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Piccolo
aggiornamento sull'esperimento di Fusione Fredda
Di
Roy V. tratto da http://www.progettomeg.it/rapportoff2.htm
E’
passato del tempo da quando vi abbiamo messo a conoscenza della nostra
replica dell’esperimento di Mizumi-Homory sulla fusione fredda.
Le evidenze che scaturivano dalla lettura del Primo
Rapporto stilato dai tre ricercatori Cirillo-Dattilo-Iorio,
erano sufficienti per cogliere che qualche cosa di straordinario
accadeva in quella piccola cella elettrolitica.
Ma i dubbi e le incertezze sulla qualità e provenienza di tali
inspiegabili anomalie erano ancora molte. Questo, innanzitutto per
l’estrema difficoltà di calcolare con precisione tutte le energie in
gioco, poiché lo stato di plasma liquido che si viene a creare appena
si innesca quello che abbiamo appunto chiamato elettroplasma, essendo
ricco di particelle ionizzate crea delle forti interferenze che vanno a
disturbare moltissime letture. Questo ostacolo oggettivo ha posto non
pochi problemi al nostro gruppo. Inoltre il fatto di non poter disporre
di un contatore di neutroni ha lasciato insoluta una domanda di
grandissimo interesse.
Questa
era la situazione a circa un mese fa, ma nel frattempo le cose si sono
evolute. Anche se per svariati motivi non abbiamo potuto tenervi
aggiornati dei vari piccoli progressi che di volta in volta si
realizzavano (come invece avrei voluto), la sperimentazione ha dato
grandi soddisfazioni aprendo molteplici strade e portando alla luce (è
il caso di dirlo!), eventi di straordinaria complessità e dalle più
svariate conseguenze.
Grazie alle geniali menti dei nostri ricercatori è stato possibile
creare un modello matematico che riesce, in parte, a prevedere le
migliori condizioni per far avvenire la reazione e, per lo meno,
riuscire ad ottenere SEMPRE overunity energetica.
Ma questo, si può dire, è il lato meno interessante della faccenda. Ciò
che continua ad affascinare e rapire l’attenzione ed il cuore dei tre
ricercatori sono le alchimie chimiche, e non solo, che avvengono in
quella piccola fucina che è la nostra cella. Un’armonia di intrecci
chimico-fisici che vanno ad alterare gli atomi del catodo, sprigionano
enormi temperature, attraversano scale cromatiche dagli antichi
significati ed emettono radiazioni di differenza tale da toccare
svariate unità di misura di grandezza. E questa molteplicità di
manifestazioni nascono semplicemente da poche centinaia di watt e da una
corretta configurazione iniziale.
Ebbene,
ad oggi solo una parte di questo complessissimo sistema è stato
compreso. La gran parte è ancora da scoprire, decifrare e rendere
controllabile. Ma quello che è stato capito è già sufficiente per
dimostrare che delle reazioni non descrivibili con l’attuale
paradigma, sono invece decisamente presenti nella cella. E questo è un
risultato immenso.
In
questo scritto non posso raccontarvi di più. Ma vi dico che presso il
II° Convegno sulle Nuove Energie che si terrà a Grottammare
il 17 e 18 aprile prossimo, questa esperienza verrà
presentata e descritta direttamente dai tre ricercatori. Inoltre sarà
data una dimostrazione dal vivo della cella funzionante.
In questa sede verranno annunciate ufficialmente tutte le scoperte fatte
in quest’ultimo mese di sperimentazione ed ampliamento della teoria,
andando anche a toccare le profonde implicazioni che queste potranno
avere. Quindi per chi è interessato è sicuramente un’incontro da non
perdere.