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L’ideologia
della truffa
L'inganno come stile
di vita
Di
Antonella Randazzo per www.disinformazione.it
Autrice del
libro: "DITTATURE: LA STORIA OCCULTA"
Con la fine della Guerra Fredda, è stata diffusa la
convinzione che le ideologie fossero appannaggio del passato, e che si
sarebbe aperto un futuro migliore e più "vero". La propaganda
della fine delle ideologie ha convinto molti, che hanno creduto
possibile affrancarsi da qualsiasi teoria ideologica, abbracciando e
accettando senza timore la "realtà". L'idea che oggi non
esistano più ideologie appare sempre più propagandistica e demagogica,
se si pensa che il sistema attuale nasce da una serie di presupposti
teorici spesso falsi e truffaldini. In realtà, se l'ideologia viene
intesa come un insieme di valori, idee e opinioni, ogni persona -
consapevole o meno - ne
possiede una. Coloro che credono di essere immuni da ogni ideologia sono
esposti al rischio di abbracciare completamente l'ideologia propagandata
dal potere dominante e, giacché privi di consapevolezza, possono essere
plasmati da idee, valori e opinioni che non nascono spontaneamente dal
loro profondo, ma che loro intenderanno come tali.
Quale ideologia domina oggi?
L'ideologia del gruppo dominante ha oggi acquisito un potere enorme
sugli individui, in quanto essa viene spacciata per verità scientifica,
e quindi inoppugnabile. Si tende sempre più a nascondere che la stessa
scienza è per molti aspetti evolutiva, cioè ha una storia, come
qualsiasi altro prodotto umano, e si presentano gli scienziati come
"esperti" e depositari di conoscenze assolute.
L'ideologia più perniciosa è quella che, più o meno
implicitamente, vorrebbe condizionarci su ciò che riteniamo essere la
nostra natura.
Attraverso la teoria di Darwin (o teorie derivate), si propaganda l'idea
che la realtà umana è,
come per altri animali, una realtà di lotta e sopraffazione.
La teoria di Darwin, applicata all'economia, ha creato il
"capitalismo selvaggio", ossia un sistema in cui un gruppo,
considerato "più forte" (o più furbo), si appropria della
maggior parte delle ricchezze e le utilizza per dominare e avere
privilegi. Scriveva Darwin: "tra tutti gli uomini ci deve essere
lotta aperta; […] le razze umane più civili stermineranno e si
sostituiranno in tutto il mondo a quelle selvagge."[1]
La teoria di Darwin fu amata da Hitler e da molti altri
dittatori, che attraverso di essa giustificavano i loro crimini. Anche i
banchieri Andrew Carnegie e John D. Rockefeller fecero spesso
riferimenti ai principi darwiniani,[2]
ritenendo l'esistenza di una gerarchia fra le razze umane.
Darwin studiò molte specie animali in modo approfondito, ma non i
primati non umani e umani. Egli applicò all'uomo categorie e conoscenze
che aveva tratto dallo studio di alcune specie assai distanti dalla
filogenesi umana.
I primati non umani hanno, come gli umani, la
caratteristica essenziale di basare la loro esistenza sui rapporti fra
gli altri esseri della loro specie e di stabilire forti relazioni
sociali, grazie alle loro capacità empatiche e intellettive. Numerosi
ricercatori hanno studiato a lungo comunità di primati non umani, e
hanno osservato che la loro realtà comune è quella di cooperazione e
di socialità, mentre assai raramente si presentano situazioni
criminali, e non esiste la guerra.
Nei primati umani la situazione è analoga, anche se per
molti aspetti assai più complessa. I primati non umani hanno una forma
di intelligenza che Jean Piaget definiva delle "operazioni
concrete", cioè basata sulla realtà percettiva, mentre gli umani,
a partire dall'adolescenza, oltrepassano tale livello e assumono capacità
di "pensiero formale". Si tratta del pensiero simbolico e
teorico, che comprende complesse capacità linguistiche. Ad esempio,
concetti come "patria", "amore" o
"infinito", non essendo di natura percettiva vengono compresi
intellettualmente soltanto quando ci si avvicina all'età adulta.
L'intelligenza formale, che è prerogativa degli esseri umani, deriva
dagli sviluppi corticali (sistema talamo-corticale), che hanno permesso
un linguaggio complesso e capacità di pensiero astratte. L'essere
umano, come già osservavano gli umanisti rinascimentali, ha la
peculiarità di possedere aspetti ritenuti inferiori, come l'avidità e
l'egoismo, e altre caratteristiche considerate evolute, come la socialità
e l'empatia. Niccolò Cusano in De Pace Fidei, osservava che tutte le
culture possono essere armonizzate fra loro, per consentire all'uomo di
esprimere gli aspetti più sublimi della sua natura, che gli permettono
di ergersi al di sopra degli impulsi distruttivi e prevaricanti.
Il sistema corticale ci consente di rappresentare il mondo
e di osservare noi stessi. Essere coscienti significa avere capacità
cognitive per poter cogliere il contesto, e noi stessi all'interno di
esso. La maggior parte dei neuroni corticali viene utilizzata
all'interno del cervello stesso, e soltanto una minima quantità per
percepire il mondo esterno. Per questo motivo, le attività di coscienza
e di autoconsapevolezza sono quelle che più caratterizzano le
potenzialità umane, rispetto a quelle animali. Le situazioni
ripetitive, monotone e passivizzanti, come lo schermo televisivo,
riducono l'attività cerebrale e l'utilizzo delle capacità
autoconoscitive.
Le parti sottocorticali (sistema limbico) presiedono alle
risposte indotte dalle emozioni e alla percezione delle sensazioni
dolorose o piacevoli. L'emotività può indurre ad un comportamento meno
evoluto, basato sulla paura, sul senso del possesso e sulla competitività.
Le funzioni sottocorticali possono essere stimolate in vari modi, per
indurre ad avere un comportamento più primitivo rispetto ai progressi
raggiunti dalla nostra specie. Ciò è possibile grazie all'uso
dell'informazione ingannevole, delle tecniche di stimolazione
emotivo-percettive e alla passivizzazione. L'élite dominante ha
costruito un sistema politico-economico-mediatico che stimola gli
aspetti inferiori della natura umana, come l'avidità, la crudeltà e
l'egoismo, e fa credere che tale realtà sia fondamentale e inevitabile.
L'assetto imposto tende a far peggiorare la società e a produrre
patologie comportamentali e psichiche di vario genere.
Attraverso il sistema economico-finanziario-politico, l'élite
attua strategie per condizionare la personalità e il comportamento,
curandosi di stimolare soltanto quegli aspetti che concorrono a
preservare il sistema stesso. Tale sistema è basato su una serie di
disvalori, come la prevaricazione, la furbizia e l'avidità. L'inganno
sta nel farci credere che siamo noi stessi, con la nostra
"natura" a determinare la realtà, deresponsabilizzando in tal
modo tutti coloro che creano l'assetto e ne traggono vantaggi. In realtà,
il sistema si erge sulla paura e sull'insicurezza, che generano
combattività e rivalità, intralciando gli aspetti più evoluti, come
la fiducia, l'altruismo, la generosità e la sicurezza. Generare paura e
sfiducia significa renderci più dipendenti dalle autorità esterne, e
più disposti ad accettare ciò che altrimenti rifiuteremmo, come
l'ingiustizia o la sottomissione acritica.
Attraverso le istituzione fondamentali del sistema attuale
- le banche e le corporation - l'élite dominante costruisce una realtà
basata sul profitto e sul possesso, e la impone come verità attraverso
i mass media, che si basano essenzialmente sull'inganno. La ricerca del
profitto ad ogni costo, inibisce in vari modi la naturale empatia e la
spontanea socialità fra gli esseri umani. Questo sistema promuove la
perdita del contatto con se stessi e con la realtà, assumendo il
principio del profitto infinito e dello "sviluppo
dell'azienda". In questa realtà, gli esseri umani non sono
protagonisti ma vittime.
Le corporation vengono spacciate per istituti a favore di tutti, ma in
realtà esse nascono come entità disumane, che tendono a distruggere i
valori umani di bene comune, solidarietà e cooperazione. Sono
"mostri" a cui viene attribuito un potere assoluto, in quanto
godono dei diritti dei singoli individui ma non sono ritenute
responsabili e obbediscono soltanto alle "leggi"
del profitto.
Lo Stato, che dovrebbe rappresentare le persone, se
portatore delle istanze delle corporation e delle banche, diventa
disumano, come osserva l'economista Colin Crouch:
Più lo Stato rinuncia a intervenire sulle vite della gente
comune, rendendole indifferenti verso la politica, più facilmente le
multinazionali possono mungere, più o meno indisturbate, la collettività.
Il mancato riconoscimento di questo fatto è la principale ingenuità
del pensiero neoliberale.[3]
L'ideologia neoliberista vuole i politici e i governi a
servizio dell'élite ricca, per poter imporre un dominio fondato sul
profitto e sul possesso. Tale ideologia ha prodotto il concetto di
"globalizzazione", che corrisponde alla sottomissione del
mondo intero al modello del capitalismo selvaggio. Il neoliberismo, a
partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, ha ingannato in modo
clamoroso, presentando la globalizzazione come "sviluppo di tutti i
popoli", e occultandone le vere caratteristiche, come spiega Crouch:
La globalizzazione degli interessi economici ... (sposta) l'asse
politico da coloro che cercano di limitare le diseguaglianze di
ricchezza e potere a favore di coloro che desiderano riportarli ai
livelli predemocratici. Alcune delle reali conseguenze di questo
processo sono già verificabili in molti Paesi. Il welfare state diventa
poco a poco residuale, destinato al povero bisognoso piuttosto che parte
dei diritti universali della cittadinanza; i sindacati vengono relegati
ai margini della società; torna in auge il ruolo dello Stato come
poliziotto e carceriere; cresce il divario tra ricchi e poveri; la
tassazione serve meno alla redistribuzione del reddito; i politici
rispondono in prima istanza alle esigenze di un pugno di imprenditori ai
quali si consente di tradurre i propri interessi particolari in linee di
condotta politica generali; i poveri smettono progressivamente di
interessarsi al processo in qualsiasi forma e non vanno neppure a
votare, tornando volontariamente alla posizione che erano obbligati a
occupare nella fase predemocratica.[4]
I politici servi di tale sistema acquistano caratteristiche
emotive che li rendono primitivi e disumani. Ad esempio, George Bush
padre, nel 1988, quando gli Usa lanciarono per sbaglio un missile contro
un aereo civile iraniano, uccidendo 290 persone, ai giornalisti che gli
chiesero se voleva scusarsi per la morte di quegli innocenti, rispose:
"Non chiederò mai scusa per gli Stati Uniti. Non mi interessano i
fatti". Il presidente statunitense attuale dimostrò la totale
noncuranza verso i sentimenti altrui quando imitò il pianto di Karla
Faye Tucker, una donna condannata a morte, che gli aveva chiesto la
grazia attraverso il Papa e il Concilio mondiale delle chiese. Bush non
soltanto respinse la richiesta, ma si divertì a deridere la donna che
piangeva disperata. Un altro caso agghiacciate è quello del Primo
ministro inglese Tony Blair, che nel 1997 mandò truppe in Sierra Leone
per reprimere il popolo, allo scopo di difendere gli interessi delle
corporation britanniche. Egli inviò diverse partite di armi leggere
destinate all'esercito di bambini africani, rapiti da bande assoldate
dalle corporation. Quando, nel
Oltre a questi, molti altri episodi di comportamento
criminale mostrano che tali personaggi dovrebbero trovarsi in carcere
piuttosto che alla guida dei governi.
Anche le banche concorrono a produrre una realtà truffaldina e
ingannevole. Esse non producono nulla, ma impongono un debito per
potersi appropriare dei beni reali. La banconota è debito, e non nasce
da un criterio di valore reale ma soltanto di potere. Avere potere di
"creare" denaro dal nulla e di caricarlo di interessi
significa avere un immenso potere.
In molti casi, c'è una stretta complicità fra banche e corporation, ad
esempio, nei casi di bancarotta (Enron, Parmalat, Cirio, ecc.) e
devastazione.
Nel 1976, fu pubblicato il libro di Richard Dawkins, Il
gene egoista, che veniva propagandato come un testo
"scientifico". In realtà non vi è alcuna prova
dell'esistenza del presunto "gene dell'egoismo", e il testo
aveva l'obiettivo principale di riproporre la teoria di Darwin della
prevalenza del più forte. Numerosi dirigenti delle corporation
americane, come Jeffrey Skilling (ex amministratore delegato della
Enron), giustificavano attraverso questa teoria il sistema di cui
facevano parte, basato sull'avidità e l'egoismo. Skilling diceva di
preferire il libro di Dawkins perché in esso si sosteneva che fosse del
tutto naturale e necessario essere avidi e competitivi, per
"garantire la continuità della specie e liberare l'istinto di
sopravvivenza del più forte".[5]
La scrittrice Bethany McLean spiegò: "Penso che la
storia della Enron sia affascinante perché la gente la vede come una
storia di grandi numeri, in realtà è una storia di persone, è una
tragedia umana... Guardare
Nelle corporation americane, la visione darwiniana della
realtà appare in molti aspetti dell'organizzazione e della formazione.
Le frasi ricorrenti, ripetute dai dirigenti ai dipendenti sono:
"siamo i più forti", "a noi piace il rischio perché
solo rischiando si fanno i soldi", "stiamo cercando di
cambiare il mondo", "bisogna eliminare dal mercato i
deboli", ecc. Tale ideologia diffonde la cultura del macho, ossia
della persona che incista le proprie insicurezze e debolezze nel
profondo della psiche, per poter apparire forte e invincibile come un
eroe dei fumetti.
L'affare Enron dimostra come banche e corporation, in modo
disumano e spietato, perseguono i loro interessi anche a costo di
produrre sofferenza e morte. Per il crollo Enron, soltanto un gruppo di
dirigenti venne condannato, e nessuna banca pagò.
Il caso Parmalat coinvolse alcune delle stesse banche responsabili del
crollo della Enron, come
Nello
stesso periodo del crollo della Enron, alcune delle banche responsabili
attuarono anche la bancarotta dell'Argentina. Le ristrutturazioni degli
anni Novanta, imposte dal Fondo Monetario Internazionale (istituto
finanziario controllato da Wall Street), avevano posto l'intera economia
argentina nelle mani di pochi privati stranieri, che non rispettavano le
esigenze della popolazione, e non desideravano sacrificare facili
profitti per i diritti umani. Le corporation progettarono il colpo
finale: ritirarono la valuta e si rifugiarono altrove, lasciando il
paese nel caos. Il New York Times
scrisse che erano stati prelevati dalle banche "100 milioni di
dollari al giorno".[7]
Il denaro dei risparmiatori venne congelato dal governo, e milioni di
persone rimasero senza alcun mezzo di sostentamento. Il popolo argentino
si sollevò e le repressioni dell'esercito uccisero 40 persone, ne
ferirono 2000 e 40.000 vennero arrestate. Un paese intero era stato
devastato, ma né le corporation né le banche, né il Fmi ebbero alcuna
condanna. Tutto questo dimostra che un gruppo ristretto di persone, che
finora è rimasto impunito, propugna una realtà favorevole soltanto ai
loro interessi, e nefasta per tutti gli altri esseri umani.
Gli aspetti evoluti degli esseri umani (socialità,
affettività, fiducia, amicizia, cooperazione, altruismo, generosità,
ecc.), se repressi, rimangono atrofizzati e producono nevrosi, infelicità
e varie patologie psichiche. Poterli esprimere risulta necessario per
avere equilibrio. Talvolta i comportamenti evoluti si manifestano anche
nelle più terribili condizioni. Persino nell'inferno dei lager nazisti
si ebbero comportamenti sublimi. Alcuni prigionieri, rischiando la vita,
fecero circolare pezzetti di carta con versi poetici, che avevano il
prezioso scopo di preservare l'umanità che c'era dentro ogni persona.[8]
Inoltre, alcuni prigionieri ormai ridotti a scheletri, cedevano il loro
vitto ai nuovi arrivati, affinché non si debilitassero anche
loro.
In tutte le guerre, nonostante le minacce di esecuzione capitale, almeno
il 20/30% dei soldati disertano, e quelli che rimangono, per riuscire a
combattere, assumono alcool (ad esempio, nelle due guerre mondiali)
oppure droga (in Vietnam e nelle attuali guerre in Iraq e in
Afghanistan). Ciò accade perché il comportamento naturale della
maggior parte degli uomini è quello sociale ed empatico e non quello
criminale. Circa l'80% dei reduci americani della Seconda guerra
mondiale riportò problemi di natura psichiatrica. Anche oggi, la
maggior parte dei soldati americani ritornati dall'Iraq, soffrono di
affezioni psichiatriche, e molti di essi sono stati considerati
disabili.
Per rendere possibili le guerre, l'élite dominante deve
necessariamente stimolare la paura e disumanizzare il nemico. Oggi le
autorità statunitensi hanno elaborato nuove strategie per rendere
possibili le guerre, in una realtà in cui sempre più persone le
avversano. Ad esempio, addestrano le reclute attraverso i videogiochi,
come "Full Spectrum Warrior", che inducono il giocatore ad
identificarsi con un combattente americano, e a sviluppare l'impulso ad
uccidere. In "Full Spectrum Warrior" la scena di guerra è
ambientata in un paese di fantasia, il Tazikhstan, indicato come facente
parte dell'Asse del Male, e guidato da un fanatico combattente che odia
l'Occidente e forma terroristi, soprattutto "Talebani e lealisti
iracheni". In questi giochi, i nemici, ad esempio gli iracheni,
hanno volti appena abbozzati, quasi inesistenti, perché
non devono essere percepiti come pienamente umani. L'empatia suscitata
dalla vista degli occhi del nemico, inibirebbe la risposta assassina. Il
processo di disumanizzazione del nemico risulta quindi indispensabile
affinché il soldato possa colpire, poiché vedere l'altro come proprio
simile impedirebbe l'azione violenta. Le giovani reclute dell'esercito
americano vengono così abituate ad intendere la guerra come uno
spettacolo che si svolge su uno schermo. Talvolta esse confondono la
realtà virtuale con i veri massacri, a tal punto che il generale Norman
Schwarzopf, nel 1991, durante la guerra del Golfo, dovette spiegare ai
soldati che "non si tratta di un gioco della Nintendo"[9]
ma di una vera guerra.
Rendere la guerra spettacolare e simile ad un'esercitazione
virtuale significa stimolare il senso di potenza, di divertimento e di
eccitazione, evitando che intervengano gli aspetti emotivi più evoluti.
Ciò è oggi una tragica realtà: i combattimenti appaiono sugli schermi
e diversi soldati nel deserto, durante la guerra del Golfo, intervistati
successivamente, riferivano di dipendere, come chiunque altro, quasi
completamente dai mass media per sapere ciò che si presumeva stesse
accadendo.
I media (soprattutto Tv e cinema) stimolano in vari modi l'istinto
violento e sessuale. Assistere continuamente a produzioni con un
altissimo livello di violenza espone a vari pericoli e rischi, mentre i
continui stimoli sessuali attraverso il corpo mercificato della donna,
promuovono una sessualità istintiva, non basata sul rapporto di coppia.
Attraverso molte produzioni cinematografiche si diffonde una visione
inquietante dei rapporti uomo-donna e dei rapporti sociali. La natura
umana emerge talvolta come senza speranza, votata ad una realtà che
rende o vittima o carnefice, ma in entrambi i casi non si può sfuggire
all'infelicità.
La pubblicità ha lo scopo di appiattire l'esistenza,
attraverso "forme di inquinamento mentale che degradano le nostre
menti. Riconosciamo più facilmente il logo di una marca che una specie
di fiori, ascoltiamo più slogan che poesie".[10]
Non esistono leggi che proibiscano o limitino la menzogna
pubblicitaria e questo permette ai pubblicitari di presentare i prodotti
in modo fuorviante e ingannevole. I cibi ricchi di coloranti e
conservanti vengono presentati come "genuini" e adatti ai
bambini, gli alimenti grassi (come la mozzarella) diventano cibi
dietetici, e i prodotti cosmetici o antirughe diventano indispensabili
per avere "successo". La pubblicità ha lo scopo di peggiorare
la personalità e di impedirne lo sviluppo privo di manipolazioni o
condizionamenti.
Il messaggio pubblicitario ha anche lo scopo di indurre ad
agire nel modo favorevole al consumo e al sistema economico attuale. La
pubblicità mostra una falsa realtà e induce a crederla vera, crea
falsi significati e falsi bisogni.
I giornali e i telegiornali diffondono paura e insicurezza
attraverso i continui allarmi ambientali, energetici, sanitari o
terroristici, mentre l'élite si arroga il ruolo di custode della
democrazia e degli ideali di libertà.
La propaganda fa credere che l'informazione nei paesi occidentali è libera, ma le agenzie d'informazione e gli Studios di produzione televisiva e cinematografica sono corporation nelle mani delle stesse persone che posseggono il potere economico-finanziario. I media sono un enorme apparato di controllo della mente e dell'emotività umana. In modo diretto o indiretto, la maggior parte delle produzioni televisive e cinematografiche promuove e rafforza l'ideologia dominante. Ad esempio, nel film Wall Street, del 1987, Gordon Gekko, un uomo d'affari ricchissimo e senza scrupoli dice:
Il punto è, signore e signori, che l'avidità è un bene. L'avidità
funziona, l'avidità è giusta... e
l'avidità, segnatevi le mie parole, non salverà solo
Il protagonista principale del film, Bud Fox, un giovane
agente di Borsa, vede in Gekko un esempio da seguire per arricchirsi e
per dominare il mercato. Alla fine del film, Bud prende le distanze da
Gekko, avallando la teoria della "mela marcia", e occultando
in tal modo che è l'intero sistema ad ergersi su fondamenti disumani e
criminali.
Attraverso l'ideologia della truffa - che consiste, in
sintesi, nel farci credere che la natura umana è essenzialmente
malvagia e violenta, che il profitto è l'aspetto più importante della
realtà, e che la guerra è inevitabile - spadroneggia
un gruppo di persone, che cerca di far passare tale ideologia per
scienza.
Il sistema che domina oggi il mondo non è stato creato né voluto dalla
maggior parte dei suoi abitanti, ma soltanto da un gruppo sparuto, che vuole
far credere che tale assetto nasca dalla "cultura" o
addirittura derivi dalla natura umana. Ma non è così, e queste
persone, responsabili di numerosi crimini, dovrebbero andare in carcere,
mentre gli esseri umani dovrebbero riappropriarsi degli aspetti più
evoluti di se stessi, per realizzare un società più umana e
rispondente alla loro libera evoluzione.
Antonella Randazzo ha scritto Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943, (Kaos
Edizioni, 2006);
Se vuoi lasciare un commento agli articoli o ai libri di Antonella
Randazzo vai a http://antonellarandazzo.blogspot.com/
[1]
Cit. Sermonti Giuseppe, Fondi Roberto, Dopo
Darwin, critica all' evoluzionismo, Rusconi, Milano 1980, p. 6.
[2]
Vedi Rachels James, Creati dagli animali, implicazioni morali del darwinismo, Edizioni
di Comunità, Milano 1996, p. 77.
[3]
Crouch Colin, Postdemocrazia,
Edizioni Laterza, Bari 2005, p. 25.
[4]
Crouch Colin, op. cit. pp.
29-30.
[5]
"Enron: l'economia della truffa" di Alex Gibney, Report, 8 aprile 2007.
[6]
Ibidem.
[7]
New
York Transfer, 24
Aprile 2002.
[8]
Devoto Andrea , Martini Massimo, La
violenza nei lager, Franco Angeli, Milano 1981.
[9]
Herz Jessie C., Il popolo del
joystick, Feltrinelli, Milano 1998, p. 197.
[10]
Gruppo Marcuse, Miseria umana
della pubblicità: il nostro stile di vita sta uccidendo il mondo,
Eleuthera, Milano 2006, p. 39.