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Uranio
impoverito
Intervista al Generale Fernando Termentini
www.fernandotermentini.it
D - Generale
Fernando Termentini, qual è il suo compito (o la sua specializzazione)
nell'esercito italiano?
R - In questo momento non sono
più in servizio ma in ausiliaria. Nell'Esercito Italiano per moltissimi
anni mi sono occupato in maniera pressoché ininterrotta di attività
addestrative e di attività di bonifica del territorio che mi hanno
portato sempre ad utilizzare materiale esplosivo e distruzione ordigni
esplosivi.
D - In dieci
anni, per la precisione dal 1989 al 1999, ha compiuto numerose missioni
in Iraq, Kuwait, Somalia, Balcani, Bosnia-Herzegovina, e Kossovo, con lo
scopo di bonificare il terreno da ordigni inesplosi. Ci può fornire
qualche informazione in merito?
R - E' vero a meno della
mia partecipazione come militare in Kosovo avendo già lasciato il
servizio. In queste occasioni mi sono occupato di attività addestrativa
del personale locale, di distruzione Ordigni bellici e mine e di attività
di Survey e bonifica a favore dei Contingenti Militari italiani
impegnati all'estero. In Bosnia ho anche organizzato la base di Zedra
per ospitare il Contingente italiano in afflusso nell'area.
D - Quindi
generale Termentini, lei è sicuramente uno dei massimi esperti a
livello nazionale sulla bonifica di ordigni inesplosi; ha inoltre
lavorato in moltissimi paesi devastati dalle guerre. Qual è stato stato
il paese che più l'ha colpita per la situazione post-bellica della
popolazione e del territorio?
R - La ringrazio per
l'affermazione sulla mia "expertise". Fare una graduatoria su
quale Paese mia abbia colpito di più per le devastazioni belliche non
è semplice. Infatti non si tratta di valutare i danni in valore
assoluto ma di coniugarli con la realtà locale e mi creda non è
semplice spiegarlo in due parole.
In buona sostanza comunque penso che la realtà post bellica più
complessa e più difficile sia stata quella Bosniaca .
D - Data la sua
enorme esperienza nel settore, è possibile calcolare
approssimativamente la percentuale delle bombe che rimangono inesplose
nel terreno rispetto quelle lanciate?
R - L'esperienza ci dice
che normalmente che circa il 5 - 7 % del munizionamento di medio e
grosso calibro sparato non esplode all'atto dell'impatto. A questa
numerosità che è tanto più elevata quanto più lungo è il periodo
bellico a cui si riferisce e quanto più vasta è la presenza delle
forze contrapposte nell'area, si devono aggiungere i proiettili
abbandonati sul terreno dalle truppe in ritirata. In Iraq ad esempio in
questo momento sono decine di migliaia e costituiscono una fonte di
approvvigionamento di materiale bellico non controllato anche per coloro
che intendono portare avanti atti terroristici.
Nel caso delle Cluster Bombs o bombe a grappolo si è arrivati al 15% in
Kosovo ed al 30-40 % in Afghanistan in alcuni tasks che ho fatto
bonificare.
D - Qual è
ufficialmente la causa di questo malfunzionamento, se di
malfunzionamento di tratta? Le dico questo perché le "clusterbomb",
si dice che vengano lasciate depositare volutamente nel terreno per
provocare danni a persone successivamente.
R - Mi permetto di
dissentire in modo categorico da ogni forma di «fantapolitica» quando
si parla di ordigni lasciati «ad arte sul suolo pronti ad esplodere».
Questo avviene per le trappole esplosive ma non sicuramente è il caso né
dei proiettili né delle Cluster Bombs e che rappresentano sistemi di
lotta o d'arma utilizzati in modo prevalente dalle organizzazioni armate
substatali che agiscono al di fuori di ogni convenzione o trattato
internazionale.
I mancati funzionamenti rientrano in una statistica normale che è
imputabile a condizioni tecniche e contingenti di impiego. Forse in
taluni casi una più attenta progettazione e maggiore tecnologia nella
realizzazione potrebbe diminuire i mancati funzionamenti.
D - In una
intervista a Rainews24 lei ha pronunciato parole pesanti sui sistemi di
bonifica dell'esercito italiano, in quanto non prevedono protezione per
i militari. Quindi se ho capito bene: i militari, come lei, che vengono
spediti in zone pericolose, lavorano senza alcuna protezione?
R - Non concordo sul fatto
che io abbia utilizzato parole pesanti nei confronti dell'Esercito
italiano in occasione della mia intervista. Questo posso dimostrarlo
avendo l'originale del tutto. Se poi nel proporre quanto io avevo detto
si è dato spazio ad interpretazioni o sono state in qualche modo
indirizzate le interpretazioni di chi - digiuno del problema - stesse
ascoltando, dipende solo dall'approccio deontologico di chi ha prodotto
l'informazione con una scelta professionale - mi si consenta -
assolutamente personale e da me non condivisa in quanto palesemente
condizionata da qualcosa di diverso da quello che io intendo per
comunicazione ed informazione.
Ciò
premesso io ho solo detto - sottolineandone il contenuto come risulta
dall'originale dell'intervista in mio possesso -
che "non prendevamo precauzioni di sorta facendo bonifica in
quanto non si conosceva il possibile pericolo e non perché venissimo
mandati allo sbaraglio". Non vedo quindi assolutamente come si
possa parlare di accusa, almeno che non si interpretino in maniera
fantascientifica le mie intenzioni!
D - Cosa
veramente assurda visto che stiamo parlando di Uranio impoverito,
giusto? Cos'è e perché viene utilizzato questo materiale tossico?
R - La domanda non può
essere collegata alla precedente. Posso solo dire che almeno io non
sapevo della presenza di Uranio Impoverito né in Kuwait né in Bosnia e
non posso affermare che altri lo sapessero, né sta a me tentare di
provarlo.
Ciò premesso concordo sul pericolo della tossicità chimica dell'uranio
impoverito la quale rappresenta, a mio avviso,
l'unico aspetto del problema che dovrebbe essere approfondito ed
investigato per quanto potrebbe indurre sulle persone e sulle cose
nell'immediato e nel lungo termine potrebbe indurre. Il tutto
tralasciando una volta per tutte di parlare del pericolo di radioattività
in quanto assolutamente infondato.
D - Secondo un
rapporto della Commissione dell'ONU dell'agosto 2002, le leggi infrante
dall'uso di rivestimenti all'uranio impoverito includono: la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, lo Statuto delle Nazioni
Unite, la Convenzione sui Genocidi, la Convenzione contro la Tortura, le
quattro Convenzione di Ginevra del 1949, la Convenzione sulle armi
convenzionali del 1980, e la convenzione de l'Aia del 1989 che
espressamente proibiscono l'impiego di "armi avvelenate o
avvelenamenti" e "armi, proiettili o materiali che possano
causare sofferenza inutile". Perché nonostante queste proibizioni
gli eserciti continuano a usare l'Uranio Impoverito?
R - Una premessa: è
semplicistico generalizzare che gli "Eserciti utilizzano armi al DU"
in quanto non mi risulta che tutti o la maggior parte degli Eserciti del
mondo lo facciano.
Per quanto attiene alla denuncia dell'ONU che onestamente non conoscevo
non posso risponderle sui motivi per cui non sia rispettata in quanto
esula dalle mie competenze e dalla mia specializzazione professionale.
Come cittadino mi chiedo comunque perché da destra o da sinistra il
mondo politico internazionale non faccia sentire la propria voce
prendendo lo spunto da questa denuncia per arrivare a decisioni comuni
che cautelino la gente. Ed inoltre mi chiedo perché l'ONU si limiti a
denunciare il problema ma nel stesso tempo non dia seguito ad iniziative
internazionali che possano in qualche modo affrontare e tentare di
risolvere il problema.
D - Oramai
nessuno dubita, che l'utilizzo di uranio impoverito è pericolosissimo
per la salute degli abitanti colpiti, dei militari che bonificano e per
l'ambiente circostante: la "Sindrome del Golfo" (che interessa
centinaia di migliaia di reduci del '91), dovrebbe insegnare. Ma allora,
perché viene ancora utilizzato in guerra?
R - Mi creda ma non so
risponderLe.
Le posso solo dire da "uomo della strada" che prendo atto
della volontà politica internazionale di non approfondire il problema
ed avviare iniziative che possano in qualche modo limitare se non
proibire l'impiego del DU . Questo mi sembra senza distinzione di colore
o di pensiero.
Assisto invece a giochi di informazione che invece di aiutare a
risolvere distolgono di fatto l'attenzione facendo leva sull'emotività
della gente e sui problemi personali di qualcuno, spesso tragici.
D - Generale
Termentini, sempre nell'intervista a Rainews24 di dicembre 2003, lei
dichiara di essere ammalato, come d'altronde molti dei suoi uomini e
militari. Da esami eseguiti negli Stati Uniti, le nanoparticelle trovate
nei suoi tessuti dimostrano chiaramente di derivare dalla vaporizzazione
di "materiali altamente pirofili". E' possibile che questo
"materiale altamente pirofilo", capace di arrivare a 3000 °C,
sia proprio l'uranio impoverito?
R - Si ho dichiarato di
essermi ammalato ma non ho assolutamente detto di cosa e cosa avessero
trovato alcuni particolari accertamenti medici.
Ciò premesso da un punto di vista tecnico la presenza di Uranio
Impoverito come di qualsiasi altro materiale pirofilo potrebbe avere un
effetto catalizzante sui picchi di temperatura che si verificano nel
momento che si procede alla distruzione di materiale bellico attraverso
le normali procedure esplosivistiche.
D - Visto che ha
lavorato (per l'Italia) nei territori più "caldi" e
pericolosi del mondo, sarà stato sicuramente interpellato e visitato
dalla "Commissione Mandelli", la commissione ufficialmente
incaricata dal Governo di condurre una indagine epidemiologica sulle
patologie riscontrate dalle truppe, giusto?
R
- No come ho già dichiarato ed in tutta onestà non sono mai stato
sottoposto ad indagini mediche secondo i protocolli "Mandelli".
D - Se lei e i
suoi uomini non siete stati visitati dalla "Commissione Mandelli",
nonostante la vostra, per così dire, esposizione massiccia nei paesi a
rischio, come si può accettare una simile indagine epidemiologica? Come
si può pensare che corrisponda a realtà, se le persone che hanno
veramente lavorato (per l'Italia) in quelle zone non sono state nemmeno
interpellate? Qual è la sua spiegazione a questo comportamento?
R - Per cortesia non mi
faccia affermare ciò che non ho mai detto e nella fattispecie non mi
sono permesso mai di dire che " i suoi uomini non siete stati
visitati.......", in quanto io parlo per me. In ogni caso, non
posso rispondere alla seconda parte del Suo quesito quando mi chiede
"che possa rispondere a verità ......"
in quanto per mio approccio personale e professionale ai problemi
non mi permetto di fare valutazioni su ipotesi ma solo se dispongo di
riscontri oggettivi e non si tratta del caso attuale .
D - Generale
Termentini cosa direbbe, per concludere questa intervista, a tutti i
colleghi che ancora oggi mettono a repentaglio la propria salute e e
quella dei propri famigliari per la bonifica di ordigni in territori di
guerra?
R - Di seguitare a lavorare
con la serenità e la professionalità che è loro abituale. Come uomo e
padre di famiglia un consiglio : nel
dubbio che in qualche modo si possano inspirare od
ingerire polveri dannose durante le attività di bonifica ed a
premessa di eventuali provvedimenti ufficiali, suggerirei di
prendere qualche accorgimento in più per ridurre il rischio di
inalare od ingerire polvere, come, ad esempio, indossare una semplice
mascherina anti-polvere.