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- Libro: Vista
perfetta senza occhiali
- Pagina Metodo BateS originale
Ora che qualche scienziato comincia a pubblicare studi
sulla vera e propria tossicità dell’uso degli occhiali da sole, in
questo articolo pubblichiamo le istruzioni da seguire per poterlo
rimirare direttamente e trarre così il massimo del beneficio per la
vista come per la salute generale…
Recentemente una importantissima notizia è stata tenuta
nascosta da quasi tutti i giornali (vedi box): l’uso degli occhiali da
sole riduce la quantità di raggi solari che raggiungono la retina
inibendo così la produzione di melatonina e causando una maggiore
predisposizione al melanoma, una malattia che solo l’anno scorso negli
Stati Uniti ha procurato un milione di casi. Tralasciando di
approfondire il perché i mass-media abbiano censurato la notizia –
forse per non perdere i lucrosi contratti pubblicitari con le griffe
della moda – il nostro interesse è offrire ai lettori i giusti
strumenti informativi per utilizzare al meglio l’energia della luce
diretta del sole per la cura della vista e di tutte le altre malattie
secondo i principî della Naturopatia, dagli igienisti dell’Ottocento,
a Ehret, a Shelton, a Sciascia e Finsen, e ovviamente a Bates, fino ad
arrivare ai nostri giorni, con le esperienze dei sun-gazers di
tutto il mondo.
Tutti questi autori specificano nei loro testi l’assoluta
necessità della luce solare per ricuperare e mantenere la salute.
In particolare, associando le pratiche regolari dell’osservazione
discrezionale del sole, dei bagni di sole e di una alimentazione
prevalentemente fruttariana, gli igienisti ottengono grandi successi in
tutto il mondo, nonostante le condizioni climatiche avverse, la
propaganda terroristica delle istituzioni sanitarie, tutte contrarie al
sole, e le cattive abitudini della vita moderna che ci costringono non
solo a mangiare cibi tossici, ma anche a stare quasi sempre nella
penombra di edifici oscuri, a fare lavori noiosi che aumentano il
nervosismo e lo sforzo mentale ed oculare.
Il Professor Arnold Ehret, pubblicando nel 1910 il
suo libro Il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco [potete
ordinarlo alla Soce.Ser], nel raccomandare la transizione graduale ad
una dieta di sola frutta e verdura per la guarigione di tutte le
malattie, indica come perentorio anche il regolare svolgimento di bagni
di sole di venti o trenta minuti al giorno ogni volta che la luce
naturale diretta sia disponibile, avendo cura di esporre tutto il
corpo, e procedendo con gradualità. Questo grande scienziato
di origini austriache, ma vissuto a Los Angeles, avendo perfettamente
ripulito il suo corpo dalle ostruzioni causate dalla cattiva
alimentazione, era in grado di stare per parecchi giorni senza bisogno
di mangiare nulla, assumendo l’energia necessaria per vivere e
lavorare non solo dalla luce naturale del sole, ma anche dai profumi,
dall’esercizio fisico, e dalle componenti mentali del pensiero stesso
che anima l’essere umano. Gli episodi narrati nel suo libro sono
molto indicativi e le testimonianze dei suoi pazienti altrettanto
significative; vi rimandiamo ad essi e al sito www.arnoldehret.it
per approfondire questo tipo di studio.
Il Dottor Herbert M. Shelton nel
suo libro del 1934 The Hygienic System dedica diversi capitoli
all’impiego del bagno solare e su come esso sia benefico anche per gli
occhi e la vista, consigliando di rinforzare gli occhi imparando a
guardarlo senza paura. Così scrive: «Ho sempre vissuto
senza copricapi per più di quarant’anni, e quasi tutto questo tempo
l’ho passato in Texas, sotto a un sole sub-tropicale, e ciò non mi ha
mai causato danni. I miei pazienti non coprono la testa mentre fanno il
bagno di sole e non ne vengono danneggiati. […] Gli occhi vengono
beneficiati dalla luce e danneggiati da troppa oscurità. Rimirare
direttamente il sole è stato trovato di grande beneficio per la vista
indebolita. I pesci che vivono in cave buie, dove non ricevono luce
solare, sono sempre ciechi. […] Strizzare gli occhi non è necessario,
né uno ha bisogno di occhiali scuri per prevenirlo. Uno ha solo bisogno
di smettere di strizzare gli occhi. Questo può essere controllato dalla
volontà. È possibile guardare direttamente nel sole di mezzogiorno
senza strizzare le palpebre. Sembra che non ci sarà bisogno di occhiali
e creme oculari se uno semplicemente smette di strizzare. Strizzare gli
occhi non ha nessuna utilità».
Antonino Sciascia era un insigne medico siciliano, di Canicattì, di fine
Ottocento. Egli curava le persone esponendole al sole, e
concentrando la sua forte luce sulle parti da trattare mediante una
enorme apparecchio costituito da lenti di ingrandimento, da lui
denominato “Fotocauterio”, brevettato a Londra.
“Fototerapia” era il nome da lui dato a questo suo metodo, i cui
risultati erano sbalorditivi, perché riusciva a risolvere in uno o due
mesi malattie gravissime come il carbonchio, la tubercolosi, il lupus,
eccetera… Purtroppo, come spesso accade nella “scienza”, le sue
scoperte e i suoi successi, forse perché basati su soluzioni
“semplici”, sono stati nascosti e addirittura usurpati da altri
medici, tra i quali il danese Finsen, premio Nobel per la
medicina nel
Il Dottor William H. Bates di New York, lo
scopritore della vera cura della vista imperfetta con metodi naturali,
senza occhiali e operazioni, è stato il più prolifico autore su questi
argomenti, forte anche dell’esperienza maturata con pazienti oculari
in oltre cinquant’anni di pratica clinica. Non solo Bates
raccomandava l’uso della luce solare e di quella elettrica come sua
sostituta nelle giornate nuvolose, ma incoraggiava i pazienti a guardare
direttamente il sole per guarire i problemi degli occhi, non solo quelli
più banali, miopia e presbiopia, ma anche quelli gravi e gravissimi,
come la cataratta e la cecità. In particolare, Bates aveva
applicato il principio del Fotocauterio di Sciascia (ma non sappiamo se
aveva veramente conosciuto il lavoro del ricercatore siciliano)
direttamente sull’occhio, e cioè egli concentrava, durante il
cosiddetto “trattamento con il sole”, la luce del sole sul bianco
dell’occhio, mentre il paziente guardava in basso e la palpebra
superiore veniva tenuta alzata dal medico, che muoveva la “lente
solare” velocemente da parte a parte per illuminare bene tutta la zona
della sclera ed evitare qualsiasi accumulo di calore. Così
facendo, in pochi minuti anche i più gravi pazienti fotofobici
diventavano capaci di aprire ampiamente gli occhi al sole di mezzogiorno
e di rimirarlo addirittura, all’inizio per pochi istanti, e nel corso
del tempo a volontà. Il libro fondamentale di Bates, pubblicato
nel 1920, e disponibile in
italiano nel sito www.sistemabates.it,
dal titolo Vista Perfetta Senza Occhiali, riporta tutta la
conoscenza necessaria al lettore per guarirsi da solo usando la luce
sugli occhi, con fotografie dell’epoca in cui si illustra come
guardare il sole a mezzogiorno e come usare correttamente la lente
solare per concentrare i raggi sulla sclera.
L’uso della luce
del sole come pura energia in grado di affrancare l’essere umano dal
bisogno di cibo è una materia affascinante che va ben oltre i problemi
di salute. I casi di cui si ha testimonianza certa sono
molteplici. In Europa, la mistica cattolica Teresa Neumann
(1898-1962) perse la vista in seguito ad un incidente nel 1918, ma nel
Come guardare il Sole
Chi ha una vista normale e una mentalità ordinariamente
rilassata può in genere guardare il sole senza problemi a tutte le ore
del giorno. Oggi però questi casi sono rari. In pratica,
anche chi non usa lenti correttive ha senza dubbio subìto l’oltraggio
delle lenti scure “da sole” e ha disabituato gli occhi alla luce
naturale. Chi invece ha vista difettosa, corretta o no da lenti,
soffre grandemente la forte luce del sole, e deve riabituarsi ad essa se
vuole sperare di poterla guarire senza occhiali.
Il segreto fondamentale per arrivare a poter rimirare il sole di
mezzogiorno senza problemi sta tutto nel procedere con discrezione,
iniziando con pochi secondi al giorno all’alba e al tramonto, (ma in
caso di nuvole si può fare anche quando il sole è più alto,
specialmente in inverno), e avendo cura di prevenire ed evitare il benché
minimo fastidio, sbattendo velocemente le palpebre e muovendo sempre lo
sguardo avvicinandosi e allontanandosi dal sole, facendolo muovere come
un pendolo. È anche possibile procedere con molta più cautela
usando un occhio alla volta e coprendo l’altro con il palmo della
mano. L’ideale, per abbreviare questo periodo di lenta
riabilitazione alla luce naturale diretta del sole, sarebbe l’uso
della “lente solare” del Dott. Bates, per la quale rimandiamo al
sito www.sistemabates.it
Nei casi gravi di intensa fotofobia, è sbagliato iniziare
a guardare direttamente il sole senza prima aver abituato gli occhi, e
la mente, alla luce del cielo, e nei casi veramente gravissimi anche la
luce del cielo è troppo forte e bisogna abituarsi ad essa osservandola
“ad occhi chiusi” per lunghi periodi di tempo (un’ora o più)
seduti comodamente spalle al sole e avendo cura di dondolare leggermente
il corpo o la testa, rilassandosi.
Applicando questi principî di buon senso, ci rendiamo conto che
l’osservazione diretta del sole non può essere una fatica o un lavoro
sul quale ci si debba concentrare e sforzare, ma è una felice occasione
per godere del profondo rilassamento che
OCCHIALI DA SOLE
TOSSICI PER
una notizia nascosta da tutta la grande stampa
da www.ilmessaggero.it
LONDRA (3 giugno) - Fanatici della tintarella attenti agli
occhiali da sole. Se prima proteggendo i vostri occhi vi sentivate a
posto con la coscienza e al sicuro per la vostra salute contro i danni
provocati dal sole sulla pelle, adesso un medico britannico è pronto a
far crollare anche questa certezza. Il nostro cervello infatti ricevendo
una luce meno forte grazie al filtro delle lenti scure manderebbe dei
segnali per far produrre meno melatonina al nostro organismo, come in
presenza di poco sole. Da qui il guaio per la salute. Nel libro "La
sopravvivenza del più ammalato", in uscita domani nelle librerie
del Regno Unito, la dottoressa Sharon Moalem, dopo ricerche
approfondite, parla di un vero e proprio inganno nei confronti
dell'organismo da parte delle lenti da sole: indossando gli occhiali,
infatti, il cervello registra una minore quantità di raggi solari, e il
corpo è indotto a produrre meno melanina (la sostanza che provoca
l'abbronzatura per proteggere la pelle dai raggi solari): il risultato
è che la pelle è meno protetta e aumenta il rischio di sviluppare il
cancro. Questa teoria trae origine da una ricerca pubblicata sulla
rivista scientifica "Journal of Investigative Dermatology",
secondo la quale la luce percepita dagli occhi attiverebbe la produzione
del cosiddetto ormone stimolatore dei melanociti. «La percezione della
luce è fondamentale nello scatenare il processo naturale di autodifesa
dell'organismo nei confronti del sole», spiega Sharon Moalem al tabloid
domenicale "Sunday Express", pur ammettendo che la percezione
ridotta non è l' unica causa cancro alla pelle.
La teoria ha riscosso ampi consensi da parte della comunità
scientifica. John Hawk, esperto di melanomi presso