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Già
individuate 2 zone dove il magnetismo ha cambiato direzione
La
Terra inverte la polarità
Gianluca
Gnossi – “Libero” 6 febbraio 2005
Parigi – Che il
campo magnetico terrestre si stesse progressivamente indebolendo
lasciando presagire una sua “imminente” inversione lo si sapeva da
tempo, ma che il processo fosse specificatamente in atto in aree precise
della Terra è una novità assoluta.
A diffondere la notizia è uno studio pubblicato su Nature di Gauthier
Hulot dell’Institute Physique du Globe a Parigi.
Per riuscire a fornire un quadro dettagliato della circolazione nelle
regioni più centrali della Terra composte di materiali fluidi a base di
ferro, prerogativa del magnetismo terrestre, sono stati usati i
satelliti.
Gli scienziati hanno in particolare messo a confronto i dati recenti
registrati dal satellite danese Oersted, con quelli raccolti da Magsar
20 anni fa: in questo modo è stato possibile verificare per la prima
volta dei punti di “flusso invertito” concentrati in due regioni
differenti del mantello terrestre.
In una zona ubicata sotto l’estrema punta del continente africano, si
è visto che il campo magnetico punta nella direzione del centro della
Terra, movendosi dalla parte opposta rispetto a quanto accade
normalmente.
Mentre è stato possibile appurare una seconda area di “inversione”,
più piccola della prima, in corrispondenza del Polo Nord.
Secondo Peter Olson
della Johnson Hopkins university a Baltimora negli USA, gli esperimenti
mostrano che l’inversione complessiva del magnetismo terrestre non è
molto lontana, e che quindi sarebbe utile fin da ora premunirsi contro i
due fenomeni che, a causa di ciò, potrebbero maggiormente nuocere
all’uomo: vale a dire le tempeste solari e la relativa azione dei
raggi ultravioletti, e il buco dell’ozono che rischia di aumentare
ulteriormente la sue dimensioni.
Il campo magnetico è prodotto dallo sfregamento degli strati nel nucleo
interno del pianeta che si ripercuote verso gli strati più
superficiali: in questo modo l’energia meccanica si converte in
elettromagnetismo, dando luogo a un fenomeno simile a quello dei
generatori dell’auto, dove l’energia meccanica viene trasformata in
elettricità.
L’inversione del campo magnetico terrestre è stato per la prima volta
identificato nei primi anni del Novecento.
La conferma di ciò la si è avuta dallo studio delle rocce magnetiche.
Esse
conservano al loro interno il tipo di “magnetismo” relativo a ogni
singolo periodo geologico: basta infatti immaginare di percorrere il
fondo dell’oceano Atlantico dall’Europa fino alle Americhe,
attraversando la dorsale medio atlantica, per rendersi conto del
continuo avvicendarsi di strati di rocce che indicano prima il
“nord” a nord, e poi a sud.