|
Home Page - Contatti - La libreria - Link - Cerca nel sito - Pubblicità nel sito - Sostenitori |
Comitato
per la salvaguardia del Golfo di Trieste
http://amici.golfo.ts.googlepages.com/home
Oggetto: Pericoli del
gas naturale liquefatto per la popolazione
Vi informiamo in merito al progetto di collocare due
rigassificatori di GNL (gas naturale liquefatto) nel golfo di Trieste
uno off-shore della ENDESA ed uno terrestre nel vallone di Zaule di GAS
NATURAL.
Il GNL è un idrocarburo fossile, è un gas naturale (principalmente
costituito da metano) raffreddato a circa
Il terminal off-shore che si vorrebbe realizzare davanti
alla costa tra Grado, Pirano e
Trieste dovrebbe contenere 320.000 metricubi di GNL
che equivalgono a 320 milioni di litri di GNL, che equivalgono a
192 miliardi di litri di gas. La capacità annua sarebbe di 8 miliardi
m3/anno con 85 navi anno, circa una ogni 4 giorni.
Il terminal gas terrestre che si vorrebbe realizzare a Trieste
nell’area ex Esso, dovrebbe contenere 300.000 metricubi di GNL che
equivalgono a 180 milioni di litri di GNL in due serbatoi, a fianco del
terminale della SIOT, dei depositi costieri e del termovalorizzatore
dell’ACEGAS. Il pontile di attracco delle metaniere risulterebbe
proprio all’ingresso del canale navigabile. Pure questo impianto
avrebbe una capacità di 8 miliardi m3/anno, con l’arrivo di circa 110
navi anno per un arrivo di una ogni 3 giorni. Ricordiamo che per la
legge Seveso 2, alla quale questi impianti sono considerati a rischio di
incidenti rilevanti, riportando il concetto di “effetto domino” cioè
di maggiori pericoli derivanti dalla vicinanza di altri impianti
pericolosi ( Depositi costieri di Trieste e Muggia, Alder, Linde Gas,
Servola Spa, GTS, Si.lo.ne Srl, SIOT Spa )
I pericoli
Siamo venuti a conoscenza di un film d’inchiesta prodotto
da due avvocati americani. Il film denuncia i pericoli del GNL (il Gas
Naturale Liquefatto). I due avvocati sono stati pubblicamente
ringraziati dalla città di Oxnard di 157.000 abitanti per avere evitato
che fosse realizzato un terminal off-shore per il GNL davanti alla
costa.
Intanto lo studio di un comitato scientifico a Livorno ha stabilito che
se un impianto simile ai nostri dovesse mai esplodere svilupperebbe
un’energia pari a 50 ordigni atomici e distruggerebbe ogni cosa nel
raggio di
Il peggiore incidente
previsto nella valutazione di impatto ambientale di Oxnard
Siamo venuti a sapere che il Rapporto della Commissione
Energetica della California del Luglio 2003 (allegato 4) afferma che
“Il Consiglio Comunale di Oxnard (157.000 abitanti) ha commissionato
uno studio che ha considerato i rischi per la sicurezza nel caso di
peggiore incidente. I cittadini di Oxnard si sono opposti al progetto
dopo che lo studio ha rivelato che ci sarebbero stati fino a 70.000
morti se un incidente di GNL fosse accaduto. Nessuno dei rischi
considerati includeva atti di sabotaggio o terrorismo.” Lo studio,
basato sull’ipotesi di una collisione con una gasiera di GNL a dieci
miglia dalla costa e la conseguente rottura di tutti e cinque i
contenitori, afferma che la nube di gas si potrebbe spingere intorno per
un raggio di
I pericoli elencati in
uno studio per il Pentagono
Siamo venuti a sapere che uno studio preparato per il
Pentagono nel 1982 afferma
che “È probabile che se il 9 % del carico di GNL di una nave cisterna
fuoriuscisse sull’acqua. Si trasformerebbe in una nube o un pennacchio
e si disperderebbe lungo la superficie fino a incontrare una fonte di
accensione. Tale nube potrebbe in dieci/venti minuti allungarsi
sottovento almeno tre miglia. Alla fine potrebbe arrivare più lontano,
dalle sei fino alle dodici miglia. Come un palla di fuoco potrebbe
bruciare qualsiasi cosa nel suo raggio, ed il suo calore radiante
potrebbe causare ustioni di terzo grado e dar vita a incendi fino a
uno/due miglia di distanza dalla nube. Una palla di fuoco di GNL
diffondendosi in una città può causare un’enorme quantità di
incendi ed esplosioni in una vasta area. Al momento o nel prossimo
futuro non c’è modo di combattere un grande incendio di GNL.”.
Il pericolo delle nubi
di gas
Siamo venuti a sapere che
Siamo venuti a sapere che il GNL non è infiammabile quando è nel suo
stato liquido dentro il suo contenitore, ma una volta fuoriuscito,
rapidamente si diffonde in forma di nubi di gas.
Siamo venuti a sapere che il gas, quando si mescola in percentuali dal
5% al 15% con l’ossigeno, diviene altamente volatile e infiammabile.
La potenza di
un'esplosione di gas equivale a quella dell'energia nucleare
Siamo venuti a sapere che, secondo lo studio preparato per
il Pentagono nel 1982, l’energia sprigionata da una gasiera con un
serbatoio di 125000 metricubi sarebbe equivalente a 55 bombe di
Hiroshima prive di radiazioni.
Siamo venuti a sapere che “Science and Environmental Policy Project”
afferma che “L’esplosione di una gasiera di GNL è simile ad
un'esplosione nucleare”. ( vedi www.LNGdanger.com
)
Il gas può
infiammarsi ed esplodere spontaneamente
Siamo venuti a sapere che alcuni filmati del US Bureau of
Mines del 1969 e del 1972 mostrano che il GNL, in caso di perdita, si
diffonde senza alzarsi, che il GNL può prendere fuoco spontaneamente e
che il GNL può esplodere spontaneamente.
Siamo venuti a sapere che tutti gli idrocarburi hanno una piccola
finestra di infiammabilità, però, tra tutti gli idrocarburi, inclusi
quelli noti come la benzina verde, il carburante per i jet, il propano e
il butano, il GNL, che è metano, ha la finestra di infiammabilità più
larga con la maggiore probabilità di combustione.
Il pericolo degli
incidenti
Siamo venuti a conoscenza dei seguenti incidenti
catastrofici (la maggior parte avvenuta dopo la conclusione degli studi
alla base della Valutazione di Impatto Ambientale):
- 20 ottobre 1944 - esplode
l’impianto GNL di Cleveland (Ohio, USA): 131 morti - 225 feriti - 79
case distrutte - 2 fabbriche - 217 auto - 680 senzatetto;
- 20 gennaio 2004 - a Skikda in Algeria esplode impianto GNL: 27 morti -
74 feriti (il città si salva per il vento);
- 31 luglio 2004 - in Belgio esplode un gasdotto di GNL: 15 morti - 200
feriti;
- 30 agosto 2005 - in Nigeria esplode un gasdotto di GNL: 11 dispersi.
Siamo venuti a sapere che il “The Norway Post”, il 20
settembre 2004, titolava “Gasiera di GNL in avaria a nord di Bergen -
ora rimorchiata” e si legge “I motori della nave si erano fermati e
con il cattivo tempo le ancore erano inutilizzabili. Comunque, due
rimorchiatori erano riusciti a trainarla a circa
Siamo venuti a sapere che sul sito CNN.com (allegato 5), il 15 novembre
2002, si leggeva “Un sottomarino nucleare si scontra con una gasiera”
e poi “A Barcellona (Spagna) la gasiera di GNL ‘ Norman Lady’ ha
avuto una collisione nel Mediterraneo occidentale con il sottomarino USS
Oklahoma City. Fortunatamente la gasiera aveva già scaricato il suo
pericoloso carico. Si sono verificati solo pochi danni al periscopio.”
.
La vulnerabilità agli
attacchi terroristici
Siamo venuti a sapere che dagli atti del Congresso degli
Stati Uniti del 21 Aprile 2005, Markey, membro del Congresso e membro
anziano del Comitato di sicurezza interna, ha affermato che gli impianti
di GNL sono “tra gli obiettivi più attraenti per i terroristi”.
Siamo venuti a sapere che “The Providence Journal”, il 21 settembre
2004, titolava “Un dirigente della Lloyd paragona un attacco al GNL ad
un esplosione nucleare” e si legge che un dirigente
dell’Assicurazione Lloyd di Londra, Peter Levene, ha affermato che:
“Anche le gasiere, sia in mare che nei porti, costituiscono evidenti
bersagli”. Levene ha anche detto che “gli specialisti riconoscono
che un attacco terroristico ad una gasiera di GNL potrebbe avere la
forza di una piccola esplosione nucleare”.
Siamo venuti a sapere che, secondo i risultati di test
eseguiti sulle armi da fuoco dall'ufficio governativo statunitense di
contabilità delle armi di piccolo taglio, armi non militari sono in
grado di rompere i contenitori di GNL. Quindi, se un gruppo terrorista
requisisse una nave metaniera carica di GNL, sarebbe un affare molto
pericoloso provare a arrestarlo senza rompere contenitori, valvole o
condutture. Secondo Brittle Power, strategia energetica per la sicurezza
nazionale, un atto di sabotaggio a bordo sarebbe assai semplice se
diretto verso la manipolazione delle valvole che potrebbero portare alla
rottura dei contenitori di GNL per sovrapressione e a un conseguente
notevole versamento del GNL criogenico sullo scafo di acciaio che ne
verrebbe, probabilmente, frantumato.
Siamo venuti a sapere che Richard Clarke, ex capo del controterrorismo
USA, afferma che “Ci siamo anche resi conto che l’esplosione di una
delle grandi gasiere nel porto spazzerebbe via il centro di Boston”.
Ricordiamo l’attentato targato “Settembre Nero“ avvenuto ai
depositi SIOT nel 1972.
La inaffidabilità
degli studi sulla sicurezza
Siamo venuti a sapere che secondo quanto risulta da uno
studio sulla sicurezza del GNL le gasiere sono ritenute relativamente
sicure perché sono a doppio scafo, che però meno di un anno dopo
questo studio una piccola imbarcazione da turismo ha speronato il doppio
scafo di una petroliera francese nell’ottobre del 2002, la
‘Limburg’ , causando un enorme incendio.
Siamo venuti a sapere che nel Rapporto Sandia, Guida alla analisi dei
rischi ed ai problemi di sicurezza conseguenti ad una grande fuoriuscita
sull’acqua di GNL Gas Naturale Liquido, stampato nel dicembre 2004, si
afferma che “...le dinamiche e le conseguenze di una fuoriuscita (di
GNL, ndt) e i pericoli di un tale incidente non sono ancora
completamente conosciuti.”, “La mancanza di informazioni
sperimentali su larga scala, costringe gli studiosi a porre molte
ipotesi e semplificazioni.”.
Da quest’ultimo documento siamo venuti a sapere che “È
impossibile tentare di colmare alcuni di questi ‘vuoti’ dovuti alle
limitazioni sperimentali e di calcolo.”, “È evidente che la
mancanza di dati disponibili su larga scala riguardo a perdite (di gas)
non permette di mettere a punto modelli previsionali affidabili.”.
Siamo venuti a sapere che pur considerando le suddette limitazioni il
rapporto afferma: “una gasiera di LNG danneggiata da un buco di 5
metriquadri ed una fuoriuscita della durata di 8 minuti causerebbero una
nuvola di vapore infiammabile che si diffonderebbe e si estenderebbe per
più di
Siamo venuti a sapere che il Rapporto CRS per il Congresso USA, Gennaio 2004, afferma che “La maggior parte delle analisi del rischio di incidenti riguardanti gli impianti o la movimentazione di GNL dipende dai modelli computerizzati di simulazione utilizzati per calcolare gli effetti di un possibile incidente. [...] Ma i modelli sul GNL sono estremamente complessi e intrinsecamente imprecisi, in quanto basati su calcoli ed ipotesi riguardo alle quali studiosi imparziali potrebbero trovarsi legittimamente in disaccordo. Anche minime differenze presenti in un modello sul GNL potrebbero far giungere a conclusioni significativamente differenti.”.
Il rischio è alto
anche con la moderna tecnologia
Siamo venuti a sapere che l’impianto di GNL esploso a
Skikda in Algeria nel 2004 è stato modernizzato nel 1999 ed era dotato
di tutte le più recenti tecnologie di sicurezza. L'esplosione del
terminale GNL algerino è stata così violenta che il boato è stato
sentito a diverse miglia di distanza. La violenta esplosione algerina
ruppe tutti i vetri di un distante complesso condominiale e lo avvolse
in una nuvola di fuoco.
Siamo venuti a sapere che dal Mobile Register del 14 aprile 2004 si
legge “Un nuovo rapporto dà nuove informazioni sull’esplosione di
GNL a Skikda in Algeria” e “I primi rapporti dicevano che
l’esplosione era causata da un malfunzionamento di una caldaia. Però
le conclusioni finali indicano che è stata una grossa perdita da un
tubo, che ha formato una nube di gas altamente infiammabile e esplosivo
che è rimasta sospesa sopra l’impianto.”.
Terminale off-shore: progetti "cavia", mai sperimentati
Siamo venuti a sapere che i progetti off-shore sono
progetti sperimentali e Gordon Shearer, Direttore generale della
Weaver’s Cove Energy, ha recentemente ammesso: “Non ho mai sentito
parlare di un impianto off-shore di GNL; è una tecnologia che è in via
di sviluppo, ma non è stata sufficientemente sperimentata, provata e
non è esistente al momento.”
Impatto su turismo e
industria della pesca
Siamo venuti a sapere che per Guardia Costiera degli Stati
Uniti sulla costa U.S.A. nessuna imbarcazione può navigare entro
Siamo venuti a sapere che gli impianti off-shore di GNL utilizzerebbero
l’acqua del mare per riscaldare il gas naturale congelato al fine di
non togliere da
L'impatto ambientale
Siamo venuti a sapere che in base ad un rapporto dell’EPA
Americano ( "Le caratteristiche chimiche del metano e le
interazioni con l’atmosfera concorrono in modo significativo
all’effetto serra. […] Il metano (incombusto) produce, a parità di
peso, un effetto serra circa 21 volte maggiore di quello prodotto dal
biossido di carbonio (CO2).
Siamo venuti a sapere che secondo studi accreditati (Doyle, Energy
geopolitics, Scientific American, 2004) il trasferimento del gas
naturale via mare con metaniere a -161° è un processo che richiede
molta energia e implica una gestione costosa e complessa.
Siamo venuti a sapere che ogni gasiera di GNL consuma 100 tonnellate di
carburante al giorno. Ogni gasiera di GNL produce emissioni più nocive
di quelle provenienti dalle centrali termiche attualmente in uso.
Incidenti ai gasdotti
Siamo venuti a sapere dal Washington Post del 7 luglio 2005
che “Uno studio sponsorizzato dall'azienda, avviato dopo l'esplosione
di una casa nel marzo del
Per quanto sopra, chiediamo ai Sindaci di valutare fino in
fondo, quali responsabili della salute dei cittadini, i rischi per la
sicurezza della popolazione alla luce dei nuovi eventi e notizie
successivi alle valutazioni d'impatto ambientale o comunque fino a oggi
non emersi.
Chiediamo di considerare con la massima attenzione le questioni esposte,
tenuto anche conto che le valutazioni tecniche effettuate fino ad oggi
si sono basate su perizie di parte presentate e finanziate dalle società
proponenti i due progetti. La sicurezza dei cittadini non può essere
affidata alle valutazioni di perizie di parte.
Chiediamo di verificare le questioni esposte mediante accurate indagini
affidate a studiosi, italiani e stranieri, di indiscussa capacità e
autorevolezza.
Invitiamo infine a considerare se sia opportuno costruire
due impianti, come quelli previsti a Trieste, che al rischio
particolarmente rilevante derivato dalla sua stessa natura aggiungerebbe
il rischio derivato dalla mancanza di esperienza in impianti così
grandi.
Chiediamo sia fatta una corretta informazione come lo prescrivono le
leggi nazionali ed europee; infatti il governatore Illy e la sua giunta
regionale non solo non informa i cittadini sui pericoli che corrono ma
in data 24.03.06 chiede pure ai comuni interessati dai progetti di dare
un parere positivo entro 30 giorni. ( il silenzio assenso equivale a sì
). Ricordiamo pure che sono in corso le elezioni proprio nei comuni
interessati per cui un’analisi e valutazione dei progetti sicuramente
passerà inosservato!
Chiediamo ai Sindaci e consiglieri comunali
Di Marano Lagunare, Grado, Staranzano, Monfalcone, Duino Aurisina,
Trieste, Muggia e S.Dorligo della Valle a nome dei cittadini residenti
nel golfo di Trieste di votare NO alla delibera della giunta regionale,
perché solo i cittadini informati possono decidere in materia della
tutela dell’ambiente, della salute e perfino della sopravvivenza delle
generazioni future.
Comitato Monte d’Oro
COMITATO NO TERMINAL