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«Per crimini di guerra va arrestato Bush»
Parla l'ex responsabile Onu dell'«Oil for food» in Iraq: «Il governo Allawi senza futuro»
Patricia Lombroso - «Il Manifesto», 1 luglio 2004

NEW YORK
«Le immagini dalla Turchia di Mr. Bush e Blair che sorridenti annotano per la storia "l'Iraq è libero"? Bizzarra interpretazione della storia. Abbiamo illegalmente invaso e aggredito l'Iraq, imposto il terrorismo di stato da Washington, ucciso a dir poco diecimila civili iracheni, e occupato l'Iraq coadiuvati dalla interferenza di europei in nome di questa globalizzazione folle e questa sì fondamentalista, introducendo i nostri modelli di sfruttamento del Medio Oriente. E' una realtà che va letta, correttamente. E totalmente cambiata». E' con questa appassionata denuncia che inizia l'intervista sull'Iraq della «fase di transizione» a Dennis Halliday, plenipotenziario per 34 anni del segretario delle Nazioni unite, con lunga esperienza in Iraq.
Con altrettanto coraggio, alla fine del 1998, rassegnò le dimissioni dall'incarico assegnatogli dall'Onu per il programma «Oil for Food», perché si rifiutò di essere partecipe del «genocidio» della popolazione irachena per le sanzioni decise dal Consiglio di Sicurezza.

Gli Stati uniti all'ultimo momento hanno reinventato un ruolo per l'Onu. Che ne pensa?
Le Nazioni unite non possono adempiere nessun ruolo in Iraq sino a quando il paese è sotto l'occupazione americana. Può tornare soltanto se e quando ci sarà un nuovo governo iracheno, legittimamente eletto. Le Nazioni unite non possono assumersi la responsabilità per i prossimi sei mesi in Iraq, come farebbe comodo agli Stati uniti. Siamo già responsabili della politica assassina e genocida delle sanzioni.
Siamo responsabili di aver collaborato con gli americani nella morte di migliaia e migliaia di innocenti civili iracheni. Per questo abbiamo pagato un prezzo legittimo ed appropriato.

Qual è la sua analisi ad oltre un anno dall'invasione americana?
Son tornato in Iraq poco prima che gli americani, «illegalmente», invadessero il paese, a gennaio-febbraio 2003. Conseguenze catastrofiche aspettano la società irachena. Le conseguenze di 12 anni di sanzioni, dopo la prima invasione americana di Bush padre, hanno distrutto l'intera infrastruttura civile. La seconda e recente invasione americana ha provocato danni ulteriori e catastrofici, causati da una campagna militare di bombardamenti e missili che hanno lanciato oltre mille tonnellate di uranio impoverito. L'ultimo dato ufficiale è di 10mila morti iracheni. Ritengo che il bilancio sia tre volte superiore. I danni provocati dall'uranio impoverito di questa seconda invasione e di contaminazione delle risorse per la sopravvivenza dell'Iraq perdureranno per ... un miliardo di anni futuri.

Armi già bandite dalla comunità internazionale...
Ma che continuano ad essere impiegate impunemente da Gran Bretagna, Italia e soprattutto dagli Stati uniti, nella prima e seconda invasione.

Per queste responsabilità, si può parlare di crimini di guerra?
Mr. Bush andrebbe arrestato, secondo le norme di un tribunale internazionale. Prima o poi dovrà subire un processo per «crimini di guerra» commessi contro la popolazione irachena. A questo scopo in vari paesi si sono formati tribunali internazionali indipendenti. Sono promotore di una assise nel mio paese, in Irlanda. I lavori verranno completati a fine 2005 ad Ankara. E' qui che l'intera catena di comandi militari e politici verrà messa sotto processo. Nella lista sono inclusi Bush, Blair e tutti i leader dei paesi che «volontariamente» hanno autorizzato a commettere questi crimini in Iraq.

Quali sono gli elementi specifici del «crimine di guerra» imputabili agli otto paesi europei, fra cui Irlanda e Italia?
I leader europei dell'«alleanza dei volenterosi» non hanno avuto né il coraggio né la volontà di resistere a Bush per l'illegale invasione militare. Una grossa responsabilità di cui dovranno render conto. Noi in Irlanda abbiamo permesso l'atterraggio sul nostro territorio di 17mila bombardieri e missili, negli ultimi 18 mesi. E in Italia Berlusconi non solo si è schierato in difesa di Bush, ma viene da questi considerato l'alleato più fedele.

Che prospettive ha il «nuovo» governo di transizione iracheno?
Non è un governo legittimo, ma un governo fantoccio. Non è eletto dalla popolazione irachena, ma imposto dagli Stati uniti. Il primo ministro Allawi ha un passato di collaborazione con la Cia.
L'ambasciatore John Negroponte, con i suoi precedenti in Honduras, dirigeva le squadre della morte in Nicaragua ed in America Latina. Ha a sua disposizione 20 miliardi di dollari, approvati dal Congresso Usa. Speriamo vengano usati per servire gli interessi degli iracheni e non quelli delle multinazionali come la Halliburton. Come possiamo mai pensare che gli iracheni ripongano grande fiducia in questa prospettiva? E' altrettanto vero però che gli iracheni sono disperatamente pieni di speranza e di maggiore sicurezza e stabilità. Conoscendo bene gli iracheni, ritengo che ignoreranno gli «ordini» lasciati da Bremer, il «dittatore» americano che ha lasciato Baghdad. Ma fino a quando americani, inglesi e altri continueranno ad essere forze occupanti, aumenterà la resistenza delle popolazioni locali. Non sono «terroristi». Odio questa parola. Il terrorismo di stato è stato imposto dagli Stati uniti e quello ha alimentato la resistenza irachena all'aggressione degli americani e della coalizione. Gli iracheni, che conosco bene, sono orgogliosi della propria storia, della loro dignità calpestata dalle truppe straniere che hanno ucciso, distrutto le loro case e città. Il ritiro dall'Iraq deve essere immediato. Solo così gli iracheni potranno gestire il paese a modo loro. Attenzione. Non è il 51mo stato dell'America: è l'Iraq. La forma di democrazia che sceglieranno non sarà il modello voluto dagli americani. Un modello di democrazia quello americana che, francamente, non mi sembra brillare tanto da poter essere imposta al mondo


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