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Intervista
a Giuseppe Altamore, autore del libro:
«Qualcuno vuol darcela a bere»
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il libro
Nel
suo libro sostiene che l'acqua minerale può essere meno sicura
dell'acqua di rubinetto. Da che cosa nasce questa sua idea?
Non c'è alcun mistero.
Esistono due normative, una per ogni tipo di acqua. Il problema è che
esistono due pesi e due misure: parametri più restrittivi per l'acqua
di rubinetto e parametri più generosi per la minerale. Incominciamo dal
numero dei parametri presi in esame: sono 200 per gli acquedotti e
soltanto 48 per l'acqua minerale.
Possiamo
avere un limite per i sali nell'acqua di rubinetto e nessun limite per
l'acqua minerale. La concentrazione massima di arsenico nella minerale
può essere di 50 microgrammi/litro (ma fino al 2001 poteva arrivare a
200!), mentre se si beve dal rubinetto il limite è di 10
microgrammi/litro, così come raccomandato dall'Oms sin dal 1993.
Come
mai esistono queste differenze?
Le
differenze ci sono perché l'acqua minerale è passata dalle farmacie
agli scaffali dei supermercati e ha molto spesso sostituito l'acqua
potabile senza che ci fosse un aggiornamento della normativa che tenesse
conto del massiccio e anche eccessivo consumo di acqua minerale. Ricordo
che siamo i primi "bevitori" al mondo con 172 litri pro capite
in un anno e una spesa media per famiglia di 260 euro. Ma l'acqua
minerale non si può bere costantemente e in sostituzione dell'acqua di
rubinetto.
Perché?
Per
la ragione molto semplice: l'acqua minerale non è acqua
"potabile", ma è un acqua terapeutica con indicazioni e
controindicazioni che, però, non ci sono sull'etichetta. In questo
periodo molte pubblicità sottolineano che la tale marca "è povera
di sodio", ma se al contrario la concentrazione di questo sale è
alta, non c'è l'obbligo di indicare che non è adatta per chi soffre di
malattie cardiovascolari. Per non parlare dei nitrati...
Anche
l'acqua minerale può avere i nitrati?
Sì,
a volte in quantità superiore a quanto ne possiamo trovare se beviamo
dal rubinetto. Ma non è questo il punto. La legge dice che se un'acqua
contiene fino a 10 milligrammi/litro di nitrati il produttore può
scrivere in etichetta che è "particolarmente adatta per la prima
infanzia". Ma se quel limite viene superato non è previsto
l'obbligo di indicare che può far male o è nociva perché può causare
la blue baby.
Allora
le etichette non dicono tutto?
Le
etichette non sono limpide. Ci sono poche informazioni, per esempio
manca del tutto l'elenco di 19 sostanze tossiche che devono essere
tenute sottocontrollo. Chi acquista un'acqua minerale non è in grado di
valutare se può bere quel tipo di acqua in relazione al suo stato di
salute.
Perché
nessuno interviene?
Non
è facile intervenire in questo. Il settore è fortissimo: nel 2002 ha
fatturato 5.500 miliardi di vecchie lire. La lobby dei produttori ha
sempre cercato di evitare che fosse applicata una normativa che li
penalizzasse. Almeno fino al 2001...
E
che cosa è successo nel 2001?
A
seguito dell'apertura di una procedura d'infrazione comunitaria,
l'Italia ha dovuto giocoforza modificare la normativa e ha introdotto
dei parametri più severi per alcuni inquinanti, che ha messo nei guai i
produttori.
Le
inchieste della magistratura si riferiscono a questi parametri ignorati?
Sì,
in particolare a sei parametri relativi a sostanze chimiche organiche
(idrocarburi, fenoli e altro) che non possono più esserci neppure in
traccia nell'acqua imbottigliata. In questo momento ci sono 15 procure
della repubblica che indagano e il ministero della Salute ha rilevato
che ci sono 211 marche fuorilegge. I produttori hanno 60 giorni di tempo
per mettersi in regola.
Intanto
è in arrivo una nuova direttiva europea...
L'Italia
deve applicare la direttiva 40 del 2003 a partire dal 1° gennaio 2004.
L'etichetta diventa un po' più trasparente e le sostanze indesiderabili
o tossiche avranno limiti più severi e più vicini a quelli applicati
per l'acqua di rubinetto. Ma la direttiva fa qualche regalo ai
produttori che per il nichel e il boro avranno tempo di adeguarsi fino
al 2008.
Insomma,
meglio bere dal rubinetto?
Direi
di sì. Ma anche sul fronte degli acquedotti c'è molto da fare. Grazie
a una normativa più severa, che entrerà in vigore dal 1° gennaio
2004, potremo pretendere di avere acqua di ottima qualità e senza odore
di cloro al rubinetto di casa.