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L'intelligenza
della massa
A cura di
Marco Saba, 3 ottobre 2006
Sarà capitato anche a voi di trovarvi davanti ad un
semaforo rosso incantato. Un rosso che dura diciamo più di cinque
minuti. Magari siete in coda e vedete che i primi della fila ad un certo
punto rompono gli indugi e avanzano lentamente chiedendo strada a quelli
che li intersecano avendo a loro volta un semaforo verde
"incantato". Nota di colore: normalmente quelli che hanno un
semaforo verde fisso, davanti a loro, non si chiedono se c'è qualcosa
che non va... tendono a pensare che sia tutto normale, che sia giusto
così. Si tratta di asimmetria della percezione. Un po' come
quando,
inciampando su un gradino di una scala, inveiamo contro il gradino
invece che riconoscere che eravamo distratti.
Ma se quelli del semaforo rosso non prendessero
l'iniziativa, se non si dessero una mossa,
morirebbero di fame in coda dopo al massimo 21 giorni. Di sete,
possono bastare tre giorni per morire. Ovviamente, i primi che rompono
le righe devono superare il conflitto psicologico tra l'obbedienza ai
segnali delle autorità (il semaforo) ed il buon senso comune.
Diciamo che, tendenzialmente, disobbediscono un poco in ritardo rispetto
a quanto sarebbe ragionevole aspettarsi. Ma quando lo fanno, dimostrano
senza saperlo che anche la massa possiede una sua intelligenza. Gli
anglofoni la chiamano "swarm intelligence", l'intelligenza
dello sciame.
A che serve questa premessa? A descrivere un'analoga
situazione asimmetrica dai contorni più preoccupanti. Quella
dell'anomalia di un sistema bancario che basa il suo potere
sull'ignoranza del pubblico, sul fatto che il pubblico non si è ancora
accorto che i semafori sono rotti. Si può prendere in giro una persona
per sempre, oppure una massa di persone per un po' di tempo, ma non si
possono prendere in giro tutti per sempre. Quindi, gli editori del
pensiero unico dei giornali del capitalismo terminale sono avvertiti.
Veniamo al dunque: i banchieri centrali hanno scoperto che possono
stampare banconote - o il credito,
che è equivalente ma costa meno a scriverlo nel computer e,
soprattutto, non distrugge gli alberi - a volontà.
Quindi stanno perdendo volutamente un sacco di speculazioni
per ribassare il costo delle materie prime. Tanto, quando devono pagare i
contratti-future su cui perdono usano il vostro signoraggio. Cioè, gli
costa niente, a loro. Questo lo fanno perché, mantenendo
artificialmente bassi i costi di oro, argento e petrolio - che in
America è crollato, ma tu vai tranquillo che domani il benzinaio non te
lo abbassa il prezzo alla pompa - la gente continua a pensare che il
semaforo "funziona". Difatti, se l'oncia d'oro fosse lasciata
libera di flottare, sarebbe ormai a duemila dollari. L'amministrazione
USA abbassa i prezzi alla pompa perché recenti studi intelligenti le
hanno fatto capire che – nonostante tutte le leggi tiranniche che
stanno passando – se l'americano medio si incazza, tira fuori la
pistola - e spara. L'americano medio vuol dire anche i funzionari stessi
dell'amministrazione, ma sì, anche gli agenti della CIA. Esiste una
soglia del dolore economico, passata la quale, se sei dalla parte
sbagliata, meglio che ti metti da parte i 20 milioni di dollari per
farti lanciare anche tu nello spazio come recentemente ha fatto quella
miliardaria annoiata, sedicente d'origine iraniana.
I monopoli bancari stanno scommettendo che riusciranno a
spolparti vivo prima che tu reagisca.
Hanno comprato super-computer e super-programmi per simulare la tua
reazione allo sfruttamento estremo, sperando che l'errore insito nei
computer - l'impossibilità di generare numeri realmente casuali - fosse
ampiamente compensata dalla tua stolidità. In effetti, quando leggi che
un capofamiglia uccide la moglie, i figli, e poi si suicida, per motivi
di denaro, ti verrebbe da pensare che hanno ragione loro. Ma per quanto
siamo stupidi, i nostri banchieri sono l'espressione della nostra
stupidità media, elevata alla loro avidità.
Sono sicuro che morirò prima che qualcuno mi spieghi, con parole sue,
perché non si deve concedere
un mutuo ad una famiglia che sta già pagando lo STESSO importo in euro
della rata mensile dell'ipotetico mutuo, sotto forma di canone
d'affitto. Se io fossi un banchiere mannaro, mi accontenterei di sapere
che da due anni pagano regolarmente l'affitto per concedere il mutuo.
Tanto saprei benissimo che non mi costa niente, perché il
credito che creo va a pescare nel potere d'acquisto della collettività.
Quanto ti costa scrivere 200.000 euro in un programma di un computer?
Niente, ma la garanzia che ti offre il cliente, la casa, ha un valore
"vero". Non è una millanteria bancaria. Quindi, da bravo
banchiere spero che non pagano le rate così gliela espropria creando la
mia ricchezza dal nulla.
Così fan tutti. E questo dimostra che i banchieri sono mediamente MENO
intelligenti degli altri esseri umani.
Perché, proprio perché tutti fanno così, si sono creati
esposizioni immense che pescano nel valore degli immobili. In caso di
default, devono liquidare i "loro" assets, cioè venderli,
quegli immobili. Ma se tutti vendono all'improvviso, i prezzi crollano.
E' la fase terminale della bolla immobiliare. In concreto, se tutti
cercano di rientrare contemporaneamente, non ci riescono. Una specie di
corsa agli sportelli al contrario. Ogni banchiere ha preso la sua
decisione di utilizzare immobili come garanzia, senza pensare al rischio
enorme che il sistema corre nell'aggregato. E pensa che loro lo fanno
per lavoro. Così, oltre a far fallire milioni di famiglie - perché
ancora proprio ieri un "esperto" su RAI-TRE consigliava agli
"utonti" di contrarre mutui "a interesse variabile",
tanto poi il mutuo "lo potrai rinegoziare" - porteranno nel
baratro sé stessi assieme alla comunità. Ma cerchiamo di ragionare:
cosa succede se uno non può pagare i debiti? Un bel casino: gli portano
via tutto. Ma se uno come Tronchetti, per fare un esempio, ha debiti per
miliardi di euro che non potrà ripagare nemmeno se fosse assunto a
tempo indeterminato per tre secoli, grazie ad una classe di bancari da
marciapiede,
fallisse? Cosa gli porti via? Esattamente questo sta
rischiando di succedere: se a fallire sono milioni di persone, il debito
non viene ripagato. Perché, tra quei milioni di persone ci sono anche
ufficiali giudiziari, poliziotti, carabinieri, forze speciali, come
quegli agenti francesi appena sgozzati vivi in Afghanistan, grazie ad un
re della dolce vita romana resuscitato da Ciampi e mandato ad applicare
le riforme strutturali criminali del Fondo della Malavita Internazionale
(FMI).
Allora, quando il male è comune, diventa mezzo gaudio.
Quando milioni di persone passeranno il semaforo rosso - alla ricerca di
traditori della patria detti anche "suonatori a vita" - le
banche, per quanto concentrate-fuse-incorporate, dovranno trovarsi un
lavoro onesto. Se le banche avessero l'intelligenza delle masse, non
aspetterebbero di morire in coda ad un semaforo rotto: adotterebbero
delle tattiche di controinsorgenza-preventiva. Ovvero: implementerebbero
un sistema più equo. Alle banche pentite darebbero sicuramente degli
sconti di pena. Certo, uno aspetta fino all'ultimo pur di non cambiare
le brutte abitudini. Ma oggi c'è un'occasione molto interessante: la
finanziaria biforcuta.
Questa finanziaria, che sostiene che lo stato ruba meno perché compenseranno poi le regioni, province e comuni, aumentando le tasse locali, suggerisce alle menti più attente una elegante soluzione: invece di nuove tasse, l'emissione di moneta locale sul modello legale del SIMEC del compianto Prof. Auriti. Le regioni, province e comuni - anzi no: parliamo solo dei comuni - potrebbero esercitare la sovranità monetaria, visto che lo stato centrale ci ha rinunciato, emettendo moneta locale per coprire le proprie spese. L'occasione è ghiotta: il presidente dell'ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani – è Leonardo Domici, già sindaco di Firenze, che speriamo ci legga in copia. Dunque, un sindaco che potrebbe suggerire alle migliaia di comuni associati all'ANCI di esercitare la sovranità emettendo moneta.
Sarebbe storico, perché - a parte che in Germania e
Giappone lo fanno da anni, ma si vede che i funzionari italiani, pagati
profumatamente nelle trasferte per i gemellaggi, saranno andati
piuttosto per casini invece che per studiare i modelli di crescita
comunali - dicevo, sarebbe storico perché Leonardo Dominici
ci potrebbe ricollegare l'iniziativa alla fortuna della Firenze medicea,
appunto quando la moneta la città se la stampava senza bisogno di
doverla accattonare derubando i cittadini. Leonardo potrebbe fare cosa
degna del suo nome: emettere i Nuovi Fiorini, biglietti comunali a corso
legale. Godrebbe subito del fatto che, Firenze, città turistica,
assorbirebbe una quantità di biglietti comprati ed accantonati per
ricordo o collezionismo. Il signoraggio del NF (Nuovo Fiorino) andrebbe
alla signoria moderna: il comune.
Occorre
che Leonardo si metta presto in contatto con la camera di commercio di
Firenze e con delle istituzioni bancarie nate apposta per combattere l'usura:
ad esempio, le BCC, Banche di Credito Cooperativo. Oppure le casse
rurali. Queste banche a
misura d'uomo potrebbero aprire e gestire conti denominati in Nuovo
Fiorino, mentre la camera di commercio, assolvendo ad un suo dovere,
potrebbe validare l'iniziativa propagandandola nelle piccole e medie
imprese, quelle strangolate dai nuovi regolamenti di Basilea 2, tanto
per intenderci. Lo so, rimane l'ultima domanda che sicuramente a
Leonardo gliela farebbero i banchieri in malafede: come fare per
impedire un'eventuale inflazione? Molto semplice: calcoli il comune
quanto credito viene erogato annualmente nel suo territorio, ovvero
calcoli l'indice di liquidità considerando sia il monetato che il
credito virtuale, lo divida per il numero di occupati. Lo moltiplichi
per il numero di disoccupati - risorse non utilizzate per via
dell'artificiosa scarsità del liquido creata da certi cortomiranti –
ma disoccupati veri, non quelli delle statistiche inventate ad usum
delphini.
Diciamo che si troverà circa un 30% di nuova liquidità
generabile da destinare al pieno utilizzo delle risorse locali senza
creare nuova inflazione. In sostanza, quello che