|
- Pagina
interviste
- Pagina
censura
La
censura è di Stato: intervista a Sabina Guzzanti
Tratto
da "L'Unità" 11/12/2003
È
arrabbiata?
Sì,
sono molto arrabbiata anche per la reazione dei giornali che non gridano
allo scandalo. Eppure tutta la stampa straniera ci chiede interviste e
ci ha dato ragione. Questa è una censura bieca e lo strumento della
querela da parte di Mediaset è pericolosissimo, un pretesto usato per
chiuderci al quale che viene dato credito solo dai giornali italiani.
Vuoi
dire che la chiusura di «Raiot» è stata minimizzata?
Non
solo, il Corriere della Sera ha ironizzato sul fatto che una sola
puntata è costata alla Rai una causa di 20 milioni di euro. Ma non la
vinceranno, perché l’atto di citazione di Mediaset fa ridere.
Cosa
dice?
Spiegano
cos’è la satira, credo che lo userò in un prossimo spettacolo. Lo
studio Previti stabilisce che la satira è quella cosa che tende a
sdrammatizzare e a rendere simpatico un politico, a diminuire le
tensioni sociali. Quello che faccio io invece secondo loro è scorretto
perché cercherei di orientare l’opinione pubblica, farei «opinione»,
cosa che la satira non può fare.
Sembra
di capire che il direttore generale Rai, Flavio Cattaneo, abbia ottenuto
quello che voleva: far apparire che siete stati voi a sbattere la porta.
Risulta
che è colpa nostra perché i giornali lo raccontano male. Il contratto
era chiaro: è un programma di satira, non possiamo essere sottoposti a
censura preventiva perché è illegale, la scusa delle querele è
pretestuossima e dovrebbe valere per tutti gli altri programmi, invece
non vale. Non possono neppure usare l’argomento degli ascolti, perché
«Raiot» ha avuto un gradimento dal pubblico mai visto: ricevo una
quantità di lettere, persone che vogliono disdire il canone o che
l’hanno già fatto. Senti tutta la prepotenza e la rabbia cresce.
L’ultima
proposta Rai, visionare la cassetta una settimana prima della messa in
onda, era inaccettabile?
Certo,
perché vorrebbe dire sottoporsi a una censura politica; sull’aspetto
legale basta vedere il programma poche ore prima; avevamo anche proposto
di mostrarlo uno o due giorni prima, ma non l’hanno accettato. Noi
abbiamo fatto dei passi perché ci tenevamo ad andare in onda: è la
cosa che ci interessa di più, non lo facciamo per i soldi.
Lucia
Annunziata, che afferma di essersi battuta per non far chiudere «Raiot»,
contesta il fatto che nello show venga attaccata «l’interpretazione
della sua politica» da presidente Rai, che è di sinistra e cerca di
avere un ruolo di garanzia, piuttosto che prendersela con Cattaneo o i
veri censori. Cosa ne pensa?
Non
credo che «Raiot» abbia preso in giro più la sinistra che la destra.
Ma non sono mai attacchi personali. Capisco che chi è coinvolto in
prima persona possa risentirsi, ma la critica è sempre rivolta a una
modalità. Certo attacco il fatto che il centrosinistra abbia accettato
un presidente di garanzia: si fornisce alla destra un alibi di
pluralismo che di fatto non c’è, perché di tutto quello per cui si
è battuta Annunziata, dal ritorno di Santoro o dell’Unità nelle
rassegne stampa, il centrodestra se ne è sempre fregato. È ridicolo
che venga chiamata «presidente di garanzia» perché non garantisce
nulla, quindi è giusto fare satira su quello. Anzi, direi che è stata
una satira lungimirante.
In
tv c’è uno spazio per la satira?
Satira
o no, qui non c’è spazio per la libertà d’espressione, anche sui
giornali. È vergognoso, ma ci sono casi infiniti di censura che non
vengono denunciati. Io posso permettermi di farlo, altri no.
A
cosa si riferisce?
Tutti
i telegiornali sono sottoposti ogni giorno a censure. Se cerchi di
comprare dagli archivi Rai l’ultima puntata di «Sciuscià» (quando
Veneziani ha detto mi incateno al Cavallo di Viale Mazzini se cacciano
Santoro), non te lo danno, neppure a delle tv straniere che l’hanno
chiesto.
«Raiot» è sparito dagli archivi Rai. Tutto passa dal direttore
generale e viene filtrato. È una cosa bulgara avanzata.
È
permessa solo una satira di costume, innocua?
Non
è un problema solo della satira, ma in generale: è questo
illegalissimo, anticostituzionalissimo, vergognosissimo atteggiamento
repressivo verso ogni voce diversa dal pensiero unico del governo. È
ancora più grave per l’informazione.
Fiorello
si lamenta: chi non viene censurato fa satira di serie B. È così?
Fiorello
se vuol essere censurato sa come fare, dica qualcosa di coraggioso... se
vuole diventare un comico di serie A...
Il
14 a Milano ci sarà una grande manifestazione. Proporrà degli sketch
come all’Auditorium?
Non
sarà uno spettacolo ma una vera manifestazione. Io farò un intervento
e un po’ di satira; poi ci saranno Santoro, tanti movimenti,
associazioni, intellettuali e artisti. Dario Fo, Paolo Rossi, Lella
Costa e tanti altri. Si stanno preparando voci diverse, anche non di
sinistra, come Massimo Fini e Guido Rossi.
Ora
il centrodestra attacca anche Bonolis. È diventato di sinistra?
È
un momento pericoloso. L’allarme è totale. Con le querele si può
censurare anche il teatro. Mi hanno raccontato che un comico come Oreste
Lionello ha dichiarato: non mi sembra che l’opinione di Sabina
Guzzanti rappresenti la maggioranza, quindi è giusto che non parli. Sta
passando una prassi antidemocratica, in cui è complice anche chi
dovrebbe stare dalla parte opposta. Così come sono complici i critici
televisivi che attaccano «Raiot», quando la televisione è di pessima
qualità. «Repubblica» ha fatto una pessima figura.
Cattaneo
ha riferito così ai consiglieri Rai: la produzione ha detto che è
scaduto il tempo per il programma, hanno altri impegni. È così?
Non
è vero, il contratto scade il 21 dicembre, avevamo tutta la
disponibilità per continuare.
Di
cosa avrebbe parlato nella seconda puntata?
Abbiamo
sketch registrati per due trasmissioni, poi il resto si deve fare
all’impronta. Avrei parlato di tutto, ma anche a lungo della guerra.
Il disegno di questi sconsiderati dei «neo-con» è pericolosissimo,
così come l’intenzione della guerra perenne, di stabilire dei regimi
autoritari e antidemocratici.
Berlusconi
ha detto che si può esportare la democrazia anche con le armi, salvo
poi sentirsi incompreso... Un altro spunto satirico?
Sì,
la cosa più grave è che vorrebbe togliere il diritto alla sovranità
nazionale. Credo ripeta cose sentite da altri. Come si dice, fatto
l’inganno trovata la legge...
Ha
qualche speranza che Raiot torni? E come si sente?
Speranze
no, forse la Vigilanza riesce a muovere qualcosa. Come mi sento? Sto in
guardia e cerco di capire qual è la prossima mossa a fare.