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Capitolo
I Hollywood dagli inizi al 1947 |
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Ogni
film ha un «contenuto ideologico». E’ l'insieme delle idee, delle
opinioni e delle valutazioni che esso trasmette, in relazione agli
argomenti trattati. Narrando un fatto, un film prende sempre posizione:
lui è buono e l'altro è cattivo; questo è giusto e quello è
sbagliato; ciò è bene e ciò è male. Inoltre, narrando un fatto, c'è
sempre una coreografia di oggetti e personaggi e uno sfondo di
situazioni e di avvenimenti; questi sono stati oggetto di una scelta in
genere precisa: viene deciso non solo ciò che si vede, e in che
termini, ma anche ciò che non si vede. Non necessariamente l'Autore
opera tali scelte di proposito; in genere è così, perché si tratta di
professionisti che sanno quello che fanno, ma questo è il risultato di
ogni narrazione umana, sotto qualunque forma eseguita: dietro ogni
topica c'è una presa di posizione e ci sono delle esclusioni. Il
contenuto ideologico è più evidente nei film che trattano di politica,
di guerra, di spionaggio e di fatti storici. La
corazzata Potemkin mette in cattiva luce lo Zar e in buona luce i
rivoltosi ed espone fatti che si prestano: dice che quella rivoluzione
era giusta. Tutti i film sulla Seconda Guerra Mondiale mostrano gli
Alleati buoni e gli avversari cattivi: dicono che gli Alleati erano nel
giusto. I film su James Bond - Agente 007 espongono uno spionaggio anglo-americano
impegnato contro forze cattive: dicono che tale apparato lavora per
cause buone. I film su Napoleone lo dipingono come un dittatore amabile
ma desideroso di gloria militare: dicono che i suoi avversari avevano
ragione. Nei film di altri generi il contenuto ideologico è meno
immediato. Il cartone animato Animal
Farm mostra una giusta rivolta di animali della fattoria che si
tramuta in una dittatura del maiale più grosso: dice che le rivoluzioni
popolari non raggiungono mai i loro obiettivi. In Alien
l'astronave è di proprietà di una Compagnia privata americana:
dice che il capitalismo americano arriverà intatto e vincente in ogni
futuro, per quanto lontano. Non è detto che tali opinioni debbano per
forza essere sbagliate; sono però opinioni, affermazioni fatte senza
dibattiti e senza dimostrazioni. Il
contenuto ideologico non riguarda solo grandi temi, sociali, politici o
storici, e non riguarda solo idee normalmente oggetto di dibattito: come
detto, ogni film ha un contenuto ideologico, che in genere riguarda la
quotidianità. L'uomo che spende tanto tempo ed energie per conquistare
la sua amata presuppone che così si debba fare, opinione non condivisa
in vaste parti del mondo. Analogamente per l'uomo che lavora otto ore al
giorno in una organizzazione, e la cui vita è predeterminata al minuto.
La donna che armeggia in cucina con tanti elettrodomestici li rende
scontati. Gli spostamenti in auto anziché con mezzi pubblici sono
scelte passate sotto silenzio. Un traffico modesto o scorrevole è una
lancia spezzata a favore dell'automobile; un traffico caotico, o panne
che si verificano, sono il contrario. Una protagonista indipendente e
fortunata è a favore del femminismo, il contrario se casalinga sciatta.
Biancaneve, appena entrata nella capanna dei sette nani si da a
riordinarla, ma avrebbe anche potuto non farlo. Un gangster che fa una
brutta fine dice che il crimine non paga, specie di proverbio mai
dimostrato. I delitti dei film gialli banalizzano l'omicidio, che è
invece pressoché inimmaginabile in certe società. Uno scienziato che
fa una scoperta utile conferma la fiducia nel progresso scientifico; il
contrario per la figura dello «scienziato pazzo». Sin qui siamo rimasti nell'ambito del contenuto ideologico avvertibile, sia pure in qualche caso a fatica. In moltissimi film sono poi stati inseriti - e sono inseriti - dei messaggi subliminali. La tecnica subliminale è nata quando si sono fatte le seguenti scoperte: che l'inconscio umano esiste; che percepisce ogni informazione che oltrepassa gli organi di senso, anche se per qualche motivo la coscienza non la avverte; che la elabora in modo meccanico, predeterminato e acritico; e infine che il risultato di tale elaborazione influenza il soggetto, anche se costui non se ne accorge. Questo campo di indagine fu aperto da Freud, lo scopritore dell'inconscio; continuato negli anni Trenta da molti altri, fra psicanalisti, psicologi, psichiatri, sociologi e specialisti della comunicazione e della pubblicità commerciale e politica; e enormemente sviluppato negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale per migliorare l'efficacia della propaganda. Un messaggio subliminale in un film è dunque un'immagine o una breve scena apparentemente innocua, sulla quale la coscienza non si sofferma, ma che l'inconscio afferra ed elabora in un modo previsto, influenzando quindi il pubblico a sua insaputa. Dato
che la coscienza non interviene con la sua capacità di critica, che
magari concluderebbe che il messaggio è falso, la tecnica di
comunicazione subliminale è sleale. Il caso citato di Alien
è un esempio di messaggio subliminale, perché riconoscibile a
livello di coscienza solo da persone particolarmente allenate. Ce ne
sono infiniti altri. |
Ad
esempio in Superman the Movie (Superman,
1978; di Richard Donner) il protagonista scaglia un uomo malvagio
contro un grande cartellone pubblicitario luminoso della Coca-Cola,
che lo avvolge in una esplosione di frantumi e scintille. La
coscienza dice che l'uomo è finito su un cartellone pubblicitario,
e va bene della Coca-Cola; l'inconscio invece ragiona così: uomo
era cattivo e quindi cartellone buono; quindi Coca-Cola buona:
quindi anche Stati Uniti buoni. In The
Raiders of the Lost Ark (I predatori dell'Arca perduta, 1981; di
Steven Spielberg) l'Arca provoca la morte di un gruppo di nazisti e
poi finisce in un magazzino del governo statunitense: l'Arca non ama
i nazisti e preferisce stare in America, con i buoni. In The
Exorcist (L'esorcista, 1973; di William Friedkin, soggetto e
sceneggiatura di William Peter Blatty, autore del romanzo omonimo ed
ex agente della CIA specializzato in propaganda e guerra
psicologica) la madre della piccola Regan è ostacolata nel traffico
da una dimostrazione di giovani contro la guerra del Vietnam e
arrivata a casa trova la figlia indemoniata: una entità malefica è
arrivata in città, prima provocando proteste pacifiste e poi
entrando nell'innocente bambina; il risultato è di screditare i
pacifisti della guerra del Vietnam. Anche
il lieto fine di un film può essere considerato uno strumento di
comunicazione subliminale, dato che senza giustificazione toglie o
attenua di molto ogni informazione negativa contenuta nel film,
anche se esatta. Anche le musiche, che possono rafforzare o
stravolgere arbitrariamente il significato concettuale delle
immagini. Anche la scelta di attori secondari: la loro somiglianza a
personaggi noti conferisce le qualità positive o negative assegnate
alla parte; ad esempio in The
Grapes of Wrath (Furore, 1939) di John Ford, l'umano direttore
di uno di quei campi governativi per migrant
workers creati dal New
Deal di Roosevelt è impersonato da un attore somigliante al
Presidente. Ancora più efficace è il seguente accorgimento:
trasponendo in film una storia vera, fare apparire anche brevemente
e in qualunque ruolo uno dei veri protagonisti della medesima, se a
suo tempo erano diventati noti al pubblico e naturalmente se sono
viventi e disponibili; ciò conferisce - via subconscio - una sicura
aria di veridicità al film. Alfred Hitchcock come tutti sanno
faceva sempre una pur fugace apparizione nei suoi film: conosceva le
tecniche subliminali (e certamente, lui grande autore di thrillers)
e adoperava il sistema per dare agli spettatori l'impressione di
un importante marchio di fabbrica. In JFK di Oliver Storie fa una
comparsa il vero procuratore Garrison. Comunque questi messaggi
subliminali hanno in genere scopi di propaganda, politica o
commerciale. Ci
sono quindi i messaggi subliminali fisicamente invisibili.
Un'immagine attraversa l'occhio e giunge al cervello in un tempo
istantaneo, essendo immancabilmente registrata dall'inconscio, un
apparato senza anima ma di stupefacenti capacità meccaniche; la
coscienza invece ha bisogno di un certo tempo, pur se brevissimo,
per fare altrettanto, quindi per «vederla». Se si proietta su uno
schermo una immagine o una scritta per un tempo minore lo spettatore
non la vede (occorrerebbe la proiezione al rallentatore) ma il suo
inconscio si, e lo influenza. Nel 1958, negli Stati Uniti, furono
inserite alcune volte con questo sistema le scritte «Coca-Cola» e
«Pop-corn» durante la proiezione del film Picnic
(Idem, 1956; di Joshua Logan con William Holden e Kim Novak);
nessuno spettatore si accorse di niente, però il consumo di tali
prodotti durante la proiezione aumentò del 58%. Nello stesso anno
la Federal Communication
Commission e la National
Broadcasting Federation proibirono tali scritte invisibili nei
film a scopo di propaganda, permettendo solo pubblicità subliminali
nelle quali i messaggi e i simboli qualificanti potevano, sia pure a
fatica, essere rilevati anche dalla coscienza, e fare così
intervenire la sua capacità di discernimento. L'argomento
dei messaggi invisibili nei film è inesplorato. Non si sa se Picnic
costituisse realmente il primo esperimento, ed eventualmente quali
film avessero portato prima tali scritte e di che genere, e nel caso
se fossero anche stati esportati, e dove. Oggigiorno negli Stati
Uniti i messaggi invisibili in film e filmati, e accorgimenti
analoghi, sono usati nell’addestramento militare del proprio
personale, e nei corsi di aggiornamento per militari e poliziotti di
altri paesi tenuti alla Army
School of Americas di Panama e negli altri luoghi designati.
Contribuiscono a instillare l’odio per il nemico e a ridurre la
sensibilità umana. Particolarmente condizionati sono i piloti
dell’U.S. Air Force, nell’ambito i comandanti di bombardieri (è
proibito avvicinare queste persone, anche da parte dell’altro
personale militare, probabilmente perché ci si accorgerebbe della
loro programmazione psichica, che è eliminata nei limiti del
possibile prima del congedo) |