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L’ideologia della truffa
L'inganno come stile di vita
Di Antonella Randazzo per www.disinformazione.it 
Autrice del libro: "DITTATURE: LA STORIA OCCULTA"

Con la fine della Guerra Fredda, è stata diffusa la convinzione che le ideologie fossero appannaggio del passato, e che si sarebbe aperto un futuro migliore e più "vero". La propaganda della fine delle ideologie ha convinto molti, che hanno creduto possibile affrancarsi da qualsiasi teoria ideologica, abbracciando e accettando senza timore la "realtà". L'idea che oggi non esistano più ideologie appare sempre più propagandistica e demagogica, se si pensa che il sistema attuale nasce da una serie di presupposti teorici spesso falsi e truffaldini. In realtà, se l'ideologia viene intesa come un insieme di valori, idee e opinioni, ogni persona - consapevole o meno -  ne possiede una. Coloro che credono di essere immuni da ogni ideologia sono esposti al rischio di abbracciare completamente l'ideologia propagandata dal potere dominante e, giacché privi di consapevolezza, possono essere plasmati da idee, valori e opinioni che non nascono spontaneamente dal loro profondo, ma che loro intenderanno come tali.

Quale ideologia domina oggi?
L'ideologia del gruppo dominante ha oggi acquisito un potere enorme sugli individui, in quanto essa viene spacciata per verità scientifica, e quindi inoppugnabile. Si tende sempre più a nascondere che la stessa scienza è per molti aspetti evolutiva, cioè ha una storia, come qualsiasi altro prodotto umano, e si presentano gli scienziati come "esperti" e depositari di conoscenze assolute.

L'ideologia più perniciosa è quella che, più o meno implicitamente, vorrebbe condizionarci su ciò che riteniamo essere la nostra natura.
Attraverso la teoria di Darwin (o teorie derivate), si propaganda l'idea  che la realtà umana è, come per altri animali, una realtà di lotta e sopraffazione. 
La teoria di Darwin, applicata all'economia, ha creato il "capitalismo selvaggio", ossia un sistema in cui un gruppo, considerato "più forte" (o più furbo), si appropria della maggior parte delle ricchezze e le utilizza per dominare e avere privilegi. Scriveva Darwin: "tra tutti gli uomini ci deve essere lotta aperta; […] le razze umane più civili stermineranno e si sostituiranno in tutto il mondo a quelle selvagge."[1] 

La teoria di Darwin fu amata da Hitler e da molti altri dittatori, che attraverso di essa giustificavano i loro crimini. Anche i banchieri Andrew Carnegie e John D. Rockefeller fecero spesso riferimenti ai principi darwiniani,[2] ritenendo l'esistenza di una gerarchia fra le razze umane.
Darwin studiò molte specie animali in modo approfondito, ma non i primati non umani e umani. Egli applicò all'uomo categorie e conoscenze che aveva tratto dallo studio di alcune specie assai distanti dalla filogenesi umana.

I primati non umani hanno, come gli umani, la caratteristica essenziale di basare la loro esistenza sui rapporti fra gli altri esseri della loro specie e di stabilire forti relazioni sociali, grazie alle loro capacità empatiche e intellettive. Numerosi ricercatori hanno studiato a lungo comunità di primati non umani, e hanno osservato che la loro realtà comune è quella di cooperazione e di socialità, mentre assai raramente si presentano situazioni criminali, e non esiste la guerra.

Nei primati umani la situazione è analoga, anche se per molti aspetti assai più complessa. I primati non umani hanno una forma di intelligenza che Jean Piaget definiva delle "operazioni concrete", cioè basata sulla realtà percettiva, mentre gli umani, a partire dall'adolescenza, oltrepassano tale livello e assumono capacità di "pensiero formale". Si tratta del pensiero simbolico e teorico, che comprende complesse capacità linguistiche. Ad esempio, concetti come "patria", "amore" o "infinito", non essendo di natura percettiva vengono compresi intellettualmente soltanto quando ci si avvicina all'età adulta. L'intelligenza formale, che è prerogativa degli esseri umani, deriva dagli sviluppi corticali (sistema talamo-corticale), che hanno permesso un linguaggio complesso e capacità di pensiero astratte. L'essere umano, come già osservavano gli umanisti rinascimentali, ha la peculiarità di possedere aspetti ritenuti inferiori, come l'avidità e l'egoismo, e altre caratteristiche considerate evolute, come la socialità e l'empatia. Niccolò Cusano in De Pace Fidei, osservava che tutte le culture possono essere armonizzate fra loro, per consentire all'uomo di esprimere gli aspetti più sublimi della sua natura, che gli permettono di ergersi al di sopra degli impulsi distruttivi e prevaricanti.

Il sistema corticale ci consente di rappresentare il mondo e di osservare noi stessi. Essere coscienti significa avere capacità cognitive per poter cogliere il contesto, e noi stessi all'interno di esso. La maggior parte dei neuroni corticali viene utilizzata all'interno del cervello stesso, e soltanto una minima quantità per percepire il mondo esterno. Per questo motivo, le attività di coscienza e di autoconsapevolezza sono quelle che più caratterizzano le potenzialità umane, rispetto a quelle animali. Le situazioni ripetitive, monotone e passivizzanti, come lo schermo televisivo, riducono l'attività cerebrale e l'utilizzo delle capacità autoconoscitive.

Le parti sottocorticali (sistema limbico) presiedono alle risposte indotte dalle emozioni e alla percezione delle sensazioni dolorose o piacevoli. L'emotività può indurre ad un comportamento meno evoluto, basato sulla paura, sul senso del possesso e sulla competitività. Le funzioni sottocorticali possono essere stimolate in vari modi, per indurre ad avere un comportamento più primitivo rispetto ai progressi raggiunti dalla nostra specie. Ciò è possibile grazie all'uso dell'informazione ingannevole, delle tecniche di stimolazione emotivo-percettive e alla passivizzazione. L'élite dominante ha costruito un sistema politico-economico-mediatico che stimola gli aspetti inferiori della natura umana, come l'avidità, la crudeltà e l'egoismo, e fa credere che tale realtà sia fondamentale e inevitabile. L'assetto imposto tende a far peggiorare la società e a produrre patologie comportamentali e psichiche di vario genere.

Attraverso il sistema economico-finanziario-politico, l'élite attua strategie per condizionare la personalità e il comportamento, curandosi di stimolare soltanto quegli aspetti che concorrono a preservare il sistema stesso. Tale sistema è basato su una serie di disvalori, come la prevaricazione, la furbizia e l'avidità. L'inganno sta nel farci credere che siamo noi stessi, con la nostra "natura" a determinare la realtà, deresponsabilizzando in tal modo tutti coloro che creano l'assetto e ne traggono vantaggi. In realtà, il sistema si erge sulla paura e sull'insicurezza, che generano combattività e rivalità, intralciando gli aspetti più evoluti, come la fiducia, l'altruismo, la generosità e la sicurezza. Generare paura e sfiducia significa renderci più dipendenti dalle autorità esterne, e più disposti ad accettare ciò che altrimenti rifiuteremmo, come l'ingiustizia o la sottomissione acritica.  

Attraverso le istituzione fondamentali del sistema attuale - le banche e le corporation - l'élite dominante costruisce una realtà basata sul profitto e sul possesso, e la impone come verità attraverso i mass media, che si basano essenzialmente sull'inganno. La ricerca del profitto ad ogni costo, inibisce in vari modi la naturale empatia e la spontanea socialità fra gli esseri umani. Questo sistema promuove la perdita del contatto con se stessi e con la realtà, assumendo il principio del profitto infinito e dello "sviluppo dell'azienda". In questa realtà, gli esseri umani non sono protagonisti ma  vittime. 
Le corporation vengono spacciate per istituti a favore di tutti, ma in realtà esse nascono come entità disumane, che tendono a distruggere i valori umani di bene comune, solidarietà e cooperazione. Sono "mostri" a cui viene attribuito un potere assoluto, in quanto godono dei diritti dei singoli individui ma non sono ritenute responsabili e obbediscono soltanto alle  "leggi" del profitto.

Lo Stato, che dovrebbe rappresentare le persone, se portatore delle istanze delle corporation e delle banche, diventa disumano, come osserva l'economista Colin Crouch:

Più lo Stato rinuncia a intervenire sulle vite della gente comune, rendendole indifferenti verso la politica, più facilmente le multinazionali possono mungere, più o meno indisturbate, la collettività. Il mancato riconoscimento di questo fatto è la principale ingenuità del pensiero neoliberale.[3]

L'ideologia neoliberista vuole i politici e i governi a servizio dell'élite ricca, per poter imporre un dominio fondato sul profitto e sul possesso. Tale ideologia ha prodotto il concetto di "globalizzazione", che corrisponde alla sottomissione del mondo intero al modello del capitalismo selvaggio. Il neoliberismo, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, ha ingannato in modo clamoroso, presentando la globalizzazione come "sviluppo di tutti i popoli", e occultandone le vere caratteristiche, come spiega Crouch:

La globalizzazione degli interessi economici ... (sposta) l'asse politico da coloro che cercano di limitare le diseguaglianze di ricchezza e potere a favore di coloro che desiderano riportarli ai livelli predemocratici. Alcune delle reali conseguenze di questo processo sono già verificabili in molti Paesi. Il welfare state diventa poco a poco residuale, destinato al povero bisognoso piuttosto che parte dei diritti universali della cittadinanza; i sindacati vengono relegati ai margini della società; torna in auge il ruolo dello Stato come poliziotto e carceriere; cresce il divario tra ricchi e poveri; la tassazione serve meno alla redistribuzione del reddito; i politici rispondono in prima istanza alle esigenze di un pugno di imprenditori ai quali si consente di tradurre i propri interessi particolari in linee di condotta politica generali; i poveri smettono progressivamente di interessarsi al processo in qualsiasi forma e non vanno neppure a votare, tornando volontariamente alla posizione che erano obbligati a occupare nella fase predemocratica.[4]

I politici servi di tale sistema acquistano caratteristiche emotive che li rendono primitivi e disumani. Ad esempio, George Bush padre, nel 1988, quando gli Usa lanciarono per sbaglio un missile contro un aereo civile iraniano, uccidendo 290 persone, ai giornalisti che gli chiesero se voleva scusarsi per la morte di quegli innocenti, rispose: "Non chiederò mai scusa per gli Stati Uniti. Non mi interessano i fatti". Il presidente statunitense attuale dimostrò la totale noncuranza verso i sentimenti altrui quando imitò il pianto di Karla Faye Tucker, una donna condannata a morte, che gli aveva chiesto la grazia attraverso il Papa e il Concilio mondiale delle chiese. Bush non soltanto respinse la richiesta, ma si divertì a deridere la donna che piangeva disperata. Un altro caso agghiacciate è quello del Primo ministro inglese Tony Blair, che nel 1997 mandò truppe in Sierra Leone per reprimere il popolo, allo scopo di difendere gli interessi delle corporation britanniche. Egli inviò diverse partite di armi leggere destinate all'esercito di bambini africani, rapiti da bande assoldate dalle corporation. Quando, nel 2001, l 'opinione pubblica inglese rimase sconvolta dalla foto di un bimbo armato di un grosso fucile fornito, assieme ad altri diecimila, con gli "aiuti" militari inglesi, Blair dovette ritirare le truppe dalla Sierra Leone. Furbescamente, egli le sostituì con quelle mercenarie, che continuarono a commettere ogni sorta di crimine impunemente, ancora peggio delle truppe occidentali regolari, potendo contare su numerose società che cambiano nome repentinamente, rendendo difficile risalire alle responsabilità.

Oltre a questi, molti altri episodi di comportamento criminale mostrano che tali personaggi dovrebbero trovarsi in carcere piuttosto che alla guida dei governi.
Anche le banche concorrono a produrre una realtà truffaldina e ingannevole. Esse non producono nulla, ma impongono un debito per potersi appropriare dei beni reali. La banconota è debito, e non nasce da un criterio di valore reale ma soltanto di potere. Avere potere di "creare" denaro dal nulla e di caricarlo di interessi significa avere un immenso potere.
In molti casi, c'è una stretta complicità fra banche e corporation, ad esempio, nei casi di bancarotta (Enron, Parmalat, Cirio, ecc.) e devastazione.

Nel 1976, fu pubblicato il libro di Richard Dawkins, Il gene egoista, che veniva propagandato come un testo "scientifico". In realtà non vi è alcuna prova dell'esistenza del presunto "gene dell'egoismo", e il testo aveva l'obiettivo principale di riproporre la teoria di Darwin della prevalenza del più forte. Numerosi dirigenti delle corporation americane, come Jeffrey Skilling (ex amministratore delegato della Enron), giustificavano attraverso questa teoria il sistema di cui facevano parte, basato sull'avidità e l'egoismo. Skilling diceva di preferire il libro di Dawkins perché in esso si sosteneva che fosse del tutto naturale e necessario essere avidi e competitivi, per "garantire la continuità della specie e liberare l'istinto di sopravvivenza del più forte".[5]

La Enron si ergeva al di sopra di ogni valore umano, propugnando l'unica necessità di alzare i profitti. Non si trattava soltanto di un luogo di lavoro, ma di una filosofia di vita, di una ideologia manifestata attraverso tutto ciò che avveniva al suo interno.
La scrittrice Bethany McLean spiegò: "Penso che la storia della Enron sia affascinante perché la gente la vede come una storia di grandi numeri, in realtà è una storia di persone, è una tragedia umana... Guardare la Enron è come guardare il rovescio di una medaglia dorata, è cominciata con un gruppo di persone che voleva cambiare il mondo, alla fine, con il passare del tempo, quelle persone sono diventate vittime della loro avidità".[6]

Nelle corporation americane, la visione darwiniana della realtà appare in molti aspetti dell'organizzazione e della formazione. Le frasi ricorrenti, ripetute dai dirigenti ai dipendenti sono: "siamo i più forti", "a noi piace il rischio perché solo rischiando si fanno i soldi", "stiamo cercando di cambiare il mondo", "bisogna eliminare dal mercato i deboli", ecc. Tale ideologia diffonde la cultura del macho, ossia della persona che incista le proprie insicurezze e debolezze nel profondo della psiche, per poter apparire forte e invincibile come un eroe dei fumetti.

La Enron attuava campagne pubblicitarie in grande stile, che mostravano l'azienda come un modello di sviluppo e di organizzazione. Tale immagine doveva servire ad attirare potenziali investitori, nel baratro di una società che si allontanava sempre più dalla reale produzione. Per simulare profitti e nascondere i debiti, le banche (Merril Lynch, J. P. Morgan, Dresdner, Chase Capital, Deutsche Bank, Citygroup, ecc.) assunsero Andrew Fastow, che avrebbe creato società fantasma. Gli analisti venivano pagati dalle stesse banche (un milione di dollari a settimana) per nascondere i pasticci dell'azienda. Nel dicembre del 2001, la Enron dichiarò bancarotta, lasciando 20.000 lavoratori senza pensione, senza lavoro e senza risparmi. Poco prima del crollo, i dirigenti ritirarono il denaro investito, ma impedirono ai lavoratori di fare altrettanto.

L'affare Enron dimostra come banche e corporation, in modo disumano e spietato, perseguono i loro interessi anche a costo di produrre sofferenza e morte. Per il crollo Enron, soltanto un gruppo di dirigenti venne condannato, e nessuna banca pagò. 
Il caso Parmalat coinvolse alcune delle stesse banche responsabili del crollo della Enron, come la Morgan Stanley e la Deutsche Bank , che non pagarono per le migliaia di persone ridotte sul lastrico, come non pagarono nemmeno i dirigenti dell'azienda.

Nello stesso periodo del crollo della Enron, alcune delle banche responsabili attuarono anche la bancarotta dell'Argentina. Le ristrutturazioni degli anni Novanta, imposte dal Fondo Monetario Internazionale (istituto finanziario controllato da Wall Street), avevano posto l'intera economia argentina nelle mani di pochi privati stranieri, che non rispettavano le esigenze della popolazione, e non desideravano sacrificare facili profitti per i diritti umani. Le corporation progettarono il colpo finale: ritirarono la valuta e si rifugiarono altrove, lasciando il paese nel caos. Il New York Times scrisse che erano stati prelevati dalle banche "100 milioni di dollari al giorno".[7] Il denaro dei risparmiatori venne congelato dal governo, e milioni di persone rimasero senza alcun mezzo di sostentamento. Il popolo argentino si sollevò e le repressioni dell'esercito uccisero 40 persone, ne ferirono 2000 e 40.000 vennero arrestate. Un paese intero era stato devastato, ma né le corporation né le banche, né il Fmi ebbero alcuna condanna. Tutto questo dimostra che un gruppo ristretto di persone, che finora è rimasto impunito, propugna una realtà favorevole soltanto ai loro interessi, e nefasta per tutti gli altri esseri umani.

Gli aspetti evoluti degli esseri umani (socialità, affettività, fiducia, amicizia, cooperazione, altruismo, generosità, ecc.), se repressi, rimangono atrofizzati e producono nevrosi, infelicità e varie patologie psichiche. Poterli esprimere risulta necessario per avere equilibrio. Talvolta i comportamenti evoluti si manifestano anche nelle più terribili condizioni. Persino nell'inferno dei lager nazisti si ebbero comportamenti sublimi. Alcuni prigionieri, rischiando la vita, fecero circolare pezzetti di carta con versi poetici, che avevano il prezioso scopo di preservare l'umanità che c'era dentro ogni persona.[8] Inoltre, alcuni prigionieri ormai ridotti a scheletri, cedevano il loro vitto ai nuovi arrivati, affinché non si debilitassero anche loro. 
In tutte le guerre, nonostante le minacce di esecuzione capitale, almeno il 20/30% dei soldati disertano, e quelli che rimangono, per riuscire a combattere, assumono alcool (ad esempio, nelle due guerre mondiali) oppure droga (in Vietnam e nelle attuali guerre in Iraq e in Afghanistan). Ciò accade perché il comportamento naturale della maggior parte degli uomini è quello sociale ed empatico e non quello criminale. Circa l'80% dei reduci americani della Seconda guerra mondiale riportò problemi di natura psichiatrica. Anche oggi, la maggior parte dei soldati americani ritornati dall'Iraq, soffrono di affezioni psichiatriche, e molti di essi sono stati considerati disabili.

Per rendere possibili le guerre, l'élite dominante deve necessariamente stimolare la paura e disumanizzare il nemico. Oggi le autorità statunitensi hanno elaborato nuove strategie per rendere possibili le guerre, in una realtà in cui sempre più persone le avversano. Ad esempio, addestrano le reclute attraverso i videogiochi, come "Full Spectrum Warrior", che inducono il giocatore ad identificarsi con un combattente americano, e a sviluppare l'impulso ad uccidere. In "Full Spectrum Warrior" la scena di guerra è ambientata in un paese di fantasia, il Tazikhstan, indicato come facente parte dell'Asse del Male, e guidato da un fanatico combattente che odia l'Occidente e forma terroristi, soprattutto "Talebani e lealisti iracheni". In questi giochi, i nemici, ad esempio gli iracheni, hanno volti appena abbozzati, quasi inesistenti,  perché non devono essere percepiti come pienamente umani. L'empatia suscitata dalla vista degli occhi del nemico, inibirebbe la risposta assassina. Il processo di disumanizzazione del nemico risulta quindi indispensabile affinché il soldato possa colpire, poiché vedere l'altro come proprio simile impedirebbe l'azione violenta. Le giovani reclute dell'esercito americano vengono così abituate ad intendere la guerra come uno spettacolo che si svolge su uno schermo. Talvolta esse confondono la realtà virtuale con i veri massacri, a tal punto che il generale Norman Schwarzopf, nel 1991, durante la guerra del Golfo, dovette spiegare ai soldati che "non si tratta di un gioco della Nintendo"[9] ma di una vera guerra.

Rendere la guerra spettacolare e simile ad un'esercitazione virtuale significa stimolare il senso di potenza, di divertimento e di eccitazione, evitando che intervengano gli aspetti emotivi più evoluti. Ciò è oggi una tragica realtà: i combattimenti appaiono sugli schermi e diversi soldati nel deserto, durante la guerra del Golfo, intervistati successivamente, riferivano di dipendere, come chiunque altro, quasi completamente dai mass media per sapere ciò che si presumeva stesse accadendo. 
I media (soprattutto Tv e cinema) stimolano in vari modi l'istinto violento e sessuale. Assistere continuamente a produzioni con un altissimo livello di violenza espone a vari pericoli e rischi, mentre i continui stimoli sessuali attraverso il corpo mercificato della donna, promuovono una sessualità istintiva, non basata sul rapporto di coppia. Attraverso molte produzioni cinematografiche si diffonde una visione inquietante dei rapporti uomo-donna e dei rapporti sociali. La natura umana emerge talvolta come senza speranza, votata ad una realtà che rende o vittima o carnefice, ma in entrambi i casi non si può sfuggire all'infelicità.

La pubblicità ha lo scopo di appiattire l'esistenza, attraverso "forme di inquinamento mentale che degradano le nostre menti. Riconosciamo più facilmente il logo di una marca che una specie di fiori, ascoltiamo più slogan che poesie".[10]
Non esistono leggi che proibiscano o limitino la menzogna pubblicitaria e questo permette ai pubblicitari di presentare i prodotti in modo fuorviante e ingannevole. I cibi ricchi di coloranti e conservanti vengono presentati come "genuini" e adatti ai bambini, gli alimenti grassi (come la mozzarella) diventano cibi dietetici, e i prodotti cosmetici o antirughe diventano indispensabili per avere "successo". La pubblicità ha lo scopo di peggiorare la personalità e di impedirne lo sviluppo privo di manipolazioni o condizionamenti.

Il messaggio pubblicitario ha anche lo scopo di indurre ad agire nel modo favorevole al consumo e al sistema economico attuale. La pubblicità mostra una falsa realtà e induce a crederla vera, crea falsi significati e falsi bisogni.  
I giornali e i telegiornali diffondono paura e insicurezza attraverso i continui allarmi ambientali, energetici, sanitari o terroristici, mentre l'élite si arroga il ruolo di custode della democrazia e degli ideali di libertà.

La propaganda fa credere che l'informazione nei paesi occidentali è libera, ma le agenzie d'informazione e gli Studios di produzione televisiva e cinematografica sono corporation nelle mani delle stesse persone che posseggono il potere economico-finanziario. I media sono un enorme apparato di controllo della mente e dell'emotività umana. In modo diretto o indiretto, la maggior parte delle produzioni televisive e cinematografiche promuove e rafforza l'ideologia dominante. Ad esempio, nel film Wall Street, del 1987, Gordon Gekko, un uomo d'affari ricchissimo e senza scrupoli dice:

Il punto è, signore e signori, che l'avidità è un bene. L'avidità funziona, l'avidità è giusta...  e l'avidità, segnatevi le mie parole, non salverà solo la Teldar Paper ma anche quell'altro carrozzone traballante che si chiama Stati Uniti d'America.

Il protagonista principale del film, Bud Fox, un giovane agente di Borsa, vede in Gekko un esempio da seguire per arricchirsi e per dominare il mercato. Alla fine del film, Bud prende le distanze da Gekko, avallando la teoria della "mela marcia", e occultando in tal modo che è l'intero sistema ad ergersi su fondamenti disumani e criminali.
Attraverso l'ideologia della truffa - che consiste, in sintesi, nel farci credere che la natura umana è essenzialmente malvagia e violenta, che il profitto è l'aspetto più importante della realtà, e che la guerra è inevitabile -  spadroneggia un gruppo di persone, che cerca di far passare tale ideologia per scienza. 
Il sistema che domina oggi il mondo non è stato creato né voluto dalla maggior parte dei suoi abitanti, ma soltanto da un gruppo sparuto, che  vuole far credere che tale assetto nasca dalla "cultura" o addirittura derivi dalla natura umana. Ma non è così, e queste persone, responsabili di numerosi crimini, dovrebbero andare in carcere, mentre gli esseri umani dovrebbero riappropriarsi degli aspetti più evoluti di se stessi, per realizzare un società più umana e rispondente alla loro libera evoluzione. 

Antonella Randazzo ha scritto Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943, (Kaos Edizioni, 2006); La Nuova Democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa (Zambon Editore 2007) e autrice del libro: "DITTATURE: LA STORIA OCCULTA"
Se vuoi lasciare un commento agli articoli o ai libri di Antonella Randazzo vai a  http://antonellarandazzo.blogspot.com/

[1] Cit. Sermonti Giuseppe, Fondi Roberto, Dopo Darwin, critica all' evoluzionismo, Rusconi, Milano 1980, p. 6.
[2] Vedi Rachels James, Creati dagli animali, implicazioni morali del darwinismo, Edizioni di Comunità, Milano 1996, p. 77.
[3] Crouch Colin, Postdemocrazia, Edizioni Laterza, Bari 2005, p. 25.
[4] Crouch Colin, op. cit. pp. 29-30.
[5] "Enron: l'economia della truffa" di Alex Gibney, Report, 8 aprile 2007.
[6] Ibidem.
[7] New York Transfer, 24 Aprile 2002.
[8] Devoto Andrea , Martini Massimo, La violenza nei lager, Franco Angeli, Milano 1981.
[9] Herz Jessie C., Il popolo del joystick, Feltrinelli, Milano 1998, p. 197.
[10] Gruppo Marcuse, Miseria umana della pubblicità: il nostro stile di vita sta uccidendo il mondo, Eleuthera, Milano 2006, p. 39.

 
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