua a risuonare a più livelli, soprattutto
all’inaugurazione di Washington del 110° Congresso e di una nuova
stagione di indagini e voci di corridoio all’interno
dell’amministrazione Bush.
Questo perché nel profondo, il caso Iran-Contra, fu una battaglia
contro il potere presidenziale che riportava indietro ai tempi di Nixon
e del Watergate, del Vietnam e degli inganni della CIA.
Questo
clamore continua fino ai nostri giorni, i giorni di George W. Bush, il
quale è spesso nel mirino per i controversi suoi tentativi (e quelli di
Cheney) di espandere l’autorità dell’Esecutivo Nazionale su
numerose aree della vita pubblica.
L’eco dell’Iran-Contra riaffiora anche nel riemergere di alcune
figure pubbliche che ne presero parte o che furono appena sfiorate,
semplicemente, dallo scandalo. Il più recente è Robert M. Gates,
nominato dal presidente Bush per prendere il posto di Donald Rumsfeld
come segretario della difesa.
Questo
campione tratto da alcune documentazioni rilevanti, dimostra quanto
profondamente implicato era il presidente il quale doveva personalmente
dirigere o approvare differenti aspetti degli affari politici. La lista
di altre personalità ufficiali che anche ebbero parti significanti,
nonostante la loro smentita successiva, inclusi il Vice Presidente
George H. Bush, il Segretario di Stato George Shultz, il Segretario
della Difesa Caspar W. Weinberger, il Direttore della CIA William J.
Casey, il presidente dello staff della Casa Bianca Donald T. Regan e
numerosi altri individui di grande o media importanza, fanno di questo
uno scandalo molto più grave di come venne dipinto all’epoca.
Quanto segue è una lista parziale di alcune tra le più prominenti
personalità che presero parte direttamente e non, prima o dopo
l’affare Iran-Contra:
◊
Elliot Abrams – ad oggi deputato assistente del Presidente Bush
e deputato consigliere alla sicurezza nazionale per la strategia di
democrazia globale, Abrams fu una delle figure più controversie
dell’amministrazione Reagan come diplomatico senior al Dipartimento di
Stato per le relazioni con l’America Latina nella metà degli anni
’80. Entrò in patteggiamento alla corte federale dopo essere stato
accusato ed indetto per aver fornito falsa testimonianza in merito al
suo recupero fondi per attività a favore dei Contras, nonostante egli
accusò successivamente l’avvocato d’ufficio di costringerlo a
dichiararsi colpevole. Il Presidente George H. W. Bush in seguito, lo
perdonò.
◊
David Addington – ora capo dello staff del Vice Presidente
Cheney e secondo alcuni articoli d stampa, un fedele avvocato di estesi
poteri presidenziali. Addington era un membro del congresso d’ichiesta
durante le udienze della commissione riunita (caso Iran-Contra), nel
◊
John Bolton – il controverso ambasciatore U.S. la nomina del
quale, destituita dal Presidente Bush è ora a rischio, fu una
personalità importante al Dipartimento d Giustizia. Egli partecipò
agli incontri con il procuratore Generale Edwin Meese su come gestire lo
scandalo politico e legale dell’ Iran-Contra alla fine di Novembre
1986. Ci sono pochi riferimenti in merito al suo ruolo al tempo.
◊
Richard Cheney – ora è il Vice Presidente, il quale ha giocato
un ruolo fondamentale come membro della giunta del congresso
sull’inchiesta Iran-Contra nel 1986. Egli più tardi costrinse il
congresso a rivedere il ruolo proprio del Ramo Legislativo ed Esecutivo
del governo.
◊
Robert M. Gates – nominato dal presidente Bush come successore
di Donald Rumsfeld, Gates quasi vide la sua carriera andare a rotoli per
aver ammesso solo la metà delle sue conoscenze in merito al caso
Iran-Contra al tempo dello scoppio dello scandalo. Fu costretto a
rinunciare ala possibilità di salire a capo della CIA nel
◊
Manuchehr Ghorbanifar – la quintessenza dell’uomo medio, che
aiutò a mediare la consegna delle armi che coinvolse gli Stati Uniti,
Israele e l’Iran apparentemente allo scopo di contrattare il rilascio
degli ostaggi americani trattenuti in Libano, Ghorbanifar fu largamente
screditato per rappresentare gli interessi e le mire di entrambe le
controparti. Prima ancora del caso Iran,
◊
Michael Ledeen – un neo-conservatore che ha piena voce nel
capitolo “Il cambio di regime n Iran”, Ledeen aiutò
raggruppare i personaggi principali dell’affare Iran-Contra nel
1985 prima di essere relegato a ruolo marginale. E’ tornato in auge a
seguito la tragedia dell’11 Settembre, presentando Ghorbanifar agli
ufficiali del Pentagono interessati ad esplorare i contatti
all’interno dell’Iran.
◊
Edwin Meese – oggi membro del Gruppo di Studio dell’Iraq
capeggiato da James Baker e Lee Hamilton, fu il controverso procuratore
generale di Ronald Reagan, il quale indirizzò le interrogazioni e
manipolò le prove durante l’indagine Iran-Contra tanto da essere
largamente criticato per le sue azioni atte a proteggere l’immagine
del presidente o non a ricercare la verità in quanto accaduto.
◊
John Negroponte – il diplomatico di carriera che lavorò allo
scopo di spingere la presenza dell’esercito e dell’intelligence fino
al Centro America come ambasciatore dell’Honduras. Partecipò anche ai
tentativi di indurre il governo dell’Honduras a prendere parte
all’azione di sostegno dei Contras dopo che il Congresso band ogni
auto ai ribelli d parte degli Stati Uniti. Le referenze di Negroponte
sono cresciute in modo spettacolare grazie al suo incarico come
ambasciatore in Iraq nel 2004 e come direttore nazionale
dell’intelligence nel 2005.
◊
Oliver T. North – oggi ospite di un talk show radiofonico e
articolista, fu al centro dello scandalo Iran-Contra come punto di
riferimento per entrambe le attività sommerse. Un servitore della
Marina nello staff del NSC, continuò a sostenere che ricevette
approvazione dagli alti livelli per ogni atto commesso. Venne accusato
di 3 reati in un processo penale ma il verdetto mutò alla fine in
quanto, si sosteneva che le sue dichiarazioni effettuate privatamente al
Congresso potevano aver influenzato l’andamento del processo. Si
candidò senza successo per il senato come rappresentante della Virginia
nel 1996.
◊
Daniel Ortega – il neo eletto presidente del Nicaragua fu il
destinatario principale per svariati anni, dei traffici sommersi del
governo americano negli anni ’80 in qualità di leader del Fronte
Nazionale di Liberazione Sandinista. Le sue elezioni democratiche di
Novembre 2006 non sono state l’unico caso ironico – il suggerimento
della sua elezione partì da uno dei precedenti colleghi di Oliver North
nell’amministrazione Reagan e successivamente North si occupò di
sottrarre voti, in Nicaragua, al candidato preferito
dall’amministrazione Bush attraverso numerose dichiarazioni pubbliche,
sostenendo Ortega alle urne.
◊
John Poindexter – il quale trovò una nicchia in fondo al
governo nel ramo burocratico della sicurezza dopo gli avvenimenti
dell’11 Settembre come capo del programma di Conoscenza Totale
dell’Informazione del Pentagono (formalmente bandito dal Congresso nel
2003), fu superiore di Oliver North nel periodo Iran-Contra e
personalmente, approvò e diresse molte delle sue attività. Le sue
dichiarazioni in merito al non conoscenza da parte di Reagan dei suoi
programmi di deviazione dei fondi iraniani a favore dei Contras gli
permisero di evitare l’impeachment.
◊
Otto Reich – segretario e assistente di stato del presidente
George W. Bush per l’America Latina, Reich collaborò segretamente ad
operazioni diplomatiche pubbliche per costituire un supporto per Ronald
Reagan e per le sue “Contra” politiche. Un’investigazione generale
sul caso concluse che il programma da egli attuato non erano altro che
“attività di propaganda sommerse proibite”, nonostante nessuna
accusa venne poi trovata a sua carico. Reich pagò in termini di
opposizione congressuale, in quanto si ritrovò retrocesso al ruolo di
segretario incaricato di seguire le politiche dell’America Latina,
confronto alla nomina che ottenne nel 2002 e che durò meno di un anno.