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Inganni
e bugie radioattive
Prof. Gianni
Tamino* – tratto da “Terra e
Aqua” gennaio-febbraio 2010
Essere contro il nucleare non significa essere a favore
dell'energia fossile o del metano. Siamo per un rapporto completamente
diverso tra società ed energia, che deve partire dalla riduzione dei
consumi energetici attraverso l'eliminazione dello spreco e l'aumento
dell'efficienza energetica.
Se non parte da qui, non c'è soluzione. Non c'è dubbio che
l'esaurimento dei petrolio sia un problema, ma è un problema che hanno
creato gli stessi che ora ci propongono il nucleare; quando denunciavamo
l'assurdità di usare fonti non rinnovabili, ci rispondevano che tanto,
prima o poi, si sarebbero trovate altre riserve, nuove fonti e si
sarebbe risolto.
CHI VUOLE IL NUCLEARE
CONFONDE ENERGIA ELETTRICA CON ENERGIA
L’energia elettrica è una piccola quota dell'energia che
utilizziamo.
Quasi un terzo dell'energia importata serve per produrre l'energia
elettrica, ma un terzo abbondante serve per riscaldare acqua, produrre
calore che può essere prodotto in modo conveniente, senza usare fossili
nè nucleare. Solo eliminando gli sprechi attuali nei consumi per far
raffreddamento e riscaldamento delle case avremmo un risparmio di
energia estremamente più elevato di quello che nei prossimi anni
potrebbe darci, forse, il nucleare. Lo stesso vale per il sistema
trasporti che è fra i più energivori.
La stragrande parte di energia non è elettrica, il nucleare affronta
solo la questione elettrica (che è sul 15% come consumi finali, ma i
suoi usi obbligati sono sul 12 %) che è una piccola quota dei problema.
NON E’ VERO CHE IL
CICLO NUCLEARE NON PRODUCE CO2
Perchè alcuni anni fa addirittura in ambienti vicini
all'ambiente si è cercato di dire che forse era meno peggio usare il
nucleare? Il ragionamento era: siccome le fonti fossili, basate sulla
combustione, producono CO2,
aumentano l'effetto serra ed in questo momento i cambiamenti climatici
sono un problema molto rilevante, usiamo il nucleare perché non
produce CO2
Ma c'è un errore (a parte considerare solo l'energia elettrica): si
considera la centrale isolata dal contesto (vale anche per le fonti
rinnovabili), senza valutarne il ciclo di vita e il bilancio energetico.
Per capirci faccio un ragionamento sul solare, a cui siamo
favorevoli ma di cui dobbiamo anche capire i limiti. I primi pannelli
solari fotovoltaici erano sbagliati perché consumavano più energia di
quanto ne producevano, perché l'obiettivo era garantire energia nei
sistema dei satelliti: il fotovoltaico nasce come tecnologia spaziale.
Che il satellite abbia energia è fondamentale, che questa sia ottenuta
con più energia di quanto ne dà è irrilevante per chi vive dentro il
satellite.
Oggi, pur con una ricerca insufficiente dei fotovoltaico, il bilancio
è di
IL CICLO DELL'URANIO
Vediamo ora quale è il bilancio dell'energia nucleare:
dobbiamo partire dalla miniera ed arrivare all'eliminazione dei rifiuti,
tenendo conto di tutti ì consumi di energia, gli impatti ambientali,
sanitari e fare anche un conto economico.
Partiamo dalla miniera e ci rendiamo conto (basta pensare ai filmati sul
Niger) di cosa sta succedendo alle popolazioni e alle foreste nigeriane
per effetto delle miniere di uranio, quali sono i disastri sanitari cui
sono esposti i lavoratori e le popolazioni. Cose simili sono accadute in
Canada, dove peraltro si usavano tecnologie più avanzate. L’uranio si
estrae dalle rocce frantumandole nelle miniere.
Qual è la percentuale di uranio che si estrae? Se siamo
fortunati lo 0,1 %, perché le miniere più ricche si sono esaurite. Ma
se andiamo sotto lo 0,05 secondo alcuni (o lo 0,02 per altri) l'energia
necessaria per tutte le fasi d'estrazione è cosi alta che la produzione
di energia elettrica della centrale non compensa l'energia usata nel
ciclo estrattivo.
Inoltre è anche economicamente non conveniente. E' vero, di uranio ce
n'è tanto; anche di oro ce n'è tantissimo, ma l'estrazione di oro dal
mare è così costosa che nessuno la fa; lo stesso vale per l'uranio:
bisogna vedere qual è la quantità energeticamente ed economicamente
utilizzabile.
Oggi, sulla base dei dati in possesso, l'energia
disponibile dall'uranio è meno della metà delle riserve di metano, che
sono, più o meno, quanto le riserve di petrolio. Se usassimo oggi tutto
l'uranio, l'esaurimento energetico arriverebbe in tempi più brevi che
con il petrolio o il metano. Va aggiunto che il valore di energia
disponibile dall'uranio è meno della metà di un millesimo dell'energia
che in un solo anno ci manda il sole.
Il sole ci manda energia tale che, se riuscissimo ad utilizzarla per un
millesimo, avremmo in un anno due volte tutta l'energia che da qui al
suo esaurimento può provenire dall'uranio. Se usassimo l'uranio come
unica fonte per le esigenze energetiche dei mondo si coprirebbe, come
tempo, un anno e mezzo. Mentre se usassimo l'energia solare, in un anno
copriremmo le esigenze energetiche dei mondo per oltre tre anni, e ne
avremmo ancora, per altri 4 miliardi di anni...
Ovvio che nessuno pretende di usare l'energia solare al
100% altrimenti la sottrarremmo alle piante. Ma la parte che utilizzano
le piante dell'energia solare che arriva è tra l'uno per mille e l'uno
per cento!
Se noi usassimo l'uno per mille, avremmo più energia rispetto ai
consumi attuali (che dobbiamo ampiamente diminuire perchè lo spreco è
alto).
E' insufficiente la ricerca rispetto ad un utilizzo dei solare, ma
pensare che il solare sia insufficiente, quando, in un solo anno, è
enormemente di più di tutte le altre fonti insieme, è pazzesco.
NUCLEARE
"CIVILE" E MILITARE
Va aggiunto che l'uranio da utilizzare è l'uranio 235, che
è lo 0,7 % dei totale dell'uranio che si estrae e per usarlo devono
utilizzare quelle "centrifughe" che ci mostrano spesso, quando
denunciano il "pericolo iraniano”. Altri paesi l'avevano fatto
ampiamente e si sono muniti della bomba atomica come Israele, Sudafrica,
India e Pakistan.
Anche l'Iraq l'avrebbe fatto e l'Italia aveva già iniziato a mandargli
i materiali negli anni Ottanta poi, Israele, che aveva fatto la stessa
cosa, si è messo di mezzo. Questo per ricordare che l'energia nucleare
"civile" è un sottoprodotto di quella militare.
L'Italia ha accettato, con il trattato di non proliferazione, di non
produrre il combustibile, dunque siamo totalmente dipendenti dall'estero
per il combustibile attivo, il che vuoi dire che, se non dipendiamo più,
per esempio, dallo sceicco o dal russo per il metano, dipendiamo da chi
arricchisce l'uranio. Dunque nessuna autonomia.
Torniamo alla roccia, allo 0,7 %, col problema dell'arricchimento; va
aggiunto il problema del trasferimento dell'uranio e dei passaggio fino
alla centrale.
La centrale deve essere costruita e consuma energia e se non dura almeno
i 35 anni previsti non tornano i conti.
IL REFERENDUM E’
ARRIVATO A NUCLEARE GIA’ FALLITO
Dicono che è colpa dei referendum dei 1987 se sì è persa
una quantità enorme di energia. Ma nel 1986 la centrale di Caorso era
già chiusa, non era in grado di funzionare, la centrale dei Garigliano
non era mai entrata in funzione, ma ha consumato un sacco di energia
producendo un sacco di radioattività nella zona. Di fatto con il
referendum abbiamo sancito il fallimento dell'avventura nucleare
italiana che ha consumato più energia di quella prodotta.
Inoltre abbiamo collaborato con
IL FALSO RISPARMIO
DEL NUCLEARE
La centrale nucleare ha costì enormi e tempi lunghissimi.
Per la centrale in costruzione in Finlandia i tempi si stanno dilatando
e i costi stanno più che raddoppiando. In ogni caso sono tempi e costi
ben più ampi di quelli annunciati dal governo italiano. Se non ci
riescono i finlandesi, non si capisce come dovrebbe riuscirci il governo
italiano, che ha già fallito.
Se si valutano i costi reali di una centrale si vede che anche il mito
dei risparmio dei nucleare è una falsità. Se la centrale non dura 35
anni è un fallimento e dobbiamo aggiungere i costi dello
smantellamento. L’unico esempio di smantellamento è in America ed è
costato il doppio della costruzione: i lavoratori che devono smantellare
un impianto così pericoloso devono fare in fretta, lavorare una
giornata e poi avere ampi periodi di sosta per cercare di tutelare la
loro salute. L’UE, per smantellare una centrale in Lituania ha
previsto costi doppi della costruzione.
SE E’ COSI’ ANTIECONOMICO PERCHE'
VIENE PROPOSTO?
A parte alcuni che vogliono costruirsi una bomba o che
vogliono sostituire impianti esistenti - vedi
Quelle che sono state costruite erano già in programma;
Bush aveva provato a dare degli incentivi a chi voleva costruirne,
nessuno li ha chiesti e Obama li ha eliminati ricordando i costi enormi
dei deposito dei rifiuti nucleari. Nessuno al mondo ne ha mai
realizzati. Gli unici al mondo che ci stanno provando sono gli Stati
Uniti con enormi difficoltà, pur avendo deserti e luoghi molto più
idonei dei nostri. Alle condizioni attuali, l'uranio, per alimentare le
centrali esistenti, durerà meno di petrolio e metano e, se costruiamo
centrali in più, si esaurirà ancora prima.
Dal punto di vista energetico, il bilancio è negativo: quanto costa
tenere, per migliaia di anni, i depositi di rifiuti? C'è un enorme
consumo di energia non elettrica (che oggi è fossile) in tutte le fasi
(dall'estrazione nelle miniere, allo smantellamento delle centrali) e il
deposito scorie.
Perciò, che il nucleare riduca l'emissione di CO2,
vale per la centrale, ma se si valutano tutta l'energia utilizzata,
dalla miniera al deposito dei rifiuti, non si può certo dire che una
centrale nucleare produce il 50% in meno di emissioni di una centrale a
fossili. Più il tenore in uranio nelle rocce diminuisce e aumentano i
sistemi di sicurezza, la produzione di CO2
si avvicina a quella di una centrale classica.
Se oggi decido una centrale nucleare, ci vogliono dai 12 ai 15 anni come
minino perché entri in funzione (non siamo certo più bravi degli
altri) e, in tutta questa fase, usiamo energia fossile che aumenta
L'AFFARE NUCLEARE
ALL'EST
Costruire centrali oggi sarebbe un fallimento economico,
sanitario, energetico e dal punto di vista delle emissioni di CO2.
Allora perché qualcuno propone di farlo? L'Enel possiede più di 6
centrali nucleari:
A CERNOBYL NON E’
FINITA
Il problema di Cernobyl andrà avanti per decenni perché
non è certo risolto. Avete visto i bambini che giungono da quei luoghi
e sappiamo le migliaia di morti: la AIEA, che è pro-nucleare, conferma che finora 1800 bambini sono stati
colpiti da cancro alla tiroide). La centrale sta sprofondando e rischia
di creare disastri ben maggiori, il sarcofago entro 190 anni non terrà
più, dovrà essere fatto qualcos'altro, ma i costi sono pazzeschi e
nessuno vuote intervenire.
I "NORMALI"
INCIDENTI IN FRANCIA
Ma parliamo anche della normale attività: ricorderete
l’incidente in Francia l'anno scorso a Tricastin. Io ero casualmente là
e l'impresa francese disse non era successo niente, in realtà si
trattava di una quantità enorme di acqua contaminata da uranio
radioattivo: dopo 20 giorni l'Ente di controllo francese ha chiuso
l'impianto. Noi dovremmo costruire con una società che nega i pericoli
di fronte all'evidenza.
IN QUALI SITI?
Per essere raffreddata, una centrale nucleare da 1.600
megawatt ha un bisogno d'acqua enormemente maggiore di un centrale
termoelettrica. Con la siccità dei 2008 bisognava decidere se usare
l'acqua per le centrali idroelettriche o per l'agricoltura.
Se ci fossero state centrali nucleari sul Po, avremmo dovuto chiuderle,
con un costo economico e un rischio ambientale enormi: le operazioni più
rilevanti per una centrale nucleare sono spegnere e accendere. Una
persona che non sia folle non proporrebbe mai di costruire una centrale
nucleare in un posto con tali potenziali condizioni di siccità. In
Italia probabilmente le centrali si possono costruire solo sul mare;
vedo solo o il delta Po o sul mare, tipo Montalto (sito già approvato).
I filo-nucleari dicono che abbiamo un costo dell'energia
elettrica molto più alta dei francesi; è sia vero che falso. Il costo
dell'energia elettrica italiana è dovuto all'inadeguatezza dei nostro
sistema elettrico in particolare delle nostre linee: abbiamo linee che
hanno uno spreco del 12, 13 % nel trasferimento dell'energia elettrica.
Importiamo energia elettrica dalla Francia perchè le centrali nucleari
sono "rigide" producono energia anche quando non serve; perciò
di notte ce la vendono sotto-costo. Il cosiddetto basso costo dei
nucleare francese è un sottoprodotto dei nucleare militare, la
"force de frappe" voluta dal gen. De Gaulle.
L'Italia, con i bacini idroelettrici, ha maggiore flessibilità,
possiamo modulare la produzione, e ci conviene importare l'energia
elettrica quando è "buttata via”.
Non si dice però che anche noi esportiamo energia elettrica alla
Francia. L'Italia ha una potenza superiore al consumo di punta, ed è in
grado di fronteggiare la domanda.
* Gianni Tamino, docente di Biologia all’Università di
Padova E' stato membro della
Camera dei Deputati e membro del Parlamento Europeo dal 1995 al 1999,
dove ha seguito in particolare