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L'inflazione
ed emissione monetaria statale
Savino Frigiola
Occorre
una volta per tutte scrollarsi da dosso la crosta della disinformazione,
i luoghi comuni sbagliati e tendenziosi, dei quali tutti noi, grazie ai
persistenti bombardamenti mediatici organizzati dalla consorteria
monetaria e bancaria, siamo divenuti inconsciamente portatori anche
sani. Ciò è tanto vero che spesso affiorano chiaramente i messaggi
assorbiti in maniera subliminale, i quali finiscono per condizionare
anche le menti dei
soggetti più preparati.
Siamo arrivati
al punto che quando non è l'apparato delle banche centrali a battere
moneta, inconsciamente, il possibile verificarsi il "PROBLEMA
dell'INFLAZIONE", nel convincimento collettivo diventa addirittura
"OVVIO".
Giova anche chiarire cosa è l'inflazione, questa minaccia, questo
spauracchio brandito ogni piè sospinto dai soliti pochi media
interessati e ripresi, nella stragrande maggioranza, da quelli solo
ignoranti od al limite compiacenti.
Il termine inflazione, dal punto di vista letterario, significa e
sintetizza la situazione per cui sul mercato circola una quantità di
moneta superiore a quella che serve.
Dell'inflazione pertanto nessuno se ne deve preoccupare, in primo luogo
perché in Italia l'inflazione non c'è mai stata, sin da quando i
nostri emigranti erano costretti a salpare con la valigia di cartone
legata con lo spago, in secondo luogo poiché potendo scegliere tra
inflazione o deflazione, è sicuramente preferibile la prima situazione
poiché fluidifica l'economia ed assolve anche la funzione di
scoraggiare la tesorizzazione, risultato che si ottiene senza ricorrere
a strampalati sistemi tipo bollini vari od interessi negativi. Proprio
per questo motivo questa evenienza è avversata dal sistema bancario e
monetario, anche se in apparenza dovrebbero trarne profitto, poiché in
situazioni inflative non può prosperare l'usura, sia quella delle
banche che quella dei cravattari. (siamo arrivati al punto che per
comperare un tostapane bisogna ricorrere al credito al consumo tasso 25
%, per quanto riguarda i cravattari si va a ruota libera)
Mantengono lo
spauracchio rievocando le code fuori dalle banche tipiche dei film di
Ridolini, quando la gente preoccupata dell'inflazione (era di tipo
diversa, avevano stampato più banconote dell'oro che rappresentavano)
si accalcava per cambiare la cartamoneta in oro.
Oggi la convertibilità da tempo non c'è più e nonostante la
pesante deflazione in atto non si è salvaguardato nessun tipo di
risparmio. Poiché i prezzi per altre cause sono aumentati lo stesso, e
quelli preoccupati dall'inflazione, sempre strombazzata dai banchieri
per invogliarli ad acquisire i bond, hanno imparato a loro spese che il
problema più grosso sicuramente non è l'inflazione ma l'attuale
disinvolta situazione bancaria sottoposta all'alta sorveglianza di
Banchitalia.
Ciò
che occorre fare, per non creare sconquassi economici, riguarda in
primis quello di cancellare dalla mente l'esistenza del problema
dell'inflazione poiché non esiste. Rifiutare il nesso di casualità tra
aumento dei prezzi ed inflazione, poiché sono cose completamente
diverse e spesso producono effetti divergenti. Infatti l'aumento dei
prezzi è causato dall'aumento di costi e tariffe, che spesso producono
proprio deflazione, poiché l'aumento dell'indispensabile circolazione
monetaria, necessaria sempre in queste circostanze,
non è sempre pronta ed adeguata.
Dobbiamo puntare
alla creazione di un mercato stabile ed equilibrato, incrementando
subito la liquidità necessaria
per il mercato. (operazione che contrariamente agli spauracchi ed
alle visioni bancarie non crea inflazione) Per far ciò basta
tenere sotto continuo controllo il rapporto tra gli strumenti che
misurano il valore (circolazione monetaria) e beni da misurare.
Questo
rapporto deve restare costante, non la quantità di denaro che deve
crescere di pari passo con l'incremento della quantità e dei valori dei
beni. Ciò significa che a fronte o in previsione di maggiori beni
esistenti o da far giungere sul mercato si può incrementare subito la
circolazione monetaria, a tutto vantaggio della occupazione,
dell'incremento del benessere e della pace sociale.
Seguendo
questo criterio possiamo benissimo, senza creare inflazione, continuare
ad incrementare la massa monetaria, operazione che deve essere sospesa
quando si comincia ad avvertire che i prezzi tendono ad avvicinarsi ai
costi.
Ovviamente tutto
ciò è possibile se a fronte di queste operazioni non si determina
contestualmente, come ora accade, l'incremento del debito pubblico,
altrimenti si finisce per lavorare tutti a sostegno dei i banchieri, che
peraltro non ne hanno alcun bisogno. Proprio per questo motivo, e per
far cessare allo Stato di svolgere la funzione di esattore per il
sistema bancario e monetario, è necessario che l'emissione monetaria
avvenga direttamente da parte dello Stato, nella misura utile e
necessaria per il mercato. I mezzi e gli strumenti di rilevamento
necessari, per far si che non si determini inflazione, oggi non mancano.
Continuare a pensare che quando lo Stato monetizza in proprio il proprio
mercato debba necessariamente nascere l'inflazione, equivale a
considerare i politici più delinquenti dei banchieri, la qual cosa non
mi sembra proprio impossibile.
In
ogni caso quand'anche così fosse, non dimentichiamo che il politico è
sempre sottoposto al giudizio degli elettori, contrariamente al
banchiere che risponde solo alle sue tasche.
Spero di non sentire più parlare d'inflazione, almeno per un congruo
periodo di tempo.
Risposta
al precedente articolo pubblicata sul blog
http://xiaodongpeople.blogspot.com/2005/08/linflazione-ed-emissione-monetaria.html
E' incredibile. Questa sarebbe la risposta ad un mio triste messaggio su
una certa mailing list, al quale mi sono trattenuto dal rispondere causa
sussulto di cortesia. Ora che è stato promosso ad articolo su
disinformazione.it si possono fare due conti.
Occorre una volta per tutte scrollarsi da dosso la crosta
della disinformazione, i luoghi comuni sbagliati e tendenziosi,
dei quali tutti noi, grazie ai persistenti bombardamenti mediatici
organizzati dalla consorteria monetaria e bancaria, siamo divenuti
inconsciamente portatori anche sani.
Cosa sarà successo questa volta?
Ciò è tanto vero che spesso affiorano chiaramente i messaggi
assorbiti in maniera subliminale, i quali finiscono per condizionare
anche le menti dei soggetti più preparati.
E' terribile. Bisogna indagare.
Siamo arrivati al punto che quando non è l'apparato delle banche
centrali a battere moneta, inconsciamente, il possibile verificarsi
il "PROBLEMA dell'INFLAZIONE", nel convincimento collettivo
diventa addirittura "OVVIO".
Giova anche chiarire cosa è l'inflazione, questa minaccia,
questo spauracchio brandito ogni piè sospinto dai soliti pochi
media interessati e ripresi, nella stragrande maggioranza, da quelli
solo ignoranti od al limite compiacenti.
Facciamo la parte degli ignoranti e compiacenti, e
leggiamo con cura.
Il termine inflazione, dal punto di vista letterario, significa e
sintetizza la situazione per cui sul mercato circola una quantità di
moneta superiore a quella che serve.
Questo perché, ovviamente, esiste una quantità di "moneta che
serve" che è possibile determinare in qualche modo. Come si potrà
mai calcolare? Forse con il catalogo dei prezzi (fissi, decisi dallo
Stato) di Joytopia.
Dell'inflazione pertanto nessuno se ne deve preoccupare, in
primo luogo perché in Italia l'inflazione non c'è mai stata, sin da
quando i nostri emigranti erano costretti a salpare con la valigia di
cartone legata con lo spago,
Lo si capisce subito vedendo la pubblicità in TV con le 100 lire
d'oro e confrontando la quotazione attuale nell'allegro grafico: si
capisce subito che tra 100 lire e 350 euro non vi è alcuna differenza,
quindi l'inflazione non esiste. E anche se esistesse...
in secondo luogo poiché potendo scegliere tra inflazione o
deflazione, è sicuramente preferibile la prima situazione poiché
fluidifica l'economia ed assolve anche la funzione di scoraggiare la
tesorizzazione, risultato che si ottiene senza ricorrere a
strampalati sistemi tipo bollini vari od interessi negativi.
...siamo tornati alla solita vecchia storia:
il risparmio è male, nessuno deve risparmiare, tutti devono spendere
come imbecilli altrimenti l'economia non funziona - ovviamente -
e il modo migliore per convincere gli imbecilli a spendere è...
Badombe> Illuminarli sulla gioia che deriva da acquisti impulsivi e
casuali?
No, ovviamente bisogna sputtanare il valore della moneta, in modo che
valendo sempre meno i nostri allegri eroi siano invogliati a
spenderla subito anziché tra un anno. Questo sempre nell'ipotesi che
l'inflazione esista, cosa che non è.
Badombe> Capisco.
Proprio per questo motivo questa evenienza è avversata dal sistema
bancario e monetario, anche se in apparenza dovrebbero trarne profitto,
poiché in situazioni inflative non può prosperare l'usura, sia quella
delle banche che quella dei cravattari.
Il sistema bancario odia l'inflazione e l'espansione del credito, ma è
lo stesso che lucra sull'emissione monetaria con il signoraggio e la
riserva frazionaria.
Badombe> Forse i banchieri sono masochisti.
Abdallah> Proprio perché il banchiere avversa l'espansione del
credito e l'inflazione ci troviamo in mezzo all'ennesima bolla.
Ahmed> Tornano tutti i conti.
(siamo arrivati al punto che per comperare un tostapane bisogna
ricorrere al credito al consumo tasso 25 %, per quanto riguarda i
cravattari si va a ruota libera)
Naturalmente non c'è alcuna relazione tra la facilità di accesso al
credito e l'andamento dei prezzi.
Mantengono lo spauracchio rievocando le code fuori dalle banche
tipiche dei film di Ridolini, quando la gente preoccupata
dell'inflazione (era di tipo diversa, avevano stampato più banconote
dell'oro che rappresentavano) si accalcava per cambiare la cartamoneta
in oro.
Quella non è inflazione, è bancarotta.
Oggi la convertibilità da tempo non c'è più e nonostante la pesante
deflazione in atto non si è salvaguardato nessun tipo di risparmio.
Pesantissima, infatti l'inflazione è negativa e il prezzo degli
immobili scende rapidamente. Si vede che circolano pochi soldi.
Poiché i prezzi per altre cause sono aumentati lo stesso, e quelli
preoccupati dall'inflazione, sempre strombazzata dai banchieri per
invogliarli ad acquisire i bond, hanno imparato a loro spese che il
problema più grosso sicuramente non è l'inflazione ma l'attuale
disinvolta situazione bancaria sottoposta all'alta sorveglianza di
Banchitalia.
Ciò che occorre fare, per non creare sconquassi economici, riguarda
in primis quello di cancellare dalla mente l'esistenza del problema
dell'inflazione poiché non esiste. Rifiutare il nesso di
casualità tra aumento dei prezzi ed inflazione, poiché sono cose
completamente diverse e spesso producono effetti divergenti.
I prezzi aumentano e la moneta diminuisce.
Badombe> E' un miracolo.
Infatti l'aumento dei prezzi è causato dall'aumento di costi e tariffe,
che spesso producono proprio deflazione, poiché l'aumento
dell'indispensabile circolazione monetaria, necessaria sempre in queste
circostanze, non è sempre pronta ed adeguata.
In pratica, i prezzi aumentano anche perché lo Stato ruba in
continuazione. Ma i politici rendono conto agli elettori, come si può
ben osservare aprendo un giornale.
Dobbiamo puntare alla creazione di un mercato stabile ed equilibrato,
incrementando subito la liquidità necessaria per il mercato.
In quantità di? E a favore di?
Badombe> Tante opere pubbliche per creare occupazione?
(operazione che contrariamente agli spauracchi ed alle visioni
bancarie non crea inflazione)
Ovvio.
Per far ciò basta tenere sotto continuo controllo il rapporto tra
gli strumenti che misurano il valore (circolazione monetaria) e beni da
misurare.
Saranno gli stessi strumenti in base ai quali abbiamo deciso che
l'inflazione non esiste poco fa?
Questo rapporto deve restare costante, non la quantità di denaro che
deve crescere di pari passo con l'incremento della quantità e dei
valori dei beni.
Questo perché l'inflazione non solo non esiste, ma è misurabile
istantaneamente: appena aumenta la liquidità i prezzi si aggiornano
entro 10 millisecondi, in questo modo possiamo tenere tutto sotto
controllo in tempo reale.
Ciò significa che a fronte o in previsione di maggiori beni
esistenti o da far giungere sul mercato si può incrementare subito la
circolazione monetaria, a tutto vantaggio della occupazione,
dell'incremento del benessere e della pace sociale.
E chi dovrà mai fare queste previsioni?
In pratica i beni da far giungere sul mercato dovrebbero essere pagati
con carta straccia stampata dallo Stato?
Seguendo questo criterio possiamo benissimo, senza creare inflazione,
continuare ad incrementare la massa monetaria, operazione che deve
essere sospesa quando si comincia ad avvertire che i prezzi
tendono ad avvicinarsi ai costi.
Questo sempre perché i prezzi si aggiornano istantaneamente. Ci
si chiede cosa si farà quando i prezzi - ooops! - sono saliti
eccessivamente - ooops! - forse potremmo far rubare altri soldi allo
Stato e bruciarli sull'altare del Credito della Pace.
Badombe> Ci vorrebbe un prelievo forzoso sui risparmi, che sono
brutti.
Abdallah> O la decurtazione della massa monetaria con la
fiscalità monetaria!
Glossario - decurtazione: furto.
Ovviamente tutto ciò è possibile se a fronte di queste operazioni
non si determina contestualmente, come ora accade, l'incremento del
debito pubblico, altrimenti si finisce per lavorare tutti a sostegno dei
i banchieri, che peraltro non ne hanno alcun bisogno.
Allora forse dovremmo lavorare tutti per lo Stato, che ci pagherà con i
soldi stampati dallo Stato stesso. Ricchezza assicurata per tutti,
insieme alla giustizia sociale.
Proprio per questo motivo, e per far cessare allo Stato di svolgere
la funzione di esattore per il sistema bancario e monetario, è
necessario che l'emissione monetaria avvenga direttamente da parte dello
Stato, nella misura utile e necessaria per il mercato.
Giacché lo Stato, è evidente, è in possesso di tutte le informazioni
necessarie per prevedere le necessità del "mercato." E dopo
aver emesso questa moneta, cosa ne farà mai lo Stato? La distribuirà a
pioggia o ci si comprerà qualcosa in cambio di nulla?
I mezzi e gli strumenti di rilevamento necessari, per far si che non
si determini inflazione, oggi non mancano.
E' un miracolo.
Continuare a pensare che quando lo Stato monetizza in proprio il
proprio mercato debba necessariamente nascere l'inflazione, equivale a
considerare i politici più delinquenti dei banchieri, la qual cosa non
mi sembra proprio impossibile.
Peccato che fino a poco fa erano i camerieri dei banchieri, forse nel
frattempo sono diventati più onesti e non vedono l'ora di gestire il
mercato (?) in nome della pace sociale.
In ogni caso quand'anche così fosse, non dimentichiamo che il
politico è sempre sottoposto al giudizio degli elettori, contrariamente
al banchiere che risponde solo alle sue tasche.
Infatti, quando il politico mette con insistenza le mani in tasca dei
contribuenti, questi votano magicamente e l'anno dopo lo Stato ruba
meno. Il politico, che è cameriere del banchiere, rende conto
all'elettore, mentre il banchiere, che lucra sul signoraggio,
odia l'espansione della massa monetaria.
Spero di non sentire più parlare d'inflazione, almeno per un congruo
periodo di tempo.
Io speravo di non sentire più parlare di socialismo di Stato, carta
straccia e mondialismo rampante.
Badombe> Non è vero...
Urge post definitivo sull'argomento.
Nel frattempo, l'allegro angolo di Lincoln e soci, per la serie
"andiamo in guerra con i soldi di carta" e "l'inflazione
non esiste." Vediamo il buon Lincoln che si batte per liberare
gli schiavi.
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