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- Pagina Nuovo Ordine Mondiale
Dalla
guerra dell’oppio all’affare della droga
dal libro di
Orio Nardi: “Mondialismo e
Trilaterale”
«Si ricorda quando l'Occidente ci impose le guerre
dell'oppio? - chiese il primo ministro cinese Ciu EN-LAI al presidente egiziano Nasser nel giugno 1965. E proseguì: - Ci combatterono con l'oppio.
Adesso noi li combatteremo con le stesse armi... L'effetto di questa
demoralizzazione sugli Stati Uniti sarà molto più grande di quanto si
possa immaginare».
E così avvenne. La guerra nel Vietnam vide i soldati americani
moralmente disfatti dalla droga, e la droga continua ad essere l'arma di
distruzione dei giovani americani e di gran parte delle nazioni del
mondo. L'affare della droga assume la portata di una operazione politica
mondiale con cui i cinesi, gli inglesi e altri complici vanno seminando
la morte e la rovina di molti popoli..
Esaminando i punti nodali della diffusione della droga ci accorgiamo che
essa segue le antiche strade della rivoluzione, spesso con gli stessi
nomi, le stesse organizzazioni economiche, gli identici centri di potere
politico.
Le guerre dell'oppio
contro
L'agente segreto della Compagnia delle Indie Orientali, ADAM
SMITH, metteva a punto la politica di saccheggio coloniale con il
suo libro “La ricchezza delle nazioni”. Il denaro sporco ricavato
dal traffico dell’oppio, costituì la grossa parte del fondo usato per
pagare i mercenari asiatici inviati nell’America del Nord a
schiacciare la ribellione contro gi inglesi dal 1775 al 1883. Il
traffico dell’oppio nel frattempo si era moltiplicato di venti volte.
1. Questo traffico provocò la reazione dell'Imperatore
cinese contro la setta della TRIADE, che sotto la protezione inglese
diffondeva la droga tra i popoli gialli. Gli inglesi reagirono
violentemente con la prima guerra
dell’oppio
LORD PALMERSTON,
il grande architetto della politica inglese alle dipendenze della Regina
Vittoria, mandò la flotta ad assediare Canton (giugno 1840) e indusse
l’Imperatore a un trattato che concedeva agli inglesi il libero
commercio della droga in un gran numero di porti cinesi. Nel trattato
di Nanchino (1842), oltre a una enorme somma di indennità, gli
inglesi estorcevano alla Cina anche il controllo sul porto franco di
Hong Kong, che rimane fino ad oggi la capitale del traffico della droga
nel mondo.
2. Nel 1859 Lord Palmerston, il gran maestro del Rito Scozzese della massoneria, era tornato a ricoprire la carica di primo ministro per lanciare la seconda guerra dell'oppio e portare a termine la politica della «Cina aperta», da lui stesso elaborata vent'anní prima. La spedizione navale incaricata di impossessarsi dei forti di Pechino era rimasta incagliata sui bassifondi fangosi, e centinaia di marinai che avevano cercato di raggiungere la riva tra il fango erano rimasti catturati o uccisi. Il Times di Londra scrisse allora che si doveva «impartire una lezione tale a queste orde perfide (cinesi), che d'ora in poi il nome dell'Europa sarà un passaporto di paura, se non potrà esserlo di amore, per tutto il paese». Nell'ottobre 1860 Pechino cadde sotto le truppe inglesi e francesi in un sol giorno. Templi ed edifici sacri furono saccheggiati e distrutti col fuoco in segno di disprezzo verso i cinesi.
3. Col trattato di
Tientsin (25 ottobre 1860)
Un'idea dell'incremento del commercio dell'oppio verso
La droga e i
cavalieri di Lord Palmerston
Per rifarsi della crisi del commercio del cotone,gli
oligarchi inglesi ricorsero al traffico dell'oppio negli Stati Uniti:
nel 1864 fondarono allo scopo
Il traffico della droga in USA trovò un terreno fertile
nel sottofondo delle reti cospiratorie legate alla malavita, soprattutto
quando la tratta dei gialli riversò negli Stati Uniti migliaia di
consumatori d'oppio.
Il traffico degli immigrati cinesi (che nel solo 1846 raggiunsero la
cifra di 117 mila), gettò le basi per il commercio su larga scala della
droga negli USA per via S. Francisco, Vancouver e altri porti della
costa occidentale. I consumatori abituali americani di oppio arrivarono
a 120.000.
Il traffico di oppio costituì la fortuna delle famiglie Astor,
Baring, Bingham, Girard, Forbes, Perkins, Russell, ecc. (famiglie
chiamate dei Bramini di Boston), i cui interessi sul mercato della droga si
aggiunsero a quelli della Jardine,
Matheson, Sassoon, Japhet, Dent, Morgan.
2. Le proteste internazionali contro la politica inglese
favorevole al commercio della droga non ebbero alcun effetto
restrittivo. Così gli accordi del 1905 e del 1911 all'Aja
andarono a vuoto, e le fumerie di oppio di Shanghai negli anni 1911-1914
salirono da
Un rapporto del 1923 alla Società delle Nazioni denunziava il mercato
dell’oppio come un grave problema internazionale, soprattutto per la
massa dei drogati delle colonie inglesi: gli inviati cinesi e americani
abbandonarono l’aula per protesta contro il delegato britannico che si
oppose al piano di riduzione del traffico dell’oppio
La creazione del ministero per
A dare un ulteriore impulso al commercio dell'oppio intervennero i
comunisti cinesi.
3. Il patto tra il RIIA
e CIU EN-LAI per il commercio
della droga in Estremo Oriente risale al tempo in cui i comunisti cinesi
si erano insediati nella roccaforte dello Yenan.
Questo patto fu stipulato da J.H.
KESWICK per la parte britannica e Ciu
EN-LAI per la parte cinese. Keswíck rappresentava il RIIA e l'IPR,
nonché
L'IPR (Institute
for Pacific Relations) costituiva la versione americana degli
intenti del RIIA, Come il CIIA (Canadian Institute of
International Affairs) ne costituiva la filiale canadese. In armonia
con il RIIA agirono i centri di influsso filomaoista, rispettivamente in
USA e Canada.
Nel 1949, quando MAO
entrò a Shanghai, i britannici conclusero un accordo per tenere Hong
Kong sotto il controllo di Londra, e aprirono una linea di comunicazioni
confidenziali tra
Fin dagli inizi della Repubblica Popolare Cinese, Mao
e il suo ministro Ciu En-lai
intuirono l’importanza che avrebbe potuto avere il traffico della
droga per la causa rivoluzionaria. Nel
L'arrivo di Pechino a Hong Kong ha trasformato
Il più colossale
affare del mondo
Il traffico della droga comporta un giro di affari di circa
200 miliardi di dollari, cioè un quinto del commercio mondiale
complessivo, valutato sui 1000 miliardi. Rappresenta il più grande
affare del mondo, diciotto volte maggiore di quello dell'oro (11
miliardi), quaranta volte maggiore di quello dei diamanti (5 miliardi).
Da un secolo e mezzo si svolge sotto il controllo dell'oligarchia
bancaria, anglo-olandese soprattutto tramite le banche di Hong Kong (Hong-Shang,
Jardine Matheson, Charterhouse Japhet).
1. Coltivazione.
L'oppio viene prodotto soprattutto nel Triangolo
d'Oro, che si estende dallo Yunnan
cinese alla Thailandia, Birmania
e Laos. Dalle settecento tonnellate di oppio grezzo si possono
ricavare 70 tonnellate di eroina (10%), che per la sua leggerezza offre
condizioni di grande commerciabilità.
Le piantagioni di marijuana sono nell'America Latina: Guyana, Giamaica,
ecc. Altri centri di produzione della droga sono il Medio Oriente, gli
Stati Uniti, ecc.
2. Commercio. Il
lattice d'oppio grezzo sul luogo di produzione nel Triangolo d'Oro viene
pagato 220 dollari al kg. Portato sulle grosse concentrazioni di mercato
viene venduto al doppio prezzo, 440 dollari. Quando attraverso altre
mediazioni giunge ai grandi mercati di Hong Kong, Bangkok e Rangoon
costa dieci volte di più, cioè 4400 dollari, e dallo spacciatore di
strada viene veduto in occidente dieci volte tanto. Le successive
mediazioni commerciali comprendono varie misure di conservazione e di
sicurezza, come le bustarelle alla polizia che a Hong Kong costituiscono
la cospicua cifra del 10% dell’incasso, cioè 1 miliardo di dollari su
10.
E’ notevole il fatto che il prezzo della droga rimane
presso che costante in tutti i centri di vendita mondiale: gran parte
della sovrapproduzione viene immagazzinata o anche distrutta allo scopo
di evitare variazioni di mercato che provocherebbero gravi danni
finanziari.
La corruzione degli organi pubblici a Hong Kong «è
gestita da almeno 28 organizzazioni. Le bustarelle non vengono né
richieste né offerte: ogni lunedì mattina vari corrieri fanno il giro
di tutti gli uffici della polizia e di altri palazzi governativi,
lasciando una busta che contiene da
Hong Kong primeggia per il numero più alto di drogati del mondo, cioè oltre un milione (20% della popolazione), il doppio di quelli di New York. Dal prezzo che il tossicodipendente deve spendere per la droga - circa 50 dollari al giorno - si può avere l'idea del giro d'affari della Hong-Shang. Dove prendono i denari tali drogati? Perlopiù dalla malavita: intorno alla droga si sviluppa il crimine organizzato con racket, furti d'auto, prostituzione, pornografia, occupazioni, sequestri, ecc. Hong Kong domina il mondo bancario dell'estremo oriente, e presenta il più alto tasso di liquidità del denaro.
3. Rete
organizzativa. Non è facile inoltrarsi nel dedalo delle istituzioni
coinvolte nel traffico della droga e negli affari connessi a tale
commercio (oro per pagare i contadini coltivatori, diamanti, bustarelle
alla polizia, malavita, ecc.).
Dalle complesse connessioni descritte con ricchezza di particolari dallo
studio Droga
SpA, possiamo sintetizzare alcune indicazioni fondamentali:
- alla banca centrale di Hong Kong,
- alla stessa Hong-Shang fanno capo gli interessi della Repubblica
Popolare Cinese (40% delle azioni) e delle banche degli espatriati
cinesi Ciao Ciu, commercianti della droga in Estremo Oriente. Su 700
tonnellate di oppio, 400 vengono smerciate sul luogo, e 300 passano alle
raffinerie che ne estraggono l'eroina per l'occidente. I grossisti Ciao
Ciu attingono prestiti e depongono gli incassi in istituti bancari
collegati con
- le ingenti somme di denaro sporco accumulato dallo
spaccio della droga vengono riciclate in un vasto sistema di banche
offshore con trasferimenti bancari via telex in isole o entità esenti
da controlli internazionali che non siano anglo-olandesi (Londra, Hong
Kong, Svizzera, Liechtenstein, isole Cayman, Bahamas, Caraibi, ecc.).